Gioco Estivo

Commenti

  1. Carissimo Domenico, è molto interessante questo tuo gioco.

    Fatto con attenzione meditativa può essere un ottimo strumento per passare dall’attitudine interiore immediata nei confronti di una persona, che è sempre nutrita di proiezioni e antichi pregiudizi, ad una attitudine empatica e compassionevole.

    Questo, come sappiamo, è in realtà un passaggio mentale determinante dallo stato dell’io ego-centrato, che giudica e mette a distanza, allo stato dell’io in conversione, che osserva, o addirittura dell’io in relazione, che percepisce col cuore la comunione sostanziale di tutti nell’unico destino di salvezza.

    Auguri allora per queste meditazioni on the road…
    Marco Guzzi

  2. Caro Domenico, questo gioco lo faccio anche io da molto tempo fa ogni volta che prendo la metro. Non sai quante cose si possono capire guardando le facce della gente: si capisce il loro stato di animo.
    Me ne accorgo anche dalla voce: c’è molta gente triste, stanca, che non sorride più e mi viene un senso di sconforto.
    Vi auguro una buona vacanza.
    Un abbracio.
    Rashide.

  3. Caro Domenico, mi piace il gioco che proponi, anch’io l’ho messo in atto durante i miei viaggi e conservo ricordi di volti, di luoghi e di situazioni molto diversi.

    Leggendo il tuo post è affiorato il ricordo di una donna quarantenne, mia coetanea, incontrata in Perù, sedici anni fa. Era circondata da quattro ragazzini e da una giovane incinta che l’avrebbe resa nonna in breve tempo. Il suo corpo era sciupato, precocemente invecchiato ed io , guardandola, avevo espresso col mio volto sorpresa, ma anche compassione: non avrei voluto essere al suo posto. Parlando con lei, le dissi che io avevo la sua età e non avevo figli.
    Lei mi guardò e sul suo volto lessi la stessa sorpresa e compassione, questa volta rivolte a me.

    Buona vacanza.
    Giuliana

  4. Che interessante l episodio ricordato da Giulana!
    E credo lo sia anche il gioco proposto da Domenico anche se devo dire che il modo in cui lo propone lui è un pò direi più avanzato rispetto al mio .. forse la stessa espressione gioco indica una leggerezza che aiuta l empatia , l approccio con gli altri .
    Sono molto interessato e un pò inpaurito dal passaggio sul vivere il presente in questo modo … Marco, Domenico vi va di fare un post su questo punto ? Nella mia esperienza scuto il fatto che ciò che per anni è stata la verità per me è frutto in realtà di grandi equivoci ed avvicinarsi a ssensazioni reali necessita ad un certo punto di un lavoro continuo su se stessi che ,per me, fa incontrare sempre più chiaramente l ‘amico . la moglie , il vicino del tram etc: procedendo cioè verso se stessi se ne sce sempre più per incontrare gli altri .;si esce sempre più dalla parte egoica , e allora si può piano piano fare esperienza del presente spoglio di ansie timori o apettative. Questo è più o meno ciò che io sto vedendo nella mia vita

  5. Domenico Parlavecchio dice

    Mentre scrivevo il post rileggevo il mio passato con grande gratitudine.

    Il gioco nasce tanti anni fa. E’ frutto della mia esperienza nel modo salesiano. Don Bosco diceva che per amare i giovani bisognava amare quello che loro amavano. Non era ruffianeria ma il piacere di stare insieme, di capire da parte di chi aveva il compito di essere una guida.

    Soleva ricordare che la santità consisteva nell’essere sempre allegri. Il gioco (come la preghiera) quindi era importante. Doveva avere una finalità, uno scopo educativo, una porta nel mondo, una presa di coscienza una consapevolezza. Una meditazione diremmo noi.

    Quando insegnavo tecniche di animazione i partecipanti rimanevano stupiti dal fatto che per organizzare un gioco era necessario che si conoscesse la “psicologia” dei giovani, quale fosse “il gesto atletico” proprio di quell’età, “quale linguaggio utilizzare” per spiegare e condurre un gioco.

    Anche io le ho imparate. Ricordo ancora a 17 anni quando cominciai il percorso (tre anni) per diventare allenatore federale di basket. L’agenda degli incontri prevedevano: l’ambito psicologico (elementi di psicologia evolutiva e transazionale), culturale (psicomotricità e basket per fasce di età), spirituale (il metodo preventivo di Don Bosco).

    Adesso che te l’ho raccontato scopro che sto continuando lo stesso cammino da sempre … cose dell’altro mondo ❓

    Sul post .. che mi proponi .. why not ?

  6. Ciao Domwnico. Mi intereaaerebbe approfondire il concetto di vivere il presente e in relazione il vivere il passato o cosa che lo precede

  7. Carissimo Domenico, allora non è nemmeno un caso che i nostri Gruppi si svolgano proprio in casa di Don Bosco, all’Università Salesiana, se i nostri tre livelli formativi già venivano integrati nei corsi per allenatori di basket….

    Ciao. Marco

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