Una causa per cui vivere e morire

Commenti

  1. Cara Lea,
    La lettura del tuo post mi ha fatto rivivere, con grande potenza evocativa, un passato ormai remoto della mia vita fatto di appassionate ricerche e letture riguardanti la figura, tutta occidentale, dell’ “homo economicus” e sfociate, nel 1976, in una tesi di laurea su UNTO THIS LAST di John Ruskin. Un’ avventura intellettuale vera e propria, culminata alla Bodeleian Library di Oxford dove, in due mesi di ricerca maniacale ho collezionato così tanto materiale, e così illuminante da restarne per così dire …fulminato. Solo a 25 anni ci si può buttare corpo e anima in una cosa così, e infatti l’ho pagata molto cara quell’esperienza, in termini di solitudine, disadattamento, enorme difficoltà a riprendere la vita di tutti i giorni facendo finta di non aver ‘capito’. Però … però … col passare degli anni la figura di Ruskin e le sue idee mi si sono rivelate sempre più profetiche e, per usare una terminologia mercantile, direi che il valore attuale di quella mia esperienza è ora molto superiore al pur alto costo che allora mi era sembrato di pagare.
    “… questa causa per cui vivere e morire c’è” scrivi tu, e proprio nel suo libro Ruskin scrive che chi non sa per cosa morire non sa neppure per cosa vivere. Vedi come lo ricordo bene? Penso che potresti trovarlo interessante, se ti capita di leggerlo fammi un cenno. Intanto ti ringrazio di cuore per il tuo post e ti faccio tanti auguri.

    Benigno

  2. Grazia gavioli dice

    Cara Lea, sono sicura che tu sia all’altezza, l’asticella l’hai messa tu, la causa, tu l’hai trovata, l’entusiasmo che traspare da quanto dici è molto indicativo dell’energia che profondi. È bello leggere di economia in questi termini, la rendi meno ostica. Aspetto la prox puntata. Grazia

  3. Mario Murredda dice

    grande Lea non ti conosco ,ma per quel poco che hai descritto ti sostengo moralmente e spiritualmente,perchè il tuo sapere che hai potuto intraprendere lo fai percepire anche ad altri ,mentre ci sono milioni di persone che anch’esse anno potuto studiare e non anno capito oppure per egoismo fanno finta e perciò diventano “complici” del sistema di malessere,di ingiustizia di questo mondo!!!

  4. Caro Benigno,
    grazie di cuore per aver condiviso con me questa tua esperienza! La sento molto vicino alla mia.
    E’ proprio vero che la “Ricerca della Verita'” crea spesso un vuoto intorno… non importa quante persone ti circondino.. io da giovane ero piena di amici.. eppure, mi sono sempre sentita sola e un po’ disadattata. E’ stata questa una delle ragioni principali per le quali ho voluto lasciare l’Italia e ricominciare da capo fuori.
    E’ anche vero quando dici che solo “da giovani ci si può buttare corpo e anima in una cosa così”, ma la giovinezza, ho scoperto, non e’ una questione di eta’. Quando sento Marco Guzzi parlare, sento il fuoco. Quello vero. E lo sento anche dentro di me. Io mi sono “riaccesa”, piano piano, da quando ho iniziato i gruppi Darsi Pace, dopo essere stata sepolta per ben otto anni sotto il macigno della “tecnica delle scienze economiche”.
    Ti ringrazio profondamente per il suggerimento. Prendo nota e lo leggero’ sicuramente al momento opportuno.
    Un caro saluto,
    Lea

  5. Cara Grazia,
    caro Mario,
    un infinito grazie per il vostro supporto ed incoraggiamento! Ce n’e’ veramente bisogno perche’ la sfida e’ dura. Ma ora che la causa mi e’ finalmente chiara, ora che so qual’e’ il nemico, io non mollo!!!

  6. Cara Lea,
    grazie della tua risposta. Mi fa piacere di esserti in qualche modo d’aiuto nel perseguimento dei tuoi luminosi propositi. Dalle tue parole traspare un grande senso di forza e di determinazione, il che è il miglior viatico per un serio progetto di vita. Poi, come dici tu, c’è Marco Guzzi: un vero faro in quest’epoca di mutazione antropologica. Considero un grande privilegio poterlo ascoltare su Youtube e leggerne i libri. Ringrazio sovente Dio di averlo messo sulla mia strada e avverto forte anche il senso di responsabilità per questo grande dono.
    Che Dio ci benedica tutti!
    Benigno

  7. Lea Cassar, thanks so much for the post.Really thank you! Keep writing.

  8. Chi sei??

  9. Cara Lea,

    dici “Rimpiangevo di non essere nata in un tempo o luogo più interessante (magari nel 1789 in Francia?) dove ci fosse una chiara causa per la quale combattere …”

    Mi hai riportato alla mente la necessità e l’urgenza, la stessa, che sentivo anche io, più di quaranta anni fa, quando, quasi uscita dal liceo, cercavo disperatamente una strada e ne parlavo a mia madre con le tue stesse parole. Guarda che sembra chiaro a te adesso perché sei lontana, mi rispondeva, quando ci stai in mezzo alle cose non è chiaro proprio un bel niente”. Alla fine di un travagliatissimo (per me) periodo decisi e, disegnando quasi una inversione ad U rispetto ai miei studi liceali, scelsi. Avrei studiato economia ed economia politica e quindi politica economica. La decisione venne chiara e netta dopo la trascinante lettura di un libretto che mi era capitato casualmente (?) tra le mani e che avevo divorato entusiasta pur non comprendendolo pienamente. Il libro era Oligopolio e progresso tecnico ed il suo autore Paolo Sylos Labini. Si, mi dicevo, avrei studiato ciò che avrebbe potuto darmi gli strumenti per conoscere la realtà e agire poi consapevolmente per un mondo giusto e solidale. Cose così. Gli studi li ho svolti e conclusi ma già verso la fine di quegli anni gli approcci del mondo accademico andavano spostandosi verso la maledizione liberista che avrebbe poi dilagato, i “Chicago boys” ed il loro pensiero cominciarono a trovare una certa diffusione anche da queste parti. Poi la vita (famiglia e lavoro) mi ha variamente impegnata, pur rimanendo sensibile a certi temi e sforzandomi di svolgere le mie attività almeno in modo coerente con quanto sentivo, so per certo che il mio contributo al mondo più giusto e solidale è andato a farsi benedire. Adesso sono impotente come tutti e ignorante come i più.
    Rimango ancora convinta che sapere di economia abbia la sua importanza, se potessi ricominciare ripartirei da Smith e ristudierei tutto stando ben attenta a seguire il lato filosofico del pensiero economico, adesso mi pare più che mai questo quel che cercavo e questo quel che si è perso nello studio dell’economia e che va recuperato, sia per smascherare ciò che l’esasperazione sulle technicalities nasconde, sia per aver chiaro dove, e quindi come, si voglia arrivare.
    Visto che sei una giovane studiosa avrai chiarissimo il panorama nazionale e internazionale dei teorici economisti, mentre io invece non so ormai praticamente più nulla, ciononostante oso, umilmente, riportare qui due link a siti su cui ogni tanto faccio un giro
    http://www.syloslabini.info/online/chi-siamo/manifesto-per-la-liberta-del-pensiero-economico/
    e questo
    https://www.eticaeconomia.it/reddito-di-cittadinanza-e-la-risposta-giusta-alla-prossima-rivoluzione-industriale/
    (per quest’ultimo ho qui utilizzato il link ad un articolo che parla di reddito di cittadinanza, giusto perché mesi fa anche sul sito Darsi Pace se ne è accennato, un mio commento all’epoca ha suscitato una reazione direi offesa, penso sia un interessante spunto di riflessione). Già che ci sono aggiungo questo https://ilmanifesto.it/la-dittatura-dei-chicago-boys/ , giusto perché mi viene in mente a proposito di applicazioni del neoliberismo.

    Auguri!

    Maria

  10. Lea, quando si dice “il caso”, proprio ora sento parlare di questo libro: Alain Deneault, Governance. Il management totalitario, Neri Pozza (http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=7&id_lib=1153), mi sembra in tema.
    Buona giornata
    Maria

  11. Chiedo scusa avevo lasciato il commento che segue qualche ora prima del “Maria 16 maggio 2018 12:11”, ma vedo che non compare forse ho dimenticato di cliccare il pulsante “commento all’articolo”, ci riprovo.

    Cara Lea,
    dici “Rimpiangevo di non essere nata in un tempo o luogo più interessante (magari nel 1789 in Francia?) dove ci fosse una chiara causa per la quale combattere …”
    Mi hai riportato alla mente la necessità e l’urgenza, la stessa, che sentivo anche io, più di quaranta anni fa, quando, quasi uscita dal liceo, cercavo disperatamente una strada e ne parlavo a mia madre con le tue stesse parole. Guarda che sembra chiaro a te adesso perché sei lontana, mi rispondeva, quando ci stai in mezzo alle cose non è chiaro proprio un bel niente”. Alla fine di un travagliatissimo (per me) periodo decisi e, disegnando quasi una inversione ad U rispetto ai miei studi liceali, scelsi. Avrei studiato economia ed economia politica e quindi politica economica. La decisione venne chiara e netta dopo la trascinante lettura di un libretto che mi era capitato casualmente (?) tra le mani e che avevo divorato entusiasta pur non comprendendolo pienamente. Il libro era Oligopolio e progresso tecnico ed il suo autore Paolo Sylos Labini. Si, mi dicevo, avrei studiato ciò che avrebbe potuto darmi gli strumenti per conoscere la realtà e agire poi consapevolmente per un mondo giusto e solidale. Cose così. Gli studi li ho svolti e conclusi ma già verso la fine di quegli anni gli approcci del mondo accademico andavano spostandosi verso la maledizione liberista che avrebbe poi dilagato, i “Chicago boys” ed il loro pensiero cominciarono a trovare una certa diffusione anche da queste parti. Poi la vita (famiglia e lavoro) mi ha variamente impegnata, pur rimanendo sensibile a certi temi e sforzandomi di svolgere le mie attività almeno in modo coerente con quanto sentivo, so per certo che il mio contributo al mondo più giusto e solidale è andato a farsi benedire. Adesso sono impotente come tutti e ignorante come i più.
    Rimango ancora convinta che sapere di economia abbia la sua importanza, se potessi ricominciare ripartirei da Smith e ristudierei tutto stando ben attenta a seguire il lato filosofico del pensiero economico, adesso mi pare più che mai questo quel che cercavo e questo quel che si è perso nello studio dell’economia e che va recuperato, sia per smascherare ciò che l’esasperazione sulle technicalities nasconde, sia per aver chiaro dove, e quindi come, si voglia arrivare.
    Visto che sei una giovane studiosa avrai chiarissimo il panorama nazionale e internazionale dei teorici economisti, mentre io invece non so ormai praticamente più nulla, ciononostante oso, umilmente, riportare qui due link a siti su cui ogni tanto faccio un giro
    http://www.syloslabini.info/online/chi-siamo/manifesto-per-la-liberta-del-pensiero-economico/
    e questo
    https://www.eticaeconomia.it/reddito-di-cittadinanza-e-la-risposta-giusta-alla-prossima-rivoluzione-industriale/
    (per quest’ultimo ho qui utilizzato il link ad un articolo che parla di reddito di cittadinanza, giusto perché mesi fa anche sul sito Darsi Pace se ne è accennato, un mio commento all’epoca ha suscitato una reazione direi offesa, penso sia un interessante spunto di riflessione). Già che ci sono aggiungo questo https://ilmanifesto.it/la-dittatura-dei-chicago-boys/ , giusto perché mi viene in mente a proposito di applicazioni del neoliberismo.

    Auguri!

    Maria

  12. Lea scusami, il post delle 12:11 si spiega con un post precedente di qualche ora, sempre di Maria, che però non si visualizza, non mi è chiaro il perché, immagino se ne occupi la redazione.
    Volevo chiarire, messo così come appare è uno strano commento.
    Buona serata
    Maria

  13. Ciao Maria,
    Grazie per il tuo intervento! Mi dispiace molto non poter leggere il tuo primo post.. Se lo hai salvato da qualche parte magari lo puoi rimandare?
    Buona serata anche a te
    Lea

  14. Ciao Lea, non lo rimando per questo motivo: la prima volta ho scritto – inviato e chiuso il browser, poi è capitato che sentissi del libro di Deneault e d’impulso ho inviato il secondo commento, scorrendo ho notato che il precedente non c’era e l’ho reinserito pensando ad una mia svista, a quel punto mi sono accorta che con la form attiva si visualizzano ambedue gli inserimenti con un avviso in testa “il tuo commento è in attesa di moderazione” o qualcosa di molto simile. Perché fosse necessaria una moderazione non lo so, ho aspettato fino al tardo pomeriggio e siccome continuava a non vedersi ti ho scritto per spiegare la stranezza. Adesso forse è il caso di aspettare questa moderazione, oppure dimmi tu, ne ho conservato copia, ma forse non merita tanta attenzione.
    Buona giornata
    Maria

  15. Che impiccio! chiedo scusa, l’anonimo di prima sono io
    Maria

  16. Cara Maria, perdonami se mi “inserisco” con una nota tecnica: ho notato che il sistema di commento mette automaticamente in moderazione se (mi pare) vi siano due o più link nel commento stesso, forse sospettando un tentativo di spam, o cose del genere.

    Penso sia poi superabile con un intervento dei tecnici, che possono “sbloccare” il messaggio. Ordinariamente infatti non c’è controllo o moderazione preventiva su questo blog (cosa che ritengo apprezzabile).

    Nella speranza d’esser stato utile,
    un abbraccio!

  17. Ciao Marco, grazie! si, in effetti ci sono più link nel testo, posso aspettare lo sblocco o togliere i link e risolverli in altro modo, non so come preferisca procedere la redazione. Per ora aspetto.
    A presto e buona giornata
    Maria

  18. Avrei deciso di inviare la versione senza link attivi, così chiudo questa storia che comincia ad imbarazzarmi alquanto. Eccola

    Cara Lea,

    dici “Rimpiangevo di non essere nata in un tempo o luogo più interessante (magari nel 1789 in Francia?) dove ci fosse una chiara causa per la quale combattere …”

    Mi hai riportato alla mente la necessità e l’urgenza, la stessa, che sentivo anche io, più di quaranta anni fa, quando, quasi uscita dal liceo, cercavo disperatamente una strada e ne parlavo a mia madre con le tue stesse parole. Guarda che sembra chiaro a te adesso perché sei lontana, mi rispondeva, quando ci stai in mezzo alle cose non è chiaro proprio un bel niente”. Alla fine di un travagliatissimo (per me) periodo decisi e, disegnando quasi una inversione ad U rispetto ai miei studi liceali, scelsi. Avrei studiato economia ed economia politica e quindi politica economica. La decisione venne chiara e netta dopo la trascinante lettura di un libretto che mi era capitato casualmente (?) tra le mani e che avevo divorato entusiasta pur non comprendendolo pienamente. Il libro era Oligopolio e progresso tecnico ed il suo autore Paolo Sylos Labini. Si, mi dicevo, avrei studiato ciò che avrebbe potuto darmi gli strumenti per conoscere la realtà e agire poi consapevolmente per un mondo giusto e solidale. Cose così. Gli studi li ho svolti e conclusi ma già verso la fine di quegli anni gli approcci del mondo accademico andavano spostandosi verso la maledizione liberista che avrebbe poi dilagato, i “Chicago boys” ed il loro pensiero cominciarono a trovare una certa diffusione anche da queste parti. Poi la vita (famiglia e lavoro) mi ha variamente impegnata, pur rimanendo sensibile a certi temi e sforzandomi di svolgere le mie attività almeno in modo coerente con quanto sentivo, so per certo che il mio contributo al mondo più giusto e solidale è andato a farsi benedire. Adesso sono impotente come tutti e ignorante come i più.
    Rimango ancora convinta che sapere di economia abbia la sua importanza, se potessi ricominciare ripartirei da Smith e ristudierei tutto stando ben attenta a seguire il lato filosofico del pensiero economico, adesso mi pare più che mai questo quel che cercavo e questo quel che si è perso nello studio dell’economia e che va recuperato, sia per smascherare ciò che l’esasperazione sulle technicalities nasconde, sia per aver chiaro dove, e quindi come, si voglia arrivare.
    Visto che sei una giovane studiosa avrai chiarissimo il panorama nazionale e internazionale dei teorici economisti, mentre io invece non so ormai praticamente più nulla, ciononostante oso, umilmente, riportare qui due link a siti su cui ogni tanto faccio un giro
    (al posto di “ . ” ho inserito “ * ” per rendere il testo non attivo come link)

    www * syloslabini * info/online/chi-siamo/manifesto-per-la-liberta-del-pensiero-economico/
    e questo
    www * eticaeconomia * it/reddito-di-cittadinanza-e-la-risposta-giusta-alla-prossima-rivoluzione-industriale/
    (per quest’ultimo ho qui utilizzato il link ad un articolo che parla di reddito di cittadinanza, giusto perché mesi fa anche sul sito Darsi Pace se ne è accennato, un mio commento all’epoca ha suscitato una reazione direi offesa, penso sia un interessante spunto di riflessione). Già che ci sono aggiungo questo

    Su Google cercare “La Dittatura dei Chicago boys”, il primo nell’elenco che dovrebbe comparire è un articolo pubblicato nel 2013 sul Il Manifesto col titolo cercato

    giusto perché mi viene in mente a proposito di applicazioni del neoliberismo.

    Auguri!

    Maria

  19. Cara Maria,
    Grazie per avermi riinviato il post. Molto sagge le parole di tua mamma. Effettivamente e’ vero. A posteriori le cause possono sembrare molto piu’ chiare, anche grazie all’intepretazione storica che viene loro data. Mentre non e’ detto che sia cosi quando ci si e’ dentro…
    Guarda, il travaglio di cui parli e’ stato fino a poco tempo fa, anche il mio. E non e’ detto che sia completamente finito… siamo sempre in movimento.. Non sai quante volte ho pensato di mollare tutto (tanto piu dopo aver avuto un bimbo) E anche nel mio caso, e’ sempre intervenuta mia madre (viva le sagge mamme!!!) a dirmi che facevo sempre in tempo a mollare tutto, che ormai avevo studiato (e sudato!) tanto, mi ero specializzata, e che non aveva senso mollare tutto senza saper poi per fare cosa. Perche anch’io, sebbene fossi molto appassionata del mio tema di dottorato (ovvero la motivazione intrinseca dei lavoratori) ho sofferto molto per l’eccessiva tecnica nella disciplina economica, ridotta spesso ad un esercizio matematico senza nessun anima. Non sai quanti ANNI ho dovuto passare a scervellarmi per risolvere dei quesiti matematici che non avevano nessuna importanza.
    Ma adesso le cose stanno piano piano cambiando.. Un po’ perche tutto il sudore passato mi sta finalmente dando un ritorno in termini di pubblicazioni e riconoscimenti, il che mi da piu’ liberta’ nello scegliere i temi e i metodi della mia ricerca e anche piu’ potere di promuovere una certa agenda (di certo anti-Chicago school). Ma soprattutto, grazie al percorso con Marco Guzzi, ho finalmente trovato un significato non solo in quello che faccio nel mio lavoro, ma piu’ generalmente nella vita… Le profondissime riflessioni di Marco, la sua interpretazione della storia, mi hanno dato una direzione verso la quale investire le mie forze ed energie, una chiave di lettura per intepretare cio’ che avviene dentro e fuori di me. Adesso mi e’ chiaro quello che c’e’ da fare: permettere e possibilmente favorire la nascita di questa nuova umanita’, prima dentro di noi e poi nel mondo. Quindi cerco di valutare ogni aspetto della mia vita e delle mie azioni in base a questo criterio: appartiene alla nuova Umanita’ (quindi da tenere) o al vecchio io (quindi da buttare). Non conta tanto quello che si fa, ma come lo si fa. Quindi ho finalmente capito che malgrado tutte le difficolta’ oggettive nell’essere un professore di economia al giorno d’oggi (perche dovro’ lottare molto per portare un cambiamento in questa disciplina), questa e’ la mia posizione adesso, e quindi vale la pena partire proprio da qua, perche c’e’ tanto da fare. E tra la mie iniziative vale assolutamente il tuo prezioso suggerimento: ripartire dalla base. Dalla storia e filosofia del pensiero economico. Quindi, tra la varie cose intendo proprio fare questo. Mi incoraggia sapere che condividi.
    Ti ringrazio tanto per i testi suggeriti! Li leggero sicuramente al momento opportuno.
    Un caro saluto e grazie ancora per la tua condivisione!

  20. Cara Maria, è successa la stessa cosa anche a me con un commento al post ‘L’Insurrezione di Biagio Conte’: non comprendevo il motivo della mancata pubblicazione. Ho chiesto a Matteo, il tecnico che cura questo sito, e mi ha detto che esiste un sistema anti spam che si attiva automaticamente quando nel commento sono inseriti più link. Ha provveduto lui a sbloccare il commento. Confermo quanto detto da Marco: non c’è alcun controllo preventivo sui commenti. Ti abbraccio. Giovanna

  21. Grazie a te Lea e di nuovo Auguri!
    Grazie Giovanna, per il futuro, dovesse capitare, mi ricorderò di non inserire più di 1 link
    Vi abbraccio
    Maria

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