Gli Stati Generali per la “questione medica”

Commenti

  1. Balestreri Paola dice

    Grazie cara Iside, il tuo contributo è sempre ricco di preziose informazioni e del proficuo sforzo di connettere le novità che proponi con il nostro lavoro! Attendiamo le prossime puntate! Paola

  2. Cara Iside, grazie davvero per questa tua indagine a tutto campo, per questo amichevole e ostinato cercare i segni del nuovo. E ad una ricerca così attenta, l’universo risponde: i segni, si trovano.

    Che questo “nuovo” irrompa nel centro esatto dell’istituzione medica, è sicuramente segno di fondata speranza. E un segno che molti di noi non avremmo colto, senza la tua appassionata e lucida disamina.

    Grazie!

  3. Grazie.

  4. Grazie Iside! Bellissima questa sintonia con Darsi Pace. E’ davvero il momento di una rivoluzione anche nella medicina. Come in ogni altro contesto, ciò che non deve sfuggire, è che proprio i diretti interessati devono mettersi in discussione per rinnovarsi. Quindi sicuramente medici, infermieri e altri operatori sanitari, ma anche normali persone in veste di “pazienti”. Il rinnovamento deve produrre una “visione nuova” che possa poi tradursi in una “pratica nuova” della medicina stessa. Facendo parte del campo, posso dire che questa necessità è proprio impellente, ma le resistenze (come c’è da aspettarsi) sono fortissime. Ci aspetta un grosso e lungo lavoro! Che però in qualche modo è già iniziato…
    Cavicchi è un sociologo, sicuramente espertissimo di materie mediche (gli è stata conferita una laurea honoris causa in medicina!), speriamo che la sua apertura contamini ampiamente anche l’ambiente medico…

  5. A me pare che sia giunto il tempo di cercare attivamente intrecci lì dove si percepisca la (buona) volontà di andare incontro alla vita in modo aperto e creativo. Ci sono tante esperienze che le persone stanno mettendo in campo, screpolature da cui può sbucare la nuova umanità. Adesso abbiamo bisogno di trovarci, riconoscerci e lavorare insieme, nella specificità dell’ambito che ciascuno esprime, ma nella consapevolezza di desiderare la stessa buona destinazione per ogni essere umano e per la creazione tutta intera.
    Se ci fosse qualche medico o altro professionista sanitario che è già coinvolto negli Stati Generali indetti dalla FNOMCeO o che è interessato all’argomento, ci piacerebbe entrasse in contatto con noi. Chissà quali intrecci appunto potranno nascere…
    iside

  6. Per chi volesse scaricare il documento citato nell’articolo questo è il link: https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato5781192.pdf

  7. Che bella, bellissima notizia!
    Nelle mie esperienze non sempre positive con i medici, molte volte ho pensato a quanto bene avrebbe potuto fare un diverso tipo di approccio! Magari anche solo dire… non si preoccupi siamo qui per aiutarla!
    Grazie

  8. Maria Carla dice

    Grazie Iside e grazie Pierluigi per il link del documento di cui si parla nel post…seguirò con interesse le prossime ‘puntate’…
    mcarla

  9. Loredana rosati dice

    Questa notizia e cioè che una persona come Ivan Cavicchi sia stato investito di redigere questo importante documento mi fa ben sperare in una direzione finalmente nuova della cura della salute in senso olistico e aperto a tutte le possibilità, nell’ottica di una seria è credibile ricerca del vero bene per l’uomo è anche di una reale libertà di scelta ancora tanto osteggiata da un ambiente medico chiuso, arrogante, diffidente e ormai obsoleto. Grazie

  10. Cara Iside, grazie per il tuo intervento molto utile ed interessante perchè non fa che confermare che ci troviamo in un punto di svolta, in un momento quindi propizio. Se anche la “comunità scientifica” comincia a mettere in discussione un sistema non più adeguato, o per lo meno ad interrogarsi sui propri metodi, vuol dire che la trans-formazione è in atto. Questo lo avvertiamo anche per quanto concerne l’ inclusione nei piani terapeutici della medicina integrata, vale a dire il ricorso, in aggiunta alla medicina convenzionale, a tecniche e strumenti che si prendono cura del paziente in maniera olistica. Per fare un esempio giorni orsono ho ricevuto un invito dalla Croce Rossa Italiana, associazione che lavora a stretto contatto col Servizio Sanitario Nazionale ed in prevalenza nel Pronto intervento, di partecipare ad un corso a titolo gratuito sul tema : Impariamo semplici procedure della MTC (Medicina Tradizionale Cinese)…..per dare un aiuto a chi ha bisogno in attesa dell’ intervento del medico. Nella prima sessione il medico ( dell’ Istituto Paracelso di Roma) ha mostrato alcune manovre pratiche della MTC tra l quali l’ applicazione sul padiglione auricolari dei semi di vaccaria, introducendo così il metodo dell’ auricoloterapia,. Sono rimasto favorevolmente colpito, e ho pensato che “apertura” è un segno della trans-formazione di cui parlavo.

  11. Tutti i segni di apertura sono senz’altro di buon auspicio. Personalmente, mi pare però che la trasformazione di cui abbiamo bisogno sia così radicale da implicare appunto un cambiamento di paradigma, ovvero un capovolgimento delle strutture di riferimento.
    Ho l’impressione che molte volte le cosiddette terapie complementari (giusto per rimanere nell’esempio portato da Pasqualino) siano soltanto una sorta di giustapposizione alle terapie convenzionali. Ancora di più: anche le terapie complementari cadono dentro la stessa cornice, lo stesso tipo di paradigma positivista. Come dice Cavicchi, non si tratta di essere un po’ più gentili, far durare una visita un’ora invece degli standard 10 minuti dell’ASL, magari bruciare un po’ di incenso e mettere in atto qualche pratica mutuata dall’oriente. Certo che un bell’ambiente in un tempo più disteso mi danno la sensazione di essere maggiormente ascoltata.
    Tuttavia, mi pare che attualmente qualunque tipo di approccio terapeutico sia ancora ben dentro un paradigma oggettivante e poco relazionale. Gli esempi classici sono le medicine orientali, dalla cinese all’ayurvedica: catapultate ad ovest, il sistema, ben oliato ed organizzato, le fagocita rigurgitandole in versione occidentale, impacchettate ben bene nel nostro paradigma positivista. Così il sistema si perpetua identico a se stesso, dando la parvenza di accoglienza ed integrazione.
    A me pare che occorra proprio scavare parecchi metri sotto la superficie prima di trovare le fondamenta del sistema corrente, toglierne i puntelli, portare nuovo materiale da costruzione e iniziare a creare nuove abitazioni.
    iside

Inserisci un commento

*