durante il lavoro meditativo ci sono state poste alcune domande
1) quali pensieri ci distraggono
mi distraggono, i desideri : voglio tutto e subito. Vorrei già chiacchierare con le persone che conosco
mi distraggono le cose che ho da fare
Osservando per spegnere, mi accorgo con stupore e per la prima volta, che ci tengo alla mia immagine. Ho sempre creduto di fregarmene del giudizio degli altri
2) che cosa m’ impedisce di cedere un po’ di più
Ho paura di non trovare nelle relazioni il piacere pieno che desidero.
Ho paura che la delusione mi deprima, togliendomi quel poco di bene e fiducia nella vita che ho interiorizzato e che mi consente di tirare avanti
Ho paura d’incorrere in una nuova fregatura
Questa sfiducia mi trattiene dal cedere un po’ di più, dall’andare più a fondo: non ho voglia di fare niente, tanto non ce la faccio e , comunque sia, non serve a niente.
3) c’è in noi un punto che è la fonte di ogni giudizio spegnendo il quale “spiro” .
Spegnendo cioè l’illusione di sapere chi sono, muoio al mio sapere ed accolgo la dolcezza di un’Altra Sapienza.
Invece sto andando un po’ più giù, anche se me ne rendo conto solo ora, riprendendo gli appunti per redigere il post.
Mi pervengono alla mente le parole dell’infanzia di quel figlio tanto amato e lontano: o mamma “tanto lo sai che non ce la fai”, ma io ti voglio bene lo stesso; e un’ energia calda, dolce e consolatoria rianima il mio cuore, rinnovandone l’apertura.
E’ proprio adesso, in questa emozione presente che ritrovo la fiducia nella Vita, come fosse un abbraccio di Dio.
Non mi ero accorta, non lo avevo riconosciuto che l’amore è uno: quello di mio figlio emerso come ricordo dal passato e quello di Dio, sono lo stesso amore, la consolazione necessaria a ridare energia alla mia vita, adesso.