A volte è difficile vedere un’evoluzione nella mia storia personale, una fioritura inscritta nel mio destino.
Anche nella storia dell’uomo sulla terra non sempre è evidente un processo di crescita, o, per lo meno, questo movimento evolutivo è molto lento e misterioso.
C’è la catena del sangue delle generazioni che grava e opprime, c’è tutto l’odio e la violenza del mondo. Di fronte alla realtà penosa e snervante dei miei fallimenti, e anche delle catastrofi storiche e collettive, di fronte alla fatica di mantenere viva la speranza che tutto alla fine andrà per il meglio, imparo a riscoprire il mio essere creatura, a vivere nel raggio di un’alleanza che mi salva.
Rinuncio all’io autonomo e alienato per affidarmi ad uno spirito materno, di consolazione, che accolga la mia fragilità e risani la ferita originaria che mi ha sfigurato, tessendo le fibre carnali di una nuova identità.
La fioritura è lenta, e molti mesi
scava la grandine sui tralci
i nervi consumati dal veleno.
Tu non guardare le mille cadute,
la piena del sangue dei padri
rimosso dalle fonti e dalle chiuse
e straripato a valle; tu non guardare
il toro che s’immola, e la platea
d’odio sugli spalti, guarda l’accenno
del primo volo, guarda la faccia
immersa nel lago, o Madre!
rimargina la piaga che m’ha inciso
il petto e putrefatto
il tempio, sanami il lembo
e dalla fibra tua
tessimi un velo
d’acque, a carnagione.
Marco Guzzi, Il Giorno, 1988
Foto di Sara Deledda
Mi immagino di parlare al cuore dei miei figli Andrea e Irene
e di mia moglie Cristina per regalarci un momento di tenerezza.
Prendo in prestito alcuni versi della poesia, li mischio un po\’
(spero che Marco non me ne voglia) e li leggo.
\"La fioritura è lenta ..
Non guardate le mille cadute…
e la platea d’odio sugli spalti …
guardate l’accenno del primo volo….
Cercate e trovate chi saprà farvi
diventare persone di speranza \"
Li lasciamo risuonare e aspettiamo le 1000 domande di
letta
ciao bella poesia peccato che sul mio computer non si sente nulla…non prende le casse!!
però mi piace molto come avete montato il sito!!bravi bravi!!
letta
letta
La poesia di Marco è splendida, ma pure le parole di Paola mi suonano molto autentiche e poetiche. Il mio cuore, risanato in questo momento dalle loro parole loda lo spirito d’entrambi.
Che dolcezza viene da questa delicata “rinuncia” cara Paola!
Scopro questo post quando proprio più avverto il bisogno (ma non ci sarebbe da stupirsi…), e grato leggo e rileggo le parole consolatorie di Marco. La concretezza d’azione, la sua chirurgica precisione, è anche – ora e ancora – in questa, fattiva, reale, consolazione.
un saluto
Grazie Marco, per la testimonianza di questa reale e fattiva consolazione.
Le parole efficaci continuano a risuonare sempre fresche e nuove e ci uniscono oltre lo spazio e il tempo.
Un abbraccio. Paola