Indie rock, indie pop, …. per il pubblico dei concerti negli stadi, e non solo, sono sinonimo di cultura alternativa, ma cos’è questo fenomeno di cui oggi si parla sempre più? Il prefisso indie, di derivazione english, sta per independent cioè indipendente, ed etichetta quella parte di produzione musicale che non segue il tradizionale circuito finanziario e pubblicitario delle multinazionali di settore ma si diffonde, in tutto il pianeta, attraverso …. la Rete.
Da autentico fissato per la musica porto sempre con me qualcosa da ascoltare che arrivi direttamente alla mente passando dal cuore, e oggi nell’era dell’Ipod si offrono scorte e possibilità davvero smisurate. Nel settembre 2005 mentre ri-ascoltavo attentamente l’esibizione dal vivo a Roma di una famosissima band, che avevo perso, mi sono imbattuto nell’indie rock degli Arcade Fire che venivano diffusi come apripista dell’esibizione live, e ne sono uscito conquistato.
Gruppo di origine canadese fondato da Win Butler e Regine Chassagne nel 2003, oggi marito e moglie, successivamente ampliato fino all’attuale organico che nella formazione base consta di 7 elementi tra i quali Will il fratello più piccolo di Win, Sarah, Tim, Richard e Jeremy . Dopo la pubblicazione della prima raccolta di brani, autoprodotta con l’aiuto di amici e parenti, che li fa conoscere e spopola in Canada, arriva lentamente la prima affermazione internazionale con grandi consensi di pubblico e critica con l’uscita del secondo album dal nome Funeral, che scaturisce come maturazione degli improvvisi lutti famigliari che colpiscono a breve distanza alcuni membri della band, ed infine nel 2007 la clamorosa ri-conferma di pubblico e critica con il terzo album Neon Bible, dove si ascolta anche un enorme organo da chiesa e, tra gli ospiti, un’orchestra con cui la band ha registrato a Budapest e addirittura un coro militare, addirittura più acclamato del precedente e la tournè omonima che li porta sui palchi di tutto il pianeta: dalle americhe all’australia, passando e ripassando per l’europa per finire in giappone.
Perché gli Arcade Fire qui a Darsi Pace?
Perché sono diversi, scelgono loro cosa e per chi suonare, perché sono un dirompente fenomeno della Nuova Era della comunicazione, perché la stampa specializzata li definisce “il futuro della musica”, perché i loro fan gli Arcade Fire li hanno conquistati per le formidabili esibizioni dal vivo e grazie al passaparola inarrestabile della Rete, perché sono semplicemente bravi e unici, amano la musica e usano tutti gli strumenti (non solo chitarra, basso e batteria, ma anche pianoforte, violino, viola, violoncello, contrabbasso, arpa, xilofono, tastiera, organo, fisarmonica ed ogni altro strumento o oggetto che possa adattarsi all’ispirazione del momento) capaci di far vibrare con le loro composizioni le emozioni di chi li ascolta, o forse proprio perché il tema conduttore del secondo album Funeral è “un senso di perdita che riporta all’infanzia e che viene costantemente contrastato con la carica positiva di un’emotività estrema” (La Nuova Ferrara – luglio 2007).
Parlano di uomini ordinari travolti dalla routine delle quotidiane metropoli (Antichrist Television Blues), conoscono luoghi dove non vanno né aerei, né auto né navi (No Cars Go), invitano a ribellarsi alla schiavitù del sonno imposta sin dall’infanzia per riuscire a vivere i sogni all’interno della realtà Rebellion (Lies), sognano il brasile che non c’è più (Brasil), ci scongiurano di mantenere l’auto in corsa (Keep the Car Running), raccontano di innamorati che costruiscono gallerie nello spazio tra le loro finestre per incontrarsi nel mezzo della città (Tunnels) e alla fine di ogni concerto danno la sveglia a tutti i ragazzi … “è meglio che cercate sotto” (Wake Up).
Ad una creatività eclettica in armonia con testi attuali e fantastici, si unisce la capacità di sintesi con diversi strumenti e l’uso di cori e cambi di ritmo davvero sorprendente, in grado di produrre brani di rara poesia o struggente ed epico rock, di folk blues o intense ballate pop.
Le più grandi e famose star della storia della musica, da David Bowie a Bruce Springsteen, dagli U2 a David Byrne hanno voluto suonare, rigorosamente dal vivo, con loro, la loro stessa musica, Chris Martin leader dei Coldplay li ha definiti “il più grande gruppo della storia”, e su youtube sono disponibili numerosi filmati che permettono di ammirarli mentre eseguono, in giro per il mondo, il vasto repertorio prodotto.
La mia famiglia intera è rimasta ugualmente rapita da questi artisti e si è volentieri sobbarcata una stressante trasferta a Monaco per poter assistere ad una loro esibizione dal vivo che non dimenticheranno facilmente.
Credo di avere detto tutto, non mi resta a questo punto che proporveli, e penso che il miglior modo sia questa versione australiana di Wake Up, brano sempre molto atteso dal pubblico e che in genere chiude ogni concerto dopo i bis, eseguita nel gennaio di questo anno, sperando che lascino un… sogno anche in voi:
… e auguro a tutti buon intrattenimento.
Caro Marco,
ti ringrazio molto per aver inserito questo post su un argomento che apparentemente sembra lontano dai temi trattati in questo blog, e invece è così vicino.
La musica infatti, più ancora che la poesia, e la letteratura e le stesse arti visive, ha la capacità di parlare direttamente alla nostra anima.
E Dio solo sa se questi non sono tempi nei quali le nostre anime abbiano bisogno di qualcuno che parli loro, veramente…
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Grazie a te Fabrizio. In effetti sembrerebbe fuori contesto un post di questo tipo qui, ma credo che ciò che parla ugualmente all’anima sia sempre e comunque degno di nota, qui e ora più che mai. Mi riprometto di tornare sull’argomento.Intanto un caro saluto.
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Grazie Marco per questa bella scoperta. Cercare tra le piaghe dell’intrattenimento di massa gli spunti di una nuova umanità, salvare qualcosa dal gelido inferno di mediocrità che ci arriva da radio e tv, recuperarlo dall’oblio e condividerlo, è un lavoro di discernimento che qualcuno deve prendersi carico di fare.
Propongo di lanciare un sondaggio tra gli amici del forum. Quali sono i prodotti popolari che hanno suscitato un momento di riflessione? Che hanno parlato in modo diretto all’anima? Un telefilm? Un brano di Ligabue? Un trasmissione tv su un canale satellitare nel cuore della notte? Una trasmissione alla radio? Da parte mia ho già postato un contributo su un altro gruppo rock. A presto.
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Caro Massimo hai perfettamente chiarito il senso di quello che ho tentato di fare, e rilancio anch’io chiedendo di segnalre i prodotti che ci hanno suscitato momenti di emozione e riflessione! Sono come te convinto che grazie al nostro lavoro interiore verranno fuori delle belle e gradite sorprese.
Non ho ancora visto i National di cui pure ho sentito parlare e lo farò quanto prima, Grazie. Ma il video dei pinguini è a dir poco bellissimo, stupefacente e armonico ed in sintonia con il toccante brano di sottofondo, super grazie. Presto segnalerò nuovi spunti! Il tuo invito dobbiamo raccoglierlo tutti!!!
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