Dopo 18 mesi di frequentazione del corso “Darsi Pace”, nell’occasione del primo intensivo tenuto a Roma da Marco Guzzi,sono riuscito a trovare il tempo per la partecipazione e devo riconoscere con grande beneficio.
Il cammino percorso nel gruppo sta cambiando in modo significativo la mia vita anzi la mia percezione della vita che ora è un tempo proficuo per conoscere le potenzialità interiori alle quali non ero abituato a ricorrere, se non in modo inconscio.
Valutare quanto l‘ego (questo sconosciuto subdolo e instancabile ) abbia lavorato e cioè quanto abbia influito sulla mia crescita , in incognito, è stata una scoperta interessante e coinvolgente al punto da motivarmi per un concreto impegno futuro.
Nato a Roma 50 anni fa mi sono ritrovato sino a 40 anni in opposizione netta ed ostinata alla realtà più profondamente vera che la tradizione, e solo questa, voleva trasmettermi. Ad impedirmi di vederne lo splendore c’era tutta la mia vita vissuta con le sue esperienze di superficie che una dopo l’altra si sono legate in modo da formare una realtà nella quale vivere stava diventando veramente complicato e pesante; nonostante avessi un lavoro stabile, una bella famiglia, una casa sicura e sopratutto la salute, il mio stato d’animo era di insoddisfazione e la sensazione dominante quella di un automa in solitudine.
All’intensivo mi sono ritrovato con altre 39 persone, 34 le incontravo per la prima volta , gruppo molto eterogeneo tra cui 5 consacrate ed un prete , in una casa di preghiera e con un obbiettivo : PER-DONARSI.
La prima sensazione è stata sentirmi molto fortunato , io vivo a Roma nello stesso quartiere di Marco mentre lì c’erano persone che venivano da Udine fino a Lecce e i racconti delle peripezie dei viaggi per essere li hanno animato i primi pasti condivisi.
Il lavoro prende il via con un giro di presentazione dopo il quale inizia l’immersione nelle profondità della ragione , che se stimolata in modo corretto, segue lucidamente, collaborando attivamente all’analisi della realtà attuale ( sperimentando quanto è importante e necessaria una sapiente lettura della storia ) nella quale tutti noi siamo impegnati a vivere.
Avere l’opportunità di uscire , anche se solo per poco tempo , dal vortice della quotidianità ed essere accompagnati in una rapida discesa alle profondità delle ferite originali riguardanti la nostra infanzia per condividerne emozioni ed umori con quelli che, nel frattempo, sono diventati compagni & amici è di grande beneficio.
Il lavoro si svolge dopo un primo approccio comunitario in piccoli gruppi , con l’opportunità di esperienza per tutti,è proprio lì che nei primi confronti ci si accorge di aver superato quelle barriere che normalmente ci bloccano e si comincia a diffondere una tenue sensazione di intimità. Nella condivisione generale poi risaltano le innumerevoli somiglianze dei nostri stati d’animo, emozioni, reazioni, difficoltà. Questo aggrega ancora di più ed ecco che quelle 40 persone condividono una bellissima esperienza di comunione culminante con intensi momenti di preghiera grazie anche alla scelta del luogo ed alla presenza degli amici e amiche consacrate.
I saluti finali sono la prova di un vero incontro profondo tra persone che imparando a PER-DONARSI si preparano a PER-DONARE per poter fare DONO DI SE.
Un forte abbraccio a voi tutti.
Alessandro
Sento la necessità di accompagnare questa testimonianza con una riflessione-commento.
L’intensivo in oggetto si è tenuto diversi mesi fa ( il caso vuole che proprio oggi inizia il secondo intensivo a Roma………) ma le sensazioni vissute nell’occasione sono rimaste ben vive in me.
Le persone con le quali ho condiviso questa esperienza sono entrate a far parte della mia vita , non ho conosciuto solo i loro nomi, ho camminato con loro per un tratto della mia vita comunicando a cuore aperto .
Perché questo non mi riesce con tanti altri ???
Spesso con le persone che mi sono a fianco per tanto tempo si attivano dinamiche tali da vanificare tutti i tentativi di vera comunicazione ….why?????
letta
Carissimo, il livello delle nostre comunicazioni dipende essenzialmente dal livello della nostra connessione interiore con noi stessi.
Molto spesso nelle relazioni quotidiane noi ci rapportiamo in modo difeso, ci difendiamo insomma invece di aprirci, mettiamo cioè in comunicazione parti superficiali di noi stessi, e questo ci procura insoddisfazione e senso di isolamento anche tra la gente.
Nei nostri incontri, come sai, e tanto più in un intensivo, noi cerchiamo di allentare queste difese, e di parlare e di comunicare da aree più vere di noi stessi. Perciò anche se ci conosciamo magari solo da pochi giorni la comunicazione diventa subito più profonda e vera, e noi ci sentiamo meglio, meno soli, più vitali.
Ho già ricevuto alcune lettere di amiche/i che sono stati con noi nell’intensivo finito ieri, e l’esperienza è sempre la stessa: una circolazione di affetti e di pensiero più forte, più libera, più felice…
Ecco perché risulta indispensabile, a mio parere, in questo tempo di relazioni virtuali o di potere, la costruzione di gruppi in cui vivere e rafforzare una comunicazione autentica nella ricerca di sé e del mistero della vita.
letta