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Grazie Beatrice per avermi riportato all’essenziale.
Ho davanti agli occhi l’immagine del ‘Padre prodigo’ di Rembrandt: solo all’interno di questo abbraccio ‘cieco’ che mi accoglie incondizionatamente io vengo rigenerata, io comincio ad esistere come figlia, io riacquisto la mia regalità e la piena libertà, e divento capace, a mia volta, di un abbraccio ri-generante e liberante.
Un caldo abbraccio. giovanna
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è vero Beatrice, un abbraccio caloroso ci rimette in sesto, in piena comunicazione con l’altro, e allora….
un grande abbraccio anche da parte mia e tanti auguri.
letta
Cara Beatrice il tuo intervento mi ha suscitato subito una forte sensazione di accordo pieno.
Il contatto fisico è stato sempre per me qualcosa di non facile, nel senso che pur desiderando tanto riceverlo e donarlo, mi sento spesso bloccata, soprattutto per esternarlo. E’ una mia componente caratteriale!
Ciò ha costituito anche un cruccio per i miei genitori, in particolare per mio padre che, pochi giorni prima di morire, parlando di me a mio marito, ha confidato che nonostante fossi stata una figlia meravigliosa, mi avrebbe voluto un pò più estroversa. Per fortuna nessuno dei miei figli è così, non perdono mai occasione, quando mi passano accanto, di darmi una carezza od un bacio.
Quindi come dici tu non perdiamoci in chiacchere, ma abbracciamoci teneramente. Con affetto Gabry
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