Sembra uno slogan ma è anche un modo semplice ed elegante per dire che cosa è Internet oggi.
Ne ho parlato ad un incontro di genitori di adolescenti dal titolo “Genitori, Figli e Internet”.
L’obiettivo era dare un altro punto di vista per poter cominciare a rispondere personalmente al fenomeno INTERNET evitando semplificazioni e sentito dire. Vi condivido alcuni passaggi.
Internet: Persone o tecnologia?
Partiamo dalla definizione classica .. più tecnologica ..
- Internet = la più grande rete pubblica di computer.
Oggi si ha (meglio dire comincia ad esserci) una nuova consapevolezza.
- Internet = la più grande rete pubblica di PERSONE che ci permette di mantenere ed estendere le nostre “relazioni” lavorative e non.
Tutto questo è possibile grazie alla più grande rete pubblica di computer e a tutti gli strumenti tecnologici oggi a nostra disposizione.
Il salto non è banale. Descrivere Internet a partire dalle PERSONE e non dalla TECNOLOGIA lascia spiazzati.
Internet: Un modo di schizzati?
Tra le domande/riflessioni dei genitori mi colpivano alcune frasi:
“.. va bene, interessante però lì dentro … le cose sono diverse …”.
“Quello che succede lì è diverso da quello che succede qua ..”
Se siamo convinti che Internet siamo noi allora la risposta è semplice.
Se abbiamo paura di quello che succede lì (e lì ci sono PERSONE quindi anche noi) allora il tema è un altro.
Se pensiamo che stare lì (in Rete) è diverso che stare qui (nel Reale?) allora ci vediamo come un prodotto al supermercato: 2 in 1.
Se uno è schizzato perso, la risposta è sì.
Per tutti gli altri (e siamo la maggioranza 🙂 ) distinguere tra lì e qui è una semplificazione troppo spinta. E’ sbagliato.
Noi abbiamo “una sola” identità che muta nel tempo grazie alle esperienze che facciamo lì dove viviamo, lavoriamo e ci muoviamo.
Non esistono “muri digitali” ma muri nelle nostre teste, muri di cui liberarci.
L’unica cosa che è capitata (e non è cosa da poco, sono d’accordo con voi) è che la nostra identità si è dilatata nel digitale permettendoci di conoscerci
meglio. Capita così che ci scopriamo tanto grandiosi quanto pericolosi.
Internet: Relazioni finte e senza senso?
“Che tipo di relazioni ci sono lì dentro?” Altra domanda dei genitori.
Se noi e i nostri figli coltiviamo relazioni positive immagino che lo saranno ovunque. Stessa cosa dicasi del contrario.
Una relazione basata sullo “scambio di informazioni” o “in funzione di” è la nostra esperienza quotidiana anche se chi si è immaginato internet aveva ed ha una nuova visione.
Conclusioni
E’ vero, tutti (e dico tutti) dobbiamo rivedere il nostro rapporto con la tecnologia a partire dalle persone; il soggetto siamo NOI.
Il piacere (che guida il dover fare) ci spinge a confrontarci con gli altri alla scoperta della giusta misura e della bellezza.
Se questo circolo virtuoso funziona allora saremo in grado di proiettare la nostra vita verso il bello e di volare in alto. Questo è faticoso e doloroso. Questo prescinde da Internet.
Obama ha vinto perchè ha capito che Internet sono le persone .. altri non lo hanno capito non solo in America ma anche da noi.
Compiti per casa
Sì, ho lasciato i compiti 🙂 fatica, sforzo, … ci inseguono.. sempre!
Ogni volta che leggete INTERNET in un articolo sostituire con la frase “la rete di persone”.
Poi fatemi sapere se quello che leggete ha senso oppure no oppure se chi scrive sa di cosa sta scrivendo oppure parla per sentito dire alimentando banalità oppure sta condividendo una esperienza.. perchè le persone sono prima di tutto questo: ESPERIENZA.
Se farete anche voi questi compiti ditemi che cosa ne è venuto fuori 🙂
Fatelo fare pure ai vostri figli …
E’ venuto il momento di darsi pace .. sul tema. O no? 🙂
Aspetto vostre notizie
19 Febbraio Taizè
lettura – Gesù disse: quando dai un banchetto invita: poveri, storpi, zoppi e ciechi; e sarai beato perchè non hanno di che ricambiarti.
Oggi questa parola sta al post su internet: internet siamo noi..
Noi siamo , poveri storpi zoppi e ciechi eppure dopo essere stati invitati al sontuoso, immaginifico banchetto di internet, siamo più connessi gli uni agli altri e con noi stessi. Più liberi e felici, pronti ad imbandire banchetti.
Meditazione – aprendo il Vangelo, può sorgere questo pensiero: le parole di Gesù sono simili ad una lettera molto antica che mi è stata scritta in una lingua sconosciuta. Dato che essa mi viene inviata da qualcuno che mi ama, il Cristo, provo a comprenderne il senso, e mi accingo a mettere in pratica, nella mia vita il poco che ho afferrato.
Il lavoro dell’uomo è l’opera creativa dell’amore umano connesso al divino, da Lui sostenuto.
Internet è per me ancora una parola nuova e sconosciuta e provo a gustarne il senso, per conoscerla.
Quello che apprezzo di questo sito è l’alternarsi dello stile femminile e maschile in modo netto.
Mi arricchisce. Desidererei più partecipazione al dialogo; ma si sa, il desiderio scade presto in pretesa . Insomma, il “voglio” posto nel tempo dell’attesa è “desidero”; ed io non so essere più paziente di un “desiderio impellente” (in un post pare essere caratteristico della speranza…)
Potrei diventare dipendente… potrei anche essere meglio realizzata e piena.
Tornerò, con una riflessione più puntuale circa il tuo scritto: stanne certo. Internet mi ha cambiato la vita e me la cambia tuttora, in meglio!
Questo è un grazie immediato e di getto, rivolto proprio a te personalmente Domenico Parlavecchio (hai un cognome magnifico!) ed alla vostra redazione.
Rosella
letta
Rimango sorpreso perchè non mi aspettavo così tanta passione nella risposta e soprattutto l’analogia con il banchetto.
In attesa delle tue riflessioni puntuali io penso al banchetto 🙂
letta
Domenico, neppure io ci ho pensato.
Io medito giornalmente, grazie ad internet, la lettura e la meditazione nel sito di Taizè. E questa è la mia meditazione odierna. Niente di più e niente di meno che un dono di internet.
letta
Caro Domenico, non mi ricordo più come si svolgono i compiti e poi io sono praticamente un’analfabeta di ritorno, appena appena alfabetizzata in questa rete “di persone”
Cerco di fornirti una testimonianza, personale di esperienza da terza età, più che da genitore di figli adolescenti… Vedi un po’ tu che ne puoi ricavare.
Voi siete il primo sito veramente virtuale che frequento. Nel senso che è il solo Blog in cui dialogo e nel quale non conosco personalmente alcuno..
Non ho la vostra cultura (ho lavorato come infermiera) ma, condivido la passione per la vita e la curiosità. Quelle sì.
Qualche anno fa ho acquistato il computer e mi sono collegata ad internet.
Ho incontrato un mondo magico, un luogo in cui soddisfare la mia sete di conoscere; si apriva come un diagramma di flusso… era magnifico.
Apprendo ad utilizzarlo; tecnicamente con fatica e nella misura in cui mi è necessario.
Normalmente sono in dialogo con persone che conosco, con cui ho od ho avuto rapporti concreti nella vita. Mentre usufruisco passivamente di un sacco di cose belle. Come Taizè, sito a cui mi collego giornalmente per meditare in un luogo ecumenico.(rispetto all’immagine di ieri, la parola è come la vita, come il respiro… viene da sé)
Certo continuo a frequentare gli amici, vado in palestra, in montagna col marito… e non compero un portatile!
Quando sono lontana da casa, visto che non lo uso per lavoro, mi sorbisco una crisi d’astinenza che mi educa alla giusta distanza.
Praticamente non accendo più la TV, anche se ascolto la radio e vado al cinema, oltre a navigare.
Si può essere dipendenti da un sacco di cose … e sostanze.
Internet non fa eccezione.
Il mio mentore teorico, inconsapevole , e non necessariamente da me compreso è Derrik de Kerckhove, per ciò che passa in italiano, nella rete.
La vita è un’esperienza rischiosa: si nasce per morire… “ forse!”
Negli anni di piombo la gente si rinchiudeva in casa, le piazze erano deserte, sino a quando si è concepito che “se” le persone comuni abitavano le piazze, lo spazio di pericolo si riduceva.
Nella misura in cui la vita s’espande desiderabile, nel bello e nel creativo, l’ombra ritrae.
Tanto, indietro non si torna, ne con la rete ne con la piazza… oggi multirazziale e collegata.
(Fatto salvo un black out apocalittico.)
La mia speranza è riposta nel battito d’ali di una farfalla…
Domenico, risorgi la parola vecchia per me.
“Stupiscimi! con un riscontro tutto faccine e sintesi… una di quelle cose “schizzate” come un singhiozzo tenace. “
Desidero arrancare a fatica nel nuovo… domani ti posterò le mie riflessioni sul linguaggio.
Per ora ciao,
Rosella
p.s. Se non vi riappropriate del vostro spazio vitale… vi sfinirò! …continua…
letta
20 febbraio ore 13
Caro Domenico, mi accingo a riflettere sul linguaggio. Sulla mia esperienza tra voi, mentre nessuno ha ancora postato un riscontro. Questo “ mi dice molto bene”.
Per prima cosa io sono senza maschere “consapevoli”, dinnanzi a Voi che mi siete ed a cui sono, fisicamente “sconosciuta/i”.
Questo mi permette di giocare in modo fantasticamente libero.
Da un lato sperimento l’onnipotenza del desiderio del piacere di dirmi, dall’altro l’impotenza assoluta di dialogar da sola.
In un certo qual modo l’agire la “prima donna” allo stesso modo in cui il ragazzino, spacca inutilmente vetri, pur di esser visto.
Non male come dato di realtà virtuale! O specchio che rimanda ad altro? (Sto esagerando per chiarire il senso del pensiero. Sono consapevole del tempo vostro dedicato al lavoro ed alla famiglia. La mia è una testimonianza di speranza, che per me è certezza: invecchiare talvolta è veramente realizzare se stessi. Approvo la lentezza.)
Ecco nella rete io percepisco questo dualismo continuo, l’essere onnipotenti e l’essere totalmente impotenti, praticamente invisibili, se senza riscontri
Il desiderio d’onnipotenza si esprime in questa parvenza di “tutto è possibile”, mettere maschere e mostrarsi nudi….
Risponde un poco alla maniacalità della mente che ricerca un’unificazione oltre il corpo. Nella velocità delle connessioni e nella contrazione del linguaggio… (Chissà se questa sera mi fornirai la possibilità di sperimentare l’esperienza diretta di quanto affermo?)
Mi angoscia il modo in cui scrivono i giovani oggi; sms o dialoghi in internet. Non so come mai non considero “semplicemente l’evidenza di un dato” l’andare verso l’unificazione del linguaggio, ripescando le radici primitive, quasi un graffito dei Camuni fuso in una poesia ermetica; scritta con caratteri nuovi ed universali.Una poesia che recepisco, per ora, “singhiozzante”…
Accetto il cinese, come una lingua di storica cultura, ma questo travaglio nel dolore di un equilibrio tra potenza ed impotenza, mi coinvolge nella proiezione che faccio nei figli dei nostri figli. Mi prende nelle viscere… mi parla al cuore, come Gesù sulla via del Calvario quando diceva alle donne: non piangete su di me ma sui vostri figli….
Bene: vi do una buona novella. “Cristo è Risorto”, quindi, veniamo a noi.
A parte questo passaggio ancor coinvolgentemente evolutivo, spero si percepisca la passione ed il piacere che ho nel dirmi a voi. Io non posso imporre un riscontro…, posso continuare a desiderare, posso postare parole adatte a suscitare sentimenti di piacere…, botte di vita dal basso verso l’altro (cercando di evitare l’altrui mascella, se talvolta la sfioro: pardon!) senza porre in essere il movimento contrario che, con una botta in testa, ti conficca come un chiodo in una croce.
L’altro dato che mi pare interessante per tutti noi, come esperienza, è la possibilità di rivedere la nostra comunicazione proprio come una lettera (sto leggendo il libro per-donarsi) Scritta al momento desiderato, a chi desideravamo scrivere e letta dall’altro nel momento a lui piacevolmente disponibile.
Questo mezzo ti consente di rivederti e di essere visto dagli altri, nella proiezione di te e dell’altro, nel come dai corpo “ai quanta” della comunicazione; ed al Risorto, nel darsipace.
Ho finito. Spero di avere il piacere di leggere la vostra esperienza in rete e quella dei vostri figli.
Ora mi taccio!
Con affetto Rosella.
letta
Cara Rossella,
che dire se non .. benvenuta al banchetto di Internet.
Quì ci siamo NOI: belli e brutti, integri e schizzofrenici, potenti e onnipotenti, felici e infelici, vivi e morti.
Quì ci siamo NOI: bambini, giovani e anziani.
Quì ci incontriamo o ci aspettiamo così come siamo
Questo è il "banchetto delle differenze".
Mangiare quando abbiamo fame e/o cucinare per il gusto di farlo.
Al banchetto delle differenze non c’è bisogno di invito e non devi chiedere il permesso a nessuno.
E’ necessaria solo una grande passione per gli invitati come noi.
E’ questa passione che ci spinge a cercare la bellezza a volte anche in modo violento.
Al banchetto delle differenze le regole conosciute finora non valgono più, le relazioni e i linguaggi sono "alterati" e sono in cambiamento. E’ tempo di essere e vedere "altro".
Non ci possiamo improvvisare, dobbiamo impare a vederci in modo diverso non più come tubi digerenti che ingoiano tutto e tutti in qualsiasi banchetto ma come persone che hanno ha occhi per vedere fuori e cuore per vedersi dentro.
Ci vorrà tempo ma soprattutto persone con la tua stessa passione e desiderio di essere altro.
Con affetto
letta
Carissimi Domenico e Rosella,
è proprio bella l’immagine di Internet come banchetto e, da analfabeta delle nuove tecnologie, anch’io provo a partecipare in questo tempo di cambiamento delle mie abitudini alimentari.
Mi colpiscono due caratteristiche della nuova tecnologia: la potenza e la freddezza.
Mi sono accostata ad essa in quanto educatrice (insegno nella scuola primaria), e la partecipazione a progetti con scuole straniere ha reso necessario l’utilizzo del PC, ma è stata una forte motivazione, (un corso di aggiornamento sulla montagna) che mi ha spinto ad utilizzare questo strumento e poi, piano piano a visionare alcuni siti e utilizzare internet. Non nasce ancora feeling per questa tecnologia. Mi mancano gli occhi delle persone , il calore della voce, l’intensità dello sguardo….
Mi sono decisa ad inserirmi nel blog perché respiro negli argomenti che proponete e nelle vostre riflessioni l’aria che ho respirato nei corsi tenuti da Marco e sento di partecipare ad un impegno comune, ma anche perché nella mie relazioni con gli altri sono riuscita a creare una distanza che non significa lontananza o disinteresse, ma semplicemente distinzione. Pare facile a dirsi, ma farlo ha significato per me fatica, sofferenza, e anche libertà.
Non so dove mi porterà questa avventura, ma sono contenta di aver rotto il ghiaccio.
Ciao, Giuliana
letta
Caro Domenico Grazie.
CaraGiuliana, che dirti: mi rendi più umana!
Il fatto che tu ti sia seduta al mio fianco, mi dona una misura… lascio il palcoscenico e mi arrendo all’evidenza.
“Internet è una tavola imbandita!” in cui ci si può fare compagnia anche semplicemente restando spalla a spalla sorridendo in silenzio.
Ciao e buona giornata.
letta
Cara Giuliana e caro Domenico,
considerando che, nel “darsipace” queste restano quattro chiacchere tra di noi; mi sono permessa riflettere sulla faccenda del banchetto, che avevo introdotto con molta casualità.
Mi pare che il cibo possa rappresentare una risposta adeguata alle ansie dei genitori.
Non per banalizzarle che proprio non c’è motivo, ma per gestirle.
Vado a memoria e non sono persona troppo accurata.
Un Re indì un banchetto per le nozze del figlio che gli invitati, declinarono con delle scuse: chi un campo nuovo… chi per seppellire i morti (o forse no? Mah?)
Resta il fatto che tutti siamo invitati a vivere la vita, la realtà, che oggi è “anche” una pizza/piazza multimediale interconnessa.
Così si arrivò all’invito agli angoli delle strade, all’invito di un pranzo di derelitti che non avevano nulla …
Alcuni s’abbuffano forse persino fagocitando il tutto in modo potenzialmente maniacale, e lo identificano con la totalità della loro vita; ma certo è anch’esso “desiderio” di qualcosa che riempia “un buco” .
… e allora?
Allora pare che, quello stesso Re, altrove consigliasse di non badare troppo a quello che entra in noi tramite la bocca, poiché finisce in una cloaca; ma ad essere accurati circa ciò che ne esce, “poiché ciò che esce proviene dal cuore…”
Forse il “trucco sta tutto lì.”
Fidarsi dei figli e del loro discernimento, frutto anche della nostra educazione fidarsi quindi di noi stessi, della nostra fatica, di ciò che abbiamo dato; comprese le regole ed i criteri concernenti l’ingresso al banchetto,
ma essere molto, ma, molto attenti, nell’osservare e nell’ascoltare ciò che succede ed esce dai racconti della loro bocca e dai loro atteggiamenti
Lasciandoli parlare, anche senza chiedere e soprattutto: senza giudicare “puntando il dito addosso”. Proprio come mi pare, si tenti d’imparare tra di noi/Voi. Con una capatina al centro del proprio cuore, consigliandosi con l’amore, prima di provvedere a “come” ,sostituire, limitare o meno, la vivanda nel piatto di portata. E questo lo può fare, ed è compito, di ogni genitore che desideri “darsi pace”.
Buona giornata
Rosella
p.s. Buona Quaresima a tutti. Ho deciso di bonificare il deserto, nel silenzio, in questi quaranta giorni. Potando il cespuglietto di roselline selvatiche e spinosette radicatosi proprio nel giardino di casa.
23/2 – Meditazione – Chi cerca di seguire Cristo, pronunciando un sì che è per tutta la vita, non ignora per questo di essere portatore di fragilità. Nei giorni in cui la fiducia sembra svanire, si ricorderà queste parole del Vangelo: “Vieni e seguimi; e scoprirai dove riposare il tuo cuore”.
letta
A mia figlia piace andare al Ristorante. E’ per lei una grande fersta è qualcosa di magico.
Può scegliere, parlare con il cameriere, leggere il mnù. Parteciapre al banchetto.
Ma le cose che più l’attraggono sono altre. Vedere le persone e ascoltare i loro discorsi.
Poi gli piace farmi le domande, sapere il perchè delle cose, cosa è giusto e cosa non lo è.
oppure se una persona è cattiva oppure no.
Il tuo ultimo commento mi vedo d’accordo soprattutto quando delinei il profilo del genitore "darsi pace".
Una opportunità per tutti genitori e figli. E’ il banchetto delle differenze .. e la differenza è sempre un’ opportunità.
letta
parole nutrienti
Sono appena tornata da Bose e stare a tavola con i monaci ed altre persone, in silenzio, è un’esperienza che mi fa bene, mi aiuta a trovare parole nutrienti e soprattutto ad ascoltare quella Parola che invita al cambiamento, offre cura, guarigione e perdono.
letta
parole nutrienti
Sono appena tornata da Bose e stare a tavola con i monaci ed altre persone, in silenzio, è un’esperienza che mi fa bene, mi aiuta a trovare parole nutrienti e soprattutto ad ascoltare quella Parola che invita al cambiamento, offre cura, guarigione e perdono.
letta
salve. sono iscritta a facebook da alcuni mesi. su questo social network si è detto e scritto di tutto e di più, anche tutto ill male possibile. ma io vorrei segnalare che, nonostante talvolta l’incontro casuale con alcuni "gruppi" o pagine di facebook veramente aberranti (razzismo pornografia volgarità e quant’altro) mi abbiano fatto venire la terntazione di cancellarmi, sono tuttavia rimasta, perchè convinta del valore positivo che può assumere e della grande potenzialità di trasmissione delle idee e di creazione di "comunità", virtuali, ma non solo, perchè si possono promuovere e pubblicizzare anche eventi e manifestazioni molto reali.
pensavo perciò che creare un gruppo o una pagina in fb potrebbe essere importante anche per "darsipace". io intanto pubblicherò un link alla vostra pagina sul mio profilo.
ciao
letta
Perfettamente d’accordo.
Facebook siamo noi .. anzi per dirla tutta e meglio "le persone sono Facebook"
Grazie per la presentazione che farai ai tuoi amici di darsipace.it e del suggerimento relativo a FB
Avevamo pensato di farlo. Sarà argomento di discussione.
Mi rimangono delle curiosità. Come sei arrivata al sito e cosa ti motiva a linkarci.
Ti ringrazio e spero di sentirti presto .. magari su FB. Ho cercato il tuo profilo .. ma quante siete 🙂
letta
ti ho appena scritto un mesaggio in fb…
sono arrivata al sito perchè un paio di settimane fa, dopo aver ascoltato percorsi su radio3, ho contattato marco guzzi.
la settimana scorsa mi sono anche registrata a questo sito.
sto cercando di capire un po’ cosa fate, perchè, come dicevo a guzzi, mi sembra che ci sia un’affinità di idee, cioè è come se avessi trovato persone che vanno nella stessa mia direzione, o io nella loro. e allora magari conviene unirsi e camminare insieme, no?
ci vediamo in fb?
letta
.. a presto su FB 🙂
letta