Crisi, recessione, perdita di lavoro, impoverimento, rinunce, digiuni forzati. Non c’è più separazione, i tempi liturgici sembrano diventati i tempi del mondo, i misteri della fede i fatti del mondo. Il viola quaresimale fa moda. Che significa?
L’umanità sta vivendo la sua Quaresima, il suo tempo di passione, celebra la morte. Nei film, nei programmi televisivi, nell’arte, ovunque la cultura di morte fa scuola.
La meditazione sulla morte, in passato esperienza iniziatica degli ordini religiosi, sembra ora divenire esperienza comune. L’umanità si trova a meditare continuamente sulla morte ma senza conoscere i misteri che sta celebrando, senza sapere nulla della resurrezione; vive dolori di parto, ma non sa che sta partorendo, prova angosce di morte ma non sa che si prepara a risorgere.
“Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. (….) tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati” (Rm 8,18-24)
Una sapiente pedagogia sta portando l’umanità verso la sua trans-figurazione, e questo processo evolutivo prevede l’attraversamento dell’esperienza di morte. Solo morendo all’uomo vecchio e a tutte le strutture di menzogna che ha creato l’umanità può risorgere come Nuova Umanità, umanità redenta, nuova creazione.
Il crollo del sistema economico-finanziario è la punta di un iceberg, tutto ciò che è falso sta crollando e questa è davvero una buona notizia ma il mondo non lo sa, vede solo le contro-figurazioni sataniche del processo in corso: la quotidiana cronaca di distruzione e morte.
Contemplare solo la morte senza speranza nella resurrezione è un inganno, una tentazione diabolica. Il diavolo è colui che separa le cose, che focalizza l’attenzione sulla cronaca, su ciò che viene distrutto, che muore, impedisce di vedere la storia, l’intero processo, la meta finale.
Quando vedo al mio interno crollare le torri, le maschere costruite con cura, le strategie difensive elaborate nel tempo, il terrore mi assale, un’angoscia di morte mi serra la gola, ma so che lasciandomi andare nel profondo posso già sentire la voce che canta Alleluia! e danza di gioia.
letta
Carissima, mi ricordo di un verso che scrissi intorno al 1983: "è la quaresima di cento quarantene", vorrei anzi trascriverti tutta la poesia, in quanto mi sembra che possa aiutarci a leggere ciò che sta accadendo dentro e fuori di noi nella prospettiva da te delineata molto efficacemente.
I fitti crolli dei limbi opachi
e la scansione lugubre, a martello,
da lontananze fonde come il male:
l’alba raggela i cardini stridenti,
lascia ai crocicchi
fratelli dei cani:
è la quaresima
di cento quarantene.
Pietà! quest’ora è tua!
Solo la guida
e il monaco in amore
avvertono di notte la marea.
Vedo sul lago un nero a lampi.
Sento gli alati.
Il vento è penetrato nelle case
e spazza via le schiere
col letame: quanti millenni
ho atteso il tuo ritorno: m’hai divorato
i lembi della vita: apoteosi
dell’ora estrema, estrema unzione
legittima il sovrano.
letta
Alla vigilia del tuo 54° compleanno
Ora come allora?
Auguri per tutto.
letta