Estate tempo di vacanza, cresce la possibilità di passare del tempo con la compagna-o di vita ed ecco crescere le opportunità di confrontarsi su più argomenti ma uno in particolare ha colpito la mia attenzione…….
Il tempo che io e mia moglie stiamo vivendo è positivo ( finalmente dopo tante traversie un po’ di sereno ) ma se ci guardiamo attorno vediamo una realtà di grandi difficoltà familiari , crescono ogni giorno le separazioni ed i tradimenti con effetti deleteri su chi li vive e su chi li subisce.
Nei momenti di forte tensione , incomprensione , stanchezza , monotonia , insomma nei momenti difficili anche a noi è balenata nella testa l’idea di farla finita .
Tra le tante ipotesi questa sembra a volte la più efficace , sbrigativa e radicale .
Nel nostro caso la presenza dei 2 cuccioli e la sensazione che c’era un progetto importante da portare a compimento ha avuto la meglio ( fino ad ora ) e la speranza è che così sia .
Eppure dopo 23 anni di matrimonio e 10 di preparazione ci siamo ritrovati a guardarci negli occhi e riconoscere che non siamo capaci di pregare assieme , possiamo mettere in comunione i corpi ma non riusciamo a mettere in comunione le anime.
QUANTO PIU’ INTIMA E’ DUNQUE LA COMUNIONE SPIRITUALE ???
PERCHE’ E’ COSI’DIFFICILE PREGARE IN FAMIGLIA ???
La Parola di pochi giorni fa MT 11, 25-27 ci indica il ristoro per i momenti difficili ma …
QUANTI DI NOI RIESCONO A FARNE TESORO ???
Mi sono riproposto questo obiettivo.
Riuscire ad essere più costante nella preghiera per riuscire assieme a mia moglie a pregare per le famiglie in difficoltà .
In fondo è dalla famiglia che tutto ha origine e se si parte male ………
Fecondo tempo libero a tutti e pregate per noi
Caro Alessandro C.,
mi tocca proprio il tuo post, da "vicino, vicino"
Anch’io dopo trent anni, da un paio, vivo "finalmente" un certo benessere di coppia.
Noi ci siamo arrivati per strade differenti a "restare in coppia".
Mio marito con una naturalezza che per mè ha dell’incredibile: " ti ho sposato nella buona e nella cattiva sorte". (io credo che sia un Marziano. Non ho ancora capito se è un Santo o partecipi di un’ infanzia in cui l’immutabilità e non l’evoluzione sia il perno di tutto…) ciò nonostante siamo ancora qui.
All’inizio, ne abbiamo fatti di tentativi, anche per pregare in coppia.(nei primi dieci dei trenta…) dieci anni di spiritualità familiare in gruppo, e non si risolveva mai nulla.
Eravamo sempre all’interno di uno stereotipo, che ad un certo punto io ho frantumato.
La mia motivazione di restare, in famiglia, era legata ad un’unica identità residua, che riconoscevo ancora vitale in me, l’essere madre.
Ed ancora – I figli avevano diritto al loro padre. – Non avevamo chiesto loro il permesso di metterli al mondo – ecc. ecc. .
In questo momento particolare di coppia e di vacanze in coppia, sull’onda di una emotività positiva, anche la comunione di preghiera si fa più intima.
Spesso andiamo a Messa insieme.
Lui è più tradizionale nella recita delle orazioni, io un poco estemporanea. Ma quello che rende naturalmente piacevole l’adattamento dell’una all’altro ( e viceversa) è il "desiderio".
Nasce quasi da sè, se si seguono maggiormente le emozioni che uniscono e non le parole.
Le parole , tra di noi , spesso conducono ancora all’ incomprensione.
Io non ho ancora risolto il "problema" della comunicazione con Gianni; mi sento più sposata nel silenzio che nella parola.
Ti dirò più avanti, quando ci sarà "un’altra puntata".
Dammi tempo però, che questo è un percorso ad ostacoli e ci vuol un certo " fiato".
Buone vacanze.
Auguri a tutta la famiglia
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Carissimo, grazie di questa riflessione che ritengo fondamentale.
Io credo che stiamo tutti procedendo verso un nuovo livello di esperienza dell’unione coniugale.
Credo che la crisi attuale della famiglia sia una crisi di crescita: le vecchie forme non bastano più.
Ma credo anche che ben poche persone si rendano conto dello scatto che ci è richiesto.
Poche anche tra chi svolge un lavoro interiore.
E’ tempo di mettere in gioco alcuni livelli difensivi che sono stati finora ben poco intaccati, e che continuano a tenerci distanti pur dentro la coppia, disuniti, in quanto non integri nel cuore del nostro cuore.
Grande è il lavoro che ci aspetta nel prossimo anno.
In specie nei nostri Gruppi.
Sarà entusiasmante…
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Quando l’esigenza d’intimità è differente, dove comincia l’invasione dell’altro o dove finisce la proposta d’intimità?
Io sono immersa in questo dilemma esistenziale.
Talora mi è più facile ritrarmi e lasciare spazio, che donarmi, poichè mi pare di dare fastidio.
Lo dico con un po’ di magone in fondo all’anima. e d’altro canto la tentazione di stare zitta è forte, ma prelude il ritorno ad essere come "binari paralleli". Vi è una parte di mortificazione profonda nella coniugazione, come di rinuncia che però si può fare solo per qualcosa di più grande. Un qualcosa che ti colma anche se duole.
Non sò spiegarmi meglio.
Domani riparto. Così non saprò che ho detto o fatto.
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Non "il caso" ma un invito a nozze
preciso, rivolto proprio a me. Il mio
è l’abito migliore, quello che mi fa
bella. Risplendente così, come sono
nella mia spontaneità. Giusta, mai
troppo. La verità la vivo sì, ma quasi
quasi non la possiedo. Certamente
non la riconosco in toto, ma, solo in parte
quando m’abbaglia. E’ come un flash
puntato dritto dritto agli occhi, che serrano
le finestre della mente. Tacciono e s’apre
una porta come "parola del cuore", valle
lussureggiante di lagrime che lavano ,
lasciando il cielo, come da temporale. Azzurro
è il manto ch’avvolge festoso nella danza,
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