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E’ bellissimo sentire che la nostra vita cambia appena si comincia ad ascoltare e a fidarti degli altri.
Il rumore oggi è altissimo e ascoltare gli altri e soprattutto farlo accogliendo cosa hanno da dirti è quasi un miracolo.
Poi comincia il lavoro … ma chi ben comincia 🙂
Grazie
letta
Ti ho ascoltato con il cuore Sofia e penso che, pur avendo avuto diverse occasioni per condividere le nostre esperienze, non si finisce mai di conoscersi. Andiamo avanti, teniamoci per mano e ognuno raggiungerà la propria pace. Un abbraccio Gabry
letta
Cara Sofia, bello averti come compagna di viaggio.
letta
A proposito del perdono.
Vorrei lasciarvi queste parole di Jung:
“Accettare se stessi sembra molto semplice, ma le cose semplici sono sempre le più difficili…l’arte di essere semplici è la più elevata, così come accettare se stessi è l’essenza del problema morale e il nocciolo di un’intera visione del mondo…ospitando un mendicante, perdonando chi mi ha offeso, arrivando perfino ad amare un mio nemico nel nome di Cristo, do prova senza alcun dubbio di grande virtù…quel che faccio al più piccolo dei miei fratelli l’ho fatto a Cristo!!!.. MA SE IO DOVESSI SCOPRIRE CHE IL PIÙ PICCOLO DI TUTTI.. IL PIÙ POVERO DI TUTTI I MENDICANTI, IL PIÙ SFACCIATO DEGLI OFFENSORI, IL NEMICO STESSO, È IN ME, CHE SONO IO STESSO AD AVER BISOGNO DELL’ELEMOSINA DELLA MIA BONTÀ, CHE IO STESSO SONO IL NEMICO DA AMARE, ALLORA CHE COSA ACCADREBBE?… Di solito assistiamo in questo caso al rovesciamento della verità cristiana, allora scompaiono amore e pazienza, allora insultiamo il fratello che è in noi, allora ci condanniamo e ci adiriamo contro noi stessi, nascondiamo agli occhi del mondo e neghiamo di aver mai conosciuto quel miserabile che è in noi, e se fosse stato Dio stesso a presentarsi a noi sotto quella forma spregevole, Lo avremmo rinnegato mille volte prima del canto del gallo”. (da “psicologia e religione”).
Credo che l’inizio della conversione, doloroso ma necessario, sia proprio la crisi dell’immagine che abbiamo di noi stessi, il momento in cui si frantuma l’io ideale che ci siamo forgiati e che volevamo perseguire come doverosa realizzazione di noi stessi.
Imparare a perdonarci e a perdonare è un lungo processo nel quale impariamo a riconoscere frammenti infantili e vivi della nostra personalità per disattivarli della loro forza e immediatezza ed integrarli nella coscienza adulta.
E così facendo scopriamo la misericordia di Chi mai ci abbandona, ma aspetta paziente il nostro ritorno a casa.
Ciao Maurizio !
Giuliana
Rivolgendomi a Nostro Signore trovo oggi la pace.
La trovo oggi perché ho compreso che il linguaggio di Dio è il silenzio.
Quante volte mi sono rammaricato in passato perché mi rivolgevo a lui in attesa di risposte e quello che udivo era solo silenzio..
Non mi accorgevo che era proprio questo silenzio la vera risposta.
Il silenzio è assenza di Giudizio.
Il silenzio è già perdono.
Dio sta diventando (o, per meglio dire, lo è sempre stato), il mio compagno di viaggio silenzioso.
Non dice nulla ma non mi lascia mai.
Posso sempre contare sulla sua presenza.
Silenziosa.