Il regalo per il primo compleanno di “Darsi Pace”

Commenti

  1. Ale… Sono rimasta "basita" devo riprendermi!… però già che ci sono, prima che la commozione mi "taccia per sempre", dico ancora qualcosa! Solo perchè tu non debba preoccuparti, intendiamoci.

    Anch’io sono stata stupita da come sono andate "le cose".
    Veramente più che stupita "commossa".
    Spero che il silenzio di Michele sia un momento di rinnovamento del suo cuore e che poi torni tra noi a farci dono della sua pecularietà, del suo "particolare".
    In quanto a me, io sono stata me stessa.
    La trasformazione che ho attraversato in questi ultini anni ha per me ancora dell’incredibile, meglio dell’inconcepibile; ed è un po’ come l’innamoramento, che non si può nascondere.
    Grazie mille per la tua attenzione e sappi che "son golosa come pochi" e cicciottella pure…

    Già che ci siamo, tanto per non farci mancare nulla, portiamoci Michele tutti insieme nel cuore della meditazione ed aiutiamolo così. in comunione di preghiera nel "darsi pace".

    Ancora grazie a tutti per "tutto".
    Buona giornata
    con affetto
    Rosella

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  3. Caro Michele,
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  4. Gabriella S. dice

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  5. Caro Michele,
    mi sto riprendendo.Le donne di famiglia hanno tutte un cuore saldo, ma comunque sia, oggi ho avuto emozioni a sufficienza.
    Sai, sono proprio felice!
    Secondo me che ci accomuna è la passione per la verità e la Vita.
    Non ci si rassegna eh? e questo è bellissimo.
    Ora tu non farti illusioni sul mio conto: non è che io ti capisco sempre; però oggi sì! penso proprio di averti compreso.
    Normalmente cerco di accoglierti, così come sei; anche e soprattutto dove non capisco.
    Ti dico questo perchè, prima o poi, ti deluderò; ma tu non farci caso, perdonami e lascia andare.
    In fondo, quando tu affermi, con passione "Cristo ci ha chiesto di Credere non di capire" stai poi dicendo la stessa cosa.
    Credere equivale a fidarsi: io mi fido di te e mi fido di Dio .
    O, se preferisci: Io mi fido di Dio e mi fido di te.
    Continua anche tu ad accogliermi, soprattutto là dove sono più diversa e: tienimi in riga!!!
    Questa mattina ho chiesto di pregare per te, a tutti noi; ora mi scuso e chiedo a te di pregare per una, due anzi no: tre intenzioni, che ho nel cuore (m’allargo sempre).
    Tu sai farlo certo con maggior impegno di quanto non faccia io.
    Ci conto, visto che non ti perdi in chiacchiere come me.
    E sappi che, grazie ad Ale ed anche a te, Gianni (mio marito) sta ricominciando a leggermi nel blog, che non è poco!!!
    Ciao Lupo marsicano,
    Buona settimana
    Grazie di tutto
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  6. Solo ora ho potuto leggere gli effetti del post e fiuuu….. ho tirato un sospiro di sollievo ,si dovete sapere che ad un certo punto era entrato in me una strano timore ( sarò riuscito ad esprimere quello che spesso con fatica si riesce a fare?) , ora sono più sereno e felice di aver avuto conferma su ciò che di buono penso di voi due .
    Ro anzi per me Ros sarai cicciottella , golosa, lunatica , logorroica e quant’altro pensi ma credimi hai una sensibilità eccezionale leggerti per me è stato inizialmente un trauma ( mi ci è voluto un pò per mettermi in sintonia e a volte mi perdo ) ma perseverando ho iniziato ha percepire da quale inesauribile fonte riesci ad attingere e di questo soprattutto ringrazio .
    Riesci ad essere un ottimo strumento di comunione .
    Gianni ( tuo marito ) , hai tutta la mia solidarietà , vivere con Ros deve essere parecchio impegnativo ma penso che sia anche affascinante essere bombardati da uttta questa vivacità , sicuramente non ci si annoia ……….
    Miki, sento che il tuo cuore reclama coerenza , fermezza , perseveranza , sacrificio e devo essere sincero con te , anche io ho vissuto un periodo della mia vita in uno stato d’animo simile .
    La regola era per me prioritaria rispetto a tutto , la tradizione mi guidava il resto poteva solo distrarmi dalla via ma ad un tratto un lampo " quel Cristo che è morto in croce tra le sofferenze più atroci lo ha fatto anche per me ? E’ risorto anche per me ? Ma allora mi ha salvato?! Non mi sembrava proprio , ho dovuto faticosamente annaspare quà e la’ prima di giungere alla convinzione che ci ha lasciato la sua pace , quella che anche se tutto ci sembra andare in malora nessuno ci toglierà mai,
    la felicità di sentirsi eternamente amati anche se ci sembra di non riuscire ad amare chi ci sta vicino.
    Beh insomma sappi che questo è un abbraccio a te ed a tutte le tue resistenze che assieme alle mie diventano veramente tante quindi facciamo qualcosa per neutralizzarle dolcemente e coraggiosamente
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  7. grazie Ale
    con affetto
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  8. Via maestra: "dolcemente e coraggiosamente"! Perfetta sintesi. Grazie Alessandro.

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  9. … Renato, non lasciare implicita "la forza". E’ come dare per scontato un carisma prettamente maschile, che oggi pare messo da parte dalla tecnica… ma così non è.
    E’ qualcosa che manca "come sostegno" al femminile, nella vita; e di cui io spesso sento " l’assenza " nella fatica di tutti i giorni.
    ciao
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  10. Carissima Rosella, confesso che non afferro bene il senso del tuo invito. In che senso "non lasciare implicita la forza"? Le parole di Alessandro mi hanno fatto comprendere che la vera rivoluzione ha un carattere "pacifico" e non violento. Non abbiamo bisogno di frustate, né fisiche né spirituali (ma su questo mi ero ripromesso di "non dire" per ora). Dolcezza e coraggio: ecco gli strumenti, la via da percorrere insieme, nel dialogo aperto. Dialogo, interiore ed esteriore (tra sé e con gli altri), capace di tornare sempre a "misurare" la distanza che separa. Misurando, [i]ascoltando[/i], [i]osservando[/i], la distanza attivo quella proprietà originaria della distanza che è quella di "tenere insieme". La distanza ci tiene qui, di fronte, uno-per-l’altro. La distanza consente all’altro di essere oltre la mia presa (evitando lo strangolamento). Lasciando essere l’altro oltre la mia presa, l’altro è salvo, ma anche io sono salvo, perché posso continuare a misurarmi con l’altro, rilanciandomi oltre me stesso… Credo di non riuscire a prendere la questione, al momento. Ciò che mi è chiaro è che la liberazione e la libertà di cui avverto la necessità desiderano coniugarsi con la pace, la dolcezza ed il coraggio. Forse la vera forza potrebbe essere il "coraggio", ma il coraggio non dell’imporsi, del dominare, bensì quello dell’ascolto misurato e misurante…
    Un affettuoso abbraccio.

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  11. … non ho riflettuto molto nel porre la questione della forza.
    Ho solo visto, tante madri coraggio, sui giornali… spesso disperate.
    Ho sentito la mia solitudine di quando mi facevo forza da sola per trovare il coraggio di andare avanti…
    Ho sentito duale distorsione può prendere la parola "forza" anche nella solitudine maschile di Michele; eppure proprio in essa risiede un carisma, un segno specifico del maschile (sto procedendo sulla linea della coniugazione degli opposti proposta da Gurri, proprio come stai facendo tu.)
    Io ci penso, ma la risposta trovala tu.
    Io ho gia dato, tu stai per essere padre.
    Un abbraccio
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  13. … Renato, uno dei primi scritti di Guzzi che ho compreso e condiviso è stato essere veri mariti per essere padri.
    Ora mi pare che tu abbia ben esplicitato, proiettivamente ciò che desideri dal femminile ed io ho fatto la medesima cosa verso il maschile…
    Ciao, alla prossima
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  15. ciao Michele,
    mi appari come un novello San Francesco e "quasi" sfondi, con me, una porta aperta.
    Però non trovo una corrispondenza tra forma e sostanza, mi pare manchi qualcosa forse la FEDE/fiducia in Dio e CONTEMPORANEAMENTE nell’uomo; così come il collante della SPERANZA, intesa come un desiderio posto nel tempo dell’ Avvento, quello nel quale stiamo inoltrandoci liturgicamente.
    Ora io condivido con te LA PASSIONE e l’amore che poni in questa richiesta che necessita per te e per me di lasciarsi purificare. dall’interno: offrendo sè stessi (noi in questo caso).
    Trovo opportuno, il tuo richiamo fraterno che: tutto sopporta, tutto ama, pur senza smettere di indicare una purificazione.
    Cristo, ama la sua Chiesa e non la lascerà perire.
    La condurrà certamente oltre ogni nostra "attesa".
    Forse la convertirà al punto tale di offrire se stessa (la Chiesa) per il mondo intero, proprio come ha fatto il suo Signore.
    Maestro di Vita Via e Verità.
    Tu ed io intanto che da un certo punto di vista coincidiamo come visione della storia, preghiamo perchè: VENGA IL SUO REGNO. (che non è ne il mio ne il tuo)
    Vai a leggere nel sito di Taizè – bibbia e fede – i quaderni di Taizè quello intitolato "qual’è lo specifico della fede cristiana", poi ne riparliamo.
    Ti abbraccio
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  16. … Renato,
    il coraggio di vivere , o semplicemente la Vita, sostenuto/a dalla forza della dolcezza, cioè l’amore.
    Così "mi piace" .
    Ora mi ritiro un po’ in me stessa e mi lascio educare all’ascolto.
    Ciao a Tutti
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  17. … neppure questo.

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  18. Carissimo Ale, che bella idea hai avuto! Mi associo completamente a questo pubblico ringraziamento. Rosella e Michele grazie della vostra presenza tra noi. Non siete capitati per caso nel sito e proprio in questo primo anno di vita. Capiremo meglio nel tempo il senso di tutto questo. Io non ho la vostra facilità di commentare, sono lenta, ho bisogno di tempo per riflettere, ma vi leggo con interesse, a volte con stupore e commozione. Sento un vero dono di grazia la vostra presenza.

    Desidero però ringraziare, in questo primo compleanno di darsipace, anche tutti i numerosissimi lettori che ci seguono con affetto ormai da varie parti del mondo, la maggior parte silenziosi ma ugualmente partecipi e presenti. Ciò che ‘avviene’ nel sito è anche frutto di questa maggioranza silenziosa che ci sostiene a distanza con l’affetto e la preghiera. Una grande corrente di energia attraversa mari e continenti e ci fa comunicare anche aldilà delle parole.

    Un grande abbraccio e un grazie di cuore a tutti. giovanna
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  19. Per Michele: è incredibile come da un punto di vista conservatore (il tuo) e progressista (il mio), si possa giungere alle medesime conclusioni. Senza pretendere che sia tutto uguale (l’Assoluto, la coincidenza dell’identico e del non identico, il sè nell’ambito dell’assoluto essere altro, non si raggiunge come "un colpo di pistola" come insegnava Hegel, ma è il frutto di un lungo appassionato dialogo, aperto all’infinito), è evidente che in un rapporto di verità molte delle nostre consuetudini mentali (essere conservatori, essere progressisti) si rivelano sovrastrutture che appesantiscono, e non hanno più molto da rivelare.
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  20. sai Antonio,
    hai sottolineato un’evidenza "…in un rapporto di verità molte delle nostre consuetudini mentali si rivelano sovrastrutture che appesantiscono".
    Ti ringrazio molto per questa frase e desidero dirti questo (presumo tu ricordi il perchè): ringrazio molto coloro che immettono riflessioni nel blog sulla politica/partitica, proprio a partire da questa passione per la verità.
    Ho la necessità di confrontarmi con un pensiero che dialoghi aperto all’infinito in questa sua diversità incarnata nella politica.
    Grazie per quello che hai fatto e che farai, mi aiuta.
    Auguri per tutto
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  21. letta

  22. "indegnità morale"??? Caro Michele "[b]tutto è grazia[/b]"! Avanti, coraggio!
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  23. Ciao Michele,
    sono andata a leggere il testo che mi hai proposto. Bello!
    O.K. riposati con la tua preghiera "in silenzio" lasciandoti tra le braccia del Padre come un fanciullo… .
    Poi si sà da cosa nasce cosa, e lo Spirito dolcino, soffia dove vuole.
    Quanto a me, ora mi pare di aver dimenticato ma del 1993/4 al 1° Novembre 2007 (questo lo ricordo bene giorno di Ognissanti), praticamente non ho messo piede in Chiesa, forse qualche Natale e Pasqua, ma raramente…
    Stavo facevo braccio di ferro con il Padre Eterno ed andavo sempre più giu… .
    Nulla va perduto è vero, però oggi sono più serena e felice.
    Tu prega per me che io prego per te.
    Ciao
    Buona serata
    Rosella
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  24. Michele,
    ho detto il falso, senza mentire, solo per dimenticanza…
    Al matrimonio di mia figlia, rito religioso desiderato e consapevole, mi ero confessata e comunicata… quindi : "c’ero anche quando credevo di non esserci."
    E forse gli anni erano il 1990/92… ma è poi importante?
    Su, sù, "sii felice" che sai: DIO CI VUOLE FELICI (è’ un piccolo libretto con meditazioni per un mese di… Fr: Roger di Taizè. )
    Forse l’ho gia postata ma posso anche ripetermi,

    In te
    dolcezza nel cuore
    come un’onda permea e
    lambisce dell’anima
    gli anfratti di sale
    in te
    montagna vergine
    in cui l’ignoranza conosce
    il suo proprio nome
    coniuga l’esisteente
    in lui si lascia
    colui che pensa
    i suoi pensieri
    in te
    colma il cuore l’onda
    di gioia alta marea
    fiducia piena
    “pace” in te.

    Non prendermi seriamente, io ci gioco con i versi, nulla di più.
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  25. Caro Michele, mi permetto di inserirmi nel tuo dialogo con Rosella. Sono colpita dalle tue parole “da un pò di mesi non partecipo al banchetto per un senso di indegnità morale”.

    Ma potremo mai essere degni di Lui? Io credo che possiamo presentarci a Lui solo con la nostra povertà e la nostra indegnità. E’ Lui che ci chiama alla sua mensa, è Lui che muore d’amore per noi, che ci ama follemente così come siamo, e non perché siamo degni, buoni, bravi.
    «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2,17), così Gesù risponde agli scribi che mormoravano perché lo vedevano mangiare con i peccatori. Gesù li cerca, ama mangiare con loro, perché intorno alla mensa si stabilisce un’intimità, e gli occhi si aprono, come ai discepoli di Emmaus.

    Io sono stata lontana dalla ‘mensa’ e dalla sua ‘casa’ per molti anni, poi il Padre nella sua misericordia mi ha chiamata facendomi incontare persone che hanno parlato al mio cuore.
    Una di queste è stato un Vescovo missionario in Brasile incontrato ad un convegno, una persona anziana, il primo vescovo dell’Amazzonia. Io gli ho esposto tutti i miei dubbi e lui mi ha invitato a fare la comunione. Alle mie perplessità: “come posso fare la comunione? Io non credo più a tante cose!”, lui mi ha risposto: “non preoccuparti, Gesù ti nutre” e ha continuato così: “sai ho capito da poco cos’è la comunione. Quando vado per giorni e giorni lungo il fiume a visitare la mia gente, con il caldo afoso, l’umidità altissima (raggiunge quasi il cento per cento), le zanzare, e tutti che mi vogliono parlare, chiedere qualcosa, sento proprio che mi mangiano, ma è la mia gente, io la amo, mi lascio mangiare perchè li amo. Ecco ho capito che la comunione è questo: Gesù che si lascia mangiare per amore!”.
    Ed io, sulla fiducia, ho cominciato ad andare in Chiesa e a fare la comunione, ed ho fatto esperienza di Gesù che nutre. Tutto quello che la mia mente orgogliosa aveva contestato, rifiutato, Gesù nel cuore me lo spiegava, me lo faceva capire, faceva luce dentro di me con amore.
    Ed ho fatto esperienza che solo nutrendomi di Lui, facendo esperienza del suo amore, potevo fare luce dentro di me e fare una vera confessione: la comunione viene forse prima della confessione.
    Senza esperienza del Suo amore mi guardo con la luce dell’Accusatore, vedo solo la mia indegnità e sto lontana. Ho capito invece che è proprio la mia indegnità, la mia miseria che Lui vuole abbracciare: è venuto per questo! Se sono ‘giusta’ non ho bisogno di Lui e Lui non mi chiama alla sua mensa. Allora quando sento davvero la mia indegnità è un momento di grazia che mi fa correre da Lui per fare esperienza del Suo Amore che salva!

    Caro Michele, ho voluto condividere con te questa mia esperienza perché credo che Lui ti stia chiamando alla sua mensa per farti sentire quanto ti ama, così come sei!

    Con tanto affetto. giovanna
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  26. Cara Giovanna,
    grazie.
    Come comprendo oggi perchè ieri le tue parole "siamo spezzati per esser donati…" , mi hanno colpito.
    Tu le esprimi proprio dopo averle metabolizzate e si sente.
    A me con la confessione sta capitando ORA una "cosa" che mi fa sorridere.
    Ormai sono due anni che son tornata alla casa del Padre, ma , anche qui , per così dire; recuperare il tempo perduto, implica una dilatazione che affina il senso delle cose. Che si compie poco per volta, lentamente.
    Dopo mesi che mi comunicavo, sentendo mia figlia preparare i bambini alla prima Comunione ho "concepito" che lì vi era proprio il Corpo di Cristo.
    ORA, normalmente dopo essermi confessata (dopo, non prima ma solo dopo) quando esco tutta bella sollevata e contenta dalla Chiesa, mi s’illumina "un nuovo peccato". La prima volta sono rimasta un po’ sconcertata; adesso sorrido e mi dico: Bene la prossima volta finalmente sono due i peccati che riconosco … comincio a migliorare…
    Forse non ci sono proprio tutta. Ma a me succede proprio così.
    Michele, io son certa, proprio come Giovanna che il Signore ci ama, ma sò anche che ogni cuore ha una sua chiave che lo apre e solo Lui la possiede.
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  28. … Michele,
    tu sai che io "son COMUNQUE femmina".
    E: se "il Giudizio di Dio" fosse il PER DONO?… il ridonar all’altro "sè stesso" nella Sua PERFETTA INTEGRITA’?
    buona domenica caro
    ciao a tutti
    Rosella
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  29. caro Renato
    La forza cui faccio riferimento, non è "la forza bruta", ma una forza che "sostiene la debolezza".
    La dinamica potrebbe essere questa.
    Ogni volta che una donna accoglie un uomo con un dolce sorriso sulle labbra, e nel bacio tacitamente gli è grata della sua presenza che "la rende felice"; gli trasmette quella fiducia di cui lui necessita, per sentirsi riconosciuto e risollevato nella sua fatica.
    Condizione necessaria a fare si che, tolte le scarpe da lavoro, indossi le ciabatte del sostegno che lo inducano a ricambiarla con la stessa moneta del riconoscimento condividendo/sollevandola nella di lei fatica. (Magari se non ci arriva da solo, perchè "non si sà mai!!!…", sempre sorridendo con dolcezza, si chiede esplicitamente l’aiuto necessario; senza desistere. Il successo prima o poi arriva)

    Questo è l’ " io mi fido di te" che la donna offre all’uomo ponendo la condizione necessaria a fare si che lui si ridoni alla compagna.

    "Tu alimenti la mia gioia e la mia forza nel vedere che sono capace di renderti felice. Sono felice di gioire in te e di sostenere abbracciandoti nei tuoi momenti di turbamento…, mi sento adeguato e ti "sono fedele".

    La fiducia donata ritorna come fedeltà e la compagna si sente, esattamente come ha sempre desiderato essere "una regina".

    Si coniugano quella fiducia/fedele in quel connubio terrestre che è la FEDE… con la quale Dio dona al mondo l’onnipotenza della Sua creatività… la Vita.

    che ne pensi?
    ciao
    Buona Domenica
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  30. Gabriella S. dice

    Caro Michele solo oggi leggo ciò che hai scritto sulla comunione, per consolarti ti dico che anch’io per tanto tempo ho avuto un senso continuo di colpa che mi impediva di avvicinarmi all’Eucaristia. Tanto meno mi accostavo alla Confessione…troppo comodo pensavo, tanto qualcuno mi assolve comunque!
    Ma tutti questi nostri contorcimenti mentali derivano dalle nostre teologie distorte (Dio persecutore o assente o altro del genere) di cui in questi anni di lavoro nei gruppi sono riuscita (in parte almeno) a liberarmi.
    Tutto sta nel realizzare chi si riceve con l’ostia consacrata, cioè l’amore vero, l’amore di un Padre che vuole nutrirci, salvarci (come ha così bene descritto Giovanna nel suo intervento). Una volta che si capisce questo è fatta.
    Ogni domenica mi accosto alla Comunione (con o senza confessione) con la serenità e la fiducia di chi confida totalmente e si mette nelle mani del Signore; sento che per un cristiano l’Eucaristia sia il giusto completamento della messa.
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  31. Carissimi amici, condivido le misurate parole (che traducono un’esperienza profonda e incarnata) di Giovanna e Gabriella per Michele (ma anche per noi tutti e per me). Importante la richiesta di "serietà/responsabilità" del cammino messa in risalto da Michele, ma questa responsabilità a volte rischia di essere soffocata da giudizi che noi, e non Cristo, emettiamo sulla nostra condotta.

    Per la carissima Rosella… Sei sempre così criptica e raffinatamente poetica perché io riesca a comprendere fino in fondo ciò a cui mi inviti (ma almeno mi costringi a spremermi, e ne ho bisogno. Quindi: grazie di cuore!). Forse intuisco il tuo modo di vedere/vivere la "forza della debolezza", come una specie di "gioco" (o trama o intreccio) di risposte che si corrispondono, un canto a due voci. L’altro si dona a me, aprendomi così alla dimensione del donarsi, che mi chiede di corrispondere al dono come dono. Accogliere è avvertire di essere stato già da sempre atteso e accolto… troppo "mentale" vero? Ci lavoro e cerco di metterci un po’ più "carne" e meno "testa". Ma forse ho capito!

    Grazie di cuore a tutti.

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  32. letta

  33. Renato,
    hai compreso benissimo. La mia non è una ricerca avulsa dalla riflessione sulla realtà che vivo.
    In un certo qual modo, "il dialogo a due voci", lo vivo ponendolo maggiormente nel contesto di questa parte della realtà, di questa parte della vita che viviamo; anche se è solo un’apparente dualità, poichè, per me, non vi è alcuna differenza, (come tensione, non gia realizzata intendiamoci) tra l’al di qua e l’al di là, l’adesso ed il dopo, ho come una percezione di sintesi della realtà.
    In quanto all’incarnata, mi astengo, per il momento, dal considerare il nuovo post di Gabriella che pone, così acutamente allo scoperto un mio "nervo" dolentissimo.
    Michele, sì anch’io concordo con te, sul Sacramento della riconciliazione, quando e come la nostra maturità ci dona il viverlo. (ora cerco di accedervi "una volta al mese", ma qualche volta son poco diligente)
    Ciao
    Buona gioranata a tutti
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  34. Michele…
    ho un dono da chiederti. C’entra con il post in quanto è come se ti chiedessi un "regalo" ma per nessun altro motivo; ed in fondo è come se approfittassi di ciò che tu conosci, per sapere qualcosa che invece mi interessa ma che son troppo pigra da andare a cercarmi da sola.
    Questo tanto perchè tu abbia ben completo il quadro; e se ritieni opportuno dirmi: "alzati e pedala", puoi dirmelo, anche solo, "non rispondendomi".
    Io son proprio curiosa di sapere se nei Vangeli, Gesù, dopo la sua morte e ressurrezione, ma prima di ascendere al Padre, ha parlato del giudizio finale.
    Se nei Vangeli o negli atti degli Apostoli c’è qualcosa detto da Gesù in quei quaranta giorni, su questa questione.
    Domanda rivolta anche a chiunque altro fosse in grado di rispondere.
    Grazie.
    Rosella.

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  36. Grazie Michele,
    adesso andrò a leggermi i riferimenti che mi hai dato, per metterci sopra i miei pensieri.
    Poi si vedrà. Per ora io non ho alcuna opinione sull’al di là.
    Preferisco attenermi a quel detto "ci son più cose in cielo ed in terra di quante noi possiamo comprendere o immaginare…".
    Come dicevo a Renato, faccio fatica ad astrarmi dall’al di qua, per concepite un teorico al di là… e mi piace andare per la mia strada con la mia testa.
    Sinora comunque non ho colto alcuna reale contraddizione con ciò che mi chiede di credere Nostra Santa Madre Chiesa, soprattutto nella professione di fede.
    Non penso di comprendere esattamente ciò che intendi tu; ma spesso mi rendo conto che non siamo nella "sostanza" così lontani in quello in cui crediamo; spesso le nostre divergenze sono questioni di forma (che comunque conta).
    Per ora qui chiudo l’argomento.
    Grazie, per l’aiuto
    Un abbraccio
    letta

  37. letta

  38. Michele,
    parlo di mio, non pretendo di asserire verità, solo riflessioni personali.
    La fede incarnata, la concepisco con due movimenti, la fiducia, quella dell’abbandono (come un "bimbo nuovo" tra le braccia della madre, sostenute dall’abbraccio del padre) e la fedeltà (ne ho accennato ieri)
    La speranza la concepisco come un’energia : il desiderio riposto/deposto nella "madia del tempo" e che si proietta verso… inglobando via via degli spazi "redenti" che son così "manifesti".
    Queste due faccende presumo che quando Cristo tornerà, alla fine dei tempi, quella fine che solo il Padre conosce… non le troverà, saranno superflue… "regnerà l’amore".
    Che ne dici?
    Noi siamo due compagni di viaggio speciali, camminiamo insieme, tenendoci per mano pur essendo agli opposti.
    Ciao
    Buona giornata,
    Tu continua a pregare intendiamoci che lo faccio anch’io.
    letta

  39. … Michele, no!
    non siamo sulla strada di una negazione della fede. E’ solo apparenza, come se i nostri occhi avessero una "nube", d’innanzi.
    Nella psicoterapia che io ho fatto "il pensiero positivo" incarna in modo scientifico, proprio la fede, la fiducia, posta giorno per giorno in un altro, che magari non riconosce in modo "esplicito" l’Altro… però lo incarna nella realtà.
    Il regno di Dio è più vicino ora, di quando ci è stato annunciato…
    ciao
    letta

  40. letta

  41. quale?

    – Passi da me questo calice, ma non la mia ma la tua volontà sia fatta?
    – Padre nelle tue mani rimetto il mio Spirito?
    – Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno?

    letta

  42. letta

  43. Mio Dio, Mio Dio perchè mi hai abbandonato? è il grido del dolore umano che "sente ciò che gli accade nel lasciare la vita": ma… che si lascia nelle braccia del Padre, con la fiducia di un figlio che sà di essere amato e che ama: Non la mia ma la Tua volontà si compia… e da sè stesso, liberamente affida alla Sorgente della Sua Vita , le sue radici .
    Affidarsi all’altro e lasciare che l’altro ti faccia, (io sono tu che mi fai) è esattamente correre il rischio dell’essere invisibili, come nel post di Gabriella. Altro che forma di assicurazione.
    Provare per credere.
    Sperimenta la potenza e l’onnipotenza della fiducia nell’altro, nella tua realtà quotidiana.
    Poi mi dirai…
    Ti abbraccio
    Rosella

    letta

  44. correzione…
    letta

  45. letta

  46. Caro Michele,
    poni un gesto di "fiducia/Fede", ad esempio (e non è un obbligo) lasciati nelle mani del Presbitero, come dici tu, che conosci meglio. Di cui conosci tutti i limiti, anche i più nascosti: Poniti con fiducia nelle sue mani e lasciati, assolvere e guidare da lui.
    In altre parole: Affidati al limite dell’altro, ma nel concreto, in modo consapevole, per il semplice "fatto" che ti fidi di Dio.
    Io l’ho fatto, ho riposto il mio "io mi fido di te" in mio marito, per il semplice fatto che tra noi vi era un Sacramento, e la mia vita è cambiata.
    E credimi, dopo trent’anni di matrimonio ed una vita "civilmente parallela" confluire ancora a guardarsi negli occhi e sentire una tenue scintilla tra di noi, ed averne cura; non è stato per nulla "scontato" e non lo è tuttora.
    Però son felice di quello che "ci accade".
    Ora mi taccio
    Abbiam prevaricato a sufficienza e "oltre" ogni spazio di dialogo; in un modo,quasi, solo quasi, indecente.
    letta

  47. letta

  48. letta

  49. letta

  50. Caro Pino
    l’unica volta che ho comunicato al mio psicoterapeuta che intendevo cercare e ritrovare il "mio Risorto" (perchè mi pareva un oltre "il pensiero positivo"), l’ho come sentito sorridere, nel dirmi: "Non si può conoscere tutto nella vita. Alcuni capiscono meglio alcune cose ed altri altre…"
    Allora io ho aggiunto: "Ci stai a vedere come ti rinasco nel mio fonte battesimale?"

    La verità è che in ogni luogo della terra sarebbero necessari padri e madri adeguati.
    Che avessero passione per la LIBERTA’ della loro propria esistenza. E così, possedere quella FORZA necessaria, a reggere la tua di libertà, nel realizzare te stesso.
    Grazie di tutto, quello che ci doni e ciao
    Rosella
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  51. Caro Michele,
    tu conosci il mio pensiero: "si è liberi di scegliere di non scegliere"; ed è una sfida ed un abisso d’impotenza, contemporaneamente.
    Eppure è l’unica libertà possibile per incarnare quell’ "essere tutto a tutti" di cui mi pare parli Paolo. (cito sempre a orecchio sai?) o di cui prende semplicemente atto Annalena, quando dice:

    "Questo non è un merito, è un’esigenza della mia natura"

    ri-conosce "la sua storia UMANA redenta".

    Sento e penso, possa essere frutto di una contemplazione, come quella agita nel silenzio da Maria, la madre.

    Per il resto sono completamente d’accordo con te nel duplice aspetto, di "obbligo" e di "sopravvivenza" senza che si arrivi mai a quella LIBERTA’ di: "realizzare compiutamente un’umanità adulta".
    ciao.

    Un abbraccio a tutti
    letta

  52. Sai Michele,
    mi rendo conto solo ora che "sono totalmente in sintonia con te" prima avevo frainteso l’ultimo passaggio.
    Ti ricordi vero di pregare per me? ci conto sai?.
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  53. letta

  54. Michele, non sò come e non sò quando. Non sò quanto durerà per te tutto questo dolore… ma non sei solo.
    Per "come puoi" affidati: lasciandoti ancor di più alla misericordia dell’amore.
    Ti abbraccio
    letta

  55. Caro Michele,
    non so proprio per quali ragioni tu stia male…. Rosella ti conosce e vedo che riesce a confortarti al pari (se non meglio per certi versi) di una amorevole sorella/madre e questo è meritorio per lei e moralmente lodevole. Non so se il tuo "male/malessere" sia inerente a un fermento/fuoco tuo interiore (forse recente conversione ? Ma credo proprio di sbagliare) che arde in relazione all’adesione a dettami e/o a precetti religiosi….un perfezionismo morale che tu voglia conseguire, non so se sia un disagio esistenziale/mondano, o ideale-emotivo-psicologico…. Qualunque sia il tuo disagio, depressione (bruttissima "bestia"), dolore, disperazione che dir si voglia, credimi… mi dispiace che tu stia così. Pur non conoscendoti affatto, sappimi al tuo fianco spiritualmente (una preghiera non si lesina a nessuno !). Un abbraccio. Pino
    letta

  56. Michele, se hai bisogno di un aiuto più efficace, umanamente, più concreto, tu sai che puoi chiederlo a Marco vero?
    E nel contempo desidero raccontarti questo:
    Sabato scorso ho incontrato per la prima volta un gruppo di "darsi", così osservando una persona che faceva meditazione da più anni ho scoperto finalmente che si anch’io, ogni tanto, la faccio in modo decente. Chissà che mi credevo?
    Ora non ti racconto tutto perchè mi dilungherei troppo.
    Ma tu la meditazione la fai? e gli esercizi di autoconoscimento?
    io sto un po’ "pressapoco"; ma mi sento gia "tanto brava", (la modestia è sempre, il mio forte).
    Notte ciao

    Per Pino,
    Michele ed io ci siamo incontrati qui nel Blog, non ci conosciamo personalmente; però ormai siamo "presenti" l’uno all’altra e ci sosteniamo a vicenda.
    ciao
    letta

  57. letta

  58. Antonella,
    son contenta che sei tornata a leggere e scrivere nel Blog; mi mancavi e mi chiedevo … chissà…?
    Auguro un Natale "ricco di pace e gioia nel cuore " sia a te che alla tua famiglia.
    Con affetto
    letta

  59. letta

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