Grido il Vangelo con la mia sola vita. Ricordo di Annalena Tonelli

Commenti

  1. Uahoo! ! !
    Grazissime.
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  2. Cara Giuseppina,
    mi son permessa portarti qui nel tuo "grazissime" (l’Uahoo! ! ! è stile mio), poichè leggendo il post di Giovanna ho sperimentato una fusione tra: cielo e terra, come quella che tu mi hai donato ieri tra: cielo e mare.

    Penso che a legarle insieme sia la radice comune:, per Annalena: "compiuta"; e da noi "desiderata", che diparte da quel’infinito a cui chiamano i testimoni "nel deserto"; che tu frequenti e di cui mi doni "l’essenza", profumata.

    Ora io, per continuare a dialogar con Pino sulla scelta, tra il bene ed il male, dico che la testimonianza di Annalena conduce giusto a "quella scelta che nulla esclude", che appunto è un. cartello indicatore: l’amore che tutto dona, "dare tutto senza condizioni", lì dove poggiano i tuoi piedi..
    Ciao a tutti
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  3. Fai o Signore che il valore che colgo, nella testimonianza di Annalena, mi aiuti ad agire, nella mia vita, quella passione che è desiderio "lasciato/in attesa" SPERANZA come di un seme….
    Che la parola fatta silenzio sia la mia anima spezzata come pane per Gianni.
    Quel nutrimento offerto: "all’altro solitario che cerca Dio attraverso te" (Thomas Merton in maestri)

    "Il Verbo
    si è fatto carne
    ed abita tra noi".
    Coniugando: abbatte
    la Babele, angoscia
    solitaria, impotente
    urlo. Dal silenzio
    "spezzato per essere
    donato" come pane
    di vita: la cura
    che trasfigura.
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  4. Cara Giovanna, splendida e straordinaria testimonianza quella che ci hai proposto. Quel che mi colpisce di più è la "parresia" di Annalena, la sua franchezza e sincerità (parresia è la parola greca che l’autore degli Atti degli Apostoli usa per significare la schiettezza e il coraggio con cui le prime comunità testimoniavano la propria fede nel Risorto, senza nessun timore reverenziale): non infinge il progresso reale, le trasformazioni concrete che in lei sono avvenute. Probabilmente perché le attribuisce ai poveri e a Dio. Mi piace questa franchezza, questa congruenza.
    Un saluto affettuoso!
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  5. mariapia porta dice

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  6. Gabriella S. dice

    Prima ho ascoltato il video, come faccio sempre per non farmi condizonare dalle parole del post, e mi sono lasciata affascinare da questa testimonianza, da questa donna incredibile, da cui traspare una grande serenità interiore……………. poi ho appreso, dalle tue parole Giovanna, che Annalena è stata assassinata e ciò mi ha colpito profondamente! Grazie perchè abbiamo bisogno ogni momento di tali esempi di vita!
    letta

  7. letta

  8. Caro Michele,
    il problema che sollevi lo vivo anch’io.
    Se da un punto di vista personale posso comprendere qualunque decisione, e lasciarmi edificare dal martirio di Annalena. Da un punto di vista politico, globale, non ho la più pallida idea del perchè non possa essere messa a tema la reciprocità?
    Come se noi occidentali, prima ancora che cristiani, fossimo ricattati interiormente da un senso di "colpa" presunta o reale.
    Ma che senso ha tutto ciò? e dove conduce?
    letta

  9. Sì, Rosella, ma io "quella scelta che nulla esclude" non sono riuscito a farla, né tantomeno riuscirei ora….. non sono capace, resto rintanato nel mio piccolo, dò quello che posso dare. Sai, ognuno ha la sua storia, ognuno è chiamato ad uno scopo, ad un fine su questa Terra, non siamo qui per niente, ognuno è eroe e Santo a modo proprio. Vivere l’esistenza già è difficile, così come svelare, scoprire quello "scopo", quel progetto.
    Detto questo nulla intendo sottrarre al "maestoso" esempio e, a mio sommesso avviso, alla santità "ordinaria" (e straordinaria) di una Annalella Tonelli, fulgido esempio di "martire" dei nostri giorni capace davvero di "dialettizzarsi" con la sofferenza del mondo, di superare e donare pienamente sé stessa, sino alla morte.
    Circa il bene e male, nella vita ordinaria di ogni giorno operiamo delle scelte in questo senso…. spesso sprovvedutamente, superficialmente, l’importante è anche "perdonarsi" (senza con ciò indulgere troppo verso le proprie debolezze), accettarsi per ciò che si è, non accettare i subdoli inganni del Male, magari anche, solo per recare un esempio (mi viene così….) attraverso inutili "sensi di colpa" che, fanno il "suo" gioco. Volersi bene non è facile in questa società schematica, paradigmatica, fatta di cliché e modelli "estrinseci" confezionati…. volersene pienamente è il più sdegnoso smacco che si può infliggere al Male.
    letta

  10. Caro Pino,
    anch’io non sono Annalena.
    La mia incarnazione cerco di porla, nella mia comunissima vita di ogni giorno.
    Il "dare tutto senza condizioni" tenta, l’incontro con Gianni (dopo trent’anni)
    A te desidero cor-rispondere questa riflessione ( una sorta di sintesi).
    Non è possibile amarsi da soli! assolversi dalle proprie colpe "da soli"
    Possiamo essere assolti o rimettere ad altri le loro colpe.
    Se un altro non ti ama non sei amato, così come non è possibile "farsi/essere da soli".
    Si dice che il primo amore non si scorda mai.
    Eppure è la fusione del concepimento che ti consente di addivenire, sulla linea del tempo al "primo amore".
    Emanciparsi dai propri genitori, è come elaborare un grande amore "non corrisposto"; anzi spesso " tradito" ( ne usciamo tutti con le ossa, più o meno, rotte).
    Per i maschi poi, che hanno sepolto le emozioni (per rimuovere la paura della morte) sino dai tempi "iniziatici" dell’andar per boschi a cacciar da soli (senza sapere se ci fosse un ritorno,. O in guerra a 18 anni…) la questione di riallacciarsi ai sentimenti è ancora più complessa.
    Penso che: la vecchiaia e la malattia dei nostri genitori, sia una grande "opportunità" donata dalla vita. Per lasciare che emergano quei legami d’amore ch’erano stati sepolti ancora VIVI..
    Io mi preparo, (almeno teoricamente) a lasciarmi accudire dai miei figli TUTTI: "se lo riterranno opportuno", per non deprivarci. (fuggendo, l’aberrante tentazione insita in ogni madre di "non voler disturbare") di quell’ultima possibilità, posta dalla vita, sulla linea del tempo: "quella di UN AMORE adulto in un PERDONO reciproco consapevole".
    Gli ultimi nove anni di vita, mia madre li ha passati, nella nostra/IN FAMIGLIA, parlo solo per "esperienza personale" ma, comunque, "ne ho esperienza".
    Si ricontatta ogni volta L’IMPOTENZA a più strati.
    Si attraversano quegli inferi, cui ripetutamente accenna Guzzi, per riemergere con un poco più di PACE nel PRESENTE (nel dono); spesso lavato/offerto dalle lacrime che "benedicono l’anima" di entrambi.
    Ti abbraccio, con affetto
    Rosella
    letta

  11. Molto significativo il tuo ultimo ‘post’, Rosella, avevo ragione quando in altro "blog", "nihil ad excludendum", ti riconoscevo anima sensibile e alquanto evoluta.
    Volevo solo dire che, certamente non è possibile assolversi "da soli", è compito che spetta a Dio… mi riferivo a un discorso più psicologico terreno, quindi forse "terra terra", nella capacità di sapersi anche "perdonare" in relazione al… Male. Quanto all’amarsi/accettarsi, lo dicevo in relazione all’amare gli altri, il prossimo, una sorta di "conditio sine qua non" per potersi schiudere davvero…. anche se certamente, come valutazione "a contrario", è da dire che venendo amati si riesce ad amarSI e ad accettarSI (è tutto collegato, quindi il tuo discorso fila liscio perfettamente). Se uno versa, tanto per recare un esempio …. in una "depressione" (male oscuro propaggine del Male personificato), è chiaro che non può "uscire da sé", per corrispondere con l’altro-da sé, col mondo esterno "tout court" inteso, quindi con il prossimo fattosi incarnatosi "persona".
    Non so che mestiere tu eserciti (psicologa ?), però mi ha colpito non poco ciò che tu scrivi: "Emanciparsi dai propri genitori, è come elaborare un grande amore "non corrisposto"; anzi spesso " tradito" ( ne usciamo tutti con le ossa, più o meno, rotte). Per i maschi poi, che hanno sepolto le emozioni (per rimuovere la paura della morte) sino dai tempi "iniziatici" dell’andar per boschi a cacciar da soli (senza sapere se ci fosse un ritorno,. O in guerra a 18 anni…) la questione di riallacciarsi ai sentimenti è ancora più complessa.
    Penso che: la vecchiaia e la malattia dei nostri genitori, sia una grande "opportunità" donata dalla vita. Per lasciare che emergano quei legami d’amore ch’erano stati sepolti ancora VIVI…" E con queste tue parole, semplicemente VERE, conchiudo questo mio ‘post’, augurandoti serenità e buona Domenica. Pino.
    letta

  12. No, Pino, non sono psicologa .
    Non sono laureata in nulla; però ho maturato un certo talento introspettivo, avendo vissuto molto solitaria seppur in mezzo a tanta gente. Ho letto molto, per passione , ma soprattutto: ho sperimentato.
    "Questo ed il contrario di questo", in tutta la mia vita. Le ho sempre provate tutte. Tutte quelle che potevo provare, per vivere una vita decente, per un poco di felicità.
    Ho posto come azione, ogni soluzione che mi paresse possedere la seppur minima probabilità anche recondita di successo. Infine mi sono arresa. Totalmente… .
    Lasciata completamente la presa " la felicità ha trovato me".
    Con il mio augurio più sincero a tutti, di riconoscere, "l’istante in cui coagula tutto il senso della vita", la "vostra personale vita".
    E’ come se lo sguardo in quel preciso momento si accorgesse di una realtà che "E’ la stessa, eppure diversa".
    A me è successo il 1° Novembre del 2007 ed avevo lottato per più di 62 anni…invano.
    Ciao Pino
    con affetto
    letta

  13. Per tutti, anche se "con nel cuore" Michele.
    Oggi, stiamo in compagnia così, se vi va.

    lettura – Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore.

    meditazione – Spirito Santo, mistero di una presenza, tu penetri le nostre profondità e vi discerni la nostra attesa. Tu ben conosci la nostra intenzione, quella di trasmettere la tua compassione attraverso l’infinita bontà del cuore. E il chiarore della lode cantata insieme, diventa una delle sorgenti dove attingere una viva carità.

    (In Te la pace del cuore.Fr: Roger di Taizé)
    letta

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