In questa testimonianza Vanna ci offre indicazioni semplici sulla pratica meditativa e con la sua voce calma e rilassata ci spinge a seguirla nell’ascolto dell’attimo presente. Ci racconta anche come, grazie al progressivo abbandono allo Spirito di questa Presenza realizzata nella preghiera, sia riuscita a trovare un rapporto nuovo con il padre e ad accudirlo nei suoi ultimi mesi di vita.
Anche per me la scoperta dei miracoli che compie la pratica meditativa è avvenuta anni fa in una circostanza in cui non sapevo come affrontare un grave disagio relazionale ed ero molto arrabbiata con la persona che mi aveva ferito.
Prendo spunto perciò da questo video per porre alla vostra attenzione il problema della rabbia, di “come fare a gestirla e a scoprirne il dono”, come recita il sottotitolo di un prezioso libretto di Marshall B. Rosenberg, “Le sorprendenti funzioni della rabbia”.
I metodi per sciogliere la rabbia che lo psichiatra americano offre nei suoi corsi formativi sulla Comunicazione Non Violenta (che da molti anni sono adottati in molti paesi del mondo per risolvere situazioni di conflittualità a tutti i livelli) sono molto simili agli esercizi psicologici che svolgiamo nei gruppi “Darsi pace”.
Si tratta essenzialmente di imparare un nuovo linguaggio, nuove parole che esprimano le paure e soprattutto i bisogni reali che stanno dietro ad un’emozione così violenta e distruttiva.
Nei gruppi “Darsi pace” affianchiamo a questo fondamentale lavoro psicologico di autoconoscimento, una pratica meditativa che ci aiuti a trattare con dolcezza il nostro dolore, a spegnere progressivamente tutte le emozioni che ci turbano, e a trovare, al di là delle nostre ombre e delle nostre scissioni, la sorgente di questa parola nuova, terapeutica, risanante.
Consapevoli che solo da una ritrovata integrità interiore potrà sgorgare un’azione veramente libera e pacificante.
Consapevoli anche della lentezza dei processi interiori, della misteriosa alchimia che li determina, e della pazienza che ci vuole per passare dal capire (concettualmente), al comprendere (ad un livello emotivo un po’ più profondo) e infine al conoscere (realizzando nella carne) la verità delle cose!
E voi come fate per sciogliere la rabbia? Ce la fate a superare le due alternative entrambe negative: quella di reprimerla comportandosi in modo falso e ipocrita, o quella, opposta, di agirne la distruttività, essendo più o meno ribelli e trasgressivi?
Grazie Vanna,
le tue parole sono "luce".
Comprendo che la meditazione "trasformativa" è un processo personale, ma quello che tu hai testimoniato è prezioso e mi aiuta.
Ora "ci dormo" su.
Un abbraccio
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grazie di cuore paola per il montaggio ! hai saputo sintetizzare con efficacia l’intervista, lavoro non facile per mantenere il contenuto della conversazione e il racconto nel suo insieme. grazie per la delicatezza e la cura dell’ascolto..durante l’intervista ho percepito attenzione, calore, rispetto, vicinanza e condivisione..te ne sono veramente grata!
E’ sempre viva in me l’esperienza dei corsi intensivi di Marco.Questo ultimo di luglio,in particolare, mi ha dato la possibilità di continuare il mio lavoro artigianale..ne è seguito un periodo di intense esperienze meditative che continuano a lasciare un segnale di trasformazione interiore che sta ribaltando la mia visione di vita..la fiducia negli eventi del quotidiano..la gioia di vivere il presente con tutta me stessa..l’accoglienza della sofferenza e della fatica come parte integrante della mia persona..tutto mi accompagna dentro alla vita e tutto accompagnato da uno stato di unione.
ringrazio il sito di "darsi pace" è un ottimo "luogo" per far incontrare l’umanità vera e sentirti a casa..perchè in comun – unione fraterna! è così vibrante che contatta veramente la profondità del cuore..
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Bella sfida: "il dono della rabbia".
Ho attraversato la mia "rabbia", toccando ogni volta l’impotenza nei suoi vari aspetti.
L’ho agita per iscritto, senza remore e senza veli; inviandola ad un "contenitore" di mia fiducia, e tenendomi la copia a disposizione per rileggermi.
Ora forse si è "sciolta" almeno in parte; o, le ferite che ricevo attualmente nella vita, non sono più così profonde. Insomma sono in un luogo "vivibile".
Ciò che riconosco adesso, in circostanze analoghe a quelle in cui "lanciavo strali" è un’assenza di desiderio/diritto adeguato a permettermi la felicità. Al diritto di vivere (una sorta di luogo depressivo), e mi pare possa essere proprio il dono della "rabbia/redenta salvata" quella a cui aspiro.
Io identifico questa mancanza con una specie d’ incapacità ad agire assertivamente in senso psicologico; ma, ancor più, a quella difficoltà che abbiamo ad accettare e vivere l’amore per noi stessi, riconoscendoci, personalmente e comunitariamente "fatti Degni nel Risorto" di essere figli e fratelli in Lui "divinizzati".
Non sappiamo Credere all’onnipotenza, eppure l’impotenza, è semplicemente, l’altro lato, della stessa medaglia.
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Mi è utile ascoltare l’ esperienza di Vanna.
Da quando ho frequentato i corsi di Marco, mi sono impegnata nella pratica meditativa e questo ha modificato anche il mio modo di pregare e di agire. Sono consapevole di muovere i primi passi.
E’ bello ascoltare il movimento naturale del respiro e sentire che il respiro viene da solo, come la vita.
Quando inizio la giornata con la meditazione, mi accorgo di essere più presente nelle azioni che compio e nei fatti che accadono e arrivo a sera meno stanca e frastornata.
Concedermi di essere presente mi procura davvero sollievo e suscita in me un senso di riconoscenza verso ogni attimo di vita.
In passato ho agito la mia rabbia rovesciando all’esterno la mia aggressività su persone che ingiustamente ho ritenuto responsabili della mia infelicità o che ostacolavano la realizzazione dei miei obiettivi.
Ora riesco ad accettarla senza giudicarla, a creare una distanza salutare tra me e ciò che la origina, ad ascoltarmi un pò più in profondità e ad agire cercando ciò che unisce, cerco di agire la mia parte affidandomi all’azione dello Spirito.
Un abbraccio
Giuliana
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Care amiche, grazie dei commenti.
Le condivisioni delle vostre esperienze sono preziose per il nostro cammino di trasformazione. E’ bello sapere che non si è soli e che qualcuno più avanti nel processo può offrire indicazioni molto utili sulla via.
Un abbraccio di cuore
Paola
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Solo ora riesco, finalmente, a sentirti…
Mi hai commosso nella parte iniziale:
ho vissuto "in diretta" gli ultimi otto mesi di cui parli ed io so quanto sia vero quello che dici, ma soprattutto quanto sia stato benefico il frutto della tua azione per i tuoi fratelli ed anche per me,
quanto tu abbia "ridato" tuo padre a voi quattro figli.
Non so come ci riesci ( anche se lo spieghi ! ) ma certamente il percorso che stai facendo continua a portare gioia e levità a chi ti è vicino e di questo ti ringrazio, tanto
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Carissima Antonella, in fondo la pratica della meditazione, che noi utilizziamo come preparazione alla preghiera cristiana, è proprio un inesausto esercizio di abbandono e di affidamento, un costante riscoprire che il nostro abbandono fiducioso non solo non ci distrugge, ma ci dona al contrario una forza incredibile, una stabilità interiore e una pace crescenti.
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