La vità è bella?
Picchiare qualcuno è giusto?
Dio esiste? e Babbo Natale?
La Morte è cattiva? e gli zingari?
Lui/Lei è buona o cattiva?
Domande impegnative. Le risposte poi non ne parliamo.
Vi siete mai chiesti a che età si comincia a fare questo tipo di domande?
Prima di rispondere fermatevi un attimo. Datevi una risposta e poi continuate a leggere.
Irene, mia figlia, ultimamente m’insegue con queste domande. Dirette. Puntuali. Insistenti. Irene ha quasi sette anni. Come lei anche le sue amiche non scherzano.
Avete capito quanto sono tranquillo ogni volta che Irene mi dice: “Papo, ma … ” oppure “Papo vieni dobbiamo parlare …”
“Cosa” rispondere lo ritengo un problema minore rispetto al “Come”. Come si risponde a Irene? Come si risponde a chi ti fa queste domande?
Mentre ci riflettevo mi sono accorto che quelle domande ci accompagnano sempre. Ci girano sempre intorno. Fin da piccoli. Mi sembra che solo i bambini riescano però ad andare dritti al punto mentre noi svicoliamo … noi, abitanti delle terre di mezzo (nessun riferimento al Signore degli anelli) dove tutto dipende da altri o da qualcos’altro. Ci esprimiamo con un linguaggio ambiguo dove non è mai chiaro cosa è giusto, chi è buono o cattivo.
Chi ascolta oggi, un umano così? Nessuno.
Non poche volte mi sono domandato come mi vede mia figlia o quel bambino e in generale gli altri. Come vedono il mondo che gli racconto e che esprimo con il mio fare. Come rispondo.
E’ tempo di prenderci cura non solo del contenuto (il COSA) ma della sua corretta ricezione. Rendersi conto che dal COME dipende anche la credibilità del messaggio. Potremmo dire che è un fatto di “stile”.
Le risposte di mia figlia (e dei bambini in generale) sono bellissime. Secche, Dirette e senza mezzi termini. Una lucidità impressionante. Io rido di gusto. A volte no. Poi ridiamo insieme. A volte no. Spesso ti accorgi che è necessario riflettere o far riflettere. Un bel parlare insieme… fino a quando non abito (abitiamo) la terra di mezzo (potrei sintetizzare così il percorso Darsi Pace, fuori dalla terra di mezzo).
Vedere il mondo con occhi “altri” è una grande opportunità. I figli e in generale tutti i bambini, sono una via privilegiata perchè sono gli occhi “altri” più vicini a noi. Viviamo in tempi che mai come prima offrono questa possibilità.. Naturalmente c’è anche chi pensa sia un problema, una “maledizione”. E’ l’una e l’altra cosa insieme … dipende a cosa diamo più spazio a quale parte alimentiamo di più. A quanto vogliamo incontrare gli altri. Questo necessita di uno stile. C’è da domandarsi quale …. e quale differenza produce rispetto ad un altro 🙂
Concludo con un simpatico aneddoto tratto dal blog di Luca Di Biase
Un domenicano e un gesuita stanno leggendo il breviario. Il gesuita fuma. Il domenicano osserva: “Ma come: fumi mentre leggi il breviario?”
E il gesuita: “Sì, ho ottenuto il permesso dal vescovo…”
“Anch’io ho chiesto il permesso, ma mi è stato negato” dice il domenicano.
“Ma come glielo hai chiesto?”
E il domenicano: “Ho detto al vescovo: ‘Eminenza, posso fumare mentre leggo il breviario?’ E lui mi ha cacciato in malo modo”.
Il gesuita sorride: “Hai sbagliato la domanda. Io ho chiesto: ‘Eminenza, posso pregare mentre fumo?’ E lui ha approvato con gioia…”
Photo credit: Alessandro Pinna, un caro amico.
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Carissimo Domenico, davvero un bel testo.
Ed è proprio come dici tu, almeno credo, è proprio e sempre una questione di stile, e cioè poetica, o, se vogliamo, di incarnazione della verità.
La verità, in altri termini, per sua natura si incarna, si fa corpo di una persona in un certo momento, si fa serie precisa di parole e di respiri, di pause e di accenti, si fa REGIA.
La verità è così STILE, ma non nel senso estrinseco o formalistico, ma in quello appunto spirituale della Incarnazione.
La verità non sta in sé da qualche parte, ma è solo nel suo incarnarsi, nella grazia che crea intorno a sé la danza di chi fa cantare nel proprio corpo e nella propria voce lo splendore di luce della vita.
Carissimo Luca, bentrovato, sono contento di leggerti qui, ce la fai a venire oggi alla presentazione della nostra collana?
Ricordo a te e a tutti/e i nostri amici l’appuntamento: Piazza dell’Orologio, a Roma, Casa delle Letterature, ore 18.
Spero di vedervi tutte/i.
Un abbraccio.
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E’ proprio vero, le risposte dei bambini sono dirette,lucide,senza mezzi termini. All’inizio della mia professione rispondere alle loro domande era piuttosto difficile: dovevo trovare le parole giuste, dovevo adattarle alle loro capacità di comprensione, dovevo stare attenta alla reazione che la mia risposta avrebbe provocato in loro.
Oggi viaggio verso la pensione e mi ritengo fortunata perchè nel mio lavoro ho la possibilità di trovare proprio con i bambini un dialogo fresco e pulito. Cerco sempre di stare attenta a ciò che dico soprattutto considerando la storia che si portano addosso, ma non è più difficile parlare con loro perchè da loro ho imparato ad usare parole semplici, chiare che arrivano a dare la risposta o a lasciare in sospeso la domanda che viene comunque riproposta in lezioni successive.
E parliamo di tutto, di ciò che li tocca , ma che tocca anche me, e loro sentono il mio coinvolgimento e io sono felice quando mi chiedono: ma tu cosa pensi…, cosa fai se…dimmi quello che pensi tu…
A volte mi sembra che stiano cercando risposte che gli adulti non sanno loro dare e mi capita anche di sentire genitori che si sentono sostenuti e aiutati dalle parole dei loro figli. Mi sembra che i ruoli di genitore e figlio siano invertiti.
Imparare a prendermi cura della bambina ferita in me mi ha aiutato e mi aiuta ad essere vicina a loro e a sentirmi come loro anche se i capelli bianchi cominciano ad essere molto evidenti.
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secondo me le coso "ovvie" confondono, celano l’evidenza semplice della realtà.
Come fornire risposte adeguate? ad Irene, ed Andrea…
semplicemente LASCIANDOTI AMARE DA LORO.
Dimostrando loro la felicità che ti donano, nel ritenerti essenziale.
Gioendo nel fatto che a modo loro ti stanno dicendo "io mi fido di te".
Nella misura in cui, sorridendo si tenta INSIEME l’AVVENTURA della conoscenza/risposta. Sentendo/sperimentando che in questo semplice tentativo, nel cercare di dirimere insieme la questione: del bello e del brutto, del giusto o dello sbagliato, nostro figlio (o l’altro) GIOISCE IN NOI.
Sperimenta! (tuo figlio sperimenta ed anche tu… lo sperimenti) quell’emozione di completezza che si ha nel sentire che un altro è felice in te.
Una pienezza che s’espande, come risposta adeguata alla CERTEZZA richiesta.
In fondo i nostri figli ci chiedono un luogo che sia "sicuro e certo" per apprendere a rullare in queste terre oscillanti, come una culla che si LASCIA FARE DA LORO: padre e madre; mentre loro si lascian fare da noi FIGLI.
ci si sente e si è così adeguati tutti, alcuno escluso.
… a prescindere…
la felicità come la gioia sono… non saprei…
quando era il mio momento di viver questo, non lo conoscevo, in fondo l’ho appreso proprio: "appena ieri".
ciao
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… "E parliamo di tutto, di ciò che li tocca , ma che tocca anche me, e loro sentono il mio coinvolgimento e io sono felice quando mi chiedono: ma tu cosa pensi…, cosa fai se…dimmi quello che pensi tu…
A volte mi sembra che stiano cercando risposte che gli adulti non sanno loro dare e mi capita anche di sentire genitori che si sentono sostenuti e aiutati dalle parole dei loro figli. Mi sembra che i ruoli di genitore e figlio siano invertiti… "
Giuliana, non mi ero proprio accorta che pur usando parole differenti dicevo la stessa identica cosa.
Grazie
Rosella
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Caro Domenico è bellissimo l’argomento che proponi, siamo tutti d’accordo credo riguardo il modo netto, diretto, integro con cui i bambini ci parlano; non sempre, però, li ascoltiamo davvero perchè pieni di pensieri “più importanti” o perseguitati dalla fretta.
Eppure loro dovrebbero essere un continuo esempio da imitare, lo diceva anche Gesù.
L’integrità con cui, raramente, gli adulti si relazionano determina quello stile inconfondibile di chi parla con il cuore, con il desiderio di trasmettere qualcosa. A tale proposito ho letto con piacere il commento di Chiara sul post “Apocalittica allegria” del 18 gennaio, riguardo quanto lei stessa ha ricevuto dalle parole di Marco G. e di Mauro Ceruti, in quell’occasione. Purtroppo io non ero presente per problemi di lavoro, ma so di aver perso una splendida opportunità!
Caro Luca vorrei dirti di non mollare, hai già dimostrato tanta forza in questi ultimi anni; non devi aver paura di incontrare gli altri, noi tutti abbiamo bisogno dell’altro. Inoltre, per quelle purtroppo rare occasioni in cui ti ho goduto della tua compagnia, credo che tu hai molto da dare. Se ti poni con lo “stile” di cui abbiamo parlato ora troverai il “bambino che è nell’altro” e non c’è ricchezza più grande!
A proposito di bimbi……credo siate tutti d’accordo con me nell’accogliere con gioia la venuta al mondo di Isabella, mia nipote, nonchè nipote di Luca, ma soprattutto figlia del nostro Fabrizio F. e Carlotta. E’ bellissima!
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Carissima Gabriella, accogliamo per davvero questa nuova Stella/Isabella che viene a illuminare la terra.
L’immagine dell’essere umano che nasce entra nel nostro cuore, e ci scuote, riapre ogni ferita, ogni domanda, e ci costringe ad aprirci a nuova luce, a nuovo pensiero.
Un abbraccio a Fabrizio, a Carlotta, e ai loro figli.
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… che bello!!!
BUONA VITA ad Isabella ed un caldo abbraccio a tutta la famiglia
con affetto
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Dolcissima Isabella !
e anche bella cicciona 🙂
con tanto affetto
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Grazie davvero a tutti ! Soltanto ora mi sono accorto dei commenti in questo post che riguardavano la nuova venuta.
Grazie a Gabriella che ha diffuso la notizia ai darsipacisti e grazie a Marco, Rosella e Filomena !
Ho cercato di descrivere – con molta fatica – i sentimenti provati nell’assistere a questa nascita.
Un abbraccio
letta