Qualche anno fa il mio capo (una donna) fece appendere su alcune pareti del mio posto di lavoro dei quadretti che riportavano all’interno la stampa di una poesia intitolata “Il valore di un sorriso”.
Era, chiaramente, uno stimolo per qualche segretaria non proprio affabile con la clientela; non ricordo le parole, ma già il titolo diceva abbastanza.
Credo che il dono del sorriso sia di pochi, penso ad esempio a mia madre, lei è sempre sorridente fa parte del suo modo di porsi, di accogliere chiunque; io non sono proprio come lei ma faccio del mio meglio!
In questo periodo sono spesso priva di sorriso, con lo sguardo cupo, me ne accorgo, questo a causa di problemi di salute che mi assillano da diverso tempo (non importanti, ma fastidiosi). Giorni fa avevo bisogno di leggere qualcosa che potesse rasserenarmi e così ho aperto un libro a cui sono affezionata che parla di angeli. Davvero non ricordavo che in prima pagina fosse riportata una poesia di Christian Morgenstern, leggendola l’ho sentita proprio dedicata a me, un segno….. ed è questa:
“Se tu sapessi come si altera il tuo viso,
quando nello sguardo calmo e puro
che ti lega a me
all’improvviso ti perdi e ti allontani!
Come un paesaggio luminoso che si oscura,
mi escludi da te.
Allora io aspetto. In silenzio attendo,
a volte per lungo tempo.
Se fossi umano, come te,
il mio amore trascurato diventerebbe dolore mortale.
Ma una pazienza infinita mi è stata donata dal Padre
e con fede incrollabile attendo il momento
in cui vorrai ritornare a me.
E questo lieve rimprovero, lo capirai,
non è un rimprovero, ma un messaggio discreto.”
Da quel giorno non dimentico, in ogni istante, che il mio angelo mi vuole sorridente e questo mi aiuta tantissimo. A volte anche solo sorridere mi fa sentire meglio!
Avete anche voi esperienza di persone sorridenti intorno a voi che vi aiutano e vi donano sollievo? E voi sentite di avere questo dono?
Cara Gabriella, che belle coincidenze!!! Proprio ieri al gruppo di approfondimento, abbiamo parlato dell’importanza del sorriso, e di come, anche a livello scientifico, sia dimostrato che l’attivazione volontaria di emozioni positive modifichi la nostra fisiologia, il nostro cervello.
Un atto volontario come l’atteggiamento positivo di apertura all’altro, magari all’inizio anche leggermente forzato e ‘indotto’, torna a nostro vantaggio e incide sul sistema involontario, producendo benefici effetti fisiologici e cerebrali, creando felicità.
A messa ieri sera, Don Michele ci ha ‘casualmente’ parlato del sorriso e ci ha invitato a scambiarci la pace accompagnando il gesto con le parole "Donami la tua bellezza" e fermandoci qualche secondo con lo sguardo sulla persona vicina. All’inizio c’è stato imbarazzo, anche io ero un po’ a disagio, soprattutto per l’imbarazzo di qualche anziana signora, che, spiazzata dalla novità, si è tolta sbrigativamente d’impaccio rigirandosi velocemente. Credo però che anche queste piccole verifiche di tipo psicologico siano un modo buono per aiutare il nostro ego bloccato e chiuso nella sua routine autoreferenziale ad uscire da sé e ad aprirsi un po’ di più.
Grazie ancora e auguri di completa guarigione!
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No, io sento di non avere questo dono, e mi rammarico, perchè avverto il benessere che dona il sorriso nel volto delle persone più o meno care che ho intorno, un sorriso …
Spesso mi sorprendo a vedere la mia faccia troppo seria, e quindi cerco di cambiare … a poco a poco.
Un sorriso non costa niente è può voler dire molto….
Come sapientemente, e non per "caso", proprio Marco ci ha illustrato domenica scorsa provati studi in campo scientifico e importanti osservazioni in materia spirituale confermano che la potenza di un atteggiamento positivo, il sorriso, autoindotto e reiterato riesce a produrre non solo cambiamenti nei neuroni della persona ma anche nel suo aspetto fisico..
Un sorriso può molto più di quanto possiamo immaginare.
Grazie in particolare per la bella poesia che ha dato voce ai nostri instacabili custodi …
gli angeli, … per il loro "messaggio discreto" con cui ci richiamano ad un sorriso.
Buona vita di pace.
Marco F.
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C’è un sorriso che ricordo sempre ,è il sorriso di una certa Signora Celestina ,caposala di un reparto di ematologia di un grande Ospedale romano . Una donna bellissima con un sorriso in grado di sostenere e incoraggiare malati e parenti con leucemie e linfomi . Vorrei ringraziare tutti quelli che sorridono con il cuore anche agli sconosciuti e che illuminano i momenti bui della nostra vita.
Caro Marco F. vorrei dirti ,che in questi anni di lavoro ,sei cosi’ cambato fisicamente,E sei uno splendido sorridente !!E’ una delle cose che osservo di piu’ nei nostri gruppi .La trasformazione fisica dei partecipanti .
Vorrei avere le parole giuste per spiegarmi ,oppure essere una brava fotografa .Ma nei dieci anni che abbiamo passato insieme ci sono delle facce che si sono veramente trasformate ,pur mantenendo la loro essenza profonda .
In certi momenti è un po’ come di ce Alice nel Paese delle Meraviglie ……"Ho visto tante volte un gatto senza sorriso …ma non avevo mai visto un Sorriso senza gatto!!!!"
Dopo una meditazione condivisa sui volti dei fratelli che conosco e con cui lavoro da piu’ tempo in certi momenti ho visto solo il sorriso di tutto il volto .
Baci Baci
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Carissima Chiara devo ringraziarti con affetto speciale non solo per lo “splendido sorridente”, ma anche perché con il tuo fulgido commento hai riattivato la mia memoria breve! … purtroppo l’età avanza …ah, ah, ah …
Infatti ieri mattina nella fretta di inviare, tra una cosa e l’altra qui dal lavoro, nella pausa pranzo, il mio primo commento al post di Gabriella avevo dimenticato di inserire il nome nella apposita finestrella e quindi tutto era andato perduto. Quando poi la sera ho ripreso il filo del discorso e sono riuscito a mandare il messaggio, non era più quel momento e sentivo di aver dimenticato qualcosa di bello che volevo dire… Invece poi grazie a te ho ricollegato.
Il concetto che avevo provato ad esprimere in occasione della riflessione di Gabriella sul sorriso e in seguito alla non casuale lezione di Marco Guzzi di domenica mattina, sulla potenza trasformativa degli atteggiamenti positivi autoindotti e reiterati, era questo:
… lo stupore di come anche io mi sono sorpreso a constatare nel corso di questi anni e ancora oggi sui volti di alcuni dei miei compagni, dei corsi di Marco, l’evolversi di una bellezza che non potevo immaginare…. e … aggiungo di essere grato e profondamente felice sapendomi in questa buona compagnia.
Ecco mi sembrava una cosa importante da dire e finalmente l’ho detta.
Posso ora augurare dal cuore una buona giornata a tutti.
Marco F.
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Grazie Gabriella, bel post.
E a proposito di sorrisi…
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Michele, rilassati!!!! Vuoi dire che siccome il vangelo non lo cita Cristo avesse in antipatia il sorriso? Ma che bestemmie stai dicendo? Non sai che lo chiamavano beone e gli rimproveravano di non digiunare abbastanza? Lo sai che lo hanno ammazzato fondamentalmente perchè accusava i farisei di mostrarsi tristi davanti agli altri? Soggettivismo, scarse basi etiche? Ma cosa dici? Conosco Gabriella e ti assicuro che vederla sorridere è per me un onore e una esperienza spirituale molto etica. Farebbe bene anche a te, t’assicuro.
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Carissima Gabriella,
interessante e profondamente condivisibile la tua riflessione!
Rispondendo alla tua domanda potrei rubare esattamente le prime parole di Marco, anzi le rubo 😀
" No, io sento di non avere questo dono, e mi rammarico, perchè avverto il benessere che dona il sorriso nel volto delle persone più o meno care che ho intorno, un sorriso …
Spesso mi sorprendo a vedere la mia faccia troppo seria "
… anche quando non ce ne sarebbe motivo.
Anche nelle mie foto da bambina a volte ero seria o malinconica.
Leggendo i vostri commenti capisco però che ho buone speranze: dopo una decina d’anni di corsi guzziani sorriderò più spesso anch’io, così sarò pronta ad accogliere i miei nipotini. Bello, no?
A proposito del valore del sorriso su cui Gabriella ci propone di porre l’attenzione, tempo fa ho scritto una poesia proprio sull’effetto benefico che esso provoca in me, come il profumo di una fresca mattina della prima estate
[b]Il sorriso[/b]
il glicine
distende al pergolato
le sue vesti pervinca
l’odore del tiglio
veleggia ardito
nella mattutina frescura
il sorriso di bimbo
nel volto dell’uomo
regala rugiada
all’arsura
del mio errare confuso
… e chissà, forse quello che sorride è proprio l’Uomo, se riesce a donare tanto sollievo al cuore.
Vi abbraccio
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Tranquilli ragazzi! E’ vero che non abbiamo una rappresentazione di Gesù con il sorriso, mi rammarico di questo, ma in fondo lo hanno rappresentato gli uomini e in particolare quelli di Chiesa, quelli che volevano sempre farti sentire in colpa, farti credere che la vita era solo sacrificio.
La realtà era sicuramente ben diversa, sono sicura che una persona che donava amore puro come Lui, piangeva per l’amico morto così come gioiva (sorridendo!) nei momenti conviviali con i suoi discepoli.
Credo che devi saper distinguere Michele chi sorride con il cuore e chi sorride con la maschera, altrimenti, per come la intendi rischierai di trovarti attorno solo dei musi lunghi!!! Non te lo auguro.
Ad esempio negli ospedali…. speriamo che la maggioranza sia simile alla signora Celestina citata da Chiara….vogliamo negare a chi soffre anche un sorriso?
Ringrazio Paola per le belle parole, davvero non sapevo che nell’incontro di domenica (che purtroppo ho saltato) avevate affrontato un tema simile, si vede che nonostante tutto il pensiero si trasmette tra di noi.
Marco per me il tuo sorriso (che hai sempre per noi) significa la nostra serenità è quando ti vedo preoccupato che mi fai stare in pena.
Massimo che il mio sorriso sia per te un’esperienza spirituale mi lusinga ma non è che ti confondi con la mia cucina?:D
Un abbraccio a tutti
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Solo ora Filomena ho letto il tuo intervento ti ringrazio per le belle parole e per i versi "il sorriso di bimbo nel volto dell’uomo" che bello!!
Ma come è possibile che di te ricordo il sorriso…!?
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Ah dimenticavo, Filomena … grazie, che belle parole che hai sempre … è davvero un grande piacere conoscere la poesia che sgorga da te, sei proprio brava!!
E’ un dono bellissimo averti con noi.
… anche io sono sicuro che se pure dai "vangeli canonici risulta che Gesù non abbia mai sorriso" Gesù ha sorriso..
eccome se ha sorriso…
A tutti una buona serata di pace.
Marco F.
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cara Gabriella, grazie davvero per questo tuo post, che ci ricorda l’importanza di un sorriso, senza il quale la vita è davvero povera.
Dovremmo ricordarci più spesso di come sanno ridere i bambini (noi lo abbiamo dimenticato, eppure ogni bambino che noi eravamo vive ancora in noi). Per questo, colgo lo spunto da quello (divertentissimo) di max per postarne uno super-celebre, che però è sempre bellissimo da vedere.
Un abbraccio
fab.
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Mi fa piacere leggere sul sito voci contrastanti come Michele: anche se penso che il sorriso e soprattutto l’opportunità che ci da un gesto volontario e piccolo di ripartire in un momento di buio sia invece una grande risorsa teorica e pratica: è vero che siamo in guerra tra volontà magari superficiali ma positive e volontà profonde ma negative; allora usiamo,come fa la negatività , ogni possibilità e spesso nella mia esperienza le armi per ripartire sono atti di volontà che producono gesti il cui primo e magari unico effetto è quello di riaprire il duello e con esso la speranza. E credo che anche in seguito durante le varie fasi della conversione la volontà anche solo razionale sia una valida compagna;
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Caro Michele,
non so se Gesù abbia sorriso nel transito terrestre, quel che so è che, con un gioco di parole, anche "Dio ride" nel nome di Isacco, mostrando la sua Onnipotenza ad Abramo e Sara…(ma questa vuol essere solo una battuta, per sorridere).
Più seriamente proprio le persone che, sono state "scelte dalla solitudine" e che l’hanno accolta, sono tra coloro che trascendono ad una dimensione di comunione con gli altri in cui la compassione emerge come "pura e gentile SIMPATIA per tutti gli uomini" anche per coloro che non sono consapevoli o rimuovono questa radicale solitudine che connota l’esistenza umana davanti a "sorella morte".
Oso dire che Luca è questo SPLENDIDO SORRISO rivolto a te ed a tutti noi.
Grazie Luca, te ne sono veramente grata, grazie anche a Gabriella ed a tutti gli altri.
Per quel che riguarda me, io vago per la casa cercando di unificare, nel fare le faccende, l’inspiro e l’espiro con il "sorrido e m’abbandono", come fosse la preghiera del cuore di Gesù e questo mi dona serenità e pace.
Sorrido e m’abbandono ad un:
"vi abbraccio"
Rosella
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Carissimo Michele, ti ricordi questi primi versi del Salmo 125?
"Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso".
Il sorriso è l’intima gioia di chi sta ritornando, è uno stato, purtroppo fuggevole, in cui pregustiamo il profumo della pace che ci viene incontro.
Perciò l’Immacolata è quasi sempre rappresentata sorridente.
Maria Immacolata, infatti, non patisce più le lacerazioni della ferita originaria, tiene perciò il serpente (e la luna del mutamento) sotto i piedi, e quindi sorride beata.
Questo è lo stato di grazia di una gioia che nessuno e niente può toglierci, come ci ha predetto lo stesso Gesù (Gv 16,23).
E chi è felice normalmente sorride….
In tal senso san Paolo può arrivare a dire: "Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi" (Fil 4,4).
Che Dio ci aiuti a credere in queste parole e a farne piena esperienza.
Ciao e auguri per ogni cosa.
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Michele nooo.
Io manco totalmente di disciplina, chi altri potrà mai testimoniarmi il valore del sacrificio accolto e vissuto in quel tuo modo essenziale e per me incomprensibile?
Spero che ci ripensi, e comunque … grazie, grazie di tutto.
So che continueremo a pregare insieme.
Non ritirarti troppo nella tua tana, sii felice e torna tra noi…
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p.s. ma perchè mai non dovresti creare una turbativa "all’ottimo lavoro" che…?
Scusa sai, ma se qui suoniamo tutti la stessa musica diventiamo autoreferenziali, e quando mai ci possiamo accorgere (lasciare fare dall’altro "io sono tu che mi fai" ) dei nostri limiti?
Nooo! tu hai un compito arduo tra di noi, SOPPORTARE LA NOSTRA INCOMPRENSIONE ED OFFRIRLA al Padre, per il perdono dei nostri di peccati.
Sei libero di andartene, di ritirarti, ma io non avvallo la tua decisione.
Tu non sei tra noi "per caso" chiaro?
Ti abbraccio
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Nei gruppi darsi pace cerchiamo di esaminare le dinamiche attacco-difesa, per poterle disattivare, ma sappiamo che sono dure a morire!!! Continuano anche dopo tanti anni di lavoro a presentarsi nei loro automatismi, e, come scrive bene Luca, i duelli che ne scaturiscono sono magari un segno di speranza: un modo per essere vivi, per esistere. Forse però possiamo imparare a contare fino a dieci, prima di esprimere le nostre negatività.
La nostra tendenza naturale a giudicare, oppure a sentirci spiazzati dalle critiche altrui: tutte cose di cui convertirci, con allegria, con un sorriso.
Resta con noi, Michele, perché è bello dialogare con te. Forse il sorriso a cui ti riferivi tu è quello dei buontemponi di cui parlano i salmi, che vanno dritti dritti alla perdizione (parola di Gesù). Uomini superficiali e vani, senza spessore né profondità.
Sento il bisogno di verifiche contro l’ipocrisia che talvolta sento nel mio buonismo, sento di dovere ancora imparare a dialogare, a esprimere una critica con amore e senza astio. Talvolta si dicono falsità oppure il tacere nasconde pensieri negativi che non si ha il coraggio di comunicare per viltà.
Un caro saluto a tutti, con l’augurio di imparare a parlare nella verità e nella carità.
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L’approccio razionale alla seduzione? È possibile, secondo lo scrittore newyorkese Andrew Trees, che nel suo libro Decoding Love ha analizzato l’aspetto statistico e scientifico di questo sentimento tramite sondaggi e ricerche. Consigli per uomini e donne
di BENEDETTA PERILLI
QUANTI ranocchi bisogna baciare prima di trovare il principe azzurro? La risposta, a questo e ad altri scottanti quesiti sull’amore, arriva dal guru del sentimento decodificato. Si tratta di Andrew Trees, scrittore newyorkese che negli ultimi due anni ha analizzato l’aspetto statistico e scientifico dell’amore tramite sondaggi e ricerche sui rapporti sentimentali fino a comporre Decoding Love, libro cult negli Stati Uniti che raccoglie le scoperte più sorprendenti sull’argomento.
Qualche esempio? Il numero di sorrisi da sfoggiare in un’ora per conquistare un uomo è uguale a trentacinque mentre, per rimanere in tema, il numero dei rospi da sedurre prima del successo amoroso è pari a dodici. "Il risultato deriva da una teoria dei giochi, in particolare dal "gioco della dote" – spiega Andrew Trees a Repubblica.it – i ricercatori hanno scoperto che se esci con dodici persone, poi ti metti con la prima persona migliore dopo le prime dodici (in genere dovrai uscire con 30 o 40 persone prima di trovare qualcuno migliore degli altri dodici) hai un’alta probabilità di finire con un partner che sta tra i primi 10 della classifica".
L’amore, insomma, può essere fatto anche di numeri e un approccio razionale, come quello proposto da Trees, e sarebbe secondo l’autore la strada giusta per far cadere anche i pregiudizi più radicati. "Immaginate un romanzo di Jane Austen riscritto da Charles Darwin o Adam Smith – spiega l’autore sul suo sito – e avrete un’idea di che tipo di libro è il mio".
Così, tra un sondaggio australiano sui profumi più sexy e una ricerca americana su ovulazione e attrazione, e alcune rivelazioni scioccanti, come "scoprire che i contraccettivi orali hanno sulle donne un’influenza negativa e profonda nella scelta del partner" , il decodificatore dell’amore è diventato in patria un personaggio da talk show, con tanto di blog e Twitter. A lui le donne rivolgono domande incalzanti sulla seduzione e lui, rielaborando i dati raccolti, fornisce risposte che non lasciano ambiguità. State cercando delle idee per fare la prima mossa con l’uomo che vi piace? Portatelo in un bar. È qui che il sesso femminile sarebbe più incline a dichiarare i propri sentimenti. Ma non senza uno speciale mix di sguardi e sorrisi che, se gestiti con equilibrio, possono garantire il successo. Gli sguardi, quelli sexy, devono essere molti e ripetuti. Secondo uno studio del 1985 a nulla servono però se non sono accompagnati da un sorriso intrigante e, per la psicologa americana Monica Moore autrice di uno studio sul flirting, sono più importanti dell’aspetto fisico di chi li lancia. Più sorrisi si dispensano e più salgono le possibilità di conquistare quell’uomo. Sorridendo 35 volte in un’ora, sempre secondo Moore, la media dell’acchiappo sarebbe pari a quattro uomini.
Se poi volete essere certe di tornare a casa con un numero di telefono in rubrica allora conviene aspettare il momento dell’ovulazione. Sempre a detta di una delle ricerche documentate in Decoding Love gli uomini trovano più attraenti le donne in questa fase del ciclo mestruale. A dirlo è lo psicologo dello sviluppo Geoffrey Miller dell’Università del New Mexico che, tramite l’osservazione di un gruppo di ballerine di lap dance a lavoro, ha scoperto che le mance ricevute dalle ragazze variano a seconda dei giorni del ciclo. Una ballerina in fase mestruale percepisce circa 22 dollari all’ora, mentre una in periodo di ovulazione può arrivare a guadagnare fino a 45 dollari in un’ora.
Ma non basta. Per essere sicure di arrivare al primo appuntamento potete provare a spaventare la vostra preda, così riceverete più attenzioni di un normale corteggiamento; scegliere un profumo dalla fragranza floreale e speziata, così sembrerete più magre di circa 5 chili; indossare il rossetto, è dimostrato che una donna con le labbra truccate risulti più attraente. Il resto poi dipende dall’uomo e dai suoi numeri. La misura dei testicoli sarebbe un indicatore di promiscuità; la presenza di un certo gene li renderebbe più propensi alle relazioni e il raggiungimento dell’orgasmo dipenderebbe dalla simmetria.
Per entrambi i sessi poi valgono le regole dedotte da un sondaggio effettuato da un popolare sito di incontri online. Quali sono i comportamenti da evitare a tavola per sperare in un secondo appuntamento? Per il 46% degli intervistati non bisogna rispondere al cellulare, per il 41% non si deve trattare male il personale del ristorante; il 26% degli uomini e il 37% delle donne non amano che il partner parli troppo di sé e il 30% non dà un’altra chance se si affronta l’argomento ex. Infine, se siete donne, godetevi la cena ed evitate di parlare del vostro peso e della vostra prossima dieta: il 40% degli uomini lo trova insopportabile.
L’amore, come ricorda Trees in uno dei capitoli del suo libro, muove nel cervello gli stessi meccanismi dell’ossessione, della mania e dell’intossicazione. Le aree attivate nei volontari di una ricerca americana dall’osservazione delle fotografie delle persone amate sono le stesse di quelle attivate dal consumo di cocaina e, per concludere, gli innamorati hanno alti livelli di un’anfetamina natuale presente nel cioccolato. Quanto basta per ricordare cosa che ha spinto Andrew Trees a decodificare, in cifre e dati, il nobile sentimento dell’amore: "Il mio obiettivo – spiega nel sito – è dimostrare perché un approccio razionale alla più irrazionale delle ricerche dell’uomo, quella dell’amore, può funzionare".
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Sarebbe davvero un controsenso che i nostri gruppi (e quindi il nostro sito) non sappiano accogliere le voci contrastanti, concordo con Luca e Rosella per quanto hanno espresso. I pareri contrari sono necessari e non è vero che nei gruppi “Darsi pace” si pensa tutti allo stesso modo. Nei nostri incontri c’è chi crede in Dio e chi no, chi è di destra e chi è di sinistra, chi preferisce la musica durante la meditazione e chi no, etc..sicuramente, però l’obiettivo comune è uno solo: trovare la nostra pace interiore e di conseguenza darla a chi ci sta intorno.
Pertanto ci si confronta con serenità, senza attaccare l’altro, ma esternando magari le proprie perplessità sulle affermazioni dell’altro.
Io credo, Michele, che la soluzione non debba essere non intervenire più nel sito, ma capire lo Spirito del sito, del nostro lavoro (tra l’altro credimi non mi sono sentita affatto attaccata personalmente).
Noi gettiamo l’amo, troviamo non so come il tempo (che nessuno di noi ha) per lanciare un messaggio, per scrivere qualcosa con la speranza che possa servire a qualcuno per riflettere, per sfogarsi, per illuminarsi…….qualcuno di noi ci riesce meglio, qualcuno di meno ma almeno ci prova.
Quando hai detto nel tuo secondo intervento (cito le parole) “io per esempio le maggiori ferite le ho ricevute da persone con il sorriso sulle labbra”, ecco qui ho sentito il tuo sfogo detto con il cuore ferito che è in te come in tutti noi. E per questo noi siamo qui!
Un ringraziamento a tutti Gabriella
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ciao Luca, buona giornata.
Anch’io desidero ringraziare m. per quello che ha postato, ma da un altro punto di vista.
Ho bisogno di qualcuno che mi insegni ad esternare in modo (più o meno) assertivo il mio pensiero, poichè io quando tocco la mia ferita "implodo" in modo autodistruttivo.
Il secondo post, quello sui "trentacinque sorrisi in un’ora", l’ho letto d’un fiato e due volte di seguito.
Lo considero "squisitamente delirante" nella sua scientificità… quel che è certo è che mi è piaciuto e che pur non conoscendo m, d’ora in poi lo seguirò con attenzione per apprendere.
Ho incontrato un altro maestro di Vita.
Michele ha qualcosa che mi manca (la sua disciplina nel sacrificio) ma anche m ha qualcosa che mi manca.
Un abbraccio ad entrambi
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Carissimi, è bello verificare il nostro lavoro in diretta….
Noi sappiamo che la prima reazione ad un intervento esterno che avvertiamo come negativo è quella delle nostre strategie difensive abituali: ognuno ha la sua: rabbia, chiusura, rottura, aggressione, falsa superiorità, falso distacco, e così via.
La pratica della consapevolezza ci aiuta a non agire questa reattività immediata, in quanto non è affatto la nostra verità, ma un’immediatezza alienata, forzata alla sua origine, e quindi per nulla autentica, ma falsa.
Lasciando andare questa reattvità automatica, possiamo conquistare uno stato di maggiore equanimità, e poi magari uno stato di integrità nello Spirito, in cui riusciamo finalmente ad agire, a rispondere, partendo da una vera profondità, dal nostro CUORE, senza ferirci di nuovo e senza ferire nessuno.
La spontaneità spirituale è cioè il risultato di un lavoro, sembra un paradosso; mentre l’immediata reazione è in realtà una forzatura, sorta da antiche ferite non ancora curate.
Troncare il discorso, quindi, carissimo Michele, non credo sia ciò che realmente desideri.
Prova a concederti il piacere di rimanere…
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Caro Luca,
come si dice in questi casi… mi corre l’obbligo di … una doverosa precisazione:
l’acronimo m. non è marco f. !!!
Ti ringrazio per gli apprezzamenti, ma non ero io l’autore delle simpatiche "scuse" …
anche perchè non rilevo, solo in questo caso!!!, nulla di cui pentirmi !
Una buona giornata , un grosso abbraccio.
Ciao,
Marco F. …. ok?
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I commenti al post hanno disegnato un percorso che mi ha colpito, e che esprimo così:
dal valore di un sorriso al valore di un lavoro trasformativo su di sé.
Grazie per la luce "quaresimale" che ho raccolto dai vostri scritti.
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ciao Corrado,
buona Quaresima anche a te
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Cari amici,
quante volte ho sperimentato che anche nelle situazioni più difficili un SORRISO ACCOGLIENTE scioglie i ghiacci più freddi e duri…………
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