Una grande lezione di vita la danza di questi due splendidi artisti: è possibile danzare la vita in ogni tempo; trasfigurare ogni limite in pienezza di vita, ogni ombra in luce, ogni morte in esperienza di resurrezione.
Ci è stato dato tutto il necessario per fare della nostra vita un capolavoro. Attingendo a quella pienezza di integrità sempre presente nella profondità della nostra vita possiamo creare la nostra opera d’arte, che sarà unica come lo sono le nostre storie personali.
Proprio le nostre ferite, le nostre mutilazioni interiori, sono il materiale grezzo per la nostra creazione: più povero è il materiale più risalterà l’opera dell’artista. E l’artista è lo Spirito che danza in noi se ci abbandoniamo a Lui, anche quando ci costringe a movimenti inusuali che risultano dolorosi proprio perché resistiamo ancora ad abbandonarci alla Sua danza.
Vi propongo un altro video, un’altra grande lezione di vita.
Proprio lungo la via dolorosa, quando siamo con la faccia a terra, privi di forza, fiducia e speranza, possiamo fare esperienza di una Forza che ci solleva in alto, che trasforma il cielo nero di maledizioni sopra di noi in un cielo luminoso di benedizioni.
Così abbandonandoci al Danzatore la via crucis si trasfigura in via lucis, la via dolorosa in via gloriosa.
Benedirò il Signore in ogni tempo!
Concedimi Signore di lasciare il tuo Spirito danzare liberamente in me, in ogni tempo!
Buona danza verso la Pasqua!
Come creta
tra le mani
del Vasaio
Grazie Giovanna per questa lezione di coraggio e d’amore
buona danza anche a te
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Dalla disperazione nasce, può davvero nascere, la speranza!
Dalla notte, il sole. Ogni giorno.
Mi chiedo che cosa deve cambiare nella mia vita. Per quanto dipende da me. A cominciare dalle piccole cose. Senza inutili lamenti e lamentele.
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E’ proprio vero che non c’è disabilità che non nasconda una grande ricchezza! L’importante è avere occhi per cogliere e cuore per trasformare ogni lamento in canto di gioia.
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Cara Giovanna,
che dirti se non che ho assistito ad entrambe i video con gli occhi umidi e il groppo alla gola.
Una forte emozione e una luce splendente.
Grazie davvero dal cuore per queste immaggini bellissime della vita.
Non potrò dimenticarle.
C’è un universo dentro di noi che chiede solo di realizzarsi.
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Cara Giovanna,
desidero fare una riflessione "fuori dal coro", non perchè non condivido, ma forse dato che conoscevo gia il primo video e ne ho vissuto LO STUPORE a suo tempo, ora, quel che mi domando è: "quante mani si sono strette attorno a loro perchè questo "emergere commovente DEL BELLO E DEL FORTE" potesse realizzarsi? " Testimoniando che OGNI VITA E’ DEGNA DI ESSERE VISSUTA senza prescindere ne dal punto di partenza ne dal sostegno di un accompagnamento umano che ne sostenga la fragilità.
Ora la mia riflessione verte su questo: "Quanti di noi sono disposti a sostenere veramente il talento dell’altro? O se preferiamo quanto siamo disposti e capaci ad aiutare qualcuno portatore di handicap o meno? qualcuno che magari possieda maggiore talento di noi? siamo veramente liberi di "non fargliela pagare?
Quanto siamo disposti e capaci realmente ad accogliere socialmente e comunitariamente il diverso? Diverso che ha valenze e poli opposti, come per tutto il resto?
In fondo la domanda che risuona nella mia anima ultimamente è sempre la stessa:
"come si accoglie un dono? il dono della mia vita e di quella "…dell’altro solitario che cerca Dio attraverso me…" ?
Il dono della nostra propria esistenza che si dipana minuto per minuto, ora per ora, giorno per giorno anno dopo anno, nel transito terrestre?
Ciao.
Buona giornata a tutti
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Cara Giovanna, grazie per averci ri-cordato la Speranza.
Un abbraccio.
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Carissimi Filomena, Gabriella, Corrado, Santina, Marco, Andrea, grazie di cuore per i vostri interventi.
Cara Rosella cosa rispondere alla tua domanda?
Ognuno accoglie secondo il livello della sua integrità, secondo la capacità di accogliere se stesso. Chi è ancora molto ferito e non riconosce e abbraccia la sua ferita non è in grado di accogliere e abbracciare la ferita dell’altro, e se cova sentimenti di invidia non aiuterà a far emergere il talento dell’altro.
Come tu sai nei nostri gruppi lavoriamo su questi aspetti, ma la strada verso l’integrità è una strada lunga che conosce avanzamenti, fermate e anche piccoli passi indietro per insegnarci l’umiltà. La nostra capacità di accoglienza è comunque sempre limitata, solo Dio ama senza condizioni, solo in Lui è possibile fare l’esperienza di essere riconosciuti e accolti incondizionatamente.
Ho proposto questi video perché gli handicap visibili dei protagonisti fanno in qualche modo da specchio ai miei, invisibili, che spesso mi paralizzano.
Mi chiedo: come hanno potuto trasfigurare così il loro handicap? Sicuramente hanno attraversato un mare di sofferenza (vergogna, paura, rabbia, risentimento, invidia, gelosia, impotenza, ecc…) ma poi sono arrivati ad abbracciare la loro infermità, la loro mancanza di integrità, senza negarla, nasconderla, rimuoverla, e trasformarla così in pienezza di vita.
Non so quanti rifiuti, esperienze di emarginazione, hanno dovuto attraversare, non so quante mani si sono strette attorno a loro. Forse le persone con handicap visibili sono spesso dotate di una particolare forza interiore perché hanno la missione di indicarci la via verso l’integrità.
Ho un fratello che è stato colpito da poliomielite quando aveva appena un mese e mezzo, non ha mai conosciuto la gioia di correre come gli altri bambini, eppure ha una positività e una forza che nessun altro in famiglia ha: è sempre allegro e pronto a prendersi cura egli altri.
Un mio vicino di casa a causa della sclerosi multipla da anni è paralizzato e dipende completamente dagli altri: non può rigirarsi nel letto, soffiarsi il naso, cacciare una zanzara, bere e mangiare da solo, eppure è sempre accogliente con tutti e quando gli chiedo come sta mi risponde sempre: sto bene. Quando vado a trovarlo mi ricarico, vado via leggera. E’ un grande maestro di vita per me.
Un affettuoso abbraccio a tutti. giovanna
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Grazie di tutto, Giovanna e buona giornata.
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Leggendo sul Corriere della Sera di oggi uno scritto del cardinal C,M. Martini, ho collegato due suoi passaggi con il lavoro dei gruppi di Marco. E anche con questo post di Giovanna. Li trascrivo.
"La libertà è proprio la capacità di far vedere agli altri che non siamo perfetti e possiamo essere bravi, ma non sempre" .
"La libertà è avere un cuore senza rabbia, senza odio, capace di perdonare e lasciarsi perdonare".
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Commovente!
grazie Corrado, come dicevamo all’incontro è confortante vedere come da più strade si giunga alla sola Verità.
A maggior ragione quando sono strade principali, come quelle da te citate.
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