«Chi uccide un bambino spegne il sorriso di una fata… Mi batterò per liberare me stesso e i miei compagni di sventura dalle catene in cui mi trovo; non solo quelle che colpiscono i bambini, ma anche gli adulti, perché non può esserci benessere per i bambini finché gli adulti saranno offesi e sfruttati». (Iqbal Masih)
Il 16 aprile si celebra la Giornata Mondiale contro la Schiavitù Infantile in memoria di Iqbal Masih, giovane martire della libertà, ucciso il giorno di Pasqua del 1995 dallamafia tessile del suo Paese.
Iqbal, venduto all’età di 4 anni dai genitori poverissimi ad un fabbricante di tappeti, era diventato il grande testimone della schiavitù minorile nel suo Paese. Con i suoi interventi in Parlamenti e Università dell’America del Nord e dell’Europa aveva sensibilizzato l’opinione pubblica internazionale e fatto si che il governo pakistano, sotto la pressione internazionale, chiudesse molte fabbriche di tappeti liberando così migliaia di bambini.
Insieme a Iqbal il 16 aprile si vogliono ricordare i milioni di bambini schiavizzati nel mondo: bambini incatenati davanti ad una macchina per cucire o ad un telaio; bambini che lavorano nelle miniere e nei campi; bambini usati per sminare campi minati, bambini costretti all’accattonaggio; bambini usati come pezzi di ricambio per trapianti di organi; bambini costretti a prostituirsi, bambini vittime di turismo sessuale, bambini vittime di pedofilia, bambini usati nel mercato pedopornografico; bambini vittime di abusi in famiglia, bambini costretti ad un matrimonio precoce; bambini soldato, bambini………bambini……… le aree di schiavitù dei bambini crescono ogni giorno ed anche la loro strage ad opera degli Erodi di turno.
Nei Paesi ricchi è fiorentissima una moderna forma di schiavitù, quella online: sul web chiunque può acquistare materiale pedopornografico incrementando lo sfruttamento e la schiavitù di bambini invisibili. Dai dati dell’Osservatorio Internazionale di Telefono Arcobaleno l’Italia risulta al quarto posto (dopo Usa, Germania, Russia) per consumo di materiale pedopornografico.
I dati forniti dall’Organizzazione mondiale del Lavoro (OIL) sono impressionanti:
400 milioni i bambini schiavi nel mondo
un milione e 800 mila i bambini coinvolti nel fenomeno della prostituzione
un milione i bambini coinvolti nel fenomeno della tratta (in Italia sono più di 54mila le vittime di tratta che hanno ricevuto assistenza e protezione fra il 2000 e il 2007, ma il sommerso è di gran lunga più esteso!).
Un caso tra tanti: la storia di Amita, una bambina di 9 anni rapita, portata in una città lontana, messa in una gabbia e costretta a subire rapporti sessuali con dozzine di uomini al giorno, picchiata brutalmente quando piangeva o si rifiutava, morta all’età di 14 anni in seguito ad un pestaggio. Milioni di bambine come Amita ogni anno vengono vendute per esser violentate.
In che modo questi fatti ci interrogano?
In che modo il fuori e il dentro coincidono?
La violenza verso i bambini che caratterizza la nostra epoca ci dice qualcosa di noi?
C’è un Nascente che si vuole incatenare, sopprimere?
Quanti bambini sono tenuti in schiavitù dentro di noi?
Nei nostri gruppi impariamo a riconoscere, ascoltare, ridare voce e liberare i nostri bambini tenuti in schiavitù, nella convinzione che come è dentro così è fuori, e che questa azione di liberazione interiore è la prima, fondamentale, concreta ed efficace azione per combattere il fenomeno della schiavitù nel mondo: infatti solo chi è libero può liberare, senza riprodurre altre e più sottili forme di schiavitù.
Nel lavoro dei nostri gruppi impariamo a smascherare le complicità, connivenze, collusioni, con gli Erodi fuori e dentro di noi, perché dentro di noi c’è il Nascente di cui si fa strage e l’Erode che opera lo sterminio.
Indignarsi, scandalizzarsi per il dilagare del fenomeno della schiavitù nel mondo è facile, più difficile è riconoscere le complicità che continuiamo a mantenere con gli Erodi dentro di noi.
Ma ci liberiamo per liberare, come ha fatto Iqbal, per tradurre anche in impegno civile la libertà conquistata.
Ci sono azioni semplici ma molto efficaci che ciascuno di noi può compiere per combattere la schiavitù infantile.
Possiamo boicottare tutti i prodotti ottenuti con il lavoro dei bambini. Ogni volta che acquistiamo prodotti a bassissimo prezzo dobbiamo pensare che è stato prodotto con lavoro di schiavi, in massima parte bambini.
Secondo i dati dell’OIL l’apporto dei piccoli schiavi al PIL mondiale è di 13.000 milioni di euro annuali. I bambini rappresentano più del 10% del potenziale di manodopera, stimato in oltre tre miliardi di persone.
Possiamo informarci ed esercitare una forma di consumo critico scartando i prodotti delle Multinazionali che fanno uso di lavoro minorile (dalle scarpe da ginnastica ai palloni, dall’abbigliamento alle bevande, alle automobili, ecc.).
Per avere un’idea delle condizioni di lavoro guardate questo video: Scarica presentazione
Le Organizzazioni Umanitarie hanno denunciato ripetutamente le potenti imprese multinazionali che nei Paesi poveri fanno uso del lavoro minorile per diminuire il prezzo delle merci.La schiavitù infantile è diventata uno strumento della guerra commerciale internazionale.
Il consumo può influenzare le scelte economiche molto di più del voto elettorale. Possiamo utilizzare il consumo come una forma di voto sostenendo così le forme produttive corrette e ostacolando le altre.
Possiamo sostenere le organizzazioni impegnate a combattere le violenze nei confronti dei bambini.
Possiamo……..
Possiamo………
Aiutiamoci reciprocamente a trovare forme concrete di impegno civile per combattere la violenza verso i bambini.
Grazie molte, cara Giovanna, per aver portato la nostra attenzione sulla dolorosa e sconvolgente realtà dei bambini schiavi e sottoposti a ogni sorta di sfruttamento. Se ne parla troppo poco, forse perchè è un argomento triste, angosciante, che mette in discussione anche i nostri stili di vita. Ma è invece da affrontare,sia a livello politico, sociale, sia a livello personale, psicologico e spirituale. Boicottiamo sistematicamente i prodotti delle multinazionali incriminate, ma anche gli oggetti a bassissimo prezzo dei mercatini; non vantiamoci anche presso gli amici dei nostri buoni affari e quando loro ci mostrano alcuni acquisti a prezzi stracciati, insinuiamo loro dei dubbi.
Se possiamo, sottoscriviamo qualche cosidetta adozione a distanza. Non viziamo i nostri piccoli o i nostri animali con tante cose inutili e talora dannose. Educhiamo alla gioia e al buon gusto della sobrietà. E preghiamo il Signore che cambi i nostri cuori di pietra, offriamo a Lui le nostre sofferenze quotidiane, confrontandole anche con quelle delle motitudini di bimbi torturati, forse le nostre ci sembreranno più leggere!E lodiamo Dio e le donne e gli uomini per i bambini falici! Mariapia
cara MariaPia,
ti sono molto grata per il tuo intervento. In questo momento io sono proprio una di quelle persone “incapaci” di vedere il video, di guardare questa realtà.
Mi sei “luce”.
ciao
Rosella
Cara Maria Pia, ringrazio te per aver voluto fermare la tua attenzione su ciò di cui non si deve parlare, anzi ‘non si deve vedere’; per essere stata ‘luce’ per Rosella.
Cara Rosella, la ‘incapacità’ di vedere questa realtà non è solo tua: c’è una sorta di tabù sociale del ‘vedere’.
L’impatto emotivo di questo nuovo olocausto è talmente forte che è in atto, a mio avviso, una sorta di rimozione collettiva per proteggerci dal dolore del ‘sapere’, del ‘vedere’.
D’altronde questa difesa percettiva, questo tabù del vedere, funziona se è osservato da tutti, quindi a vicenda ci rinforziamo nel non vedere, ci induciamo a volgere altrove lo sguardo,a distrarre l’attenzione.
Così facendo però inconsciamente ci rendiamo complici, colludiamo con gli schiavisti, felici dei nostri ‘piccoli affari’.
Perciò, una volta acquistata consapevolezza della tragedia in atto, dobbamo parlare, aiutare altri a ‘vedere’.
Ti ringrazio, Maria Pia, per le piccole azioni concrete che suggerisci: ognuno di noi può fare qualcosa e questo rende più tollerabile il senso di impotenza che ci assale.
In fondo il lavoro di trasformazione interiore che portiamo avanti non è fine a se stesso, ci trans-figuriamo per trans-figurare il mondo.
un caro abbraccio. giovanna
Cara Giovanna,
penso che ciascuno di noi abbia un proprio posto nel disegno di Dio ed anche il Suo sostegno per portare avanti ciò a cui dobbiamo corrispondere.
Mi dispiace io non ce la faccio ne a guardare ne a sentire giornali e telegiornali e neppure a leggere per intero il tuo post quando viene mostrato ciò che l’uomo fa al “figlio dell’uomo…”.
Provo un tale sconvolgimento interiore che mi toglie ogni forza, ogni fiducia nella vita, con la V maiuscola o minuscola… fa uguale.
Ciò che suggerisce MariaPia, gia lo pratico e la mia gratitudine nei suoi confronti è stata proprio quella di un grazie, che qualcuno abbia trovato la forza di parlare, in modo anche per me leggibile…
Comprendo le tue motivazioni ma non sono in grado di reggere l’impatto emotivo dei fatti..
Ti abbraccio
Rosella
…mi son destata “indegna”
indegna di vivere e morire
chi mi abbraccerà? chi
mi condurrà per mano
paternamente? Chi? potrà
far sì che io generi “àncora”
vita? in questo desolato sangue
di grido muto? “per dono”
come si accoglie? allora? allora
il dono della Vita come ? come
si accoglie la vita?
la nostra beninteso!
per mezzo della quale
l’altrui Poter sollevare
mano nella mano…
cara Rosella, mi fa piacere sapere da te che il mio commento ti abbia aiutato a riflettere sul tema proposto da Giovanna. Se non ce la fai a guardare il video o a leggere certe descrizioni, abbi pazienza con te stessa, verrà il momento in cui diventerai più forte! Io penso che contano già molto le tue scelte di vita concreta, sei già responsabile, anche senza sapere e vedere tutto!Facciamoci coraggio tra noi per perseverare! Con tanto affetto e stima, mariapia
… nella Tua mano Per dono
“fatta degna” di vivere
e morire Abbraccio di luce
salvezza, àncora ancora
LA VITA LA NOSTRA
Signore
… son giusto, giusto, tornata or ora, dalla Messa.
Auguri di una buona giornata.
Rosella
oggi esagero, ma poi mi taccio.
Mariapia, quella è anche la Tua/tua mano…
grazie e ciao.
Rosella
Carissima Rosella, non cedere al senso di colpa, abbi fiducia nel lavoro interiore che porti avanti: questa è la prima più efficace azione per combattere la schiavitù dei bambini nel mondo. I bambini schiavi sono dentro di noi e quanto si verifica all’esterno è specchio di quanto avviene all’interno.
E la dimensione assunta all’esterno dal fenomeno ci vuol dire quanto grande deve essere l’impegno che dobbiamo rivolgere alla liberazione dei bambini tenuti in schiavitù dentro di noi.
Ogni volta che faccio una buona meditazione, che mi prendo cura delle mie ferite e prendo consapevolezza delle mie distorsioni, io sto liberando qualche bambino in qualche parte del mondo.
Perciò, cara Rosella, stai serena! abbi cura della tua piccola bambina, ascolta i suoi bisogni, non giudicarla severamente, abbracciala con tenerezza e in questo abbraccio accogli tutti i bambini privi di amore e tenerezza.
Come dicevi: ognuno ha un suo compito nel disegno di Dio ed anche il Suo sostegno per portarlo avanti. Laddove non ce la facciamo forse non siamo ancora pronti o non ci viene richiesto.
Con tanto affetto. giovanna
grazie cara
ro
belle,belle.
😮 😯 😮 😕 😎 😆 😡 😈 🙄 😉 💡 ➡ 😐 😥
😛 ❓ 🙁 👿 ❗ 🙂 😳 😀
😛 Sono contento
sono felice di sentire che sei contento.
benvenuto nel nostro sito! giovanna