Breve stacco distensivo. Ogni tanto ci vuole pure qualcuno che rompa… gli schemi.
Grazie ad una provvidenziale segnalazione di mio fratello, un paio di settimane fa mi dispongo all’ascolto e alla scoperta di un altro gruppo indie, partendo dall’album la cui copertina mi attira di più. Perché ammicca i primi album dei primi Genesis : 200 Tons Of Bad Luck, e perché appunto 200 tonnellate di sfortuna sembrano proprio tante…. e … scopro nuovi sconfinati affascinanti orizzonti di creatività rock ..i … Crippled Black Phoenix, indie rock made in UK! Che mi permetto di raccomandarvi magari non come sottofondo per la meditazione quotidiana, ma per qualche sapiente e genuino momento di evasione dalla routine ordinaria delle nostre vite, all’esplorazione di mondi nuovi emotivamente traboccanti.
Nascono dall’incrocio, o meglio dal contributo, di esperienze molto distanti, opposte e lontane direi: Dominic Aitchison, bassista dei Mogwai gruppo scozzese che suona brani strumentali di tono malinconico etichettato come post-rock, e Justin Greaves, batterista degli Electric Wizards band inglese heavy metal e stoner più vicino alle hard-rock bands stile Black Sabbath, i due fondatori, e ripercorrono con sincero entusiasmo, grande perizia e generosa creatività le acclamate ed ancora scintillanti vie del rock più classico per approdare con nuove energie e visioni all’indie rock dei nostri giorni, molto, ma molto vicino al progressive che ci ha segnato nei fantastici seventy.
La fusione di due membri, leaders carismatici nei propri gruppi di provenienza, determina un sodalizio eccellente, super, che trova il punto di forza nella tradizione, ma sa rilanciarsi nel riflesso dei tempi che viviamo.
Justin e Dominic danno vita al progetto della Zoppa Fenice Nera nel 2006 e sfornano in poco meno di quattro anni ben 4 album (di cui uno doppio), l’ultimo dei quali nell’anno in corso dal titolo I, Vigilante.
La band è un collettivo formato da 8 componenti che con rara maestria e virtuosa dedizione suonano strumenti che vanno dal violoncello al banjo, dal synth al dobro.
Le atmosfere a volte cupe, altre nostalgiche ed altre ancora folk sorprendono ed appassionano, ad un ascolto attento e reiterato.
Inoltre le sapienti intrusioni di voci e rumori di ambiente, con l’uso di archi, fiati e cori descrivono scene epiche, trionfanti ove non di quotidiana disperazione, oppure intonano inni, o rabbiose deliranti ballate.
Non potranno sfuggire gli echi dei migliori Pink Floyd, dei Genesis, dei Sigur Ròs e perché no l’arte e lo stile degli Arcade Fire, che per la verità hanno iniziato solo qualche anno prima.
Non mi resta dunque che proporvi alcuni minuti di ascolto … magari con la giusta atmosfera, forse con gli occhi chiusi ed un animo disposto ad accogliere, anche i dettagli, per poi lasciare andare…..
Dal loro secondo album (200 Tons Of Bad Luck) questo brano strumentale particolarmente ispirato che si chiama Crossing The Bar: http://www.youtube.com/watch?v=1Xq8wL4825s&p=DF2212CED51C6425&playnext=1&index=33
e,, sempre dallo stesso album questa versione dal vivo di Rise Up And Fight che riprende senza vergogna il riff della leggendaria One Of These Days dei Pink Floyd per un devoto, simbolico, vibrante omaggio ai grandi predecessori:
http://www.youtube.com/watch?v=3FhKvGncuM4
Nella speranza di avervi portato almeno per un po’ lontano dalla vostra ordinaria alienazione, di avervi suscitato qualche sopita emozione, ringrazio per l’attenzione.
Marco Falconi.
Beh, qui gioco in casa !
e quindi grazie, Marco. Sono contento che anche tu li hai apprezzati, ma soprattutto molto meglio di me li hai analizzati, studiati.
Fornendomi anche informazioni che non sapevo proprio.
Bene, bene !
f.
caro Marco F.
non ho trovato i brani e così non li ho sentiti, sono un po’ imbranata con il mezzo telematico.
Comunque sia desidero darti un riscontro che è questo: “io sono felicissima di chiunque tenti di rompere gli schemi altrui”; oggi appena avrò tempo mi cimenterò ancora per tentare di sentire la musica che ci hai proposto.
Questo perchè io “non so vivere la festa”.
Anche se ora sento questa “gioia nel cuore” ancora non so veramente incarnarla e sarei veramente contenta di sentire e leggere più spesso, storie e parole di coloro che riescono ad innalzare veri e propri INNI ALLA GIOIA.
Un abbraccio, e buona giornata a tutti.
Rosella
visto che è andata persa, e che il blog non è molto affollato, mi permetto postarla anche se “fuori tema”.
il SENSO DELLA GIOIA
dedicata ad Irene
e alla pace nel cuore di tutti
i nostri ” bambini interiori”
un abbraccio da nonna
a Gabriele che “non c’era” ancora
Il ROSA spunta all’alba
gemmando dall’azzurro.
Stropiccia gli occhi
dal sonno col verde
dell’acqua, poi scompare!
Pare che nella vita
giochi a nascondino; e
per vederlo ti ci vogliano
gli occhiali. Appunto!
Dopo gli “anta” ed ancora
un po’ più in là, riappare.
Umida, soffice, leggera
impalpabile gocciolina
che sale nell’oro della sera.
O scende ? Comunque sia
accende di color pastello
il cielo. Dal tempo, nel tempo
del tramonto, reso dolce,
il desiderio di felicità s’offre
e conosce . Conosce il senso.
Lo coniuga nel cuore col dolore…
cangiandolo in sorriso.
S’ illumina la pace e la gioia
di rosa ANCORA si colora.
il rosa ancora = la gioia ancora
(l’àncora è il simbolo della Speranza)
un abbraccio a tutti
Rosella 😀 😉 😀
Grazie Marco, non conoscevo questo gruppo, credo che lo sentirò ancora. Un altro modo per darsi pace.
Marco pur vivendoti accanto, proprio non riesco a stare al passo con te nella continua scoperta di gruppi nuovi. Mi sono arenata ai “Kings of leon”! Comunque sai quanto mi piace il genere e quanto sono felice che questo tipo di onesta evasione coinvolga anche i nostri figli.
Li ascolterò!
Davvero un riconoscimento a Rosella che ce la mette tutta.
Saluti a tutti
Gabriella
Grazie caro Marco della tua segnalazione!
molto bello che tu e i tuoi figli ascoltiate lo stesso tipo di musica
un abbraccio
Filomena
E’ con grande piacere che ringrazio di cuore tutti coloro che hanno voluto lasciare un contributo su questo argomento.
Se anche per poco sono riuscito a distogliervi dalla quotidiana routine è per me una grande soddisfazione.
L’ascolto dei brani di questo gruppo vi saprà trascinare lontano.
Buon viaggio.
Un grazie particolare:
all’inesauribile Rosella, spero che tu poi riesca ad attivare la visione dei brani che ho inserito, a Massimo per l’entusiasmo con cui sa accogliere le novità,
a Fabrizio che se troverà il tempo necessario potrà divagarsi ed emozionarsi ancor di più,
a Gabriella che generosamente sempre si bendispone alla scoperta “guidata” delle mie elucubrazioni,
a Filomena nella speranza di cullarsi un po’ tra una lirica e l’altra, … i nostri figli sono la continuazione di noi stessi!
A tutti buona pace.
Marco F.