In vista del Natale, ormai prossimo, ho riletto le bellissime Lettere di Natale alla madre di RAINER MARIA RILKE ; esse ci fanno entrare in una dimensione di intensa e palpitante intimità, che si è concretizzato anche, per parecchi anni, in un accordo tra i due: ritrovarsi spiritualmente insieme, pur nella lontananza spaziale, per celebrare il Natale.
Scrive il poeta alla mamma, nella lettera del 21 dicembre 1908:
“ Ti auguro un natale di pace(…)le sei di sera rimangono, al solito, l’ora del nostro appuntamento (…) mi propongo di trascorrere la santa vigilia in grave e silenzioso raccoglimento (…)alle sei raccoglierò per TE tutti i miei pensieri, nell’amore e nel ricordo vivo e fedele, di questo puoi essere assolutamente certa, e io spero che l’ora non trascorra senza che Tu lo avverta e ne sia convinta con tutto il Tuo cuore.”
Esperienza virtuale-telematica ante litteram o grande capacità di superare con lo spirito le barriere del corpo? Non opera questo anche la preghiera? Quando promettiamo di essere vicini con il ricordo o con la preghiera a una persona cara non facciamo forse così? Non rompiamo la gabbia dello spazio e del tempo per amare? E le nostre intuizioni creative non ci portano fuori ed oltre? Così la vicinanza, o meglio la presenza di Dio in noi ci fa pregustare la vita che è già eterna ora, perché proiettata in dimensioni fuori dalle coordinate abituali. Anche la fede nella resurrezione dei morti ci chiama a una sfida di superamento dell’orizzonte mondano.
Vi trascrivo ora parte di una lettera del poeta, scritta da Roma , il 20 dicembre 1903:
“Mia cara mamma,
soltanto il 24, nell’ora di silenzio a noi tanto cara, leggerai queste righe, testimonianza della mia sincera presenza alla Tua sera di Natale. Posso venire a te solo con un dono piccolo piccolo, (…) ma laddove non arriva il mio dono deve parlare la certezza che tutti i miei sentimenti augurali celebrano con Te la Tua festa e Ti circondano e per Te pregano in quest’ora sacra che viviamo assieme, perché ci accomuna la profondità con cui la sentiamo e l’avvertiamo. Assapora con cuore aperto, cara mamma, la sua grande solennità. E lascia che le sue mani soavi Ti sollevino il cuore da ogni cura. Chi ha fiducia è forte e quest’or a silente di Natale è una di quelle che possono dare forza, perché è carica di prodigio e di mistero. E si deve soltanto essere abbastanza silenziosi e soli e pazienti per accogliere in sé la grazia di una tale ora, che in molti non penetra perché in loro c’è tanto rumore e niente ordine. Tutto dipende, in fin dei conti, dal nostro attenersi a ciò che è grande, a ciò che viviamo soltanto nel nostro cuore e che nessuno può turbare. Se nelle ore di grande raccoglimento ed elevazione ci diciamo che questa è vita, ciò che palpitante e solenne si muove in noi e ci acceca con lacrimoni luccicanti che sgorgano dal profondo, allora la modesta confusione che ci circonda, il quotidiano e il torbido non potranno più farci smarrire; con pietosa indulgenza lo sopporteremo e, per quanto sofferenti sotto il fardello, non potremo abbassarci più di quanto voglia quel Dio che ci ha donato queste ore di elevazione proprio come stazioni che illuminano l’oscuro cammino sul quale lo cerchiamo!”
E ancora scriveva Rilke nel 1921, dal Chateau de Muzot sur Sierre:
“Sono qui, cara mamma, anche per questo Natale; mi unisco alla tua solenne preghiera e come sempre ti esorto al massimo raccoglimento ed elevazione, nel vecchio, santo splendore di questa solennissima sera. In questo momento, non diamo spazio alle molteplici inquietudini che le circostanze esterne ancora tanto avvicinano alla vita di quasi tutti noi: in questo istante non siano che provvisorie e passeggere e su di loro prevalga quanto c’è di più intimo in noi, che da loro non è sfiorato, quel centro profondissimo e puro della nostra natura da cui per tutta la vita non ci è giunto nient’altro se non protezione , silenzio e coazione ad avere fiducia. Là, nel centro del suo animo, che tanto spesso rimane inaccessibile anche a lui, il Cristiano celebra il Natale.”
Sono queste parole meravigliose, che ho scelto perché le sento del tutto consonanti con il lavoro di darsi pace. Nella quiete, nell’ordine, nella rettitudine scendiamo in noi stessi per accogliere e custodire il Nascente, che ci rende capaci di relazioni autentiche con Dio e con gli altri!
Possiamo prometterci di ricordarci di tutte le persone di questo blog durante la Messa di Natale, o in qualche altro momento di raccoglimento, per realizzare tra noi una vicinanza spirituale che ci aiuti ad essere perseveranti e a non sentirci mai abbandonati e isolati nel nostro cammino di trasformazione? Un carissimo abbraccio augurale a tutti!
Grazie, carissima, di questo ricordo di Rilke e delle sue lettere natalizie, un vero scrigno di semplicità e di profondità spirituali.
Desiderare il bene di qualcuno significa benedirlo.
La preghiera per gli altri è questa costante benedizione, che ogni giorno si allarga dalla propria famiglia a tutte le persone dei Gruppi e a tutte le persone che incontriamo giorno dopo giorno sui sentieri della nostra vita terrena.
Un abbraccio. Marco
Grazie Maria Pia!
Sono molto toccanti queste parole “ritrovarsi spiritualmente insieme pur nella lontananza spaziale”.
Aspetto anch’io di ritrovarmi spiritualmente, questo natale, con tutti i miei cari che si trovanno dall’altra parte del mondo.
Un abbraccio a te e buon natale a tutti.
Grazie!
mi sento in profonda sintonia con queste lettere di Rilke. Sono oltre trent’anni che vivo il Natale lontana dai miei genitori e familiari per la mia scelta di vita consacrata. Ma nessun luogo è lontano quando i cuori sono vicini, quando le persone care ci abitano dentro e quando ci incontriamo nel Mistero che celebriamo.
Auguro ogni bene. Sr Maria
Cara Maria Pia,
ho letto e riletto il tuo post e mi ha fatto uno strano effetto: “sorrido”.
Dico “strano” perchè penso a mio figlio che questo anno, dopo cinque anni, a Dio piacendo (tempo/gelo permettendo) trascorrerà il Natale con noi. Eppure anche se nelle nostre corde non vi è l’intensità geniale di Rilke, la presenza nell’assenza l’abbiamo sempre percepita.
L’assenza è proprio una Presenza operante… .
Ti abbraccio, ti ho pensata all’intensivo. Giusto un anno fa ci eravamo conosciute di persona. Così ho fatto come un breve punto, sul dialogo tra noi, sui rapporti che sembra lasciamo cadere eppure restano presenti nella nostra anima, magari come una omissione che ci parla.
Vedremo.
Sì! ci sarò “in quest’ora silente di Natale”, grazie per l’invito.
Un caro abbraccio
Rosella
Grazie , questa lettera è bellissima , da portare nel cuore in questi giorni per sopravvivere ai rumori e al dolore che spesso accompagna il Natale.
Carissimi,
grazie per i vostri apprezzamenti positivi e per le vostre considerazioni. Avrei voluto rispondere ancora con una frase di Rilke, ma non ho tempo di cercarla. Sono in emergenza: ieri sera, ero sola, ho accompagnato mio marito al pronto soccorso in codice rosso. Chiedo la vostra vicinanza spirituale, anzi la sento già; nonostante la stanchezza e le ansie ,nel fondo più fondo ,mi sento forte. Ora lui sta un po’ meglio ,e avverto aiuti di vicini e lontani! Grazie, Mariapia
Cara Mariapia,
sei custodita nei nostri cuori, insieme a tuo marito.
Paola
Ho scoperto Rainer Maria Rilke leggendo il diario di Etty Hillesum; lei si portava sempre con sé, anche nella baracca di Westerbork (campo olandese di rifugiati ebrei),la Bibbia e le poesie di Rilke.
Mi hanno colpito alcune frasi poetiche dell’autore pur non avendo approfondito la sua conoscenza. Grazie Maria Pia per queste lettere che non conoscevo, colgo l’occasione per augurarti un Natale il più possibile sereno, e ti sono anch’io vicina spiritualmente in questo momento per te molto difficile.
Un abbaraccio Gabriella
Grazie Gabriella,
Rilke ha scritto che la natura con le sue perfezioni ci ricorda che è immagine di Dio, ma con le sue imperfezioni ci dice anche che è solo un’immagine. Io rifletto che fa parte della natura il germe che ha colpito mio marito, che è in rianimazione e la sua vita è ora appesa a un filo sempre più sottile. La vita è più forte della morte e spero che la morte sia soltanto un passaggio doloroso , ma necessario, per una vita senza sofferenza e senza limite. Un abbraccio a tutti, Mariapia
Carissima Mariapia, che la nostra preghiera ti accompagni in ogni istante, insieme a tuo marito.
Un abbraccio. Marco
Cara MariaPia,
in questo giorno desidero ricordarti in modo particolare, con affetto e vicinanza.
dal di Taizè, lettura quotidiana e la meditazione di Fr. Roger
lettura – La luce di Dio è venuta a visitarci per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace.
Lc 1,67-79
meditazione – Se, nella nostra vita, ogni notte potesse diventare come una notte di Natale, una notte illuminata da luce interiore…
Buon Natale a tutti.
ciao Rosella
Rosella carissima, grazie delle belle parole che mi comunichi. Sì, è vero! In ogni notte più buia, c’è anche, se la si vuole vedere, una luce.
Sono tornata da poco dall’ospedale: c’è stato un miglioramento, anche se la situazione continua a essere problematica. E’ sempre intubato e sedato; sono riusciti però a staccarlo da una delle tante macchine a cui è collegato.
I reparti di rianimazione sono davvero inquietanti, ma anche lì c’è la luce dell’affratellarsi per affrontare meglio le situazioni estreme. Un caldo abbraccio e un augurio a tutti per un Natale cristiano.( L’ultimo testo di Marco sulla tragicità del natale è Bellissimo!) Mariapia
Carissima Mariapia, ti sono vicina con tanto affetto e in questa notte santa prego per te e tuo marito perchè vi sia concesso di vivere ancora tanti anni insieme. un forte abbraccio. giovanna