La liturgia di questo tempo di Avvento è un invito continuo al risveglio, alla vigilanza, a tenersi pronti per la venuta del Signore.
“è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti” (Rm 13,11)
“Vegliate perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Mt 24,42)
Parla di tempi finali e di una Nuova Era, invita ad aprire gli occhi per leggere i segni: insieme al debole respiro del tempo morente (vecchio mondo) possiamo già sentire i vagiti del nascente.
Morte e nascita sono strettamente connesse: se l’uomo vecchio non muore il Novum non può nascere.
L’umanità tutta sta vivendo questo travaglio, un travaglio di parto. Forti resistenze si attivano fuori e dentro di noi per ostacolare il parto e soffocare il Nascente. Ciascuno ne fa esperienza nella sua vita.
Tutta l’umanità sembra chiamata oggi ad una scelta radicale tra la Vita e la Morte.
A volte i segni di questo travaglio planetario incrociano la nostra vita in modo particolarmente forte, e diventano segni profetici, rappresentazione viva, sanguinante, di ciò che viviamo nel segreto, specchio del nostro travaglio interiore.
E a qualcuno è dato per grazia di divenire segno visibile, forte, di questo travaglio per scuotere e risvegliare altri.
E’ quanto sto vivendo in questo momento: dall’inizio del tempo di Avvento mio fratello è in un reparto di rianimazione, privo di coscienza, immobile e muto, in apparenza. E Natale è ormai vicino.
Tanti sentimenti (smarrimento, paura, ansia) e tante domande dentro di me.
Come aiutarlo? Cosa significa questa esperienza? cosa vuol dirmi, farmi capire? Dove vuole condurmi?
Capisco che l’unico vero aiuto che posso dare è vivere dentro di me la lotta che lui sta vivendo nella carne.
C’è qualcosa dentro di me che deve morire e non riesce a morire?
C’è qualcosa dentro di me che deve nascere e fa fatica a nascere?
Come posso aiutare dentro di me il morente (l’uomo vecchio, la modalità egocentrata di relazionarsi) a morire? Come posso aiutare il Nascente (Cristo) a nascere in me?
Mi colpisce la coincidenza di questa esperienza dolorosa con l’inizio del tempo di Avvento. Il mistero del Natale porta in sé il mistero della Pasqua.
Mi colpisce il passaggio da una vita attivissima spesa per gli altri ad uno stato di totale (apparente) passività. Ciò che non si ottiene con l’azione si ottiene con la passione.
Mi colpisce l’assenza di parole dette e la presenza forte di parole divenute, fatte carne: il passaggio dalla rappresentazione alla realizzazione.
Mi colpisce questo suo corpo completamente consegnato nelle nostre mani, completamente offerto, donato.
Mi colpisce l’esperienza della piccola comunità che si sta aggregando intorno a lui, che sta condividendo la sua passione: una piccola chiesa viva, palpitante, profetica, in umile ascolto dello Spirito.
Sento una potenza inaudita in questo stato di completa dipendenza, di totale abbandono, di resa totale, in questo passaggio dall’azione alla passione: “se il chicco di grano caduto a terra non muore non porta frutto, se invece muore porta molto frutto”.
Forse mio fratello, che è un sacerdote, apparentemente immobile e muto nel suo letto di ospedale, sta pronunciando la sua più bella omelia, un’omelia gridata nella carne, con il suo corpo totalmente consegnato, divenuto uno con Cristo: parole-carne trasformanti, ri-creanti.
Ci si chiede spesso il senso di tante vite in queste condizioni.
Sto vedendo che da questa sofferenza nasce vita, emergono risorse di amore impensate. Lo vedo nell’amore che circonda questi pazienti, negli sforzi di amici e familiari per risvegliarli.
Si aspetta il miracolo del risveglio e non ci si accorge che il miracolo è già avvenuto, che il risveglio c’è già stato nel cuore di tanti, che la loro missione è compiuta. E’ l’esperienza del Natale!
“O se l’anima riuscisse a capire che non si può giungere nel folto delle ricchezze e della sapienza di Dio se non entrando dove più numerose sono le sofferenze di ogni genere, riponendovi la sua consolazione e il suo desiderio! Come chi desidera veramente la sapienza divina in primo luogo brama di entrare veramente nello spessore della Croce! (…..) Per accedere alle ricchezze della sapienza divina la porta è la croce. Si tratta di una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre sono molti coloro che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo” (dal ‘Cantico spirituale’ di san Giovanni della Croce)
Benedirò il Signore in ogni tempo! Buon Natale a tutti!
E’ vero – come dici – che il mistero del Natale porta in sé il mistero della Pasqua. E allora, carissima Giovanna, buona Pasqua di Natale!
Ti abbraccio orante
Corrado
Cara Giovanna,
mi sono di aiuto la tua presenza e la tua fede in un momento di particolare dolore che colpisce anche me per la sua coincidenza con l’inizio del tempo di Avvento.
Ho conosciuto tuo fratello in casa tua, l’ultima domenica del Corso a Roma,abbiamo mangiato insieme parlando con semplicità e pacatezza del nostro lavoro e ci siamo salutati serenamente prima di tornare alle nostre attività.
Saperlo, il giorno successivo, nella camera intensiva di un ospedale, in uno stato di completa dipendenza mi ha lasciata smarrita.
Mi ha riportato al novembre di dodici anni fa, in un’altra camera di ospedale dove mio fratello ed io ci riappacificammo liquidando il rancore e la rabbia che ci avevano separati.
Per me riconciliazione con il passato, inizio di nuova vita.
Sono grata a te e a tuo fratello per avermi regalato un incontro che mi sollecita a tenere accesa la lampada con l’olio della consapevolezza e ad abbandonarmi fiduciosa alla Vita.
Vi sono vicina con la preghiera.
Giuliana
Carissima, grazie di questa tua forte condivisione.
La condizione di tuo fratello sembra evocare uno stato intermedio tra la vita e la morte, tra il sonno e il risveglio, uno stato duro, doloroso, pieno di incertezza e di paura.
Sostiamo su questa soglia, attoniti, in preghiera, aspettando.
Verrà? Certo che verrà!
Che cosa? Chi?
La nuova stagione della vita.
Più fiorente, più ridente che mai.
In questi momenti di sospensione, che sono poi quelli che stiamo attraversando un po’ tutti, a diversi livelli di consapevolezza, credo sia importante ricalibrare il rapporto tra ricettività e azione, tra abbandono e intrapresa, approfondendo ancora di più il momento dell’abbandono, del dolce naufragare nell’oceano dell’esistenza, che tutto riplasma, trasforma, e bene-dice.
Natale è la festa dei naufraghi e dei dispersi, in tal senso, e non certo di ciò che in noi è benpasciuto e sicuro di sé.
Natale è il traboccare inaudito della vita ma solo entro il vuoto più assoluto, nel cuore più contrito, che resta nei suoi inferi senza disperare.
Un abbraccio. Marco
Cara Giovanna,
ti ringrazio molto, anche se fatico a trovare le parole adatte, poichè mi solleciti a riflettere su differenti livelli.
Il primo è quello del post in sè stesso: forse piano piano comprenderò checosa stia sotto, quale valore/talento, alle mie resistenze ai tuoi ripetuti inviti. Per ora riconosco in me un atteggiamento a “corrispondere” ad una sollecitazione ricevuta, mentre manco ancora il contatto con un nucleo interno, mio personale che mi proietti all’esterno, ed è un “tutto tondo”.
Il secondo livello mi porta a riflettere su di un recente passato, in cui il mio comportamento è stato esattamente il contrario di quello sopra descritto, nel quale sono stata indotta a chiedermi: “ma perchè non sò più stare vicina alla sofferenza?”che era un mio TALENTO nel passato?
La tua testimonianza mi fa cogliere l’intensità di una cura che tocca direttamente l’anima dell’altro. Che lo accoglie con dolcezza carezzevole, come stringesse tra le braccia il fratellino NEONATO nella sua fragilità impotente, traendo forza da quel legame di Vita che intesse entrambi.
Ed allora riconosco quel luogo profondo in cui comincio ad abitare insieme a Gianni, e mi accorgo che non solo era già in me, ma che lo avevo abitato professionalmente, quasi, senza “farci caso”. Come fosse solo un atteggiamento naturale dell’animo umano che la mia: distrazione, delusione, disaffezione nella fatica ha seppellito sotto montagne di detriti per soffocarne il dolore.
Mi state aiutando a tornare libera. Questa rinascita è un frutto DEL VOSTRO AMORE COMUNE, che trasfigura il dolore.
La tua testimonianza così fragile e forte, mi spezza dentro in modo salutare.
Si rivela essere un dialogo annunciante Verità. LA NOSTRA misera VERITA’
Con gratitudine, un abbraccio NEL CUORE DI DIO.
rosella
Isaia 8,11-18 – Così mi ha parlato il Signore QUANDO MI HA PRESO PER MANO: «Non temere ciò che teme la gente e non essere nella paura. ME SOLO considererai SANTO.»
… un abbraccio anche a MariaPia ed a suo marito che spero stiano meglio.
con affetto
rosella
Cara Giovanna, è bello leggere parole così intense e struggenti. Ti sono vicino. Massimo
Carissimi tutti, mio marito è in terapia intensiva, con pochee speranze di sopravvivenza. Grazie per questo post e per i commenti , adatti anche alla mia situazione. Non scrivo molto perchè non cela faccio. Ho vicino persone che mi aiutano. E sono contenta che ci siate anche voi lontani; la presenza spirituale è potente! Mariapia
Grazie cara Giovanna,
condivido nuovamente con te questo dolore che trasforma, che fa emergere ciò che di più trasparente e trasfigurante si cela nell’intimo dell’umanità.
” Sento una potenza inaudita in questo stato di completa dipendenza, di totale abbandono, di resa totale, in questo passaggio dall’azione alla passione: “se il chicco di grano caduto a terra non muore non porta frutto, se invece muore porta molto frutto”.”
In queste tue parole vedo come una rappresentazione vivente del percorso che siamo tutti chiamati a fare per diventare ciò che siamo nella mente di Dio. Imago Christi.
Ti sono vicina nella preghiera, come anche a Mariapia e a suo marito.
Con affetto grande
Filomena
Carissimi, grazie di cuore per il vostro affetto e la vostra preghiera. La presenza spirituale è potente, ci ricorda Mariapia.
Carissima Mariapia, condividiamo in questo momento lo stesso tempo di passione nella fiduciosa speranza e attesa del Natale, un Natale che ci è dato di vivere nel suo significato più profondo e che proprio per questo forse ci sorprenderà con l’ inatteso, una novità di vita che sta nascendo in noi e intorno a noi. Ne intravedo già i primi segni.
Un’amica mi ha suggerito di pregare con il salmo 90; tutte le mattine prega con questo salmo e mette sotto la protezione divina le persone a lei care. Bello il canto di questo salmo.
Spero che tu e tuo marito possiate avere intorno amici capaci di condividere la vostra passione: i pesi diventano leggeri quando possono essere condivisi. Ed anche la famiglia Darsi Pace può diventare una grande rete di sostegno. Ti abbraccio con tanto affetto e prego per voi.
Carissima Giuliana, grazie della tua condivisione. Ricordo con gioia quel pranzo condiviso con te e mio fratello e i discorsi che forse preparavamo quanto sarebbe accaduto a breve: la beatitudine della conoscenza di Dio che non avrà mai fine. Casuale quell’incontro e le riflessioni fatte insieme?
Grazie Corrado per l’augurio di una buona Pasqua di Natale che sintetizza il mistero che siamo chiamati a realizzare in noi.
Grazie Marco per averci ricordato il significato profondo del Natale: la festa dei naufraghi e dei dispersi. Il luogo del naufragio è il luogo della salvezza: solo da questo luogo possiamo in verità invocare la venuta del Salvatore.
Grazie Rosella. A volte ci difendiamo dalla sofferenza perché ci causa un dolore troppo forte che non riusciamo a contenere. Ognuno ha le sue strategie ed il lavoro interiore che portiamo avanti mira a questa consapevolezza. Comunque non mi sembra che tu non sappia stare vicina alla sofferenza. Nei tuoi interventi sul sito ti ho sentita sempre molto empatica. Ancora l’ultimo tuo intervento al post di Corrado esprime vicinanza e condivisione: “Vi sono vicina con il cuore e condivido nel luogo del silenzio i vostri affanni”.
Grazie Massimo e Filomena della vostra vicinanza e preghiera.
Vi abbraccio tutti con affetto e –come suggerito da Corrado- Buona Pasqua di Natale! giovanna
a Giovanna, a Mariapia, a Marco e a tutti noi grazie per farci sentire la nostra umanità smarrita eppure così potente da compiere miracoli.
La forza delle parole lette, quando sono parole piene (di vita, di intensità e di dolore,anche), è un balsamo per le nostre anime assetate. E’ un abbraccio che vorrei restituire per farvi sentire la mia vicinanza. Buon Natale. Luciana Udine
Giovanna, sono stata contenta di essere presente l’altra sera a casa di Marco; ho capito che avevi un forte bisogno di condividere la tua sofferenza. Questo legame che unisce noi dei gruppi, anche se spesso non sappiamo molto l’uno dell’altro è meraviglioso.
L’impotenza che si prova in questi casi è terribile, ma hai scoperto che tuo fratello è una persona speciale più di quanto immaginavi e quindi, come tu stessa hai compreso, l’unico modo di aiutarlo è essere presente con serenità (sono sicura che lui ti vede!)e godere dell’amore che circonda quel letto di ospedale.
Ti abbraccio forte Gabriella
Cara Giovanna, un augurio sincero perchè questa tua situazione di attesa nella speranza possa ricevere una vera benedizione.
In questo tempo di povertà non so dire da dove e come possa giungere il bene, la salvezza, la consolazione. Non sapendo più né il come né il dove non resta che aspettarsi il tutto da ogni occasione…
Un abbraccio e un augurio a tutti voi. Vi ricordo sempre.
Renato
Cara Luciana, grazie del tuo abbraccio che ricambio con molto affetto. “Quando sono debole è allora che sono forte”, dice San Paolo. E’ proprio così, nella debolezza totale riconosciuta, accolta, si manifesta la potenza dell’Onnipotente.
Cara Gabriella, grazie, mi ha dato sollievo poter condividere con voi riflessioni e preghiere. Darsi Pace è come una piccola-grande famiglia. Un forte abbraccio e auguri per la tua salute.
Caro Renato, grazie del tuo augurio bene-dicente!
La povertà è il luogo favorevole alla nascita. Gesù nasce nella nostra povertà, quando non abbiamo più controllo su nulla, quando ci sentiamo completamente impotenti.
Per questo quest’anno sarà per me un vero Natale, perché con tutto chiedo di essere salvata, perdonata, redenta.
Che tu possa essere ricolmato di tanta pace e gioia! Ti abbraccio con affetto. giovanna
cara Giovanna, voglio esprimerti la mia vicinanza in questo particolare momento per le condizioni di tuo fratello.Mi colpisce il tuo coraggio e le tue parole che illuminano anche i miei pensieri nei riguardi di coloro che sono nelle condizioni di tuo fratello.anch’io sto aspettando un risveglio per una persona cara….
è difficile trovare le parole giuste …per questo mi affido al salmo 84..”sì, chi abita nella tua casa, è felice e sempre ti canta.Sono beati coloro cche portano dentro il cuore i tuoi sentieri:loro forza sei Tu, o Signore.Per la valle del pianto avanzano, e la mutano in fresche sorgenti…”
un abbraccio affettuoso anche a Mariapia per suo marito.
irene
carissima, ho avuto pure io questa esperienza.penso che il coraggio sia anch’esso una grazia. l’accettazione di questo stato è dato dal coraggio dei familari, degli amici che vogliono assistere e del malato. uno stato di grazia che dona rinascita e forza. non dobbiamo avere paura: Dioè con noi. augurissimi a tutti.
BUON ANNO a tutti dal profondo del cuore: una nuova alba, una nuova vita!
Ho il cuore pieno di gioia e di gratitudine: mio fratello si sta risvegliando dallo stato di coma!
Ringrazio tutti gli amici che non hanno cessato di pregare, credere e sperare quando la notte era buia e tutto sembrava perduto.
Il dentro e il fuori sono connessi.
“Apritevi porte antiche ed entri il re della gloria” recita un’antifona di oggi.
Si, sento che dentro di me porte antiche si stanno aprendo!
Ringrazio Dio per questo tempo di grazia, di discesa agli inferi, di scioglimento di nodi antichi!
Ringrazio Maria Madre di Dio, di cui oggi ricorre la festa: è Lei che intercede per lo scioglimento e ci accompagna verso lo stato di immacolatezza.
Sento il canto del Magnificat risuonare dentro di me!
Questa mattina mi sono trovata a leggere per caso(?) questi versi di Marco in Darsi Pace, capitolo Imparare a morire, imparare a nascere:
Impara a morire
Finché c’è tempo
In questa pace spoglia di gennaio
Che aspetta il rendiconto
Di tutto l’anno.
Prima di morire
Impara a morire, per scoprire
Che la nascita sovverte il tuo cronometro:
l’inceppa.
Molto prima
Che i germogli latrino
Sui prati d’amaranto
Impara a morire
In fretta, e immacolate
Idee di te ti faranno
Nascere.
Grazie Irene per il tuo affetto, auguro un presto risveglio alla persona a te cara.
Grazie Antonella per il tuo incoraggiamento.
Cara Mariapia ti sono vicina e prego per voi, perché presto possiate riprendere le vostre passeggiate in montagna.
Un grande abbraccio e Buon Anno a tutti! giovanna
Grazie Giovanna, perché la gioia del cuore è contagiosa, si dilata, coinvolge.
Impariamo a morire per imparare a vivere.
Ogni giorno.
Tutto l’anno.
C.
Cara Giovanna,
grazie per questo Te Deum che irrompe nel sito.
Condividiamo il dolore moltiplichiamo la gioia.
Quanto è grande la misericordia del Padre ?
Con affetto
Filomena