L’Epifania è la festa del Dono. Udito il re essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. (Mt.2,10)
Ma cosa è il dono ? Cosa significa donare ?
Come nel finale di ‘Luci della Città’, il capolavoro chapliniano, a tutti noi è capitato nella vita di ricevere o di offrire un dono.
Charlot, il miserabile girovago, ha regalato alla povera venditrice cieca il bene più prezioso: la vista. E in questa scena finale, ritrovandola guarita, non può offrirle altro perché non ha più niente. Può soltanto ricevere da lei, in cambio, il fiore e la moneta che si offrono a un vagabondo.
Ma lei, che lo riconosce in quel momento, con un semplice tocco delle mani, sa. Sa che il dono non è mai SOLO una festa. Che il dono – ivi compresa la nostra vita, che ci è stata donata – comporta conseguenze, doveri, obblighi, responsabilità, prima fra tutte quelle di essere all’altezza del dono ricevuto.
Dal dono infatti nascono, possono nascere, cose molto diverse. Dal dono scaturisce sempre – se il dono è reale e gratuito – un mettersi al servizio. Dal dono può scaturire – non sempre purtroppo – la gratitudine, che è una delle massime virtù umane.
Mettersi al servizio del Nascente è quello che hanno fatto i sapienti, i magi, o maghi – che oggi si sa essere stati in realtà astronomi, o scienziati dell’epoca – il loro atto di sottomissione e di servizio attraverso il dono è quello che occorre perché una relazione d’amore, qualunque essa sia, abbia inizio.
L’ amore e il dono sono strettamente legati. Il dono presuppone cura. E genera responsabilità e attenzione, e gratitudine in chi lo riceve.
Nell’interscambio del regalo tra umano (magi) e divino (il Bambino) c’è il segreto e il mistero di una relazione amorosa più alta. La gratitudine di Dio è nel suo sacrificio per noi, che arriverà non richiesto, gratuito e sommamente (e forse ingiustamente) riconoscente per la devozione (fallace, imperfetta, sempre incerta) degli uomini.
Fabrizio Falconi
Si caro Fabrizio sono daccordo, la ricezione del DONO e la MANIFESTAZIONE dell’amore che il Signore ci ha così efficacemente elargito con l’incarnazione nel piccolo Gesù illuminano di senso le nostre esistenze.
Per quanto mi riguarda però devo riconoscere che solo ora, che ho avuto l’opportunità di riflettere in modo profondo su questo,nel gruppo, sento aprirsi in me nuovi orizzonti di responsabilità ma anche di piacere.
Il nascente va nutrito con continuità, amore e pazienza come ha fatto Maria ;
va difeso con disponibilità, forza e coraggio come ha fatto Giuseppe.
Anche noi possiamo donare la vista così come l’abbiamo ricevuta gratuitamente ed aiutare altri ad ammirare orizzonti che molto spesso sono celati da una falsa realtà che stiamo studiando da tempo .
Speriamo di essere capaci come i Magi di metterci in adorazione per poter poi offrire tutto ciò che abbiamo di più prezioso.
Un fraterno abbraccio Ale
“Dal dono può scaturire – non sempre purtroppo – la gratitudine, che è una delle massime virtù umane.”: bello questo passaggio. Il dono più grande è quello di chi non si aspetta niente in cambio. Con gli anni lo capisco. E si sta molto meglio. Belle 🙂 riflessioni nell’insieme, comunque.
Grazie Fabrizio di questa tua bella riflessione!
Non so se già la conoscete ma vorrei ” donarvi ” una poesia di un Anonimo:
SPENDI L’AMORE
Spendi l’amore a piene mani!
L’amore è l’unico tesoro
che si moltiplica per divisione:
è “l’unico dono” che aumenta
quanto più ne sottrai.
E’ l’unica impresa nella quale
più si spende più si guadagna;
regalalo, buttalo via,
spargilo ai quattro venti,
vuotati le tasche,
scuoti il cesto,
capovolgi il bicchiere
e domani ne avrai più di prima.
Un saluto a tutti!
grazie per le riflessioni
Cara Luciana,
conosco quei versi ma sto proprio su di un crinale in cui da un lato percepisco il dono: dare tutto senza condizioni e dall’altro il nulla, il buttarsi via per niente.
E’ una fisicità ciò di cui parlo e non una ragione, buona o cattiva che sia.
Non è facile CONCEPIRE/SI il dono.
Ciao a tutti e buon proseguimento d’anno.
Rosella
Caro Fabrizio,
grazie per questo tuo post che ci dà modo di parlare del dono, fatto e ricevuto con cura, attenzione ed amore, e di queste immagini sempre commoventi che parlano senza parole.
A proposito del dono, chissà quanti ne riceviamo ogni giorno della nostra vita, forse non ce ne accorgiamo nemmeno, fagocitati come normalmente siamo dalle nostre quotidiane attività. Ma quando troviamo il tempo per fermarci e riflettere possiamo realmente rendere grazie. A Dio e ai fratelli che di Lui sono manifestazioni e doni viventi.
Il dono più grande che mi ha fatto Darsi Pace, principalmente nella persona di Marco, amico fratello e maestro, e nella presenza dei partecipanti ai gruppi, è il dono della preghiera. Quella vera, che scaturisce dall’intimo nello stato di meditazione e presenza. Solo allora sento di poterGli parlare, mi sento ascoltata, attingo ad uno stato di gioiosa rasserenante pacificazione che mi è difficile lasciare, quando scendo dal Tabor.
E Gli dico:
” Danziamo, Signore
nell’abbraccio di parole,
chiamami per nome
chiamami figlia
chiamami
Amore ”
e mi dice:
“Io Sono
lo Spazio della Terra e dell’Oltre
il Tempo del vento che viene da Oriente
Sono l’acqua e Sono l’amore
solo
Sono l’Elemento ”
questo è il Dono che voglio condividere con voi
affettuosa-mente
Filomena
Grazie davvero per questo vostro,nostro darci in Darsi Pace.Rende umano anche l’uso del computer per me ancora problematico e consente un’economia discambio gratuito,di esperienze ,di idee, di ricerca.
Davvero i Magi continuano a portare doni e stupirmi.
Vorrei ringraziare per ognuno di voi a cominciare da Marco e Paola per arrivare fino a Filomena(che non conosco personalmente)
per il
Forse il dono più grande che possiamo fare all’altro è l’ascolto.
Se ci pensiamo bene, nel momento in cui tutti ascoltassimo DAVVERO la maggior parte dei nostri problemi svanirebbe. Forse persino i problemi ultimi e cruciali, se ci mettessimo DAVVERO in ascolto, troverebbero soluzione. In tal caso infatti ascolto e silenzio sapiente coinciderebbero come coincidono nei santi, nei mistici e nei grandi poeti (nei loro momenti di autentica creatività).
Il fatto che io dica e pensi questo, e che poi non riesca a meditare con serietà e applicazione, è evidentemente il sintomo che non so ascoltare e non so nemmeno ascoltarMI.
Un saluto, sperando di migliorare.
Enrico
cara Filomena,
i ruoi versi mi hanno preso per mano e condotto nel tuo post “Pater Noster” e precisamente all’immagine postata di quella bambina “lavata” mentre volge gli occhi al cielo… .
Ebbene , io sto un po’ in disparte in questo momento “osservo” la vostra compagnia che segue e vede la stella, in fondo io osservo e seguo voi
Fabrizio – “L’ amore e il dono sono strettamente legati. Il dono presuppone cura. E genera responsabilità e attenzione, e gratitudine in chi lo riceve. ”
Alessando – Anche noi possiamo donare la vista così come l’abbiamo ricevuta gratuitamente ed aiutare altri ad ammirare orizzonti che molto spesso sono celati da una falsa realtà che stiamo studiando da tempo .
Paola il dono più grande è quello di chi non si aspetta niente in cambio (dare tutto senza condizioni…?)
e Luciana con quei versi ed Enrico nella SANTITA’ dell’ascolto…
ma chi mi ha condotto oggi ancora qui, è la voce “anonima” che mi ha commosso il cuore con il suo canto e così vi riconosco come una parte di me e mi sento più intera, integra e felice.
ciao
Rosella
Cara Rosella
compagna di gruppo e piccolo gruppo
ti ricordo con affetto e anche tu, vedo
trovo molto bello l’accostamento che hai fatto a proposito di quella foto,non ci avrei mai pensato
grazie perché
sei Dono
ciao, a presto
Filomena
carissimi, in questo periodo ho capito che si fa un dono gradito agli altri, quando permetti loro di aiutarti! Mariapia
Grazie a Fabrizio dell’invito a fare “esperienza” del dono:
farmi dono, fare un dono, accogliere chi mi si dona, ricevere un dono…
Quando mi faccio davvero dono? Da che cosa lo avverto?
Personalmente mi pare di sentirlo dal prezzo che costa,
dalla fatica che sprigiona il sacrificarsi,
dalla gioia che lascia nel cuore il morire all’ego centrato perché altri vivano…
Grazie a tutti gli intervenuti per questi scambi epifanici che aiutano a migliorare la nostra ricettività oblativa quotidiana-mente
C.
Veramente molto bello questo tuo intervento caro Fabrizio e, direi, sublime la scelta del brano di Chaplin! Così tanti gli spunti di riflessione che fatico a sceglierne uno su tutti.
Però mi sento proprio di far presente la grande gioia che mi da il poter fare un dono. Credo ci siano poche altre cose che diano una gioia simile. Per me il dono non è mai casuale è frutto di un faticoso immedesimarsi, nel cuore e nell’anima, con il destinatario per essere oltremodo certo che sia gradito. Oso dire che mi da più gioia donare che ricevere!
E concludo con una doverosa osservazione :
continuo a sorprendermi, ma ormai nemmeno più tanto, di come i tuoi interventi consonino con l’incessante progredire del lavoro dei nostri Gruppi, pur non essendo tu oggi un frequentatore abituale. Sembra come se tu fossi costantemente aggiornato con noi, non so spiegarmi meglio, ma mi pare veramente straordinario, anche se ormai se non ordinario almeno consueto.
C’è qualcosa di fondante in questo!
E non credo sia un o il caso.
Grazie.
Marco F.
– Caro Alessandro: Grazie davvero per le tue parole. Credo anch’io che l’essenza del dono, il suo significato, la sua importanza, si imparano (o meglio, si ri-scoprono) quando siamo o diventiamo consapevoli. E il percorso con Marco, in questo senso, è fondamentale.
– Paola: sì il tema della gratitudine è quello che ci inchioda sempre quando parliamo di ‘dono’. Anche su questo è necessario maturare, rendersi consapevoli.
– Luciana: grazie per la bellissima poesia, che sento molto.
– ROsella: grazie per il tuo riferimento alla ‘fisicità’ del dono. Il dono non è mai solo un’intenzione. E’ concretezza. Grazie per le tue parole.
– Filomena: questo dono di cui parli è importantissimo, uno dei più importanti che possiamo ricevere in vita. Sono contento che nel tuo percorso di vita sia arrivato ora e bene. E che ti renda consapevole di esserne grata.
– Anonimo: grazie per il riferimento ai Magi, ‘donatori’ per eccellenza che hanno ispirato il post.
– Enrico: come dici bene… l’ascolto. L’ascolto è un dono concreto. Il problema con la meditazione, di cui parli, lo vivo in modo molto simile a te. Però bisogna – come scriveva Krishnamurti – trovare la propria via, a forza di tentativi, di prove.
– Mariapia: è proprio così.
– Corrado:’mi pare di sentirlo dal prezzo che costa’. Sì, la fatica è inestricabilmente legata al dono. Lo è fino al punto in cui dono e fatica diventano la stessa cosa, e non si avverte più la fatica perché è essa stessa dono.
– Marco : quello che scrivi lo sento vero e giusto, perché tu sei una persona generosa. E vivere generosamente è il modo migliore in cui si possa vivere, come mi ha insegnato una volta un carissimo amico che vive lontano.
Un caro abbraccio a tutti, in specie a Marco e a Paola, e davvero auguri di cuore, di pace e di prosperità per questo nuovo anno.
Fabrizio