Accompagni tua figlia a scuola. Fai i compiti con lei. Vedi cosa impara. Come. Parli con lei di cosa succede in classe, quali relazioni nascono tra coetanei, adulti e il mondo esterno. Ripensi al tuo percorso scolastico e umano. Ti domandi chi sei che uomo sei diventato e ti fai le stesse domande mentre vedi lei che cresce.
Lo scenario in cui mi faccio queste domande è lontano anni luce da quello in cui ero bambino.
Le riflessioni (pensiero) e le cose da fare (azione) che guidano il dibattito odierno mi sembrano scollegate dalla quella che dovrebbe essere la prima o comunque quella principale: che uomini e donne vogliamo diventino i nostri figli e come noi (tutti i soggetti) da subito possiamo collaborare alla nostra e loro trasformazione?
Il dibattito è molto interessante e la rete permette di condividere i diversi contributi.
Il video che vi propongo (nella versione doppiata o se volete nella versione sottotitolata) è di Sir Ken Robinson
Ho cercato di capire se ci stiamo muovendo verso quella figura di uomo che dovrebbe essere consapevole della svolta antropologica in atto e partecipe di un progetto molto più grande di quanto possa pensare da solo. Ho cercato di approfondire come potrebbe essere ri-pensata una scuola e il processo di apprendimento.
Ci sto riflettendo ri-vedendo i video e i contributi che vi ho proposto. Non vorrei continuare da solo. Quindi vi coinvolgo non solo per sapere come risuonano dentro di voi queste “parole” ma anche per invitarvi a condividere ulteriori elementi di riflessione… tenendo conto che l’uomo Nascente non può smettere di tran-sformarsi e quindi di approfondire e andare dentro la sostanza delle cose.
interessantissimo il filmato, oltre che bello. Piccolo esempio di esperienza intellettuale ma anche estetica. Grazie Domenico
Carissimo Domenico, grazie per questo post, per gli interrogativi che poni, per l’interessantissimo filmato.
“Come risuonano in voi queste parole?”
Ho sentito un’esultanza dell’anima; era felice di sentirle, perché era un guardare le cose trascendendole, ponendosi da un punto di vista metaculturale, spirituale, di trans-formazione.
Avverto allo stesso tempo quanto il mio pensiero sia ancora fortemente condizionato dal paradigma attuale. Desidero continuare a rifletterci su.
Grazie ancora, un abbraccio. giovanna
Grazie, carissimo Domenico per il “risveglio” che provoca il tuo post.
Davvero interessanti le prospettive del video.
Sorprendenti le coincidenze con la trans-formazione a cui ci instrada Marco G.
Per il momento lascio sedimentare, depositare, decantare…
mi pare il primo passo per cambiare stato e dunque parametri, lasciando spazio a idee sorgive dall’io mariano.
Carissimo, davvero molto bello questo Video.
Ci conferma nell’idea che in questa fase terminale stiamo accentuando lo stato di alienazione dell’uomo, cementando il suo stato ego-centrico (accademico….).
Ci conferma anche nella convinzione che educare debba coinvolgere la persona nel suo complesso: mentale, affettivo, spirituale, fisico, etc.; e quindi in fondo nella metodologia integrata dei tre livelli, che usiamo nei Gruppi.
Mi pare centrale comprendere che qualsiasi forma di apprendimento debba riformularsi su questi parametri di integrità e di comunitarietà: un altro aspetto della stessa rivoluzione tutta da compiere…
Ciao. Marco
Video interessante. Grazie Domenico.
Credo che anche la scuola viva una condizione di emergenza, indipendentemente da riforme, stipendi, strutture inadeguate…
Vedo insegnanti stanchi, che ripetono se stessi, ridotti quasi ad essere il riassunto ambulante dei libri di testo, dei programmi. I programmi poi producono una sorta di ansia: bisogna procedere, finire, non rimanere indietro. Che poi gli studenti seguano e comprendano sembra non essere un grosso problema.
Io non bado quasi per nulla ai “programmi” (e sono sicuro che anche questo è sbagliato). Quando entro a scuola mi dispongo ad ascoltare, ad osservare ciò che accade, a percepire gli umori della classe. Spesso finisco con il lasciarmene influenzare troppo, e questo è ancora un problema. Però ci sono giorni in cui, non sai perché, si inizia a confrontarsi. a cercare insieme intorno ad una questione, ad una domanda, senza cattedre di mezzo, senza “prof” né studenti. Osservo, anche un po’ commosso, lo sguardo di qualche ragazza/ragazzo illuminarsi all’improvviso: ha capito! Spesso sono io ad illuminarmi grazie alle loro riflessioni, e allora loro sentono che anch’io ho capito.
Ma come dare continuità alla luce? E come integrare nozioni e maturazione?
Forse bisognerebbe applicarsi alla riformulazione dei programmi in base a quel metodo della “sintesi” sperimentata da Marco e messa in opera nei suoi testi. Scavalcare, cioè, l’enciclopedia delle scienze, e costruire e proporre un metodo vitale.
Continuo a rifletterci.
renato
Bello il video, lo proporrò ai colleghi, almeno nel plesso, sperando che possa aprire uno scambio di idee che vada oltre i lamenti e la rassegnazione.
Ho cominciato ad insegnare nel 1972 e vivo questo momento come un RICOMINCIARE portando sulle spalle la complessità della globalizzazione e cercando di calare la mia azione educativa, con gesti semplici, dentro la nuova realtà sociologica che si sta delineando; questo mi richiede di tornare al punto di partenza: CHI SONO IO e QUALE UOMO VOGLIO FORMARE.
E’ la risposta a queste domande che mi sostiene dentro lo scenario di oggi.
Io continuo ad accogliere ogni bambino, a camminare al suo fianco per crescere insieme e per avviarlo verso un’avventura di conoscenza e di scoperta che passa dall’IO al NOI.
Ancora oggi mi emoziona questo viaggio, partire con tanti cuccioli in prima elementare e vederli nell’arco di cinque anni parti di un solo volto, quello della classe.
Camminare, crescere, cambiare dentro la relazione colora e insaporisce il mio lavoro.
Giuliana
la tecnica applicata nel video è fantastica!
rimando tra le tante possibili questo feed back “trasversale”.
Mia moglie è una Catechista del Buon Pastore.
Un “sistema” di catechesi per bambini piccolissimi, basato sull’idea montessoriana della potenzialità del bambino.
La tesi della ideatrice del metodo (che ha più di 60 anni), Sofia Cavalletti è che i bambini, lavorando insieme e con una metodo,logia “esperienziale” hanno la potenzialità di cogliere – e rimandare all’esterno – alla grande il cuore del Rivelazione. Molto meglio degli adulti.
Che poi non fa altro che confermare alcune note citazioni evangeliche.
Grazie Domenico.
Quello che sto facendo in questo periodo è vedere se negli ambiti più importanti della trans-formazione di cui cerchiamo di fare esperienza nel percorso dei gruppi Darsi Pace ci siano altri “laboratori” simili.
Insomma anche se da strade diverse si possa arrivare ad una sintesi comune.
In particolare qual è il paradigma che salta che è obsoleto e deve essere rivisto.
Ho sempre pensato che molte cose possano nascere ed evolversi per contagio. Ci devi essere. Col cuore e con la mente. Questo è il motivo di questa ricerca che comincio con la scuola.
Non aggiungo altro riguardo i contenuti del video.
Voglio solo riportare una riflessione contenuta negli altri link che vi ho condiviso:
” tutta la nostra società è strutturata in modo da istituzionalizzare le nostre esperienze.
…. ci muoviamo all’interno delle istituzioni per l’occupazione, e facciamo la stessa cosa
per l’assistenza sanitaria, per le esigenze scolastiche…
La realtà è che non puoi interrompere la tua vita e iniziare a vivere senza le istituzioni.
..il problema è nelle reti e nei modi in cui le persone sono collegate, perché questa sorta di
integrazione e di connessione d’insieme è uno svantaggio per tutti noi.”
Possiamo dire che più vogliamo controllare e più istituzionalizziamo e ci anestetizziamo.
L’abbandono mi sembra un’attitudine interiore da frequentare di più. Da sperimentare e far sperimentare.
Segue l’ultima considerazione. Nel video e nei contenuti proposti manca un esplicito riferimento
a quella parte di noi che più abbiamo anestetizzato: l’anima, la nostra vita interiore, chiamatela come volete.
L’intervento di Simone lo colgo sotto questo punto di vista.
E’ anche vero che siamo figli del nostro tempo con il vantaggio che possiamo provare a sperimentare.
“Make and error” frase in stile Internet: Fai e sbaglia.
Vi ringrazio tutti e cari prof … non mollate!
E coinvolgete sempre di più i genitori 😉
Ringrazio Alessandro Drago per avermi condiviso il video e ricambio con quello che avrei utilizzato per il post. E’ in inglese, del 2007 e l’autore è Mark Wesh (http://en.wikipedia.org/wiki/Michael_Wesch).
http://www.youtube.com/user/mwesch#p/u/10/dGCJ46vyR9o
Se vi interessa vedere gli altri il canale è
http://www.youtube.com/user/mwesch