Questo omaggio a Giordano Bruno, realizzato dalla classe IV A del Liceo che porta il nome del filosofo, è un inno alla libertà e alla dignità della persona umana e del suo diritto alla autonoma ricerca della verità.
Il cortometraggio “La visita”, su testo di Marco Guzzi, è un dialogo serrato nella notte che precede il rogo a Campo dei Fiori: il filosofo nolano replica alle principali accuse di eresia e alle incalzanti sollecitazioni del Cardinale Bellarmino, consultore del Santo Uffizio, che cercherà fino all’ultimo di salvargli la vita.
Conclude il video un brano tratto da “Gli eroici furori”, in cui Bruno rivela tutta la natura mistica del suo pensiero, richiamando alla grandezza e alla bellezza della verità, senza puntare il dito su quelli che sono i limiti e le mancanze dell’umanità (metodo tipico dei farisei di tutti i tempi), ma ricordando la sublime vocazione di intimità con il Divino, cui ogni persona è chiamata.
Forse oggi siamo pronti a ricucire lo strappo drammatico tra scienza e spiritualità, tra tradizione cristiana e modernità che ha impoverito entrambi i filoni, creando blocchi di incomunicabilità sia esterni sia interni all’anima dell’uomo.
Nei Gruppi Darsi Pace cerchiamo di mantenere lo spirito tutto moderno di una ricerca della verità che passi per la coscienza individuale, e che liberi l’uomo da ogni asservimento, e, al contempo, ci sentiamo profondamente inseriti nella tradizione spirituale cristiana, contro le derive nichilistiche di un individualismo ormai folle e irrelato.
Lavoriamo perciò per una conversione infinita, per ritornare al Principio, alla potenza rivelata dalle Parole della tradizione, con la consapevolezza che il processo iniziatico rivela i suoi misteri solo a colui che ha il coraggio di incamminarsi sulle sue tracce.
Nel guidare gli studenti alla realizzazione del cortometraggio, ho spesso invocato la protezione e l’ispirazione di San Roberto Bellarmino, oltre che lo spirito della vittima: forse sono anche di questa natura i due polmoni necessari per compiere il salto evolutivo richiesto oggi all’umanità (e che vengono solitamente indicati nell’Oriente e nell’Occidente).
Qualora vogliate premiare i bravissimi e volenterosi studenti, potete votare il video che in questi giorni partecipa al festival MyGiffoni. A decidere il corto vincitore sarà infatti il pubblico ‘on line’.
Basta entrare nel sito www.mygiffoni.it, ciccare su ‘Votazioni’, mettere una crocetta sul video prescelto (“La visita”) e poi votare in fondo alla pagina.
Grazie in anticipo del vostro sostegno!
Cara Paola,
Complienti ai tuoi ragazzi, non ho fatto fatica a dare loro il mio riscontro. Il video mi è piaciuto molto.
In quanto al resto
Ritengo che anche oggi la cosa più ardua sia purificare LA PAROLA FEDE da strati di equivoci.
E penso che questo sia necessario farlo all’interno della Chiesa, prima ancora che con il mondo della scienza.
L’esperienza mistica può essere considerata un’esperienza all’interno della quale il rapporto di fiducia nell’Altro è totale.
Quel famoso “io mi fido di te” così difficile da incarnare nei nostri rapporti quotidiani, eppure dal quale OGNI VERA LIBERTA, ed ogni crescita umana, non può prescindere.
Nuovamente, auguri per ogni cosa, ai tuoi allievi.
Rosella
Cara Rosella, grazie del sostegno.
Per gli amici che non frequentano Facebook, copio questo intervento che Marco ha fatto oggi (a proposito della necessità di purificare la fede da strati di equivoci…)
La rappresentazione mediatica della fede o la realizzazione spirituale sarà il nostro futuro?
pubblicata da Darsi Pace il giorno lunedì 2 maggio 2011 alle ore 9.14
Giovanni Paolo è ormai beato. Speriamo che preghi per noi.
Sarebbe però opportuno chiederci se questa strategia dei grandi eventi mediatici produca reali frutti di fede.
Negli ultimi trenta anni la Chiesa ha puntato molto su GMG, Giubileo, grandi beatificazioni etc., mobilitando centinaia di milioni di persone in ogni parte del mondo.
Ma qual’è il risultato? Possiamo iniziare una seria verifica degli effetti di questo tipo di pastorale?
Non ci insegna Gesù che dobbiamo valutare ogni cosa soltanto dai frutti che produce?
Bè, allora l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ci dice, in un rapporto del 2007, che la pratica religiosa nel continente è calata di un netto 50% negli ultimi venti anni. Ormai meno di un europeo su cinque frequenta funzioni religiose settimanali.
Il cardinale Scola di Venezia ci informa poi che questa frequenza tra i giovani (15-29 anni) si riduce al 7% nell’Italia del Nord.
Non sembrano buoni risultati…. dove sono tutti questi milioni di credenti e papa-boys che riempiono stadi e piazze?
La CEI nel suo ultimo documento segnala un’allarmante crescita dell’eclissi di Dio e l’offuscarsi della dimensione dell’interiorità, mentre “le persone fanno sempre più fatica a dare un senso profondo all’esistenza” (n. 9).
Ma allora: Giovanni Paolo ha rilanciato la fede cristiana e la speranza nel mondo oppure no? Siamo in una fase di rinascita cristiana, come hanno ripetuto i giornalisti di tutte le reti televisive, oppure stiamo sprofondando nella scristianizzazione, come denunciano i vescovi italiani?
E come mai questo spaventoso declino, questo annottamento universale, se tutto il mondo ha acclamato e approvato il Santo subito?
La confusione è grande, segno di una grave carenza di chiavi interpretative.
In realtà la fede rappresentata, la fede spettacolo, la fede reality (ma non reale), la fede che non trasforma l’io nel profondo, sta finendo tra inutili fasti mondani, e molto a fatica sta emergendo una sana fame di realizzazione spirituale, di vivere cioè, nel segreto, come ci dice Gesù, quei processi radicali di trasformazione che ci fanno sperimentare la rinascita e la liberazione interiori, e cioè quella nascita dall’alto, di cui parlano le Letture di oggi.
Ma sul piano del rinnovamento degli itinerari iniziatici siamo ancora in una fase molto stanca, le sperimentazioni non partono nella Chiesa, anche se se ne proclama in ogni documento magisteriale l’urgente bisogno.
I Gruppi Darsi pace nascono proprio per contribuire a passare da una religione troppo rappresentata e morente ad una spiritualità personalmente realizzata.
Ma, come ci dice il Cristo, la via iniziatica reale non è mai per molti, perché sempre pochi prendono la via stretta dell’autotrasformazione.
Marco Guzzi
Grazie Paola,
io ancora non mi sono iscritta in fb e comincio a pensare che forse mi perdo qualcosa… .
Ti abbraccio
Rosella
carissima Paola, davvero un bel lavoro,complimenti a te e ai tuoi ragazzi!
un abbraccio. giovanna
Quando Rosella ha scritto, ” io mi fido di
te” e la difficoltà a farlo, mi sono resa conto di aver votato il cortometraggio da facebook, senza aver visto il video, bellissimo, su Darsi Pace. Con te e Marco devo dire che la fiducia non mi manca! Bravi voi e bravi i ragazzi, si dovrebbe parlare un pò di più dei ragazzi che fanno delle belle cose e non solo di quelle “orrende” che leggiamo sui giornali! Un saluto a tutti. 😆
Riflessione sulla fede
“Non ci insegna Gesù che dobbiamo valutare ogni cosa soltanto dai frutti che produce?
LA CHIESA è già globalizzata, sin NEL SUO NASCERE direi. E quel che vedo è che la salvezza viene a noi in modo paradosso (come sempre) dai margini del regno, fuori le mura.
Ritengo che i frutti della fede, siano visibili oggi, grazie ai MARTIRI che testimoniano la sacralità della vita.
E TANTI !!!
di cui si tace o non si ha notizia. Forse perchè non sono “politicamente corretti” per l’intellighenzia europea; come per quel medico cubano incarcerato a 23 anni per oltre…: quasi PER TUTTA LA VITA, direi.
E’ nel loro sangue che la Chiesa attinge la salvezza del genere umano
Talvolta mi domando, COME POSSIAMO NOI invitarli di restare a morire nei luoghi di appartenenza, aderendo al loro Presente?
Con quale cuore, indichiamo loro QUESTO OPPORTUNO CAMMINO mentre difendiamo: “le nostre verità e le nostre sicurezze”; lasciando, se non proprio ponendo, sulle loro spalle pesi che noi non sopportiamo?
Forse è per questo che veniamo invasi DA UN ALTRO MOVIMENTO.
Da un desiderio di rivalsa SULLA NOSTRA DI VITA, giudicata immeritata; così come si mostra sfavillante di lustrini scintillanti, costituiti da PRESUNTA ricchezza.
ciao
Rosella
Votato per il video. Mi ha sempre interessato la storia di Giordano Bruno, la sua figura un po’ ribelle, enigmatica, ma al contempo astuta. L’astuzia lo ha salvato in non poche occasioni, ma alla fine proprio non ce l’ha fatta a negare il suo credo.
Di recente ho avuto modo di apprezzare una trasmissione (mi pare Superquark) sulla vita ed il pensiero di Giordano Bruno. Non sapevo che Papa Giovanni Paolo II, in occasione di un convegno sul filosofo, ha inviato un messaggio di “mea culpa” considerando l’atto di messa al rogo di Bruno da parte dell’Inquisizione un “triste episodio della storia cristiana moderna”,
Bravissimi i tuoi ragazzi, Paola, e complimenti per il video.
Sono molto in sintonia sulla tua esaltazione della verità, che libera l’uomo da “ogni asservimento” e per lo stesso motivo mi ha colpito il post di Marco sulla menzogna.
“Mentono tutti”, lui dice, “mentiamo anche noi e mentiamo specialmente quando siamo convinti di dire la verità”…questa idea davvero mi fa impazzire!
Bello, complimenti a voi che avete contribuito a questa produzione: a Marco, a Paola e a tutti i ragazzi coinvolti. Grazie!
Questo video mi ha riportato alla mente una bellissima puntata di “dentro la sera” dei primi anni ’90 condotta magistralmente dal nostro Marco. Erano tutte trasmissioni bellissime che io possibilmente non mancavo di ascoltare. E questa su Giordano Bruno in particolare è una di quelle che mi è rimasta più impressa. In particolare ricordo un acceso e accorato confronto fra un ascoltatore intervenuto (mi pare fosse un prete) e il conduttore. Mi toccavano e scaldavano il cuore le parole ispirate di Marco che difendevano le ragioni del pensiero libero e arrischiante di Giordano Bruno contro le argomentazioni dell’interlocutore (non sprovveduto) che giustificava comunque l’operato del cardinale e della chiesa adducendo motivazioni che ora non ricordo nel dettaglio ma che in confronto alle parole di Marco mi suonavano del tutto inconsistenti.
Un saluto a tutti
Walter
Grazie per il vostro apprezzamento (e mi raccomando continuate a farci votare, fino al 15 maggio!!!)
Anche io ricordo molto bene quella trasmissione, caro Walter. Il cardinale intervenuto in trasmissione continuava a giustificare il metodo della Chiesa in base a criteri storicistici, sostenendo che “era la cultura del tempo”.
Certo che era la cultura del tempo! e che anche il cardinale Bellarmino, al termine della sua vita, aveva dovuto scrivere un libro per difendere il suo pensiero da sospetti di non piena ortodossia. Però era una cultura sbagliata!
E un vero cristiano, come il Maestro, ha sempre il compito di confutare gli aspetti sbagliati della cultura del suo tempo (che sia la lapidazione di un’adultera o un rogo per gli eretici).
Per fortuna le cose stanno molto lentamente, ma inesorabilmente, cambiando: con la richiesta di perdono per le colpe storiche della Chiesa durante la Quaresima del 2000 (collegata alla denuncia di ‘strutture di peccato’ che hanno inquinato la storia dell’istituzione ecclesiastica) e, nel nostro caso, con il mea culpa per il rogo a cui faceva riferimento Gabriella (che va ad aggiungersi alle scuse a Galilei).
Alleluja, alleluja!!!!!
Cara Paola,
questo è un concetto che non mi riesce di comprendere: come è possibile giudicare un fatto storico, avulso dal suo tempo?
Per me è impossibile.
Noi giudichiamo la storia come esseri incarnati nella storia, non come puri spiriti.
Se oggi possiamo affermare che la vita è sacra e guardare al passato con questo occhio di sacralità della vita è per riconoscere i momenti in cui è avvenuto un passaggio culturale evolutivo e non gia per affermare che “l’occhio per occhio” nel suo contesto storico era sbagliato.
Gradirei che qualcuno mi potesse argomentare in modo da chiarirmi le idee. Una volta ci ha provato anche Marco, ma non mi riesce di convincermi.
Un abbraccio
Rosella
p.s. chiedere perdono per il male compiuto dalla Chiesa in qualunque epoca, questo lo comprendo bene. Ma non mi sembrano comportamenti che derivino da “causa effetto” mi sembrano anch’essi ATTI STORICI EVOLUTIVI di una portata ben più ampia.
Mi associo anch’io all’apprezzamento per il video e ai complimenti per tutti coloro che hanno lavorato all’ottima riuscita del cortometraggio.
Per quanto riguarda la questione relativa alle richieste “ufficiali” di perdono da parte della gerarchia ecclesiastica, mi viene sempre da pensare che comunque si registra una dicotomia che mi lascia sospettosa sulla reale buona fede di quell’atto. Infatti, si chiede perdono per colpe passate, commesse da altri, dove la connotazione culturale è tale per cui non ci si può proprio sottrarre alla ritrattazione. È evidente che per noi, oggi, alle nostre latitudini, sarebbe impossibile mettere al rogo, fisicamente, qualcuno perché esprime un pensiero libero. Parallelamente, però, si continua a mettere al rogo spirituale coloro che non sono allineati con le direttive magisteriali. Forse anche qui si potrebbe invocare la connotazione culturale. Tuttavia, alla luce del Vangelo di Gesù, pur avendo gli strumenti per comprendere e per discernere ciò che è “misericordia e non sacrificio”, c’è una perseveranza nella cecità ottusa dell’ostinazione a continuare a brandire un certo tipo di tradizione invocata come baluardo inespugnabile, segno di fede certa. La presa di posizione di Gesù contro la lapidazione dell’adultera, mi pare faccia capire quanto uno spirito libero sia in grado di discernere, di guardare oltre la cortina dei condizionamenti culturali, per raggiungere il cuore della creatura. Mi pare però che la struttura della monarchia assoluta non lasci molto spazio alla libertà, per definizione.
Fortunatamente, le torce umane – come Giordano Bruno e tantissimi altri – e quelle spirituali, accese alla luce della Vita, continuano a rischiarare la strada facendosi apripista per coloro che desiderano fare tesoro della loro testimonianza.
iside
Ciao Iside
Le mie perplessità sul perdono forse nascono da una incapacità di distinguere il gesto compiuto (per così dire il peccato) da colui che lo compie (il peccatore) è questa la faccenda che non ho mai veramente capito.
Ritengo Che Giovanni Paolo II fosse in buona fede, non solo, ma che abbia compiuto un gesto profetico, che la Chiesa, storicamente ancora non ha assimilato adeguatamente.
Qualunque madre, può chiedere perdono per il male fatto dal proprio figlio, non ancora in grado d’intendere e volere. E la Chiesa come qualunque altro regno della terra può O POTREBBE (in fondo solo la Chiesa lo ha fatto) fare altrettanto.
Ma ciò che mi colpisce veramente è altro
Ricordi quel “Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno” pronunciato da Cristo in croce?
“Non sanno quello che fanno.” Quando?
Solo quando lo hanno crocifisso? o NELL’ETERNO in cui siamo ORA e sempre?
Quando pratico il lavoro autoconoscitivo e l’offro meditativamente, conoscoUN’ORA, che non è lineare ma SEMPRE PRESENTE.
Per il resto del tuo discorso, concordo abbastanza, basterebbe quella risposta data a Pietro: quante volte si deve perdonare? sette? “SETTANTA VOLTE SETTE”
Il problema sta nel fatto che ancora non sappiamo (neppure come genitori) come educare i nostri figli in una “correzione fraterna”.
Come si fa?
Siamo agli albori di questa NUOVA CONOSCENZA che coniughi LIBERTA’ e AMORE , tramite la fiducia e la speranza, nell’altro e nella Vita stessa.
Un abbraccio a tutti
Rosella
secondo me c’è qualche problema nel “post mistici tecnici” a me non si apre.
Il post non il video.
ciao Rosella
Cara Rosella,
il post Mistici-tecnici non doveva essere pubblicato oggi e c’è stato un disguido, che stiamo correggendo. Era in calendario il post di Massimo, che speriamo quanto prima di veder pubblicato anche con foto.
Sul tema in questione e l’interessante confronto con Iside, è legittimo chiedersi, se fossimo vissuti al tempo di Bruno (o dell’adultera), da quale parte ci potremmo collocare: dalla parte dei carnefici, della massa silenziosa, o della vittima? La risposta cambia a seconda del nostro stato animico. Ma poiché per la maggior parte del tempo stanziamo in quello che nei Gruppi Darsi Pace chiamiamo “io egoico”, è probabile che alla fine avrebbero prevalso le prime due collocazioni.
Il fatto di fare talvolta ciò che non vogliamo, o, ancora meglio, di non sapere neppure quello che facciamo significa che i roghi ‘spirituali’ continuano ad esserci.
“Siamo proprio agli albori di questa NUOVA CONOSCENZA che coniugherà LIBERTA’ e AMORE , tramite la fiducia e la speranza, nell’altro e nella Vita stessa”.
Un abbraccio
Un video da ammirare sia come esperienza didattica, ( è veramente importante che i ragazzi si cimentino in esperienze creative! ) sia come testo. A proposito di questo, nella contrapposizione dei due personaggi noto che tutte e due risultano un pò rigidi nelle loro posizioni: Giordano Bruno, più vicino alla nostra mentalità, più stimabile nella rivendicazione della libertà di pensiero, ma forse ancora adolescenziale, un poco superbo nella sua ostinazione. Il cardinale incrollabile anch’esso, più amante dell’ortodossia che della ricerca e della vita. Forse, con persone un poco più mature un incontro ci poteva essere.
Quando insegnavo e affrontavo il tema della condanna di Galileo e della sua abiura, i ragazzi criticavano l’abiura dello scienziato, sembrava loro un atto di viltà. Io li invitavo a riflettere che Galileo era talmente convinto della verità della teoria eliocentrica che era certo che questa avrebbe trionfato, nonostante il suo rinnegamento, che l’aver salvato la vita aveva permesso a Galileo di continuare i suoi studi e quindi era stato un bene per l’umanità. Ma i ragazzi discutevano le mie argomentazioni: avrebbero preferito che Galileo fosse stato più coerente. E’ questo il radicalismo dei giovani, sul quale ho poi riflettuto parecchio. Meglio essere tutti di un pezzo o essere realisti? Forse un sano adattamento alla realtà ci aiuta a non essere troppo indulgenti con il nostro piccolo io. Mariapia
P.S. naturalmente ho votato per il video, Mp.
P.S 2 Condivido pienamente le considerazioni di Marco sulla beatificazione di Giovanni Paolo II
Bella la riflessione sulla durezza sia di Bruno che di Bellarmino: è giustissima, e corrisponde al fatto che ogni duro mascheramento produce un effetto ombra altrettanto violento e duro.
E’ la storia della modernità, in fondo.
Storia di violenze, di rivoluzioni sanguinarie, e di reazioni cieche e altrettanto violente.
Noi lavoriamo all’integrazione: una tradizione che sappia fare proprie le energie positive della critica e dell’innovazione:
un Bellarmino con l’eroico furore di Bruno!
Avoglia a lavorà….
Ciao. Marco