“La gloria di Dio è l’uomo vivente”, questa frase di Sant’Ireneo di Lione è ciò che questa testimonianza evoca in me.
Giuliana sa esprimere la bellezza del cammino spirituale e del percorso intrapreso nei Gruppi Darsi Pace con grande forza e semplicità.
Durante lo scorso anno 2010-2011 ha deciso di frequentare il corso di approfondimento, venendo a Roma da Bergamo ogni quindici giorni.
Il racconto delle sue giornate di viaggio è sempre stato frizzante come aria di montagna: la partenza antelucana dall’aeroporto di Orio al Serio vissuta con la freschezza e l’entusiasmo di una escursione sulle vette, l’emozione di aprirsi ad una nuova avventura conoscitiva e a nuove relazioni, il gusto del vagabondaggio pomeridiano per la città eterna, in attesa del volo di rientro.
Forse è vero che, con il passare degli anni e addirittura con l’approssimarsi all’età pensionabile, si arriva a sperimentare un’energia e un coraggio mai immaginati prima.
E soprattutto diventa evidente che la saggezza, la dilatazione del cuore, il discernimento e la sensibilità per le cose dello Spirito si donano tanto più le poniamo al centro della nostra vita.
Avendo avuto occasione di conoscere personalmente Giuliana durante l’intensivo dei gruppi Darsi Pace di Santa Marinella dello scorso maggio, le sue parole mi risuonano in un modo particolare.
La cosa bella è lo sforzo di portare dentro il proprio quotidiano il lavoro dei gruppi DP, non lasciarlo appunto come esercizio personale, ma raggiungerne l’obiettivo portandone la testimonianza lì dove si vive e si lavora. Il fatto poi che Giuliana sia un’insegnante, mi pare un valore aggiunto di grande rilevanza per un ambiente come la scuola che fa fatica a trovare creatività e nuovi slanci dato che, mi pare, le scelte politiche e le direttive istituzionali ce la stanno mettendo tutta per fiaccarla.
iside
Cara Iside,
anch’io sono contenta di averti incontrata a s.Marinella e spero di ritrovarti ad Albino.
Lavoro in una scuola a tempo pieno ed è difficile lasciare alle spalle il tempo delle vacche grasse. Ciò che sta accadendo a me e ai miei colleghi è un ritorno a noi stessi, alle risorse che abbiamo, che siamo, rompendo vecchi schemi di lavoro e abitudini consolidate.
Stiamo cercando di ricominciare ed io leggo questo faticoso ricominciamento come un segno di speranza, il piccolo seme che germoglia e porta frutto.
Ti abbraccio.
Giuliana
Carissima amica,
grazie di questa splendida testimonianza che sento molto consonante e grazie a Paola per riportarci nel clima marino ed arioso di Santa Marinella !
Proprio in questi giorni ho ripreso la lettura integrale di ‘Darsi Pace’ e sto ri-scoprendo con gioia e sorpresa,quasi fosse la prima volta, proprio questa varietà di piani di analisi e ricerca cui tu, Giuliana, fai riferimento in queste tue parole.
Veramente un tesoro prezioso ed inesauribile di cui non ci stancheremo di ringraziare Marco.
Ti abbraccio con tanto affetto e spero di rivederti ai prossimi incontri di approfondimento a Roma,per camminare ancora insieme.
Filomena
grazie giuliana, ancora una volta la tua chiarezza ci aiuta a comprendere il percorso che abbiamo intrapreso, non è facile comunicare, a parole, la pienezza dell’esperienza che Marco ci propone.
Scoprire la relazione con l'”Altro”, incarnata nella nostra storia di uomini, è sorprendente e incredibilmente bella!
Scoprire un nuovo “io” affrontando il viaggio dentro noi stessi..mettere al centro della nostra vita il percorso spirituale è l’avventura più viva, più vera che possiamo fare.
Buon viaggio a tutti i compagni di ricerca! Grazie Giuliana per la determinazione,il coraggio, la dedizione al cammino.vanna
Cara Filomena,
grazie per la tua risonanza,spero anch’io di rivederti e di camminare ancora insieme.
Quando partecipai al primo seminario intensivo tenuto da Marco fui colpita soprattutto dall’integrazione di tre linguaggi, di tre livelli sui quali avevo lavorato senza riuscire ad intrecciare tra loro.
L’esperienza di questi anni mi convince sempre più che è proprio il metodo integrato a rendere efficace il lavoro.
Addentrandomi in esso e frequentando il corso regolare a Roma, ne ho capito anche la corposità e la gradualità.
Veramente un tesoro prezioso ed inesauribile di cui non ci stancheremo di ringraziare Marco.
Un grazie a Paola per la sua profondità di ascolto e a te un forte abbraccio.
Giuliana
Grazie a te, Vanna, per il tuo intervento.
(ieri quando ho risposto a Filomena non appariva ancora il tuo)
Scoprire la relazione con l’Altro è esperienza davvero sorprendente e bella, difficile da comunicare a parole.
Penso sia importante continuare a credere nell’invisibile e tenere viva la speranza, camminando in cordata.
Un forte abbraccio.
Giuliana
…..in cordata, pregando gli uni per le altre…restare in contemplazione, nello stato dell’ascolto, nella luce, ospitandoci là dentro…più vado avanti e più mi sembra determinante per il progresso personale e storico la preghiera di intercessione, quelle sottilissime esperienze della comunione tra i santi, viventi sulla terra e viventi altrove.
Un abbraccio. Marco
Cara Giuliana
anche per me conoscerti è stato un ulteriore arricchimento del percorso nei gruppi; soprattutto l’esempio che tu hai dato quest’anno con la partecipazione al corso venendo ogni volta dal nord con l’aereo.
La decisione di affrontare questo spostamento anche con gioia penso dimostri quanti benefici il cammino interiore porta tali anche da sacrificarsi.
Sono in sintonia con te quando dici che un vero cammino spirituale debba portare frutti soprattutto nella vita di tutti i giorni.
Sapessi quanto è stato grande il mio cambiamento proprio nel vita lavorativa, trovando il giusto equilibrio che non mi porta più a dover sacrificare la cura della psiche, del corpo e dell’anima per una totale dedizione alla professione o per denaro. Allo stesso tempo il mio contributo nella relazione professionale è senz’altro più costruttivo e umano e mi fa condurre la quotidianità con maggior gioia rispetto al passato.
Mi auguro di poter condividere con te ancora tanti bei momenti come quelli di Santa Marinella.
Ti abbraccio Gabriella.
Grazie, Marco, per ricordarci il valore e l’efficacia della preghiera e della contemplazione.
Ho appena finito di leggere un libro di M.M Davy, Il deserto interiore, nel quale è riportata la frase di Meister Eckhart:
“Il più grande onore che l’anima possa fare a Dio, è di lasciarlo perdere, affrancandosi da lui.”
All’inizio mi ha sconcertato, più la ascolto più mi sembra di capire che la comunione nasce dal totale abbandono non solo dello stato di creatura, ma anche di Dio, un Dio pensato che non si fa rivelazione e quindi esperienza incarnata.
Potresti aiutarmi a comprenderla?
Cara Gabriella,
l’esperienza di Roma ha arricchito anche me e non solo per le tre ore di lezione, ma anche per altri aspetti: il viaggio in giornata, la condivisione di alcuni momenti con Giovanna, Patrizia e Maria Teresa, il camminare per le strade della città eterna respirando l’adesso…Io stessa sono sorpresa di quanto sta accadendo; lotto con le mie resistenze e più riesco a mollare la presa più si apre uno scenario inaspettato. Sono grata alla Vita per tutto ciò che mi offre.
Spero anch’io di condividere altri momenti come quelli di Roma e di Santa Marinella.
Un abbraccio a entrambi e buona domenica.
Giuliana
Carissima Giuliana,
il tuo cammino nella vita e nel nostro gruppo è senz’altro esemplare e raccontato con spontaneità, semplicità, e ricchezza di riflessioni. Tra queste ho colto quella che la speleologia che pratichiamo dentro di noi è talvolta dolorosa, ma il dolore sentito insieme con gli altri è vivibile, accettabile e soprattutto si può sperimentare che si può superare. Questo è molto bello! Talvolta, spesso il dolore chiude e può renderci ostinati e aggressivi , nei nostri gruppi invece apre alla relazione: Io aiuto te e tu aiuti me. Non nascondiamo debolezza e sofferenza ; non ci illudiamo insieme di non doverle attraversare, ma la nostra sarà un esperienza di crescita, di maturazione. Mariapia
Carissima,
a volte i mistici utilizzano espressioni paradossali. Credo che Eckhardt voglia dire che c’è un Dio-Oggetto della nostra mente egoica, che è solo una nostra rappresentazione.
Negli ultimi due anni del Corso di Approfondimento abbiamo riflettuto molto sulla differenza tra rappresentazione (di un mistero o di uno stato), e sua realizzazione.
Ecco, per realizzare qualcosa del mistero della Presenza di Dio, dobbiamo abbandonare la sua rappresentazione mentale, che ci distanzia proprio dalla comunicazione diretta col suo Essere Glorioso.
Ciao. Marco
Giuliana ed io ci siamo “piaciute” nel blog e conoscendoci siamo diventate amiche.
La cosa che mi ha sempre colpita, è la chiarezza con la quale lei, ha accolto il metodo di Darsi, nell’integrazione dei tre livelli, come se fosse stata folgorata da quell’intuizione.
Spesso io mi sento “sbilanciata” quando lavoro, poichè naturalmente (essendo senza disciplina) lascio che in me prevalga la pratica dell’autoconoscimento psicologico, nel quale ho meno difficoltà- Poi quando ne parliamo resto edificata dalla semplicità umile con la quale lei ribadisce che tutte e tre le pratiche sono importanti e che bisogna integrarle, facendo semplicemente come ci dice Guzzi. ” … e non mi lascia via di scampo” la signora maedestra . Mi tocca, fare la brava!
Su una cosa concordiamo: questo lavoro funziona.
La nostra vita è cambiata in meglio, proprio lì dove siamo da sempre.
Siamo le stesse eppure diverse, ed anche i picchi di dolore che attraversiamo sono meno densi, come se di volta in volta si sciogliessero rimpicciolendo, ciascuna per la sua storia.
Insomma, sono grata alla vita di avere un’amica con la quale condividere quest’avventura, che va dilatandosi.
Grazie di tutto e ciao.
Rosella
“Il più grande onore che l’anima possa fare a Dio, è di lasciarlo perdere, affrancandosi da lui.”
Il più grande onore che un figlio possa fare a suo padre/ madre è di lasciarli perdere, affrancandosi da loro.
Realizzare sè stessi è onorare il padre e la madre, lasciando anche che i morti seppelliscano i loro morti?
“per il bambino l’iniziazione è l’esplorazione, non c’è da spiegare, c’è da camminare accanto a lui.”
questa tua frase oggi è quella nella quale mi riconosco meglio. Mi sembra che colga il nocciolo sostanziale della questione in cui mi trovo. Quanto son travolta dalla nonnalità! sarò mica l’unica donna sulla terra che ha ricevuto in dono un nipote??? ma!!!
L’accettazione prioritaria dell’altro, è un duro lavoro su me stessa, equivale almeno al silenziare meditativamente la mente. Forse è per questo che fatico tanto… .
Buona giornata a tutti.
Rosella
Marco, come sempre, le tue parole mi fanno bene. Grazie.
Carissima Mariapia,
la cordata speleologica aiuta davvero a guardare le nostre debolezze senza vergognarcene e ad attraversare il dolore senza esserne travolti.
Perseverando nella ricerca, l’autentica condivisione, fatta a viso scoperto, riesce anche a dimezzare il dolore e a moltiplicare la gioia.
Grazie, un abbraccio e arrivederci ad Albino.
Carissima Rosella,
quanti movimenti sono avvenuti in noi da quando ci siamo conosciute nel blog!
L’incontro ad Eupilio, il fiorire dell’amicizia attraverso le condivisioni via mail e gli appuntamenti telefonici che non si allungano certo in chiacchiere, ma esprimono il desiderio di approfondire la conoscenza, poi l’intensivo a Roma e, quest’anno, il corso telematico e l’esperienza a Mozzo. Movimenti che, per quanto mi riguarda, sono avvenuti naturalmente, senza forzare nulla, semplicemente seguendo il metodo indicato da Marco.
Movimenti attraverso i quali stiamo sviluppando l’attitudine interiore di accogliere e accettare, lavorando su noi stesse, silenziando la mente.
Ti sono grata per la tua amicizia e desidero continuare questa avventura che mi aiuta a cercare la mia centratura e ad entrare in relazioni che diventano di scambio reale, un dare e un ricevere, né calcolato né pesato, un dono reciproco.
Ti abbraccio.
Giuliana
Cara Giuliana,
elenco alcune frasi che mi hanno fatto bene.
.. ti stai preparando a nuove “sfide” che ti tengono ancora “giovane”
.. mi piace “camminare in cordata” sopratutto quando ci sono i crepacci … adesso apprezzo la “speleologia in cordata” andare dentro noi stessi per incontrare il dolore per poi uscirne. Una esperienza che ti cambia la vita… per diventare un nuovo Io in relazione.
.. percorsi iniziatici imposti che non partono dal di dentro delle persone e che producono solo chiese vuote.
Mi unifico mi espando perchè so che tu mi vuoi bene.
Grazie per averci dato gli ingredienti per un IO che accorcia le distanze.
GRazie.
Che bello ascoltare il tuo gioioso racconto, cara Giuliana!
Il racconto di un “autentico” cammino interiore permette sempre, a chiunque lo ascolti, di riconoscersi nell’una o l’altra piega dell’esistenza.
Grazie, Domenico e Corrado, compagni di cordata, che tra le pieghe dell’esistenza riconoscono vicinanza.
Vi abbraccio.
Giuliana
Carissima Giuliana, grazie della tua testimonianza.
Grazie della tua determinazione, del tuo coraggio, ma anche delle tue fatiche affrontate con leggerezza, con il sorriso; sempre in anticipo, la prima ad arrivare la domenica mattina all’Ateneo Salesiano, mentre io che abito a Roma arrivavo all’ultimo minuto.
Che bei momenti mi hai regalato quando ti fermavi un po’ a casa mia e potevamo confrontarci e riflettere insieme sul lavoro fatto con Marco!
Grazie del dono della tua amicizia. Un abbraccio affettuoso. giovanna
Uno dei doni ricevuti dall’esperienza di quest’anno a Roma è stato l’incontro con Carlo.
Condividere in semplicità il pasto dentro pareti domestiche, scambiare le nostre esperienze di vita, percepire che le parole del vangelo di oggi “Date loro voi stessi da mangiare”(Mt,14,16) erano la sua carne, pane e pesce donato a chi ha fame: momenti di grande intensità che hanno lasciato un segno dentro di me.
Sono grata alla Vita di avermelo fatto incontrare attraverso te, carissima amica mia.
Ti abbraccio affettuosamente anch’io.
Giuliana
Carissima Giuliana,
le tue parole ,tutte,risuonano profondamente in me e profumano d’aria di alta montagna,dove mi hai portata e dove ho trovato la consapevolezza che anch’io avevo la forza per scalare.Grazie!
E non solo delle parole,ma dei tuoi gesti sinceri.
Un abbraccio Rosanna
Carissima Rosanna, grazie per le tue parole.
Sono contenta di sentirti determinata nel cammino che abbiamo intrapreso e di sentire anche da te il beneficio che ne viene.
A me viene voglia di dirlo a tutti, cominciando dalle persone alle quali voglio bene. E ci provo.
Poi mi accorgo che le lunghezze d’onda sono diverse e che va rispettato il cammino di ciascuno.
Mi convinco sempre più che il principale aiuto che possiamo dare agli altri è lavorare su noi stessi. Prepariamoci quindi alle scalate che ci aspettano.
Ti abbraccio.
Giuliana
Cara Giuliana, le tue parole mi hanno toccato profondamente. Non è sempre facile, alcuni giorni sono più titubante di altri, ma la determinazione di tutti voi mi infonde la forza che mi manca. Grazie a tutti.
Grazie Bettina per il tuo intervento.
Anche tu, con le tue parole, infondi forza a me.
Un affettuoso saluto.
Giuliana
Il cammino che ho deciso di intraprendere non è facile, ma le vostre testimonianze sono preziosissime, mi incoraggiano ad andare avanti.
Ciao,
Alessia