Durante la messa per la festa di san Giovanni Battista, l’ultimo e più grande profeta prima di Cristo, ho avuto la buona ventura di ascoltare un’omelia particolarmente significativa, a conclusione della quale è stata letta la poesia che vi trascrivo
Se i profeti irrompessero
per le porte della notte,
lo zodiaco dei demoni
come orrida ghirlanda
intorno al capo-
soppesando con le spalle i misteri
dei cieli cadenti e risorgenti-
per quelli che da tempo lasciarono l’orrore-
Se i profeti irrompessero
per le porte della notte,
accendendo di una luce d’oro
le vie stellari impresse nelle loro mani-
per quelli che da tempo affondarono nel sonno-
Se i profeti irrompessero
Per le porte della notte,
incidendo ferite di parole
nei campi della consuetudine,
riportando qualcosa di remoto
per il bracciante
che da tempo a sera ha smesso di aspettare-
Se i profeti irrompessero
per le porte della notte
e cercassero un orecchio come patria-
Orecchio degli uomini
ostruito d’ortica
sapresti ascoltare?
Se la voce dei profeti
soffiasse
nei flauti-ossa dei bambini uccisi,
espirasse
l’aria bruciata da grida di martirio-
se costruisse un ponte
con gli spenti sospiri dei vecchi-
Orecchio degli uomini
attento alle piccolezze,
sapreste ascoltare?
Se i profeti entrassero sulle ali turbinose dell’eternità
se ti lacerassero l’udito con le parole:
chi di voi vuol fare guerra a un mistero,
chi vuole inventare la morte stellare?
Se i profeti si levassero
nella notte degli uomini
come amanti in cerca del cuore dell’amato,
notte degli uomini
avresti un cuore da donare?
(Nelly SACHS, da” Le stelle si oscurano” 1944-46, traduzione di Ida Porena)
L’autrice di questi versi è la poetessa tedesca Nelly Sachs, vincitrice del premio Nobel nel 1966. Ebrea, senz’altro nutrita dalle letture dei profeti biblici, si interroga e ci interroga, con immagini e metafore splendide, in un’epoca di gravi lutti e sconvolgimenti per il suo popolo e per ogni popolo, se le voci, spesso tormentose, dei veggenti e degli interpreti del senso della storia incontrano ancora orecchie che sanno ascoltare, cuori che sanno aprirsi, menti e mani aperte ad andare al di là delle abitudini e della superficialità rassicuranti.
In ogni tempo e quindi anche oggi i profeti sono persone scomode, la cui fedeltà e libertà creative scuotono i tradizionalismi stanchi , provocano crisi salutari, aiutano a leggere i segni dei tempi, ad usare bene, senza indugi, il tempo presente. Proprio il loro linguaggio simbolico, che ci stimola a una comprensione profonda di fatti e situazioni, ci spinge ad aprirci verso la trascendenza, a cambiare mente e a metterci in cammino verso una autentica e continua conversione.
Noi, ci poniamo il problema della profezia? Ne sentiamo l’esigenza, il desiderio? Con quale criterio riconosciamo i veri profeti? Chi sono per noi? Come rispondiamo? Come li distinguiamo nella babele delle voci che ci invadono costantemente? Abbiamo la pazienza di seguire il criterio di Gesù, che ci ammonisce “ dai loro frutti li conoscerete” ( Matteo 7,16)?
Interrogandoci sul posto della profezia nella nostra vita, non dimentichiamo neppure che il rinnovamento biblico e pastorale voluto dal Vaticano II insiste sul fatto che tutti i cristiani sono chiamati a partecipare al ruolo e alla missione profetica di Cristo (Lumen Gentium,35). La Chiesa, tutti i battezzati, è popolo di Dio regale, profetico, sacerdotale.
Auguro a tutti di incontrare ed ascoltare autentici profeti nel dipanarsi della propria vita. E di diventare profeti per altri, sempre con l’aiuto dello Spirito.
Grazissime, M. Pia per questa tua condivisione della Parola potente di Nelly Sachs,che risuona in me come autentica Poesia e Profezia.
Sono consapevole di aver incontrato ed ascoltato, “nel dipanarsi della mia vita” altri autentici profeti, sento la gioiosa, sofferta responsabilità di questo DONO e,confidando nell’aiuto dello Spirito,vorrei e desidero dire ogni giorno ECCOMI.
Ancora GRAZIE.
Giuseppina Francesca
Grazie Maria Pia, di queste belle riflessioni “profetiche”, io personalmente, ho incontrato diversi “profeti” e a volte, forse, lo sono stata. Non so come succeda, ma il “profeta” lo so riconoscere ed ascoltare, sono i “falsi profeti” che a volte mi confondono, forse sarà la mia insicurezza, ma io ascolto anche questi “falsi profeti” che a volte ti fanno venire voglia di mollare tutto. Sono forse queste le tentazioni? Forse si, ancora devo “crescere” e devo riuscire a discernere. un caro saluto!
“chi di voi vuol fare guerra a un mistero”
Cara MariaPia
questo verso mi ha colpito in modo inatteso.
E’ come se mi rendesse evidente L’UNICA DOMANDA PERTINENTE della mia vita.
La sola domanda che non abbia mai cessato del tutto d’interpellarmi e che non ho mai rimosso completamente… .
Spesso io mi sento come Giacobbe che lotta con l’Angelo, per poter addivenire alla mia propria identità. Che se un Altro non ti dona rivelandotela TU resti dolorosamente rattrappito.
Ho sempre desiderato, fare guerra al mistero: INCONTRARLO IN ME COSTRUENDO, quel pezzettino misconosciuto e senza alcuna importanza rilevante per altri, se non per me stessa.
Quella Gerusalemme liberata che compete proprio a me per “diritto di nascita” REALMENTE..
Grazie per la ricchissima riflessione che ci hai proposto.
Un abbraccio e buon fine settimana
Rosella
Ottimo testo, Mariapia, fondamentale.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di parole, e quindi di profezia, di parola ispirata e illuminante.
Credo che questa parola ci sia, e transiti tra noi e in noi, a volte.
Credo anche che questa parola trovi sempre ascolto e non ascolto, per rispondere ai versi della Sachs.
Non dobbiamo cioè aspettarci sorte migliore di quella che ha ricevuto la Parola stessa fattasi voce umana: Profezia perfetta.
Cristo è stato perseguitato, tradito, amato, rifiutato, accolto, ucciso, eppure ha vinto, e vince sempre, perché la parola profetica (detta cioè in ascolto del Principio vivente del dire) è l’unica cosa che rimane, l’unica vera parola.
Un abbraccio. Marco
ascoltiamo i profeti?
ma noi osiamo profetare?
correre quel rischio d’errore RADICALE di essere
ciò che NON VORREMMO essere
di dire ciò che non riteniamo opportuno dire
poichè TROPPO oltre, insensato
quasi misconosciuto ai nostri stessi occhi?
osiamo questo perchè UN ALTRO passi?
osiamo la nostra miseria il nostro nulla
ACCONSENTIRE come Maria all’inaudito?
o ci crogioliamo nell’ascolto
di un essere autoreferenziali?
che significa essere autoreferenziali?
significa forse ascoltare molte voci “senza incarnarne alcuna”?
senza sperimentare la prova NEL FUOCO di un tempo.
Dell’attesa che concepisca il nuovo NEONATO LI’
e lo partorisca: lo dia ALLA LUCE.
Auguri a tutti, per oggi (…domani e sempre).
Rosella
Carissimi,
grazie per la vostra attenzione e le vostre riflessioni. Giuseppina, la tua fiducia, la tua serenità mi sostengono. Sì, Annamaria, talvolta attraggono la nostra attenzione anche i falsi profeti, perché hanno qualcosa di attraente, l’importante è poi accorgersi che non possono restare a lungo delle vere guide. Alla stagione dei frutti li conosceremo e sapremo trarre il positivo anche da esperienze sbagliate!
Lottare con il mistero, carissima Rosella, è affrontare lo sconosciuto, l’abisso inquietante e attraente insieme. Ci vuole coraggio, energia e capacità di attraversare la solitudine. Ma è una sfida che la vita ci offre e che quindi è bene affrontare. Se Giacobbe non avesse lottato con l’angelo non sarebbe diventato Israele. L’autoreferenzialità è un atteggiamento egoico molto diffuso nella nostra cultura, che non ci porta da nessuna parte, scrutiamoci ogni momento per superarlo, per andare oltre.
Quando preparavo questo post avrei voluto inserire la domanda: sapreste trovare il nome di almeno cinque profeti che hanno arricchito la vostra vita? Poi ho rinunciato a questo quesito, perché temevo che si banalizzasse il discorso. Ora capisco che ho fatto bene. Marco nel suo commento sposta la nostra attenzione sulla Voce , che può manifestarsi nelle nostre voci solo se sono un rimando a quella originaria. Davvero le singole voci autentiche mutano, si acquattano, risultano presto sconfitte , ma la Voce resta! Certo io nella lista avrei messo Marco e lo stesso credo che fareste voi. Riconosciamo questo dono che ci è stato fatto!
Due giorni orsono mi sono sentita spiritualmente presente all’inaugurazione dei corsi; fuori, per le strade di Roma impazzava la violenza, che spero non abbia coinvolto nessuno di noi e non abbia danneggiato l’incontro.Il contrasto tra parole di proposte ed esperienze profetiche e realtà fattuale appare forte alla nostra attenzione. Per questo dobbiamo impegnarci ancora di più nel progetto del “ darsi pace” Una forte abbraccio a tutti, Mariapia