Il 2012 è il 13° anno dell’esperienza Darsi Pace ed è anche l’ultimo anno del calendario Maya ma di questo non parleremo , quello che vorrei mettere al centro dell’attenzione è il nuovo inizio.
Giro di boa, si riparte, ricominciamo . . . . . . . . . . . .ma come ?
Le sollecitazione depressive negli ultimi tempi hanno raggiunto picchi eccezionali così come gli accadimenti e tutto spinge verso una maggiore chiusura in se stessi.
Le relazioni umane vengono condizionate dai problemi finanziari che coinvolgono l’economia che coinvolge la politica che coinvolge i servizi necessari per una vita serena ed ecco che il cerchio si chiude.
Quanta paura ! ! !
Cosa potremmo perdere ?
Proviamo a seguire l’inspiro e scendiamo più in profondità ;
perché siamo giunti in questo stato ?
E’ evidente che molte anzi moltissime cose sono da rivedere nell’organizzazione delle nostre vite ma la sensazione che io ho è che si continui imperterriti ad evitare un nuovo inizio;
una nuova vita che riflettendo sugli errori e le sofferenze in circolazione sia impegnata per modificarne i presupposti concretamente.
Da dove iniziare ?
Quale potrebbe essere la carenza più responsabile di questa situazione ?
Frequentando i gruppi DP mi sono reso conto soprattutto e principalmente della mia ignoranza,
è accaduto che mettendo più attenzione e riflettendo sulla storia mia e del pianeta sono emersi i punti di criticità che ancora oggi ci assillano ottenebrando le menti.
Ignorare le conseguenze delle proprie scelte sembra essere lo sport preferito da governi e popolazioni tanto da ritrovarci ( in piena schiavitù dal denaro ) a diffondere le nostre carenze con grande efficacia.
Pigrizia e mancanza di coraggio completano l’opera ed eccoci nuovamente di fronte ad un futuro che non promette cose buone.
Nuovo inizio dunque ma vecchi problemi.
Marco con il suo ultimo libro “ Dodici parole per ricominciare “ ancora una volta riflette ed approfondisce la grande occasione che stiamo vivendo, abbiamo tutte le potenzialità e le conoscenze per realizzare un vero INIZIO NUOVO opponendo alla bestialità dell’ego la nuova umanità inaugurata da Gesù e siccome è proprio questo il nostro impegno quotidiano
Auguro a tutti un 2012 ricco di crescita Spirituale, Psicologica e Culturale che permettendo relazioni più vere e profonde possa definitivamente farci sperimentare il senso della salvezza che abbiamo ricevuto.
E se i Maya avessero effettivamente percepito che con questo anno giungeva la fine di un “vecchia” modalità di vivere ?
AUGURI ALE
Caro Ale, grazie per questo bel post, hai colto alcuni aspetti fondamentali del nostro lavoro. In particolare a me colpisce sempre molto la distanza che c’è, lo spread 😎 , tra il nostro stato di coscienza ordinario, folle, anestetizzato ma comunque sofferente, e gli stati più luminosi che ogni tanto, grazie al nostro lavoro, riusciamo a sperimentare. C’è tanto da lavorare… e quindi tanti auguri di tanta luce a tutti.
Carissimo Ale, il nuovo cominciamento è sempre un primissimo atto di conversione, un atto di umiltà in cui incominciamo a chiederci: ma nella mia sofferenza o frustrazione non ci sarà almeno in parte una mia responsabilità?
Poiché questo atto non ci piace affatto, tendiamo a stagnare nelle situazioni negative, e continuiamo al contempo ad incolparne il fato, gli altri, o Dio, che è assente etc….
La nostra civiltà sta sul limite di un baratro, ma non vogliamo convertirci, preferiamo continuare a parlare di uno sviluppo o di una crescita, che non hanno più alcuna direzione sensata, e forse neppure più alcuna possibilità concreta di manifestarsi, almeno in base agli attuali parametri e concetti dominanti.
Eppure è evidente che l’Italia, l’Europa, e l’Occidente potrebbero proprio adesso riconoscere le proprie distorsioni strutturali e aprire un tempo nuovo, entusiasmante, di revisioni e nuove creazioni culturali, politiche, ed economiche, fondate su questa modalità davvero rivoluzionaria di pensare.
E’ vero, l’atto della conversione, l’io in conversione, all’inizio vede quasi tutto nero dentro di sé, o dietro di sé. Sembra, come dice Andrea, che ci sia un baratro tra lo stato ordinario e ciò che intuiamo possibile. Ma questa discrepanza è solo il senso iniziale del Ritorno. Se intraprendiamo con una certa decisione la Via del Ritorno comprendiamo presto che le cose non sono poi così drammatiche, e che il cambiamento, graduale e in fondo delicato, è davvero possibile, giorno dopo giorno, in una fedltà serena.
Io sono convinto che prima o poi arriveremo a questa svolta anche sul piano storico-collettivo, e intanto ne prepariamo i presupposti lavorando su noi stessi e creando Gruppi come Darsi pace.
Un abbraccio. Marco
Giusto Marco! A che serve frequentare i gruppi darsi pace se in noi non c’è volontà di cambiamento? Io “credo” che proprio frequentando i gruppi ho cominciato la mia “vera” conversione. La notte del 31 io mi trovavo alla Messa di Ringraziamento e il ns Parrocco, per carità, persona intelligente, laboriosa, caritatevole, secondo me è caduto in errore durante l’omelia, ha detto che anche se ci succedono cose “brutte” durante l’anno dovevamo stare tutti lì a ringraziare. Questo sarebbe vero se io ho “sanato” la mia ferita e se ancora non ci riesco devo farmene una colpa? Alla messa delle notte di Natale c’era un bambino di 10 anni che viene al catechismo di Prima Comunione a cui è morta la mamma di “cancro” con tutta la sua famiglia. Ma alla Messa di Ringraziamento, non c’erano, ecco io ho pregato anche per loro perché sono sicura che Dio li sta aiutando, ma come si fa a sanare una ferita così grande senza averne né i mezzi né il tempo? Un Buon Anno di Pace per tutti.
bene. antonella.
Lavorare, Andrea, non ci preoccupa siamo abituati a ciò il problema è farlo in modo costruttivo per lo sviluppo delle nostre potenzialità spirituali alle quali siamo giunti solo dopo una enorme distorsione che ci ha inquinati profondamente.
Carissimo Marco, anche io sono convinto che arriveremo alla svolta e spesso mi sorprendo nell’immaginare come basterebbe solamente utilizzare non consumisticamente ciò che già abbiamo per trasformare questa deprimente realtà da consumatori.
La cultura ha un ruolo determinante in tutto questo ma che brutta fine sta facendo ! Sigh !
Luci, penso che proprio questo sarà il nostro compito per il futuro offrire ad altri i mezzi per trovare il senso della vita , questo non tocca solo ai preti e tu con il catechismo lo stai già sperimentando ma la cosa che più conta è la nostra trasparenza, meno appariamo noi più è altro cio che si vede.
Anto, ciao e ancora buon anno a tutti Ale
“E se i Maya avessero effettivamente percepito che con questo anno giungeva la fine di un “vecchia” modalità di vivere ?”
Io faccio il tifo perchè possa essere così! anche se ritengo che sia ancora molto difficile per noi trarre le dovute conseguenze (almeno teoriche, se non proprio culturali) sulle potenzialità di cambiamento insite nella conversione dell’ego.
In fondo è come se relegassimo nel nostro laboratorio interiore questa pratica, ma che ancora non la facessimo capace di CAMBIARE LA VITA.
Secondo me noi CREDIAMO DI SAPERE come sarebbe giusto che dovessero andare le cose; e dato che siamo impotenti a farle andare secondo il nostro buon senso, togliamo energia al cambiamento e ci deprimiamo.
E’ normale questo. Non siamo in grado di vivere senza una immagine di quello che DOVREBBE ESSERE il nostro bene, eppure quello che ci è richiesto è proprio questo: FIDATI
La mancanza di fiducia (reciproca ma anche semplicemente in sè stessi) è secondo me la carenza maggiormente responsabile di questa situazione e da questo punto di vista non è che scorgo grandi spiragli di luce provenire dall’esterno. Però OLTRE LA RAGIONE VI E’ LA GIOIA che sola può ACCONSENTIRE al dono della vita fatto da quel Dio che i Greci definivano IGNOTO .
“Ignorare le conseguenze delle proprie scelte sembra essere lo sport preferito da governi e popolazioni tanto da ritrovarci ( in piena schiavitù dal denaro ) a diffondere le nostre carenze con grande efficacia”
Questo, se ci pensi bene, è esattamente la dinamica che noi riconosciamo alle nostre strategiche difensive, quelle che falliscono sempre.
Penso che dovremmo occuparci di osservare meglio le dinamiche del nostro cambiamento personale e di gruppo, condividendole il più possibile, per tentare di compiere quel passo ulteriore verso la novità culturale che tutti noi desideriamo.
L’ampiezza di respiro che mi ha donato la consapevolezza di essere quella parte DELL’UNIVERSO che evolutivamente diviene COSCIENTE DI SE’, mi aiuta a permanere in quel senso di me, che, almeno concettualmente, mi ridona tutta la mia dignità; e questo un poco mi sostiene nell’affrontare LO SPETTRO della realtà.
Buon Anno Ale e Buon Anno a tutti
Rosella
(magari era meglio che non mi fossi lasciata prendere troppo la mano eh?)