Tutto è Relazione

Commenti

  1. grazie mille per avere messo per iscritto il nostro essere relazione o egocentrato in rapporto alle meditazioni mistiche e buddiste e l’aspetto particellare e ondulatorio. cioè vedere queste cose scritte mi portano a essere più attenta alle percezioni e a meditare con più attenzione e abbandono e più serenamente. in pratica riscrivo ciò che tu dici ma mi serve per prenderne nota. antonella.

  2. cara Giovanna,

    hai affrontato proprio un bell’argomento tosto, e lo hai fatto in modo veramente chiaro.

    Io mi sento di corrisponderti così: “TUTTO E’ RELAZIONE” Sì ! così in cielo come in terra, così nel macro, come nel micro CONTEMPORANEA/MENTE nell’eterno in cui siamo BIG BANG.

    Direi che osservare la realtà ti conduce per mano a superare “il relativismo…”; e proprio la conversione dell’io nel lavoro interiore di trasformazione, ti consente di fare l’esperienza incarnata NELL’INFINITO PRESENTE.

    Un abbraccio e buona notte a tutti.
    Rosella

  3. Le tue parole, carissima Giovanna, mi riportano l’atmosfera dell’intensivo dello scorso maggio di santa Marinella in cui ho sperimentato la gioia di essere me stessa nel Tutto.

    Nella quotidianità ritorno spesso a sentirmi particella abitata dal desiderio di essere onda.

    Non ho figli e non ho provato sulla mia pelle l’esperienza del parto, tuttavia vivo il dolore di un travaglio e sento la forza dell’Uomo Nuovo che spinge e attende di venire alla luce.

    Il bambino che nasce ai margini, non riconosciuto, chiede l’abbandono dell’uomo vecchio, privo di respiro.

    E’ dolore, ma anche condizione perché la parte più integra possa venire alla luce e gioire di Vita Nuova.

    Ti abbraccio.
    Giuliana

  4. Carissima, davvero un bel testo, sintetizzi molti aspetti concomitanti del passaggio in atto:
    nella fisica come nella ricerca psicologica e nella spiritualità.
    Nella nostra 1a meditazione in Per donarsi, parliamo dello stato di presenza come un percepire l’onda della vita, il suo fluire, il nostro fluire dentro questa energia piena di forza e di amore.
    Lì comprendiamo il dolore della separazione e l’anelito alla com-unione.
    Un abbraccio. Marco

  5. Domenico Parlavecchio dice

    Un testo dal ritmo incalzante, wow!

    Il passaggio da una relazione basta sulla contrapposizione alla consapevolezza di essere relazione è veramente un salto quantico (per rimanere in tema con quanto dici).

    C’è vermanete molto da fare, da comprendere ma il terreno è fertile, c’è gente che desidera fare un salto .. di “senso”, “credere” che possiamo essere meglio di così.

    Rimangono i temi del “come” che la nostra esperienza mette a disposizione ma quello che spesso manca è la “costante” voglia “disperata” di farlo e ri-farlo e ancora.. fino a diventare “altro”.

    D’altronde la forza dell’abitudine è una forza millenaria che necessita essere .. “spenta” ogni giorno un po’ di più 🙂

    A presto

  6. Carissimi Antonella, Rosella, Giuliana, Marco, Domenico, grazie per i vostri contributi.

    @ Antonella: sono lieta che la lettura di questo post ti aiuti a migliorare l’atteggiamento nella pratica meditativa. Grazie per la ripetizione: ri-petere è chiedere sempre di nuovo la grazia di una comprensione più profonda.

    @ Rosella: grazie per la corrispondenza. CONTEMPORANEA-MENTE è l’INFINITO-PRESENTE, il TUTTO-è-RELAZIONE in cui siamo custoditi.

    @ Giuliana: l’esperienza del Tutto vissuta a S.Marinella risuona ancora forte anche in me. Bella l’immagine: “nella quotidianità ritorno spesso a sentirmi particella abitata dal desiderio di essere onda! Grazie.

    @ Marco: un grazie particolare a te che ci guidi in questo passaggio epocale e ci offri con i gruppi il percorso iniziatico necessario a realizzare la nostra trans-figurazione.

    @ Domenico: si, la difficoltà maggiore è realizzare un paziente, umile, costante, lavoro quotidiano. Ogni giorno la lotta è contro il “tutto e subito” imposto dall’ego che non tollera attese. Spesso esco perdente da questa lotta ma sto comprendendo che forse è buona cosa per imparare l’umiltà e l’assoluta gratuità di ciò che ricevo.

    un abbraccio affettuoso a ciascuno di voi. giovanna

  7. Scusate se cambio ambito, ma dagli antichi studi di fisiologia vegetale, mi è rimasta in mente l’interconnessione stretta che le piante di un bosco stabiliscono tra loro mediante le loro radici. Ho sempre subito il fascino della rizosfera e del suo lavorio coordinato e vicendevole nel dietro le quinte del sottosuolo, letta come metafora dello scambio proficuo di ciò che nutre. In particolare, la simbiosi tra radici e funghi (le micorrize) mi rimanda l’immagine di un intreccio di vite che collaborano per il bene comune. A parte l’indebita antropomorfizzazione, questo mondo nascosto eppure così vitale mi dà da pensare…
    Un abbraccio “micorrizico” 😉 a tutti
    iside

  8. carissima Giovanna, un testo impegnativo che apre a orizzonti senza limiti,all’infinito, al mistero che ci abita..inconsapevol – mente.

    Sono rimasta senza parole alla prima lettura per l’ampiezza, la profondità, l’altezza dei pensieri espressi. Grazie!
    vanna

  9. “Tutto è relazione”: è profondamente vero e ringrazio Giovanna e i commentatori del post per avermi aiutato a riflettere sui vari aspetti di questo assunto. Aggiungo piccoli esempi tratti dalla realtà quotidiana. Se avverto che una persona che parla con me è triste e preoccupata, tendo istintivamente a esserlo anch’io, ma se reagisco con consapevolezza ed energia e incomincio a sorridere e a introdurre nel discorso una, seppur minima, nota di allegria, tutto cambia in me e nell’altro. Sono sola e malinconica in casa, vedo tutto nero, entra dalla finestra un raggio di sole, lo guardo , mi avvicino per intiepidirmi, qualcosa incomincia a cambiare. Squilla il telefono, una voce amica mi parla,mi chiede un favore, glielo accordo: mi ritrovo a pensare in modo più sereno.
    L’anno scorso, proprio in gennaio, andavo ogni sera in ospedale per stare accanto a mio marito che percorreva in rianimazione il suo calvario. Quando uscivo avevo il bisogno di ritrovare le ombre degli alberi, il cielo, meglio se stellato, dove annegavo il mio sguardo: dopo le scene di angoscia, di sofferenza avevo bisogno di ritrovare in qualche modo l’ordine, l’armonia e l’infinito, per cercare di aprire il mio cuore stretto nella morsa del dolore. Così ritornavo a casa un poco riequilibrata e in pace. Spesso basta veramente poco per risanare il nostro vissuto! Mariapia

  10. • Carissima Iside, grazie per le belle metafore tratte dal mondo vegetale: bello questo scambio di nutrimento che avviene nel profondo, nell’invisibile! Mi ha fatto pensare al sangue che raggiunge e nutre ogni singola parte del Corpo Mistico di Cristo. Ti abbraccio con affetto.
    • Carissima Vanna, quello che dico è piccola cosa rispetto all’esperienza reale che tu ne fai nella pratica meditativa. Resto in attesa del dono che vorrai farci condividendo con noi la tua esperienza. Un grande abbraccio.
    • Carissima Mariapia, grazie per gli esempi, che hanno dato concretezza ad una riflessione un pò astratta.
    Mi hai riportato all’esperienza che abbiamo condivisa l’anno scorso, tu a Genova e io a Palermo, in un reparto di Rianimazione: un’esperienza che mi ha portata a riflettere sul paradigma scientista, riduzionista, sostanzialmente ateo, che sta a base del nostro sistema di cura, paradigma non espresso, dato per scontato, che noi stessi inconsapevolmente assorbiamo con l’aria che respiriamo.
    Questo paradigma considera la persona solo nelle due dimensioni corpo-mente (e la mente solo nello stato logico-razionale) negando la dimensione dello spirito, quindi l’intrinseca relazionalità della persona che è un essere-in-relazione sempre, in qualsiasi stato di coscienza si trovi. Bisogna avviare un’ampia riflessione per rendere visibile questo inganno della cultura del nostro tempo.
    Un forte abbraccio. Giovanna

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