“La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima” (Jung)
Come è dentro è fuori. Come è sopra è sotto. Nel micro come nel macro: Tutto è Relazione.
Con un ritmo sempre più veloce tutto ciò che accade, dalle scoperte della fisica a quelle della psicologia del profondo, dal fenomeno della globalizzazione, all’interconnessione planetaria tramite Internet, tutto ci sta portando verso la consapevolezza che Essere-è-Relazione. Più resistiamo a questa consapevolezza, più stiamo male, più precipitiamo in un baratro di solitudine e disperazione. Lo stato di chiusura difensiva causa ormai un mal-essere insostenibile.
Anche nel mondo fisico tutto è relazione. La fisica quantistica descrive una realtà intimamente interrelata, caratterizzata da un ineliminabile dualismo di fondo (particella-onda), realtà che non esiste con certezza in luoghi e tempi definiti e si definisce solo nella relazione con il soggetto che osserva.
Non esiste dunque una realtà oggettiva e non esiste una osservazione neutra; l’osservazione è carica di teoria, potremmo dire della ‘fede’ di chi osserva: si vede solo ciò in cui si crede.
Le scoperte della scienza sembrano avviarci verso una conoscenza relazionale, di tipo iniziatico: una conoscenza che implica un coinvolgimento, che si realizza attraverso la trasformazione, traslocando in altro mondo, altro ordine.
E’ l’esperienza che si fa nella pratica meditativa. Quando si spengono i pensieri ed infine anche la mente, proiettore dei pensieri, l’io trasloca, entra in un altro mondo, un altro stato di coscienza e la visione della realtà cambia; fa esperienza di una dilatazione, un’apertura all’Infinito, di uno stato di libertà dagli automatismi difensivi; entra in un vasto campo di possibilità e scopre gli intimi e sottili legami tra le cose.
Lo stato della mente può agire significativamente sui parametri fisiologici del corpo.
Studi fatti su alcuni monaci tibetani in stato meditativo hanno mostrato che questi riuscivano a produrre calore, ad aumentare la temperatura esterna mantenendo invariata quella interna. La risonanza magnetica sui cervelli di questi mentre meditano ha evidenziato differenze sostanziali nella circolazione del sangue dell’intero cervello: certe zone del cervello, particolarmente quelle che controllano l’attenzione e le funzioni autonome come la pressione del sangue ed il metabolismo diventano più attive; il metabolismo arriva ad abbassarsi fino al 64% (mentre durante il sonno scende soltanto del 10 o 15%).
La psicoanalisi del profondo ha messo in luce fenomeni di coincidenza significativa tra eventi psichici ed eventi fisici aldilà di ogni separazione spazio-temporale che possono verificarsi quando vengono mobilitati stati profondi della psiche. Jung ha avanzato l’ipotesi della sincronicità per spiegare questi fenomeni, incomprensibili nello stato di coscienza ordinario.
Ma relazioni tra le parti al di fuori dello spazio-tempo si osservano anche nella realtà quantica. La misura in cui si verificano effetti correlati non-locali tra corpi o eventi separati nello spazio-tempo sembra dipendere dalla misura in cui un sistema si trova in stato di ‘particella’ o di ‘onda’: le particelle si comportano più come individui separati e sono meno correlate; le onde mostrano un modello di comportamento più simile a quello di un gruppo correlato.
Anche l’esperienza dei mistici sembra riferirsi ad una dimensione non costretta nello spazio-tempo, in cui non c’è separazione ma Tutto è Uno. In che stato fisico-mentale si trovano i mistici?
Facendo riferimento al dualismo di fondo che caratterizza la realtà potremmo dire che quando siamo in uno stato ego-centrato prevale in noi l’aspetto particellare e quando siamo nello stato dell’Io-in-relazione prevale l’aspetto ondulatorio?
L’aspetto particellare riguarda la pesantezza della materia? E’ la scissione di origine l’evento che ci ha precipitati nello spazio-tempo, ci ha reso ‘individui’ con un livello energetico ‘pesante’?
L’aspetto ondulatorio riguarda energie più sottili, spirituali, che ci traslocano in un altro mondo, in una condizione libera da limiti spazio-temporali, la condizione forse dell’uomo prima della caduta?
E’ questo il passaggio richiesto all’umanità? E’ questo il travaglio di trasformazione che sta vivendo?
Tante domande da spegnere, insieme alla mente, per abbandonarsi e lasciarsi traghettare, perché il passaggio avvenga serena-mente.
grazie mille per avere messo per iscritto il nostro essere relazione o egocentrato in rapporto alle meditazioni mistiche e buddiste e l’aspetto particellare e ondulatorio. cioè vedere queste cose scritte mi portano a essere più attenta alle percezioni e a meditare con più attenzione e abbandono e più serenamente. in pratica riscrivo ciò che tu dici ma mi serve per prenderne nota. antonella.
cara Giovanna,
hai affrontato proprio un bell’argomento tosto, e lo hai fatto in modo veramente chiaro.
Io mi sento di corrisponderti così: “TUTTO E’ RELAZIONE” Sì ! così in cielo come in terra, così nel macro, come nel micro CONTEMPORANEA/MENTE nell’eterno in cui siamo BIG BANG.
Direi che osservare la realtà ti conduce per mano a superare “il relativismo…”; e proprio la conversione dell’io nel lavoro interiore di trasformazione, ti consente di fare l’esperienza incarnata NELL’INFINITO PRESENTE.
Un abbraccio e buona notte a tutti.
Rosella
Le tue parole, carissima Giovanna, mi riportano l’atmosfera dell’intensivo dello scorso maggio di santa Marinella in cui ho sperimentato la gioia di essere me stessa nel Tutto.
Nella quotidianità ritorno spesso a sentirmi particella abitata dal desiderio di essere onda.
Non ho figli e non ho provato sulla mia pelle l’esperienza del parto, tuttavia vivo il dolore di un travaglio e sento la forza dell’Uomo Nuovo che spinge e attende di venire alla luce.
Il bambino che nasce ai margini, non riconosciuto, chiede l’abbandono dell’uomo vecchio, privo di respiro.
E’ dolore, ma anche condizione perché la parte più integra possa venire alla luce e gioire di Vita Nuova.
Ti abbraccio.
Giuliana
Carissima, davvero un bel testo, sintetizzi molti aspetti concomitanti del passaggio in atto:
nella fisica come nella ricerca psicologica e nella spiritualità.
Nella nostra 1a meditazione in Per donarsi, parliamo dello stato di presenza come un percepire l’onda della vita, il suo fluire, il nostro fluire dentro questa energia piena di forza e di amore.
Lì comprendiamo il dolore della separazione e l’anelito alla com-unione.
Un abbraccio. Marco
Un testo dal ritmo incalzante, wow!
Il passaggio da una relazione basta sulla contrapposizione alla consapevolezza di essere relazione è veramente un salto quantico (per rimanere in tema con quanto dici).
C’è vermanete molto da fare, da comprendere ma il terreno è fertile, c’è gente che desidera fare un salto .. di “senso”, “credere” che possiamo essere meglio di così.
Rimangono i temi del “come” che la nostra esperienza mette a disposizione ma quello che spesso manca è la “costante” voglia “disperata” di farlo e ri-farlo e ancora.. fino a diventare “altro”.
D’altronde la forza dell’abitudine è una forza millenaria che necessita essere .. “spenta” ogni giorno un po’ di più 🙂
A presto
Carissimi Antonella, Rosella, Giuliana, Marco, Domenico, grazie per i vostri contributi.
@ Antonella: sono lieta che la lettura di questo post ti aiuti a migliorare l’atteggiamento nella pratica meditativa. Grazie per la ripetizione: ri-petere è chiedere sempre di nuovo la grazia di una comprensione più profonda.
@ Rosella: grazie per la corrispondenza. CONTEMPORANEA-MENTE è l’INFINITO-PRESENTE, il TUTTO-è-RELAZIONE in cui siamo custoditi.
@ Giuliana: l’esperienza del Tutto vissuta a S.Marinella risuona ancora forte anche in me. Bella l’immagine: “nella quotidianità ritorno spesso a sentirmi particella abitata dal desiderio di essere onda! Grazie.
@ Marco: un grazie particolare a te che ci guidi in questo passaggio epocale e ci offri con i gruppi il percorso iniziatico necessario a realizzare la nostra trans-figurazione.
@ Domenico: si, la difficoltà maggiore è realizzare un paziente, umile, costante, lavoro quotidiano. Ogni giorno la lotta è contro il “tutto e subito” imposto dall’ego che non tollera attese. Spesso esco perdente da questa lotta ma sto comprendendo che forse è buona cosa per imparare l’umiltà e l’assoluta gratuità di ciò che ricevo.
un abbraccio affettuoso a ciascuno di voi. giovanna
Scusate se cambio ambito, ma dagli antichi studi di fisiologia vegetale, mi è rimasta in mente l’interconnessione stretta che le piante di un bosco stabiliscono tra loro mediante le loro radici. Ho sempre subito il fascino della rizosfera e del suo lavorio coordinato e vicendevole nel dietro le quinte del sottosuolo, letta come metafora dello scambio proficuo di ciò che nutre. In particolare, la simbiosi tra radici e funghi (le micorrize) mi rimanda l’immagine di un intreccio di vite che collaborano per il bene comune. A parte l’indebita antropomorfizzazione, questo mondo nascosto eppure così vitale mi dà da pensare…
Un abbraccio “micorrizico” 😉 a tutti
iside
carissima Giovanna, un testo impegnativo che apre a orizzonti senza limiti,all’infinito, al mistero che ci abita..inconsapevol – mente.
Sono rimasta senza parole alla prima lettura per l’ampiezza, la profondità, l’altezza dei pensieri espressi. Grazie!
vanna
“Tutto è relazione”: è profondamente vero e ringrazio Giovanna e i commentatori del post per avermi aiutato a riflettere sui vari aspetti di questo assunto. Aggiungo piccoli esempi tratti dalla realtà quotidiana. Se avverto che una persona che parla con me è triste e preoccupata, tendo istintivamente a esserlo anch’io, ma se reagisco con consapevolezza ed energia e incomincio a sorridere e a introdurre nel discorso una, seppur minima, nota di allegria, tutto cambia in me e nell’altro. Sono sola e malinconica in casa, vedo tutto nero, entra dalla finestra un raggio di sole, lo guardo , mi avvicino per intiepidirmi, qualcosa incomincia a cambiare. Squilla il telefono, una voce amica mi parla,mi chiede un favore, glielo accordo: mi ritrovo a pensare in modo più sereno.
L’anno scorso, proprio in gennaio, andavo ogni sera in ospedale per stare accanto a mio marito che percorreva in rianimazione il suo calvario. Quando uscivo avevo il bisogno di ritrovare le ombre degli alberi, il cielo, meglio se stellato, dove annegavo il mio sguardo: dopo le scene di angoscia, di sofferenza avevo bisogno di ritrovare in qualche modo l’ordine, l’armonia e l’infinito, per cercare di aprire il mio cuore stretto nella morsa del dolore. Così ritornavo a casa un poco riequilibrata e in pace. Spesso basta veramente poco per risanare il nostro vissuto! Mariapia
• Carissima Iside, grazie per le belle metafore tratte dal mondo vegetale: bello questo scambio di nutrimento che avviene nel profondo, nell’invisibile! Mi ha fatto pensare al sangue che raggiunge e nutre ogni singola parte del Corpo Mistico di Cristo. Ti abbraccio con affetto.
• Carissima Vanna, quello che dico è piccola cosa rispetto all’esperienza reale che tu ne fai nella pratica meditativa. Resto in attesa del dono che vorrai farci condividendo con noi la tua esperienza. Un grande abbraccio.
• Carissima Mariapia, grazie per gli esempi, che hanno dato concretezza ad una riflessione un pò astratta.
Mi hai riportato all’esperienza che abbiamo condivisa l’anno scorso, tu a Genova e io a Palermo, in un reparto di Rianimazione: un’esperienza che mi ha portata a riflettere sul paradigma scientista, riduzionista, sostanzialmente ateo, che sta a base del nostro sistema di cura, paradigma non espresso, dato per scontato, che noi stessi inconsapevolmente assorbiamo con l’aria che respiriamo.
Questo paradigma considera la persona solo nelle due dimensioni corpo-mente (e la mente solo nello stato logico-razionale) negando la dimensione dello spirito, quindi l’intrinseca relazionalità della persona che è un essere-in-relazione sempre, in qualsiasi stato di coscienza si trovi. Bisogna avviare un’ampia riflessione per rendere visibile questo inganno della cultura del nostro tempo.
Un forte abbraccio. Giovanna