Mentre viaggio in treno verso Bolgheri per raggiungere Vanna e suo marito e trascorrere insieme a loro la fine e l’inizio dell’anno, ripercorro la nostra avventura in Darsi Pace iniziata nel luglio 2009, anno in cui ci incontrammo ad Eupilio per partecipare al seminario intensivo tenuto da Marco Guzzi.
Vanna lasciava alle spalle mesi di accompagnamento del padre nell’ultimo tratto di transito terrestre ed io vivevo nella relazione con una coppia di amici a cui voglio bene un taglio doloroso che tornava a farmi sentire irrimediabilmente sbagliata.
Cercavamo la gioia ascoltando il dolore che ognuna portava dentro di sé.
Attraverso il metodo integrato, specifico del nostro laboratorio, abbiamo cominciato a riconoscere le paure, i conflitti, il disagio che ordinariamente viviamo nello stato denominato io ego-centrato, caratterizzato da una profonda scissione interiore e rovesciando lo sguardo verso la nostra interiorità abbiamo imparato a confrontarci con le nostre negatività.
L’inversione di sguardo da fuori a dentro di noi ammorbidisce le rigidezze psichiche, nuove energie si sbloccano e gli automatismi emotivi dell’infanzia si disattivano, ma l’io in conversione non elimina la scissione.
Davanti alla scissione si spalanca drammaticamente l’abisso della morte, del nulla e del male e a questo punto del viaggio comprendiamo la necessità di irrobustire la fede, rinnovare l’atto di fede per sperimentare profondamente gli stati che ci introducono nell’ordine dell’uomo nascente.
Vanna ed io veniamo da esperienze differenti, eppure qualcosa ci unifica nelle nostre diversità. Credo sia la fatica quotidiana, il cammino che tende verso una maggiore capacità di amore e il desiderio di tenere viva la comprensione della realtà, degli altri e di noi stesse alla luce della fede cristiana.
Nel cammino dei Gruppi Darsi Pace decidere e rinnovare l’atto di fede è la tappa fondamentale, centrale nel secondo anno e di tutto il triennio. Marco ribadisce con forza la libertà della scelta, ma anche la necessità di comprendere la radicalità del passaggio di figura umana e cosmica in cui siamo immersi da Cristo in poi e quindi la differenza della via di salvezza cristiana rispetto alle vie di salvezza precristiane.
“La buona novella cristiana dell’Incarnazione (del Verbo creativo divino nell’Uomo) ci annuncia invece che lo Spirito di Dio sta oramai riempiendo di Sé tutta la realtà psichica umana e tutta la sostanza fisico-corporea dell’uomo e del mondo, per cui la salvezza non consiste più nel riassorbimento sul piano di uno Spirito separato, ma in un processo di trasfigurazione (ri-creazione) spirituale dell’anima e del corpo stesso, operato da dentro: non si salva più solo lo spirito dell’uomo, ma anche la sua anima, il suo io, e la sua terra: anche questi livelli della creazione vengono definitivamente sottratti al dominio del principio omicida della separazione.” (Darsi Pace pagg.143-144)
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo.” (Mc 1,15)
Queste parole risuonano profondamente dentro di me.
Lo sferragliare del treno mi fa da sottofondo mentre osservo i cambiamenti del paesaggio attorno a me e guardo le trasformazioni avvenute nella mia vita, ripenso agli eventi che hanno costellato la mia storia, anche a quelli più aspri e dolorosi, li vedo come scatti di crescita, un inesausto riprendere vita.
Scopro che la dinamica trasformativa mi appartiene da sempre ed ora mi porta con maggiore consapevolezza nel mistero dell’Incarnazione e del Battesimo, sui passi di Cristo, dentro i suoi gesti e le sue relazioni, nella sua umanità vissuta.
Sbilanciata dal dondolio del treno, rilancio la postura e nell’inspiro ascolto il leggero movimento del mio corpo, dall’interno, in una morbida consapevolezza che diventa sfondo infinito.
Il treno raggiunge la stazione di Pisa, tra poco continuerò il viaggio in compagnia di Vanna e Giuseppe.
Viaggiare mi appassiona, mi dilata, sento le mie radici piantate nel profondo della terra e nel profondo del cielo, scopro la dolcezza di essere preceduta, chiamata per nome e mi apro ad una conoscenza che “non ha niente di intellettuale, ma è una postura esistenziale che ti mette costantemente in comunione con Dio, grazie allo Spirito santo che hai ricevuto e alla parola che hai interiorizzato.” (E.Bianchi, Lettere a un amico sulla vita spirituale)
Auguro a me e a tutti i compagni di viaggio una solida e stabile postura esistenziale.
Cara Giuliana,
che belle suggestioni, che bei pensieri hanno animato il tuo viaggio di Capodanno verso gli amici che ti aspettavano in Toscana! Grazie di averle volute condividere con noi.
La profondità leggera delle tue parole ci accompagnino e ci aiutino a ricentrarci sulle cose che contano davvero!
Un abbraccio a te, a Vanna e a Giuseppe
Paola
Cara Giuliana, grazie per il tuo augurio di una “postura” solida! E grazie di averci raccontato del viaggio in treno, mi sembra a volte, così anche la nostra vita, un viaggio in treno, chi scende prima chi dopo, ma tutti ad una stazione! I paesaggi belli, brutti e così e così, come le nostre vite. Hai ragione è bello viaggiare in treno e gustare poi la gioia di trovare degli amici che ti aspettano. Un abbraccio.
Cara Giuliana,la tua bellissima riflessione sul viaggio come “postura esistenziale che ti mette in costante comunione con Dio”mi fa pensare alla vita come alla storia di un viaggio che non è l’arrivare,ma il ripartire ogni volta andando sempre più in là,sempre oltre, perchè Dio non è la nostra meta ,ma il passo successivo.
E’ il futuro che mi raggiunge e che è già in me.
Grazie per la semina di fiducia e di speranza che mi dai nella luce del tuo cammino.
Un abbraccio a te e a Vanna
Rosanna
Purtroppo io vedo un treno che non arriva,e non si tratta di un ritardo di ore,giorni o settimane ma per noi di secoli di un treno chiaramente previsto.Ha scritto il teologo Scillebeeckx di fronte al mancato arrivo non si può psicologicamente persistere in questa attesa del treno,e si arriva alla conclusione che su questo binario il treno non passa più.Qualcosa non torna”Dov è la promessa della sua venuta?Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio della creazione”(2Pt.3,4).Purtroppo i poveri sono rimasti lì ancora più poveri che mai e i miti scacciati dalla terra che dovevano ereditare.Ma Cristo non ci aveva assicurato che il regno è vicinissimo.
… caro Michele il regno ci è INTIMO
Lo stupore più grande che vivo è quello di sentire come reali le parole che mia madre mi diceva da bambina: “hai un amico nel cuore e si chiama Gesù, ascoltalo” oggi io aggiungo AFFIDATI.
Non avrei mai pensato di dover faticare tanto ed arrivare alla soglia dei settanta per gustarle con riconoscenza ed amore.
Ti abbraccio, buona giornata
Rosella
Caro Michele, anch’io come Rosella, ho impiegato un bel po’ di tempo per scoprire in me la realtà della parola annunciata da Cristo.
Ora, per me, il Regno portato da Cristo 2000 anni fa, è REALE ed INTIMO e quel che segue dell’annuncio: “convertitevi e credete” mi richiede un atto quotidiano e continuo di cambiamento e di fede che da sola non posso fare, ho bisogno di farlo in compagnia di Dio e degli uomini.
Nei Gruppi di Darsi Pace trovo oggi per me il luogo in cui condividere il cammino trasformativo per rendermi sempre più “capace” di ascolto della Parola che vive e dispormi un po’ più integra nella relazione con gli altri.
Non è facile, ma è bello.
Ti ringrazio di cuore per condividere con noi un frammento di viaggio.
Un grazie anche a Paola, Luciana, Rosanna, Rosella, compagne di cordata, o meglio, di scompartimento, per sapere impregnare le vostre parole di calore e affetto materni.
Vi abbraccio tutti.
Giuliana
Cara Giuliana,
mi sento molto in sintonia con quello che scrivi(che sia perchè il tuo ascendente si trova allo stesso grado del mio sole natale?scherzo! insomma mica tanto!).
L’immagine-metafora del treno “in viaggio” sento che ci riguarda tutti,nel senso che rende vive le domande sullo spazio e sul tempo.”
Dove stiamo andando?non lo so.Ma sento che il nostro movimento-domanda è anticipato dalla risposta-futura che ci chi-ama.
In DP abbiamo la possibilità di percepire in modo diverso queste dimensioni e per quel che riguarda il tempo si può arrivare a capire(come tutti i grandi mistici)che c’è un tempo quantitativo(che dal passato va verso il presente;il tempo storico)e un tempo qualitativo-reale,che dal futuro va verso il presente(nel senso che questo tempo ha un movimento differente:ha un movimento che parte dal futuro e influisce sul presente.)
Come dice bene Giovanni Vannucci:”Il seme di grano sviluppa le sue radici perchè c’è il tempo vivente che lo chiama dal futuro:il seme che cresce”sogna” la spiga che un giorno riuscirà a raggiungere nella sua maturazione.Il presente è così una risposta nella vita concreta agli appelli che ci vengono dal futuro”.
Cara Giuliana,
hai redatto un post così semplicemente bello e completo, che soddisfa ogni mia ipotesi. Insomma, quasi, quasi, resto senza parole; così ho deciso di postare qui il contributo che OGGI ho inserito in un altro blog, all’interno di un post intitolato PARTENZE., dedicato alla partenza definitiva di qualcuno, forse in seguito allo spegnersi graduale ed inesorabile di una speranza nella vita, non supportato da un atto di fede.
A questo proposito ringrazio molto Davide, non conoscevo: Il seme di grano sviluppa le sue radici perchè c’è IL TEMPO VIVENTE che lo chiama…” bellissimo
ecco il mio contributo.
“sono passati ormai un paio d’anni, ed oggi come allora, concordo sul fatto che l’assenza sia UNA PRESENZA operante.
Ho sprecato un’intera vita nel tentativo di comprendere gli altri e di relazionarmi con loro, non mi ero mai resa conto di come solo IL RIFIUTO ti consentisse quel tipo di solitudine completa e necessaria ad incontrare te stesso, nel riconoscere che TU sei abitato, e che in te vi è una porta che si apre nell’infinito.
Nessuno mi aveva mai detto che l’uomo, cioè, che IO fossi quella parte di universo che evolvendosi diviene cosciente di sè; nè che il mio compito fosse quello di edificarlo questo universo, coltivando in me stessa quella particolare attitudine al riconoscimento della realtà, al di là di ogni superficiale evidenza.
Non superficiale inteso come banale, ma “in superficie” ciò che ti ferisce immediatamente ed a cui reagisci automaticamente. L’assenza di amore che ci circonda è reale, ma noi possiamo contattare al nostro interno, al disotto della nostra più profonda disperazione, l’amore CHE CI FONDA.
Oggi va decisamente meglio, ho avuto la fortuna d’incontrare persone più avanti di me nel cammino e di trovare la forza di FIDARMI affidandomi ad altri esseri umani limitati come me.
Questa forza non la trovi da solo in te stesso, essa è proprio tua, ma è solo in una compagnia che ti è possibile “cavarla fuori” incarnandola. Ognuno di noi è una chiave per colui che passa accanto, talvolta quella giusta e talvolta invece no.
Comunque sia, non sempre abbiamo la forza di acconsentire ad accogliere l’aiuto che ci viene proposto, così come ci viene dato. Questo è comprensibile; siamo spiriti incarnati e la carne è il nostro limite, però possiamo decidere ADESSO di ricominciare a vivere.
Non so se nel cyberspazio, ma, tutti noi nell’universo c’incontriamo NUOVAMENTE.”
ciao a tutti
Rosella
Giuliana è un dono dell’esperienza dei gruppi di DP.
Il nostro incontro è avvenuto attraverso il cammino del lavoro di darsi pace.
L’ascolto reciproco, autentico, empatico, ci ha condotto ad una relazione vera, semplice e autentica!
La nostra amicizia è caratterizzata dall’ ascolto dell’altro, dalla correzione fraterna, dall’aiuto reciproco, dal sostegno e dallo scambio di esperienze che il cammino di liberazione interiore conduce.
Condivisione e ricerca individuale si alternano in armonia con il cammino che abbiamo intrapreso. Momenti di unione, momenti di solitudine, vicinanza e lontananza si susseguono in una relazione libera e sincera.
Sento per Giuliana un affetto profondo e tanta gratitudine per il dono che è per noi tutti.
A lei e ai viaggiatori auguro vita in pienezza e gioia nel cammino!
Un abbraccio. vanna
Grazie carissima Giuliana per la bella riflessione di questo post e per i commenti. Da bambino l’immagine del treno mi ha sempre affascinato, sognavo di guidare i treni e il treno di dp ci sta portando in un transito magnifico. È bello davvero ammirare il paesaggio del percorso e assaporare le emozioni che ci dona. E bello condividere e arrivare a percepire insieme che, in fondo, tutto è una sola cosa – tutto è, proprio, UNO.
Un abbraccio e un caro saluto a tutti da Fabio e Paola
Carissima Giuliana,
la tua testimonianza mi arriva come una carezza calda e amorevole.
Siamo tutti in viaggio, verso la nostra realizzazione, ognuno per
la sua strada, ma condividendo il percorso, ognuno con il suo bagaglio,
ognuno con il cuore colmo di speranza e di stupore, per la meraviglia
dei paesaggi che si presentano durante il cammino, percorriamo sentieri a volte agevoli, a volte tortuosi,ma seguiamo comunque una stella e a volte
riusciamo anche a volare verso la Luce…
Ti abbraccio con affetto.
Brunella
Anche a me viaggiare affascina, ma non nascondo che all’inizio di ogni viaggio ho sempre tante remore, incertezze e titubanze. Chissà che mai un giorno decida di iniziare un viaggio interiore….
A proposito di passato e futuro, di partenze e di speranza, vi giro qui sotto un bel brano di Ermes Ronchi tratto dal sito Inventori di strade (Reggio Emilia) che mi ha segnalato Suor Antida:
“Ci sono due modi per leggere il tempo: dal passato verso il presente, oppure dal futuro verso il presente. Il tempo vitale parte dal futuro. Il presente non è che una risposta agli appelli che ci vengono dal futuro. L’importanza data al futuro rivela la vitalità di una persona, di una famiglia, di una comunità. L’energia vitale, la statura di un gruppo è direttamente proporzionale all’importanza che il futuro e i progetti hanno in quel gruppo […] Il futuro degli inventori si nutre di desiderio, di passione e di poesia, anche solo di gocce: «Il fiume comincia con la prima goccia d’acqua, l’amore con il primo sguardo, la notte con la prima stella, la primavera con il primo fiore» scrive don Primo Mazzolari […] Il futuro che ci chiama ha un abito da sposa. Anche se il presente indossa un abito di stracci […] L’uomo e la donna di fede non si scandalizzano della sproporzione tra il presente e il futuro, ma lo sanno vivere come un inizio. La speranza è il nome che noi diamo alla sproporzione tra quanto ci è promesso e quanto abbiamo fra le mani”.(Ermes Ronchi, Il futuro ha un cuore di tenda, Romena, Pratovecchio 2010)
Auguri a tutti noi di non scandalizzarci mai della sproporzione! Paola
Ciao Giuliana, comprendo bene le sensazioni che il viaggio in treno ti ha sollecitato, ho viaggiato tanto e ho capito che tutto il tempo e tutta la difficoltà della mia vita erano il luogo e il tempo necessario perché mi lasciassi finalmente andare in quest’abbandono interiore, che forse il viaggiare in treno ci ricorda, il senso del controllo si affievolisce, si vede e si lascia andare, una casa, una campo di grano, una chiesetta, un filare, un attimo e non si vedono più, cambia lo scenario, la velocità non ci permette di trattenere nulla, il dondolio del treno ci culla, la vicinanza con gli altri ci rassicura, tutto ci conduce, arriveremo a destinazione senza fare nulla, possiamo lasciarsi andare a questo movimento interno, a questo spegnersi per ritrovarsi, dove scopriamo, come dici tu, “la dolcezza di essere preceduta”, già pensati, già voluti, già amati e attesi, costantemente attesi.
Un caro abbraccio
La forma di conoscenza che stiamo sperimentando in DP si dona attraverso processi lunghi, faticosi e gloriosi e la acquistiamo nella misura in cui è proprio il nostro io che viene cambiato.
Liberandomi comprendo la libertà, diventando divino posso capire qualcosa del divino, affidandomi comprendo di essere già pensato e amato.
Spazio e tempo si dilatano nell’infinito e nell’eterno.
Sentirci parte del Tutto dentro una rete che si espande nella profondità del cielo e della terra è un DONO che il treno DP ci sta offrendo.
A noi accoglierlo, gustarlo ed allargarlo.
Grazie Davide, Vanna, Fabio e Paola, Brunella, Santy, Patrizia per le vostre commoventi condivisioni che rendono il viaggio sempre più coinvolgente ed interessante.
Un abbraccio affettuoso a tutti.
Giuliana
Cara Giuliana, grazie per questa tua condivisione così fresca e profonda, e grazie cari tutti compagni di viaggio per le vostre riflessioni.
Oggi un’amica, una vita spesa per gli altri, ha terminato il suo viaggio, è già nell’abbraccio eterno del Padre. Desidero ricordarla qui perché l’associazione Cascada (che riunisce professionisti che si dedicano come volontari per la realizzazione di progetti missionari) creata dopo la morte precoce del figlio, produca frutti sempre più ricchi e abbondanti.
Un abbraccio. giovanna
carissime Giuliana e Vanna , volevo esprimervi la mia gioia e la mia gratitudine per il dono della vostra preziosa testimonianza sull’ Amicizia e per avervi come compagne di viaggio…nel cammino di trasformazione ..un forte abbraccio irene
Carissima Iside,
anche la tua compagnia è preziosa per me e spero di rivederti a santa Marinella.
Un forte abbraccio a te e a Giovanna.
Giuliana
Scusami Irene,ho letto il tuo messaggio avendo il volto di Iside dentro di me e così ho indirizzato a lei la risposta.
Grazie per le tue parole e per condividere con noi ed altri l’avventura di Mozzo.
Arrivederci a sabato prossimo.
Un abbraccio
Giuliana