Mi capita spesso di fermarmi a riflettere sulla semplicità, mi fermo poichè vedo come questa sia a portata di tutti ma allo stesso tempo poco praticata.
Sembrerebbe così a portata di mano da non essere presa in considerazione , talmente semplice da divenire difficilmente praticata, siamo abituati a ben altro!Facciamo di tutto per complicarci la vita, il nostro modo di affrontare il quotidiano si gioverebbe non poco se solo prendessimo in seria considerazione che la persona con la quale stiamo vivendo una relazione, qualunque essa sia, é come noi disturbata da tutta una serie di fattori, storici ed ambientali, che ne minano la serenità e l’equilibrio.
Le reazioni del momento sono solo conseguenti a stimoli che non abbiamo la calma e la disponibilità di valutare nella loro reale importanza ed ecco scattare quei meccanismi così ben collaudati che distruggono la sintonia essenziale ad una relazione costruttiva.
Evitare lo scontro costa grande fatica perchè siamo abituati a combattere, é la nostra miglior difesa ed allora non si può accettare una contrarietà che rimette in discussione tutto ciò che a fatica era stato ordinato , anche se unilateralmente.
Oggetto, tutto questo, di lavoro nei gruppi dove proprio come primo impatto attraverso la condivisione degli esercizi di autoconoscimento prende consistenza la somiglianza delle reazioni e delle emozioni che abitano tutti noi.
Ci é stato detto che la nostra essenza proviene dalla stessa fonte, che siamo fratelli figli dello stesso Padre ma una informazione così semplice non la prendiamo per buona, meglio lottare contro tutto e tutti che rilassarsi ed accogliere l’altro considerando che probabilmente non gli é mai capitato di fermarsi per riflettere a fondo sulla sua storia.
Fermarsi é semplice ma non abbiamo il tempo, troppe sono le cose da fare e tutte importanti quindi . . . meglio non perdere tempo e continuare a lottare se non vogliamo essere diversi oppure annientati dagli ”altri ”.
Infondo preferisco cercare la semplicità, fermandomi più possibile ad osservare in me e fuori di me ciò che accade, non sempre mi riesce ma solo crearne i presupposti mi é già di grande aiuto .
E questo mi sento di augurare anche a voi , buona semplicità a tutti. Ale
Mi ha colpito la tua riflessione sulla semplicità, perché è vera in tutti i campi, anche nel lavoro, meno componenti ha un prodotto e meglio funziona, più è semplice un processo produttivo e migliori sono i risultati.
Così anche il nostro rapportarci con la realtà, più pensieri aggiungiamo, sovrapponiamo e più aumenta lo squilibrio, il conflitto.
Un caro saluto
Aldo
Grazie, caro Ale, di questa provocazione, della semplice e difficilissima proposta di vivere con maggiore semplicità, senza troppe pieghe, la nostra vita.
Proprio ieri al pranzo del gruppo di Approfondimento Darsi Pace, ho potuto sperimentare, innanzitutto dentro di me, con quanta facilità ricadiamo nei nostri schemi dualistici, conflittuali, di ragionamento, legati come siamo alle nostre teorie, esperienze, pre-giudizi.
Eppure è anche vero che, come dicono gli storici, tutta la modernità è caratterizzata dalla categoria della ‘complessità’, un concetto senza il quale non sarebbe possibile abbracciare e comprendere il tempo che viviamo. Senza il quale si rischia cioè il semplicismo: una ‘semplicioneria’ un po’ ingenua e infantile che non riesce a scalfire la realtà.
Come risolvere il dilemma?
Gesù ci invita ad essere innocenti (semplici) come colombe e astuti come serpenti. Che vuol dire?
Rilancio la provocazione ad inizio settimana, augurandovi una buona riflessione!
Astuti è non essere stupidi.
L’astuto è un esperto non è un semplicione.
E’ uno che studia che approfondisce.
Una “trovata astuta” si dice a chi banale non è.
E non può che nadare di pari passi con la semplicità. Solo la semplicità (direi svuotata) può alimentare una mente fine e quinde anche astuta
Ciao
volevo dire che la semplicità è tipica di una mente svuotata che sa far posto all’altro…
Bella sfida con tutto questo buonismo che gira 😉
Grazie Ale
Il lavoro di autoconoscimento svolto ieri nel gruppo di Approfondimento mi ha riportato dentro le pieghe della mia infanzia e adolescenza: maledizioni, comportamenti reattivi, emozioni negative che ora riesco ad attraversare “semplicemente”.
Antico dolore che si stempera nella gioia del perdono, nella consapevolezza che il male subito e procurato è frutto della separazione dalla fonte di Vita alla quale posso riconnettermi per collaborare alla mia ri-creazione.
L’esperienza che vivo nei Gruppi Darsi Pace mi propone un metodo e mi offre semplici strumenti per rendere attuale e viva la strada aperta da Cristo duemila anni fa, mi aiuta ad attraversare “semplicemente” la complessità e il travaglio di questo tempo e a viverlo come tempo favorevole per una reale trasformazione, la mia e quella del mondo.
Grazie Ale, anche per la semplicità con cui hai guidato ieri il lavoro nel piccolo gruppo.
Giuliana
L’elogio alla semplicità potrebbe essere la scusa per evitare la fatica di studiare, di approfondire.
Ma ad un certo punto la complessità delle chiavi di lettura nasconderebbe la realtà.
Quale è la giusta via di mezzo?
La risposta è “Innocenti (semplici) come colombe e astuti come serpenti”
Ma qui non so più andare avanti.
Ciao
Secondo me, la semplicità è prima di tutto avere la possibilità di “studiare” e continuare a farlo sempre, ma allo stesso tempo è la capacità di farsi capire dall’altro. Un Prof. bravissimo che non sa spiegare ai suoi alunni, un medico che non sa spiegare al paziente la sua malattia, un “tappezziere” che non sa spiegare il suo lavoro in modo semplice, non va bene. Gesù si aiutava con le parabole; riuscire a spiegare in modo semplice quello che per altri è difficile da capire è una gran cosa. Altra cosa invece è “vivere in modo semplice”, accontentarsi della quotidianietà, ed è proprio quando la perdi che capisci che la vita in fondo è bella anche accontentandosi di poco. La suora che ieri stava con noi nei gruppi, ci raccontava della sorella che andava alle Seychelles per divertirsi, mentre per lei sarebbe un sogno poter tornare sulla costa Amalfitana. Ecco, io penso che la semplicità non sia mancanza di studio, ma accorgersi che si può vivere bene lo stesso anche senza tante cose materiali. E’ la pace interiore la nostra vera ricchezza, altrimenti che senso avrebbe frequentare i corsi Darsi pace? Un saluto a tutti.
La riflessione sulla semplicità è partita proprio dalla considerazione di come ci stiamo radicando in modalità che, contaminate da abbitudini mentali e culturali, quasi evitano le considerazioni dirette, immediate, naturali e cioè semplici.
Certo lo sviluppo richiede anche studio approfondito, preciso e puntuale ma per poi giungere alla applicazione pratica che dovrà essere semplice e quindi utile per tutti.
Sono sempre in difficoltà quando mi trovo di fronte persone che si lasciano andare in ragionamenti che poggiano su teorie nate da ragionamenti che poggiano su teorie nate da ragionamenti che p . . . . . . . . . . . .
Credo che l’astuzia sia scegliere la via diretta ( semplice ) e la semplicità sia la trasparenza.
La nostra esperienza Darsipacista del resto ci riporta proprio alla semplicità della esperienza fisica; quante volte le parole ascoltate si sono trasformate in vibrazioni fisiche capaci di muovere il corpo spostandolo concretamente da uno stato all’altro e permettendo così un cambiamento di umore !?
Grazie amici e moglie per le vostre riflessioni che sicuramente aiuteranno la semplicità a farsi strada.
Ale
Caro Ale,
dopo aver letto il tuo post ed anche il contributo che mi precede mi par giusto non farti mancare la mia.
Come sai, “Sono la complicazione delle cose semplici”. e tentando di capire checosa possa essere SEMPLICE per me, più che una cosa “senza pieghe”.m’immagino qualcosa di unitario: una perfetta pura COINCIDENZA.
La semplicità è vedere il Buddha in un filo d’erba… o contemplarvi Dio.
Mi piacerebbe tanto essere semplice.
Forse talvolta ne faccio esperienza quando vivo la trasformazione interiore, e sono in grado di lasciarmi andare, comunicando, senza pensarci troppo sù.
Grazie Ale, un bel post che fa emergere tutta la ricchezza delle nostre differenze.
Buona giornata e ciao.
Rosella
Carissimi, forse potrebbe aiutare la nostra riflessione il concetto che spesso utulizziamo di “semplicità di secondo grado”: una sintesi semplice cioè di molte cose, di quella complessità che proviene dalle culture contemporanee. Il nostro compito mi pare essere quello di un salto di qualità, di una nuova semplicità che porti dentro di sé, sintetizzate però e quindi appunto semplificate, storie secolari e travagli millenari…
Un lavoro non da poco, che solo lo Spirito, massimo agente unificante e quindi semplificante, sa e può fare nella nostra mente.
Marco
… il mio io ed il mio corpo sono semplicemente la SINTESI UNICA della storia umana che mi ha preceduta…
quella che procede GENERATA di generazione in generazione DALLA VITA nella sopravivenza dei miei avi
Semplice è il FIGLIO?
Bella definizione “ Semplicità di secondo grado”.
Quando ci si addentra in argomenti che hanno a che fare con la psicologia, la filosofia, la spiritualità ci si accorge che le ramificazioni sono innumerevoli, il lavoro di sintesi enorme, si vorrebbe condensare tutto in una sola frase che faccia “Star bene”.
Però col tempo ci si accorge che sotto la complessità pian piano appare un filo comune, forse questa semplicità di secondo grado.
Dopo qualche mese di mia silenziosa frequentazione al corso telematico ho capito che voi l’avete trovata, spero di trovarla anch’io.
Ciao
Aldo
Ciao a tutti,
semplice-mente, nella mio percorso ha conciso con il processo di spegnimento dell’ego, con l’umiltà, vedere realmente, sentire profondamente, ricercare veramente, ha semplificato di molto i miei pensieri, ho scoperto che la gran parte di essi facevano funzione di “resistenza” alla verità, così sono cadute congetture, presunzioni, supposizioni, che hanno lasciato spazio ad una essenzialità semplice ma pregna.Ciao
Domani è il mercoledì delle ceneri…
Sento la Quaresima come appello a semplificare… pensieri, parole e azioni.