«Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
(2 Cor 6,2)
Depressione, attacchi di panico, claustrofobia, agorafobia, ansia, anoressia, bulimia: il disagio mentale è in continuo aumento. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) prevede che nel 2020 la depressione sarà, dopo le malattie cardiovascolari, la malattia più diffusa nel pianeta, ma le cifre ufficiali registrano solo un terzo di quelli che ne soffrono, e il ‘male oscuro’ è già la malattia più diffusa, presente in eguale percentuale in tutti i Paesi (negli Stati Uniti come in Nigeria, in Olanda come in India, in Cina come in Brasile) una delle principali cause di invalidità e di morte prematura, con ricadute socioeconomiche enormi.
Osservando le nostre relazioni quotidiane, i raptus di follia omicida che la cronaca ogni giorno registra, ci rendiamo conto che non bisogna attendere il 2020: i dati si riferiscono all’oggi.
Ma cosa significa questa depressione globale?
Sembra che l’umanità stia divenendo sempre più consapevole della sua alienazione, sempre più dichiarata-mente folle, ma incapace di curare il suo male-essere, come se la mente, nello stato in cui si trova, andasse in tilt, divenisse de-mente nell’indagare se stessa; come se per curare il suo ‘male oscuro’ avesse bisogno di Luce, dovesse aprirsi, traslocare in un luogo/stato di Luce, spegnendo la luce oscura dei suoi pensieri e abbandonandosi alla Vita: in questo luogo/stato potrebbe ascoltare il grido dell’anima e dare senso al mal-essere.
Il mal-essere globale, infatti, è il grido dell’anima ferita, grido che finalmente siamo in grado di ascoltare perché tante sicurezze si stanno sgretolando, tante difese stanno crollando, insieme alle ideologie, ai mercati, alle borse, a tutte le illusioni di autosufficienza e onnipotenza.
L’umanità smarrita e sola si confronta con la sua verità (“Adamo dove sei? Ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”), la sua ferita d’origine, il baratro di separazione e disperazione in cui è precipitata.
Acquistare consapevolezza di questa ferita di origine è salvezza.
Oggi l’umanità sta toccando la sua ferita, sta ascoltando il grido straziante dell’anima.
Oggi è il Tempo Favorevole per la cura, tempo di grazia: moltissime persone stanno facendo nella carne esperienza della scissione che le ha separate dalla Vita, dalla Fonte della Vita, e le ha precipitate nel baratro del Nulla. Manca però un annuncio che spieghi tutto questo, che dia senso al mal-essere; mancano luoghi di ascolto, accoglienza, cura.
Bisognerebbe creare Ospedali dello Spirito, Pronto Soccorso per le emergenza dell’anima, Centri di Ri-animazione per anime in coma.
Con grandi grida/sintomi l’umanità sofferente sta chiedendo aiuto!
Sono grata a Marco per aver ascoltato il grido dell’anima ferita ed aver offerto con i gruppi Darsi Pace luoghi di ascolto, accoglienza, cura.
Mi pongo in ascolto della mia depressione, la lascio parlare: “Tutto è vano! ogni sforzo è inutile. Non c’è proprio niente da fare! Sono impotente, in gabbia, senza speranza. Sento una tristezza abissale. Voglio morire”
Tocco il punto della mia separazione dalla Vita (punto di scissione) un luogo verdeggiante divenuto landa solitaria, terra deserta, arida. Tutto è fatica e fallimento, tutto è male-detto.
Paura, tristezza, solitudine, disperazione.
Sento un’angoscia abissale. Una voce si ribella: “Non è così, non può essere così! ‘Prima’ non era così, prima ‘potevo’.”
Emerge il ricordo di una condizione diversa, di uno stato di libertà, di grande potenza.
Cosa è ac-caduto?
Mi trovo ‘caduta’, faccia a terra, incapace di rialzarmi, a strisciare per terra finché Qualcuno non viene a rialzarmi, bene-dirmi, ridarmi potere, rivestirmi di Luce.
Nella Luce mi vedo: male-dizioni, piante velenose annidate dentro di me.
Inizio un viaggio nel tempo che mi porta lontano: la mia infanzia, la storia della mia famiglia, e ancora indietro, indietro, pensieri male-detti di una cultura male-detta che si tramanda per mille, mille, mille, mille generazioni; un’umanità male-detta che geme a causa dell’antica ferita.
Superbia, orgoglio, giudizio, sospetto, sfiducia, paura, vergogna: il peccato di origine incistato mi tiene in gabbia, separata dalla Vita. Non bastano i miei sforzi per uscire.
Dal profondo sale un grido: “Salvami Signore!”
C’è un baratro di separazione
nel quale precipito ogni giorno,
un luogo di impotenza
dal quale ogni giorno voglio evadere,
un luogo salutare dal quale sale il grido:
salvami Signore!
Ogni giorno mi siedo,
scendo nel silenzio per ricordare chi sono
e inizio a segare le sbarre,
ad aprire le porte,
a far entrare la Luce che mi riveste di luce.
Ogni giorno dimentico e ripiombo in prigione.
Ogni giorno ritorno a segare le sbarre
e far entrare la Luce, per rivestirmi di Luce.
Ogni giorno, ogni giorno,
finché rimango in questo corpo mortale
tra il cielo e la terra sospesa.
Buon cammino di Quaresima a tutti!
Grazie Giovanna, sono felice di essere il primo ad aver letto la tua riflessione che condivido totalmente.
Mi colpisce apprendere che anche in nazioni dove lo stile di vita è totalmente diverso dalla opulenza europea siano così diffusi tali malesseri.
Certo nel nostro occidente se provi a parlare di anima vedi subito gli sguardi cambiare direzione e l’interesse svanisce, l’ultima definizione è ” parlare di aria fritta ” ma si tratta di frittura pesante perchè rischia di rimanere sullo stomaco.
Il bellissimo lavoro che facciamo nei gruppi si trasforma in maggiore comprensione ed ecco una migliore attenzione alle emozioni che viviamo e che vediamo, ecco una migliore capacità di descriverle e di parlarne e quindi una crescita nello stile delle nostre relazioni, ecco una più ampia capacità visiva nella osservazione della nostra realtà.
Del resto tutto il lavoro a fondamento di Darsi Pace ( per il quale non smetterò mai di ringraziare ) , enorme quanto indispensabile, sintetizza la ricerca del senso della vita che l’umanità intera sta portando avanti da quando i primi occhi si sono aperti.
A proposito di rianimazione dello spirito, sappi che se sabato alle 8,30 sentirai uno strano incremento di energie non ti devi preoccupare , siamo con te, li, di fronte a tutti e con il microfono acceso. GRAZIE
Ale
Anch’io sono grata a Marco per aver ascoltato il grido dell’anima ferita ed aver offerto con i gruppi Darsi Pace luoghi di ascolto, accoglienza, cura.
Il mal-essere globale che si diffonde sempre più velocemente e i muri di ipocrisia e di menzogna che si sgretolano richiedono luoghi di accoglienza e di cura, Ospedali dello Spirito, Pronto Soccorso per le emergenza dell’anima, Centri di Ri-animazione per anime in coma.
Ogni mattino riparto dal mio abisso, dalla bambina dentro di me che si sente schiacciata e disperata e lì torno a decidere, a rinnovare la scelta di fede per attraversare il baratro senza essere annientata e sperimentare che la Vita vince la morte.
Così posso strappare via, ogni giorno un po’ di più, il mio marciume, uscire dalla mia prigione, trasformare i miei ghiacciai interiori in rivoli d’acqua, ritornare alla Fonte di Amore che mi ri-crea.
Così la mia cattiveria (captivi) può diventare creatività.
Signore,in questo cammino di quaresima, rinnova in me uno spirito saldo.
Giuliana
Anch’io sento il bisogno di ringraziare Marco Guzzi, soprattutto per aver avviato il Corso Telematico, probabilmente non avrei mai partecipato a un gruppo “fisico”.
Grazie anche per il Blog che in realtà è, sorprendente scoperta, un esercizio di autoconoscimento. Come giustamente viene detto nel post sulla Tecnica, la mancanza di un interlocutore reale esalta l’effetto di specchio e chi scrive si trova, con chiara evidenza, di fronte alle proprie pretese.
Vorrei imparare a offrire parole, senza pretendere nulla.
Ciao a tutti
Carissima Giovanna, un testo molto bello, e molto utile. E’ difficile, almeno all’inizio, imparare a mettersi così profondamente a nudo, è difficile trovare le parole giuste, per dire certe esperienze; è arduo, ma necessario.
Credo che la nuova umanità, quella che geme in ciascuno di noi per emergere, non può che imparare a parlare in un altro modo, e cioè proprio in questo modo, dando parole ai processi della propria più intima trasformazione.
Tutte le altre parole sembrano ormai gusci vuoti, campane crinate, senza più suono.
Ma, come dici, questo apprendimento di nuova umanità, e quindi di nuova relazionalità, ci chiama ad un lavoro costante, a non evadere mai dal punto di trasformazione, che è anche e sempre un punto di morte.
La morte (dell’ego e delle sue menzogne) diviene il Motore della nascita.
E questo non è un processo indolore.
Ci riunifichiamo, ci integriamo, tornando a patire il punto in cui il nostro cuore è stato spezzato: lì dove il grido lacera la notte e fa accadere un Giorno nuovo.
Questo è il prezzo che paghiamo con il Cristo, ricucendo nella nostra carne il Cielo con la Terra, e quindi facendo pace con noi stessi, con Dio, e con tutto il creato.
Procediamo in questo lavoro glorioso, sicuri che è accompagnato, guidato, e che il suo compimento è già assicurato, già Presente.
Un abbraccio. Marco
Cara Giovanna,
sono commossa.
Detto questo, ritengo che ORA E’ “il tempo favorevole” nel quale noi abbiamo una grande responsabilità, quella di testimoniare che “la salvezza è vicina” che una via di salvezza è possibile e la possiamo sperimentare così come siamo nella nostra fragilità.
E’ il Signore della Vita che salva la vita. E’ l’esperienza reiterata di essere indistruttibili che paradossalmente ci dona la certezza di essere immortali…( forse “spiriti immortali”). Io lo sai che non mi sbarazzo facilmente di questo mio corpo che decade ogni giorno, ma comincio a credere ciò che dice Guzzi: tutto è Spirito, dipende dalla frequenza con la quale l’energia vibra.
Ebbene sì, anch’io ringrazio Marco per il corso telematico, senza il quale non avrei avuto un luogo all’interno del quale comprendere le categorie della mia trasformazione ma soprattutto sperimentarne giorno dopo giorno l’evoluzione. Senza gli altri: il luogo non consiste, è inesistente: da soli non ci si salva, proprio no.
La trasformazione in sè, può colpirti personalmente senza che te l’ aspetti (lo affermo poichè l’ho sperimentato due volte); ma, se non incontri una incubatrice adatta alla crescita, ti perdi nuovamente. Lasciata sola ti abbandoni alle sabbie mobili e stai molto peggio di prima; conosci nella carne “la sindrome di Cassandra” e precipiti nell’impotenza più radicale, impegnando ogni tua energia residua a combattere il desiderio di morte, mentre precipiti nella depressione e affini., per me iniziali attacchi di panico.
NOI SOPRAVVISSUTI abbiamo una grande responsabilità ed io mi sento particolarmente smarrita davanti a questa cosa, poichè è necessario condividere IL DOLORE del genere umano ( il nostro cioè) NEL SENSO DELLA GIOIA e testimoniando che questo è possibile.
Talvolta dubito che ciò sia reale e non frutto d’illusione o di autodifesa (cinismo, indifferenza: “stai bene tu stanno bene tutti”) e purtroppo so che in parte anche questo è vero. Però ritengo che in ciò consista proprio la grandezza del mistero della salvezza: sapere di non essere adeguati, di essere noi stessi in parte ancora feriti a morte; eppure ritrovare ogni giorno l’umile coraggio di procedere SPERANDO che un Altro apra le Sue vie.
Grazie sai. Ti abbraccio
Rosella
Anch’io vivo momenti di acuto scoramento, sia scendendo ripetutamente negli abissi delle mie ferite, sia ascoltando le grida di dolore di persone amiche . Soltanto ieri mi è stato detto: “ Quello che desidero è morire e solo morire, oppure:” La mia vita fa solo schifo, non posso fare niente per cambiarla !“ Anche le considerazioni che leggo sull’economia globale e nazionale, sull’assetto a cui abbiamo portato il nostro pianeta, che, secondo voci autorevoli ,sta precipitando verso il del disfacimento, non sono da meno per portare verso la depressione.
Che fare? Non ascoltare , non leggere, vivere alla giornata , rimuovere, nascondere dentro di me il negativo, l’angosciante? No! Il fare parte del gruppo “Darsi pace” mi sprona ad accettare di attraversare le zone più oscure, a sperimentare che proprio lì c’è Dio, sempre pronto ad aiutare, come vuole Lui però, non come ci immaginiamo noi, a credere nelle relazioni quotidiane, a viverle con impegno e a avere fiducia nella Provvidenza.
Mariapia
Tra le profonde suggestioni del tuo scritto, carissima Giovanna, raccolgo l’invito a sperimentare, al di là delle abitudini, il “miracolo” della preghiera che rischiara le ombre, lenisce le ferite, scaccia le paure:
“Ogni giorno ritorno a segare le sbarre
e far entrare la Luce, per rivestirmi di Luce”.
Pregare è lasciarmi rivestire di Luce dall’alto.
Non sono io a fare la preghiera, ma è la Luce dall’alto che mi “fa” orante:
filtrando negli spiragli bui della mia anima
accende le ombre di riflessi di luce,
trasfigurandole.
Trasforma il lamento in danza,
la ribellione in obbedienza,
la separazione in comunione.
E’ decisivo scegliere dove guardare, su cosa fissare lo sguardo:
se le sbarre del carcere oppure l’infinito spazio celeste oltre le sbarre.
Dove fisso il mio occhio?
“All’uomo non è lecito né possibile sradicare il peccato con le proprie forze. Lottare, combattere, dare e ricevere colpi è compito tuo, ma sradicare il male spetta allo Spirito” (Pseudo Macario).
Un abbraccio “domenicale” a tutti
Corrado
Carissimi, grazie delle vostre risonanze.
Un coro di grazieeeeeee a Marco per aver ascoltato ed accolto il grido della sua anima ed essere divenuto ascolto e accoglienza per anime sofferenti.
Senza aver fatto la sua discesa agli inferi, senza aver attraversato (e attraversare ogni giorno, perché sappiamo che il lavoro interiore non conosce pause) la sua ferita non potrebbe farsi compagno e guida di altre anime ferite, non potrebbe dire quelle parole nuove che parlano al cuore.
Lui ha trasformato la sua ferita in grazia per altri, ne ha fatto pane per altri, e forse questa è la missione di ciascuno di noi,ognuno nel luogo della sua chiamata.
Abbiamo una grande responsabilità, dice bene Rosella: “noi sopravvissuti abbiamo una grande responsabilità …poiché è necessario condividere IL DOLORE del genere umano (il nostro cioè) NEL SENSO DELLA GIOIA e testimoniando che questo è possibile”.
Mi trovo a Palermo in questi giorni per dare il mio piccolo contributo ad una riflessione sul tema della Rianimazione che ha portata molto più ampia di quello medico: riguarda proprio il bisogno che ha l’umanità ferita mortalmente nell’anima di essere ri-animata.
E siamo chiamati a diventare ri-animatori, testimoni coraggiosi di speranza.
Un grande abbraccio a tutti. giovanna
Carissimo Corrado grazie, ho visto il tuo commento dopo aver postato il mio.
E’ proprio come dici: Dove fisso il mio occhio? Posso anche passare tutta la vita a guardare la mia ferita, le sbarre della mia prigione, ed aggiungere dolore a dolore.
Non si trasforma in grazia la ferita, ma si aggiunge solo disperazione a disperazione.
Solo guardando verso la Luce, lasciandomi ricoprire di Luce, di colpo posso trovarmi fuori gabbia, liberata dall’Amore che mi salva.
Buona domenica anche a te! giovanna
scusate, ho i riflessi un pò rallentati, un grazie di cuore a tutti per la ri-animazione a distanza, in particolare ad Alessandro.
un grande abbraccio. giovanna
ciao giovanna non so se leggei quanto scrivo al computer ho aperto il sito darsi pace bello inizio la lettura ha avuto certo tu conosci molto la mia semplicità quello che leggo vorrei tanto trattenerlo nel cuore per metterlo in pratica a disposizione in questo tu sei maestra per il prossimo sono incostante vivo un po’ tutta la mia vita a braccio mi soffermo poco su vari argomenti e quindi non posso partecipare ad un commento proprio di quanto ho letto ti dico solo che ti sono vicina ti incoraggio in questo tuo cammino mi piacerebbe dirti di più sono fragile tu lo sai e vivo di quanto il Signore mi dà ogni giorno senza che io possa fare sforzi però a volte mi rendo conto che non sono poi troppo niente anche io faccio qualche cosa che penso possa piacere al mio Gesù la strada della vita cristiana è lunga forse a volte sono io che me la rendo difficile ma il giorno in cui il Signore mi chiamerà al Suo abbandono sarò la Sua opera orante in questa vita terrena ho scritto un po’ come ho voluto tu mi capirai certamente ciaooooo
Carissima Sandrina, grazie per aver preso coraggio e aver condiviso con noi. Conosco la tua fragilità, ma anche il tuo grande cuore, la tua generosità nell’aiutare gli altri.
Siamo tutti fragili: in questo luogo/blog impariamo a lasciar cadere le maschere, a condividere la nostra fragilità in un cammino comune di trasformazione. un grande abbraccio.
Carissimo Aldo, volevo ringraziare personalmente anche te. Mi fa fatto riflettere molto quello che hai scritto a proposito dell’effetto specchio del blog:”chi scrive si trova, con chiara evidenza, di fronte alle proprie pretese”. E’ proprio vero, mi sto confrontando con le mie pretese, con la difficoltà a fare del blog anche un luogo di autoconoscimento, come costantemente ci invita a fare Rosella.
“Vorrei imparare a offrire parole, senza pretendere nulla”, anch’io. ti abbraccio.
Grazie ancora anche a Giuliana, Marco, Rosella, Maria Pia. un abbraccio affettuoso a tutti. Giovanna
Carissima Giovanna,
ho da sempre percepito di essere in esilio,
da quando sono venuta al mondo,
di essere gettata sulla terra,
di non appartenere del tutto a questo pianeta, dove ho sempre faticato a vivere,
dove sono sopravvissuta, finora, in uno stato confusionale e depresso, inevitabile, per me, in questa vita.
L’incontro con Darsi Pace, ha coinciso con la mia ricerca di Senso, ho trovato
risposte, alle domande che mi facevo da sempre e mi sono sentita meno sola, meno aliena, parte di un’umanità, che come me, cercava luoghi di accoglienza e
di ascolto per lenire il dolore della ferita e condividerne la lacerazione.
Non mi stupisco della sofferenza, è parte di noi, ci accompagna,
quello di cui veramente ringrazio, è l’avere compreso, che c’è davvero la speranza di una guarigione e che la cura, inizia, esplorando le nostre profondità e sanando le nostre piaghe, nell’abbandono alla Fonte rigenerante, da cui scaturisce la Vita.
Si, le sbarre della nostra prigione, non possono celare per sempre, tutto l’Orizzonte Infinito che ci sovrasta.
Bagliori di Luce, ci appartengono e rischiarano la nostra notte, che non è
eterna, ma si dissolve, tra le braccia del Sole, che la trasforma in alba.
L’aurora della nostra trasformazione è possibile, i suoi raggi, cominciano a
sciogliere i nostri ghiacciai, il disgelo preannuncia la nostra primavera….
Le prime gemme adornano i nostri sforzi.
Buon lavoro a tutti e grazie, un abbraccio.
Brunella
“Le prime gemme adornano i nostri sforzi”
Ho ripensato, cara Brunella, ai sabati pomeriggio del nostro trienno…
Dal tuo scritto esala il buon profumo della primavera.
Buona fioritura. Corrado
carissima Brunella, grazie, hai descritto la condizione che viviamo su questa terra con la freschezza della primavera che avanza e trasforma, profuma ogni cosa. ti abbraccio. giovanna
Grazie carissimi Corrado e Giovanna
e buona fioritura a tutti.
Brunella
Cara Brunella, mi sono fedelmente rispecchiato nelle tue “toccanti” e vibranti (di calore umano) parole, soprattutto in quelle della prima parte della tua e-mail…. l’unica differenza è che io ancora non partecipo a corsi di “liberazione e consapevolezza spirituale” organizzati da Marco Guzzi… mi limito ad un carteggio epistolare “elettronico” sul blog di Darsi Pace. Sto maturando, ma credo che ancora ce ne voglia anche perché al momento assorbito da un percorso psicoterapeutico, una mia diversa e fattiva partecipazione. In ogni caso è bello poter “postare” con voi. Saluti a tutti, Pino.
Caro Pino,
grazie della tua risonanza,
un caro saluto.
Brunella
Grazie Giovanna per le belle parole.
Grazie a tutti.
Ciao Giovanna, sei tu?
(endter@aol.com)
Grazie Giovanna. Ritorno a rileggere questo tuo post ed è sempre un esperienza nuova. Mi affido alla tua preghiera. Ciao paolo
ciao Paolo.
lo so, non ci siamo mai incontrati, ma: anch’io mi affido alla tua preghiera e ti porto nel cuore della pace con me.
Rosella
Carissimo Paolo, quando le parole risuonano sempre nuove c’è l’azione di un Altro, la Luce Gentile che ci guida nel buio della vita. Lasciamoci condurre docili e grati. Ti porto nel cuore. Sei sempre nelle mie preghiere. un abbraccio. Giovanna
“lo so, non ci siamo mai incontrati, ma: anch’io mi affido alla tua preghiera e ti porto nel cuore della pace con me”. Grazie Rosella,grazie Giovanna. paolo