La sincronicità è, secondo quanto sostenuto da Jung, una ‘coincidenza significativa ’, un insolito confluire di eventi che ha al centro un Io non soggetto, ma inconsapevole protagonista.
Lo psicoterapeuta americano Robert H. Hopcke nel suo recente libro ‘Nulla succede per caso – Le coincidenze che cambiano la nostra vita ’ ( libro che ho incontrato sincronisticamente) precisa:
“ In genere gli eventi che chiamiamo sincronistici hanno dunque quattro caratteristiche:
In primo luogo essi sono collegati in modo acasuale, e non grazie ad una catena di cause ed effetti in cui un individuo possa riconoscere il frutto di una decisione intenzionale. In secondo luogo il loro verificarsi è sempre accompagnato da una profonda esperienza emotiva che di solito si manifesta contemporaneamente all’evento. In terzo luogo il contenuto dell’esperienza sincronistica, ciò che l’evento è, ha un carattere invariabilmente simbolico che è quasi sempre, come ho scoperto, legato al quarto aspetto: queste coincidenze si verificano in concomitanza con cambiamenti di vita importanti. Molto spesso un evento sincronistico segna una svolta nelle storie delle nostre esistenze. ”
Hopcke afferma inoltre : “ Quando accadono eventi acasuali, significativi sotto il profilo emotivo e sotto quello simbolico, il fatto di sperimentare psicologicamente una sincronicità consente in qualche modo di procedere. Ecco perché le sincronicità si verificano sempre in momenti di transizione cruciali. Come l’aiuto che ,spesso, durante tali periodi riceviamo dall’esterno, la psiche ci fornisce a volte un aiuto interno e psicologico in forma di coincidenze significative. ”
Ecco, vorrei raccontarvi le mie sincronicità.
Avevo 10-12 anni ed ero angosciata dal pensiero della morte dei miei genitori, di mio padre, la mia forza. In particolare, una sera non riuscivo proprio ad addormentarmi, ero agitatissima, disperata. Allora non mi restò che rivolgermi a Dio e fare un patto con Lui: mi sarei rasserenata soltanto se Lui mi avesse promesso che i miei genitori sarebbero morti a 88 anni (cioè circa 40 anni dopo, che mi sembravano un’eternità, non un soffio). E mi addormentai. Questo patto è rimasto scolpito nella mia mente, né l’ho mai scordato. Mio padre, pur avendo negli ultimi 11 anni subito molte operazioni impegnative e combattuto contro molte malattie, è morto il 12 dicembre scorso. Il 4 gennaio avrebbe compiuto i suoi 88 anni.
Nel 1994 mi ha colpito un dolore grande, una grande perdita. Mio padre in quell’occasione mi regalò una rosa ed un biglietto dov’era scritto: “ Chi spera nel Signore non resta deluso ”. E due anni dopo è nato mio figlio. Nel 2000 papà ha avuto un infarto molto grave; era in rianimazione, pur essendo cosciente, all’ospedale Gemelli. Ero abbattuta e disperata: come potevo perderlo? E allora il patto non era valido? Andai a pregare con mio marito, Alberto, in una cappella del Gemelli: era sera e la cappella era deserta. Recitata la mia silenziosa preghiera, mi avvicinai all’altare per leggere le letture: il libro era aperto sul Salmo del giorno; il suo ritornello era : “ Chi spera nel Signore non resta deluso ”. Questo mi diede la certezza che mio padre avrebbe superato il grave pericolo. E così fu.
Oggi questa frase è incisa sulla sua lapide, così ogni volta me la ripete, sorridente. “Chi spera nel Signore non resta deluso”.
Mio padre è stato un uomo di grande fede e di convinta devozione. Uno dei santi che ha amato di più è san Giuseppe, il santo del silenzio. Papà si era iscritto all’Unione del Transito di San Giuseppe per impetrare il dono di una morte santa. Ed in effetti lui non si è accorto di morire: l’attacco cardiaco è stato fulminante, l’ha colto dopo la recita dell’Angelus e dopo un pasto sereno e gradito. Quando stavamo seguendo il carro funebre, nel cimitero Flaminio che è grande come una piccola città, ho alzato gli occhi per leggere il nome della strada dove avrebbe abitato il suo corpo: Viale della Confraternita del Transito di San Giuseppe. Sono scoppiata a piangere di consolazione: mio padre mi stava dicendo che era là dove voleva essere.
Scoprire le sincronicità nella nostra vita è come rintracciare il filo d’oro e di seta che la percorre, col suo ordito e la sua trama; è come individuare echi interni e misteriose assonanze in un testo poetico. Ci sorprendono, mettendoci a contatto con una realtà altra, di cui nell’ordinarietà dei giorni non siamo consapevoli. Eterea realtà.
Lavorando su noi stessi, scavando nella nostra psiche, curando la nostra spiritualità, leggendo e studiando testi appropriati, possiamo rendere la nostra mente e la nostra interiorità più levigate, più fluide, più recettive. Più sottili. Più sensibili ai richiami di dimensioni arcane ed ineffabili.
Ed ora, se siete arrivati fin qui, quali sincronicità hanno attraversato la vostra vita? Volete condividerle con noi?
Vi ringrazio e vi abbraccio
Filomena
Nei primi anni di scuola elementare dissi a mia madre che sarei diventata una maestra.
Alla fine della scuola media mio padre mi invitò a riflettere sulla mia intenzione, ma io rimasi ferma e a diciannove anni cominciavo ad insegnare.
Mi iscrissi in seguito alla facoltà di psicologia perché volevo approfondire la conoscenza del mondo infantile; lo studio mi aiutò a sopravvivere al profondo dolore che sentivo dentro di me e che non trovava luoghi di ascolto.
Alla fine del 2007 sono approdata al primo intensivo di Marco e successivamente ai Gruppi DP.
Vedo un filo che unisce la mia professione con il mio desiderio di conoscere la psicologia dell’età infantile e l’approdo in DP: la ricerca di un luogo dove la ferita dell’anima e il dolore della bambina ferita sono accolti, ascoltati, riconosciuti e curati.
Un sogno che feci dopo l’intensivo a Roma del 2008 mi conferma nella lettura di questo filo che si illumina nella mia coscienza: doni del Grande Regista, pensati per me nel suo piano, che ora imparo a riconoscere.
Grazie, carissima Filomena, e arrivederci a presto.
Giuliana
cara Filomena,
devo proprio ringraziarti per questo post.
Io non sapevo checosa fosse la “sincronicità” così sono andata un po’ qua e là per il web e mi è servito.
La sincronicità l’ho sperimentata nella vita, ma più che raccontare i fatti in se, vorrei capire meglio alcune cose.
Quando io parlo di CONTEMPORANEAMENTE come se ORA fosse in atto, istante dopo istante e ad ogni istante nuova-mente, credo proprio di riferirmi alla sincronicità all’interno della quale TUTTO E’ RELAZIONE , tutto è dialogo, tutto è pensiero. (… io penso ad un Big Bang senza inizio e senza fine.)
Ritengo che la dimensione lineare del tempo sia da noi percepita nel transito terrestre, ma contemporaneamente viviamo e percepiamo anche un’altra dimensione del tempo nella nostra interiorità, come quando rievochiamo il passato a partire dalle nostre emozioni e ci accorgiamo che in noi le emozioni sono tutte PRESENTE.
Credo che la sincronicità che possiamo riconoscere nella nostra vita, possa ampliarsi nella misura in cui ci alleniamo ad essere ciò che siamo: quella parte di universo che si lascia attraversare dall’energia creativa dell’amore per addivenire ad essere sempre più riconoscente e grata nella gioia della Sapienza..
Forse l’Osservatore contemplativo fa miracoli (meglio: “senza forse!”)
Ciao cara, ti abbraccio
Rosella
… per non sottrarmi alla richiesta, descriverò un’unica sincronicità
Sono nata il giorno di Santa Maria Maddalena, onomastico della mia sorellina morta tre anni prima, nonchè della mamma adottiva di mio padre.
Accolta dai miei genitori CONTEMPORANEAMENTE come dono di Dio e risarcimento danni.
Questa contraddizione mi ha condotta più volte nella vita a ricercare un aiuto di tipo psicologico, l’ultima volta, per liberarmi dal tabagismo.
Non so se il concetto di mente e di psiche coincidano, quel che conosco nella mia carne è che lì QUANDO ACCADE ACCADE, quando succede qualcosa te ne accorgi.
In questa occasione mi accaddero due o tre faccende significative SENZA SENSO. Non ho mai praticato alcuna disciplina di tipo orientale SONO NATA STANCA di vivere e non mi affatico molto per farlo, conosco solo il training autogeno, appreso come accompagnamento al parto; ma che, mi si è rivelato utile all’interno di questo lavoro di tipo cognitivo comportamentale che si avvale anche di immagini, metafore, pensiero positivo e rilassamento ed all’interno del quale mi sono pervenute alcune immagini personali, tra le altre, dei bonsai in numero di tre e di uno,di cui sento che compiutamente mi sfugge ancora il significato (in parte lo comprendo intendiamoci).
Circa un anno dopo vengo folgorata dalla poesia “benedizione per il 41 compleanno” e, cosa ancora più assurda, scrivo a ruota libera al Guzzi.
Solo successivamente, e poco a poco, ho riconosciuto alcune tappe, come quella del 3131 e di questa sperimentazione in atto da anni nei gruppi Darsi Pace di liberazione interiore.
La chicca finale:
“a me i bonsai neppure attirano” e, per quanto casualmente riferitomi, neppure Guzzi ne possedeva uno sino al fatidico giorno: LE VIE DEL SIGNORE SONO INFINITE ed io HO VISTO con questi miei stessi occhi IL BONSAI che troneggia alle sue spalle, in quello studio in cui io non ho mai messo piede. Potenza dello Spirito che s’incarna… attraverso la tecnica:
you tube video CRISI DEL MATRIMONIO e delle relazioni stabili.
E anche questo è un BEL CASO per un ANNIVERSARIO di 25° … meditate gente! anzi: CONTEMPLATE!!!
ciao ciao
Rosella
Ecco una sincronicità che mi ha fatto riflettere. Mio marito è nato e morto lo stesso giorno, il 29 gennaio, dopo una malattia di circa 2 mesi. Dunque lo stesso giorno, a distanza di anni, una madre ha sofferto e gioito per la nascita di un figlio e una moglie e una figlia hanno pianto perché lui le aveva lasciate. Ogni giorno è adatto per nascere e per morire. Nascita e morte si compongono in un’armonia che ci è dato di avvertire, senza però capire a fondo. A distanza di poco più di un anno, posso dire che era il momento adatto perché lui nascesse a una nuova vita e noi maturassimo in un dolore consapevole e adulto. Grazie e auguri a tutti! Mariapia
Carissima, sono talmente tanti gli episodi che mi vengono in mente, che quasi quasi mi sembra che tutta l’esistenza sia in realtà una trama di eventi concatenati.
Te ne racconto uno recente, che mi pare già ti abbia proposto, data la sequenza di coincidenze per davvero un po’ strabiliante:
vado ad ottobre a Torino per una conferenza.
E’ alle 10 del mattino del giorno dopo.
Arrivo intorno alle ore 21.
Cerco perciò una messa per le ore 9, unica ora che mi consentirebbe di essere puntuale alla conferenza.
Arrivando col taxi intravedo una chiesa dedicata a san Francesco di Paola, che io invoco tutti i giorni per primo, nel mio elenco di santi protettori, e penso: vorrei andare lì.
Vado in albergo e chiedo se lì intorno ci sia una chiesa.
Il giovane in portineria guarda la cartina e dice: sì, c’è la nostra parrocchia: san Francesco di Paola.
Guarda un po’ il mio albergo è collocato proprio in questa parrocchia….
Gli dico allora che io sono molto devoto di questo santo, e lui mi dice che è nato proprio a Paola (siamo a Torino!), che è cioè del paese calabrese del santo, e che si informerà sugli orari delle messe.
Scendo e vado in strada, nel corso principale, fermo la prima donna che incontro per chiederle se sa dove sia san Francesco di Paola.
Lei mi dice: certo! ci sto andando proprio adesso, e mi accompagna.
Mi dico: se ora c’è una messa domani proprio alle ore 9 allora la cosa si fa davvero interessante:
Guardo, e tac! c’è e c’è solo alle ore 9.
Torno in albergo, mi corre incontro il portiere con gli orari e mi dice: guardi messe alle ore 9 in tutta la zona ce ne è una sola, ed è a san Francesco di Paola.
Alle 9 ovviamente ero lì, alle 10 la conferenza andò alla grande.
Tieni conto che il mio bisnonno, Vito Guzzi,di Cutro, in Calabria, rapì e sposò una giovane torinese, Caterina Guelpa: un calabrese e una torinese sono cioè alla fonte della mia genealogia….
Come dire?
A volte Dio ci fa l’occhietto, per farci capire che c’è per davvero.
Un abbraccio. Marco
Carissima Giuliana,
grazie per il tuo racconto che ci lega in una storia comune. Hai centrato il punto cruciale! parli di “doni del Grande Regista, pensati per me nel suo piano, che ora imparo a riconoscere”. La tesi dello psicoterapeuta di cui parlavo, Robert Hopcke, è infatti “che la nostra esistenza abbia la stessa struttura narrativa di un romanzo, e che in quei momenti che chiamiamo sincronistici tale struttura si ponga alla nostra attenzione in modo tale da avere un impatto significativo sulla nostra esistenza.”
E continua : ” la nostra è una cultura che ci porta a credere di essere, o di dover essere, gli autori delle nostre storie; ma quando gli eventi esterni riflettono la nostra condizione interiore con precisione tale da impedirci di ignorare l’impatto della coincidenza o di negarne la rilevanza, e questo proprio nel momento in cui la nostra incapacità di controllare gli eventi è inconfutabile, ecco che ci ritroviamo a fare i conti con la domanda […] : chi è, se non lo sono io, l’autore della mia storia? ”
a presto, carissima amica
Carissima Rosella,
quello che dici riguardo al concetto di tempo mi piace e mi colpisce molto, perché da qualche anno ho iniziato a percepire il tempo non tanto come una dimensione lineare, ma più come la superficie di un lp in vinile su cui la puntina si muove liberamente (non so se sono riuscita a spiegarmi); mi ritrovo cioè nella tua frase :
” Ritengo che la dimensione lineare del tempo sia da noi percepita nel transito terrestre, ma contemporaneamente viviamo e percepiamo anche un’altra dimensione del tempo nella nostra interiorità, come quando rievochiamo il passato a partire dalle nostre emozioni e ci accorgiamo che in noi le emozioni sono tutte PRESENTE.”
Poi, bellissime le tue sincronicità: quella del 3131 e del bonsai è extra-ordinaria! Davvero.
Ti abbraccio
Carissima Mariapia,
anche la tua sincronicità, come le mie, riguarda i momenti essenziali del nostro esistere qui e la esprimi molto bene : ” Dunque lo stesso giorno, a distanza di anni, una madre ha sofferto e gioito per la nascita di un figlio e una moglie e una figlia hanno pianto perché lui le aveva lasciate.”
Ora anche io capisco meglio che ” Nascita e morte si compongono in un’armonia che ci è dato di avvertire, senza però capire a fondo.” Non resta che affidarsi nell’abbandono.
Un caro saluto
Carissimo Marco,
ricordo molto bene questa tua sorprendente e concatenata sincronicità che mi ha impressionato molto allora, quando ce l’hai raccontata al ritorno da Torino; e mentre la raccontavi mi è tornata in mente una piccola statua, molto bella e precisa nei particolari, che mia nonna teneva sul comò, sai quelle statue di fine ‘8oo – primi ‘900 protette da una campana di vetro … raffigurava San Francesco di Paola 🙂 che ora che ci penso porta in sé il nome della tua/nostra Paola
e ricordo anche di un’altra sincronicità dei giorni precedenti all’intensivo di Campello, quando non trovavate una messa e siete andati a finire ‘acasualmente’ in una chiesa (Sacro Cuore di Maria forse?) che riproduceva il nome dell’intensivo… anche allora Dio vi ha fatto l’occhiolino
ti saluto con affetto
grazie a tutti
Filomena
Dopo anni di inquietudine e ricerca spirituale, accuratamente tenute a bada dentro una vita cristiana attiva e socialmente realizzata, in un momento in cui sentivo che qualcosa doveva per forza cambiare, arriva improvvisa la malattia.
Sincronicità al negativo? Gli elementi descritti ci sono tutti: forte reazione emotiva, carica simbolica e cambiamento.
Tutte le inquietudini accuratamente addomesticate ritornano a galla, prepotenti.
Poi anni di ricerca, di come curarmi il corpo, ma anche l’anima, sempre più lacerata.
Dopo alcune esperienze di dinamica mentale e rilassamento profondo, sento che questa strada è parte di quello che mi manca. E sento che Dio, quello vivo e vero che sto cercando, abita da quelle parti. Ma le esperienze che faccio mettono tutte in guardia dalla religione.
Ricordo bene il giorno in cui su Google digito “meditazione” e ” preghiera cristiana” e mi appare il sito di Marco Guzzi.
Incredula inizio a leggere, ricordo le emozioni di quel giorno, e poi le letture che seguirono, le poesie. Un giorno scopro che è nato il blog DP, e inizio a leggerlo, con gioia, ogni giorno.
Vorrei partecipare almeno ad un intensivo, ma la malattia, esigente compagna di viaggio, non me lo permette. Passa poco tempo e viene lanciato l’esperimento del corso telematico. Ancora sincronicità: quello che cerco, pian piano continua a venirmi incontro.
Ora sono al secondo anno del corso telematico e guardandomi indietro rivedo i tanti piccoli sincronici passi che mi hanno portato fin qui e anche le tante giravolte apparentemente inutili e ingiustamente dolorose.
Ma sono sicura che anche queste troveranno il loro posto nel puzzle, al momento opportuno.
Antonietta
Personalmente faccio fatica con le sincronicità. Quando tanti anni fa mi imbattei in Marco Guzzi alla radio, stavo attraversando un periodo di crisi. Non mi sento però di dire che accesi la radio e comparve la voce di Marco in un’interpretazione sincronistica degli eventi. Girai per parecchio tempo la manopola (allora, epoca predigitale, almeno per me!) scartando tutta una serie di stazioni che poco assonavano con il mio sentire. Su suggerimento di una conoscente, andai alla ricerca di radiorai, ascoltai vari tipi di programmi, scoprii “Uomini e profeti”, di cui sono assidua ascoltatrice ancora adesso. Zampettai tra i contenitori pomeridiani, fino a che mi imbattei in “Dentro la sera”, all’inizio non riuscendo neppure a distinguere bene la voce dei due conduttori (sob!). A me pare che sia stato il desiderio di trovare una risposta all’inquietudine che mi abita(va) ad affinare la mia ricerca, indirizzandomi verso ciò che percepivo più adeguato per me e facendo sì che io scartassi tutta una serie di proposte che mi venivano incontro, ma che non sentivo significative per me.
Mi pare che la nostra attenzione e la nostra memoria siano altamente selettive, perciò tendiamo a cogliere soltanto ciò che rientra nel nostro orizzonte di attese e di vedute di quel momento.
A mio modo di intendere le cose, la trama della mia vita si scrive mentre la sto vivendo in quanto intreccio profondo con il divino che cerca una relazione con la mia libertà. Non mi pare di essere un treno che viaggia su rotaie già poste in anticipo. Mi pare piuttosto che sia chiamata a porre da me le rotaie del mio cammino, sapendo di non essere allo sbaraglio né dentro un delirio di onnipotenza, ma nella libera determinazione di una coscienza che si sa abitata dallo Spirito di Dio che grida nei nostri cuori Abbà, Padre! (Gal 4, 6). Mi pare cioè si tratti di affinare la nostra capacità di discernimento alla scuola delle Scritture e a partire dallo smascheramento del nostro ego (come impariamo nei gruppi DP) per lasciar spazio alla voce dello Spirito. Allora la coincidenza di eventi occasionalmente giustapposti diventa un conforto simbolico che noi tracciamo per indicare ciò che è importante per noi, come quando si guardano le nuvole e dalla massa pannosa ciascuno fa emergere la propria forma.
Un abbraccio
iside
con una incoscienza sconcertante, nella mia giovinezza , cercando novità di vita e una identità originale ,finii in un campeggio libero di fricchettoni ben lontani dall’ambiente sicuro di parrocchia che avevo fino allora frequentato. Feci qualche sciocchezza ma quella più grossa Dio me la risparmiò: qualcuno aveva portato degli acidi..e in serata ce li saremmo fatti, si ,pensavo, mi sarei scafata e avrei provato anche io…certo non pensavo che ho una psiche geneticamente fragile e debole, che esistenzialmente ero confusa.insicura,.piena di paure e blocchi .. in condizioni del genere ho visto persone che con un acido sono . Al tramonto ,non aspettata ,arriva una amica ” Patrizia, ho trovato lavoro per me e per te, ma dobbiamo partire subito perchè iniziamo domattina” Vai a fare il bagaglio, mio fratello ci stà aspettando con la macchina….Più tardi capendo cosa era successo ringraziai più volte Rossana e ringraziai anche Dio che si diede pene di risparmiare a questa poveretta un casino che non so neanche immaginare.
Grazie, care amiche, per i vostri contributi!
Cara Antonietta, davvero per molti di noi l’incontro con Darsi Pace e con Marco è accaduto proprio per aiutarci a comporre il nostro puzzle e sono contenta che il corso telematico sia venuto incontro alle tue necessità 🙂
Cara Iside, sono d’accordo con te, la nostra storia non è già completamente scritta, è necessaria la nostra libera adesione alla volontà di Dio che non può che volere il nostro bene e la nostra felicità; altrimenti saremmo burattini nelle sue mani. Siamo appunto in una relazione che si costruisce, ma credo anche che in alcuni momenti particolarmente difficili ci venga data la possibilità di un contatto più concreto, sebbene simbolico; sta poi a noi coglierlo, accettarlo, svilupparlo.
Grazie, cara Patrizia, per il tuo racconto : veramente la persona giusta, le parole giuste, la certezza di un nuovo futuro in un momento che avrebbe potuto cambiare la tua vita, certamente non in meglio.
Grazie a tutte, buona settimana
Filomena
Caro Marco,
forse è sincronico il fatto che il Santo nella campana di vetro si trovi ora a casa mia? Cara Nuccia, a zio Michele ero e sono molto affezionato. Con lui incontrai Padre Burresi a San Vittorino. Fui investito da un profumo di fiori! Quando partii per Roma con mia madre, pregai San Gaspare del Bufalo…bene, quando rientrai dall’incontro con Padre Burresi, mia madre mi disse che era stata a messa quella mattina e che la Chiesa faceva memoria di San Gaspare del Bufalo. Badate che lei non sapeva nulla della mia preghiera al Santo né io sapevo che quel giorno era dedicato a Lui. Ci sono molti altri episodi, ma credo che questo sia sufficiente.
Carissimi
leggendovi sopra,
verrebbe suscitato in me di pensare che la sincronicità sia tutta, o quasi esclusivamente, rivelantesi o manifestantesi nei vissuti di persone religiose praticanti o assidue in pratiche cultuali… ma so che non è cosí, perché la sincronicità cui si riferiva Jung credo fosse, per quanto ne so e a mio sommesso avviso, in relazione ad una coincidenza di eventi e/o attualità di circostanze quale risultanza di una “dinamica” psichico-mentale particolare, pure sconfinante nel territorio della “sensitività” e percettività extrasensoriale “laica” o “prosaica” diciamo così, cioè propria nella/della conduzione materiale d’esistenza degli esseri umani nella loro condizione di “terrestrità” terrena, perdonate il bisticcio di parole: e in questo mi risultano illuminanti le parole di Rosella quando parla di “transito terrestre” e linearità del “tempo”. Rosella con formidabile intuizione ha forse colto, meglio dire “sentito”, l’aspetto vero della sincronicità, quantomeno vi si è molto avvicinata, sicuramente l’ha “delibato”. Quella sincronicità tutta laica e prosaica psichico-mentale (materiale di concatenazione/coincidenza di eventi acasuali “prima facie” almeno”, cui prima andavo accennando, non è meno spirituale di quel prodigioso inverarsi sincronico di “eventi” o accadimenti che può rinvenirsi… non so… nella “miracolistica” cattolica di specie. Analogamente a Rosella la sincronicità anch’io credo di averla sperimentata personalmente nella vita, ma piú che raccontare fatti mi andrebbe di spiegarmi lo stupore (come quello tipicamente dell’atmosfera dei giorni dell’Avvento, i giorni natalizi), insomma di dare “un senso”, magari svelare l’ordito segreto (e divino) che regge la trama degli eventi della mia vita, ma credo che si tratterebbe di banale umana curiosità. Penso che – e concludo – che ciò che nella dimensione del “tempo” materiale d’esistenza – che è un tempo cronologico, contingentato e cadùco – appare come sincronicità, nell’Aldilà, nella dimensione dell’Oltre, altro non è che annullamento/identificazione del Tempo e dello Spazio, senza piú scissioni, poiché l’Anima non ha spazio né tempo ma vive nell’eternità, la quale ultima E’ attualità “PRESENTE”- come ben intuito da Rosella; Eternità cioè: ove non esiste un “prima”, né un “dopo”, ma distensione atemporale (cronologica) e aspaziale dell’anima stessa, come aveva intuito S. Agostino. Cari saluti, Pino.
Cara Filomena, grazie per questo argomento e per le toccanti esperienze che ne sono emerse.
La morte prematura di mio fratello Giulio nel 2005 è stata seguita da molti segni e indicazioni, che hanno guidato e accompagnato i dolorosi mesi e anni successivi.
Fresco di pochi giorni, ecco un episodio che riguarda mia madre, 82 anni, alle prese con il temuto esame geriatrico per il rinnovo della patente. Una prova vissuta con due opposti sentimenti: il desiderio di continuare ad essere autonoma il più possibile, anche per non pesare su noi figlie, e il desiderio di morire, che ha talvolta lasciato trapelare come suo stato emotivo dopo il 2005.
Davanti alla giovane dottoressa (una geriatra assegnatale con appuntamento per via telefonica dal servizio sanitario regionale in un ospedale romano dove mai la nostra famiglia era stata) che l’accoglieva con un “si goda questa bella vecchiaia”, mamma si lascia scappare la frase “veramente vorrei morire”. La dottoressa la guarda allibita e preoccupata “Signora, ma lei è depressa!” (come a dire: “non posso certificare che sta bene, potrebbe essere un pericolo pubblico!”). Fortuna ha voluto che mia madre fosse accompagnata da un’amica, anche lei in visita per la patente, che la dottoressa aveva invitato a restare nella stanza dopo il suo turno, avendo capito che erano amiche. L’amica quindi è intervenuta per mettere riparo alla frase, così vera, ma così inopportuna in quel contesto. “Sa, la mia amica ha perso un figlio…..un incidente…. in mare…. a Santa Marinella …. nel 2005….”.
La dottoressa: “Signora, ma lei è la mamma di Giulio!”.
La visita è durata più di un’ora e insieme hanno anche telefonato a nostro cugino Paolo, che quella mattina del 10 agosto ha vissuto da vicino la tragedia, e che è un caro amico della dottoressa.
Oltre a dare il massimo dei punti a mia madre, la dottoressa le ha spiegato che la strana coincidenza era un chiaro segnale che Giulio la proteggeva e l’aiutava e desiderava che continuasse a vivere (è vero anche che tutto era nato da una sua disarmata e rara sincerità….).
Mia mamma ha superato le altre prove (anche quella oculistica che la preoccupava) sempre con la sensazione di essere accompagnata da una forza superiore che le ha spianato la strada. E ha ottenuto il rinnovo.
La forte emozione che ha provato e che la spinge a ritornare spesso su questo episodio è in conflitto con una sua visione, a mio modo di vedere, piuttosto scettica (nonostante mia madre sia credente), per cui, in fondo in fondo, non riesce ad ammettere che si sia trattato qualcosa di diverso da un puro caso, una semplice coincidenza……
Questa cosa mi fa ancora arrabbiare e vorrei forzarla ad essere diversa da come è……
So che sbaglio e che devo mollare la presa…..
Siccome probabilmente leggerà questo mio post, faccio un ultimo tentativo (prometto che è l’ultimo…), lasciando a Massimo Troisi (che mamma tanto ama, in quanto gli ricorda Giulio) il compito di convincerla che non esistono miracoli di serie B, miracoli ‘banali’, ma che ogni miracolo, pur piccolo e visibile solo agli occhi del cuore, è sempre “O’miracolo!!!!!!”
http://www.youtube.com/watch?v=78hR452CD1U
Mi lasci senza parole!Io credo molto alle coincidenze ma bisogna volerne cogliere i segni e di fronte a tragedie simili non è facile.
Ricodo una zia molto cara che si era convinta che l’uccellino che le faceva visita tutte le mattine sul terrazzo era il figlio di 28 anni morto tragicamente! Noi eravamo contenti che potesse cogliere questo segno per non impazzire, ma era stata una sua scelta.
Capisco Paola la tua impotenza di fronte allo scetticismo di tua madre; abbi pazienza e persevera, sicuramente le dai molto, ma non fartene una colpa se non riesci fino in fondo ad alleviare la sua immensa sofferenza. Un abbraccio a te e a lei Gabriella
Paola mi hai commosso ,tantissimo
E’ molto bello leggere questo elenco di ‘sincronicità’ così eloquente (soprattutto, veramente impressionante, quella raccontata da Paola).
Conosco il libro di Hoepke ed è una lettura molto piacevole e interessante.
Anch’io avrei un lungo, lunghissimo elenco da proporre (specie dopo il 1996, anno della morte di mia madre).
Un abbraccio a tutti.
Fabrizio
Paola carissima
la tua storia mi scalda il cuore: come diciamo sempre con Chiara, dobbiamo segnarcele tutte queste cose a cui diamo un peso piccolo, perché messe insieme ci raccontano la storia robusta di un amore misterioso e fedele che sempre ci precede, ci accompagna, ci oltrepassa.
Un abbraccio
M.
Caro Salvatore,
allora il nostro San Francesco è in buone mani!
Quanto a San Gaspare, mio padre teneva un suo ritratto in cucina
, accanto a una foto di San Pio, proprio nel punto preciso dove ha finito la sua vita terrena … in braccio ai suoi santi
Caro Pino,
certamente la sincronicità non riguarda soltanto eventi che hanno un riferimento apertamente religioso o spirituale, come quelli qui riportati. Lo stesso Hopcke nel suo libro cita sincronicità che hanno risolto questioni affettive o lavorative. Ma forse, a ben vedere, tutto sta nella nostra concezione o percezione del tempo, dello spazio, del significato della vita. Condivido infatti quello che affermi alla fine del tuo commento : ” ciò che nella dimensione del “tempo” materiale d’esistenza – che è un tempo cronologico, contingentato e cadùco – appare come sincronicità, nell’Aldilà, nella dimensione dell’Oltre, altro non è che annullamento/identificazione del Tempo e dello Spazio, senza piú scissioni, poiché l’Anima non ha spazio né tempo ma vive nell’eternità, la quale ultima E’ attualità “PRESENTE”- come ben intuito da Rosella; Eternità cioè: ove non esiste un “prima”, né un “dopo”, ma distensione atemporale (cronologica) e aspaziale dell’anima stessa, come aveva intuito S. Agostino.”
Cara Paola,
i commenti commossi e partecipi che sono seguiti al tuo ci fanno comprendere benissimo il tono emotivo che scaturisce da questa splendida esperienza di tua madre, e tua.
E ora anche nostra 🙂
Il senso del post voleva essere proprio questo, una condivisione di esperienze extra-ordinarie che orientano la nostra attenzione, i nostri sentimenti, le nostre emozioni, verso una dimensione ‘angelica’ e noi lo comprendiamo, con tutto quanto il nostro essere che ne resta rapito.
Grazie a Chiara, Gabriella, Fabrizio, Massimo, per il loro intevento.
Grazie a voi tutti che avete vivificato e dato un senso con le vostre parole alle mie
Filomena
Anche mio padre era devoto a San Gaspare, con mia madre andava spesso in una chiesa di Roma dove si venera la sua immagine. Mio padre e’ morto il 21 ottobre il giorno in cui si festeggia il Santo.
guarda ‘caso’… 🙂
San Gaspare del Bufalo è un altro santo che invoco tutti i giorni, e al quale feci addirittura un voto mi pare nel 1987…..nel suo santuario sia io che Paola che Giulio, il fratello di Paola, siamo iscritti nel calendario delle messe perpetue….
che dire?!
San Gaspare prega per noi
carissimo Marco, per me sincronicità, in questo momento, è leggere che pubblichi “il cuore a nudo”. cioè stavo giusto pensando sia alla premessa in cui e.a. Poe dice che è difficilissimo mettersi a nudo e ancora più difficile metterlo per iscritto, sia a come lo avresti fatto tu.mi serviva proprio come aiuto-guida per scandagliarmi più a fondo, capire il mio travaglio ma anche quando, dove e come nasce la mia rivoluzione interiore ,il mio bisogno-necessità di una rinascita verso la luce. detto fatto , tu mi appari. un altro segno è essere arrivata a Grottaferrata, dove abito, circondata da suore, alcune delle quali sono di S. M. della neve ,la cattedrale di Nuoro. io avevo espressamente chiesto al Signore se dovevo tornare a Nuoro o restare a Roma dove per motivi economici e di salute non potevo più restare.i segni o occhiolini in verità sono proprio tanti e riguardano le persone che io incontro nei posti più disparati e nei momenti più inattesi,quando io posso dare qualcosa e quando io ho bisogno, di qualcosa e di qualcuno. antonella.
Carissima Antonella,
non so se Marco ha letto questa tua bella testimonianza. Intanto ti ringrazio per aver partecipato e per averci ricordato il nuovo libro di Marco, sulla sua personale esperienza di vita da cui sono fioriti i gruppi Darsi Pace.
Con affetto
Filomena
Volevo raccontare cosa è successo a me.. e ancora faccio fatica a capire. Nel 2007 conosco un ragazzo e dopo un po di mesi innamorati ci fidanziamo. Stiamo insieme un anno e mezzo e in questo anno lui si sposta dall Italia. . La situazione era un po problematica così io decisi di lasciarlo. Passano due anni e mentre ero al ospedale per disturbi alimentari ( erano due anni che non avevo più sue notizie) con grande stupore lui mi chiama. Dicendomi cge aveva un bambino dello stesso nome del mio ragazzo di allora… passano altri due anni e ritorno nella clinica dei disturbi alimentari e fatalità ricevo una sua chiamata! Ma fino qui ho pensato fossero solo coincidenze… pochi giorni fa mia madre ( che è spesso in contatto con lui )mi dice che si sarebbe sposato… io non ciò proprio pensato… e dopo pochi giorni faccio un sogno che mi ha sconvolto la vita… sogno lui che viene in Italia con la ragazza che avrebbe dovuto sposare.. e io nel sogno gli dico: non ti sposare! Sposa me! La mattina sconvolta chiamo mia mamma e gli racconto il sogno… e nello stesso momento lui stava chiamando mia mamma… e fatalità lo stesso giorno si sarebbe svolto il matrimonio! Coincidenze?? Forse un po troppo strane! Voi che ne pensate? Giulia
Vorrei sapere che cosa mi può indicare il fatto che la mia data 04/11/1960 e quella del mio ex 14/11/1960 che abbiamo le stesse iniziali e poi ci chiamiamo tutti e due con lo stesso nome? Grazie
Piu’ di 200 anni di illuminismo passati invano
Una sera riponendo una torta che mi aveva regalato un’amica (cucinata da lei), rimpacchettandola nella sua carta mentre riavvolgevo il nastro, di colore verde chiaro trasparente, una farfalla dello stesso identico colore, con le ali anch’esse trasparenti si è posata sullo stesso nastro. Mi ha lasciato di stucco anche perché le farfalle quando ero bambina mi apparivano in sogno turbandomi parecchio, vedevo una farfalla piccina che, mentre si avvicinava diventava sempre più grande fino a sovrastarmi. Cosa può voler dire tutto ciò? Grazie. Paola