Le ultime vicende che hanno coinvolto alcuni partiti italiani (non la politica in quanto tale strictu sensu, principio elevato, arte nobile e difficile che non ha nulla a che fare con il malaffare) dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, che è giunto il momento di andare oltre l’attuale strutturazione della politica o meglio i modi come essa è stata applicata al caso concreto, cioè alla organizzazione della polis per il conseguimento del bene comune.
Difatti, la politica altra finalità non ha se non quella di costruire città a misura d’uomo, ad altezza della sua dignità, in cui vigano giustizia e verità. Politica e servizio sono sinonimi, per cui vi è politica se si serve la comunità senza altra finalità che non sia quella del servizio in sé. Sono dell’idea – che trova pochi seguaci – che un amministratore locale (a maggior ragione un parlamentare) debba, al termine del suo mandato, risultare meno ricco di quanto lo fosse all’inizio. Questo indicatore di trasparenza e di onestà non ha nulla di demagogico, fermo restando il diritto alla giusta remunerazione delle funzioni pubbliche.
È necessaria una anamnesi seria e completa che porti alla formulazione di una diagnosi, affinché il paziente possa assumere i necessari rimedi per rimettersi in sesto. Non panacee o pannicelli caldi. Non soluzioni placebo o di scarsa efficacia, ma cure da cavallo. Perché allo stato dell’arte questa è la condizione della politica italiana: uno stato peri-comatoso, dovuto all’abbuffata di denaro e di potere.
C’è quindi alla base di questa crisi di sistema – che credo terminale ed apocalittica nel senso guzziano – un elemento a-spirituale o che si contrappone nettamente al principio di povertà come sobrietà dell’essere e nell’agire. Nella povertà così intesa c’è il fondamento del ben-essere di tutti, di una ricchezza che attiene tanto alla sfera materiale che agli ordini morale e spirituale. Perché la vera ricchezza non coincide col possesso di molte cose, ma consiste piuttosto nella tranquillità d’animo che consente il godimento di ciò che si ha e che è effetto del proprio lavoro, del proprio talento, delle proprie capacità. Il lavoro, quindi, è uno dei pilastri su cui dovrebbe erigersi la nuova costruzione comunitaria; un lavoro dignitoso che dia un reddito tale che si possa condurre una vita libera, onesta e dignitosa. Il lavoro, del resto, è uno dei principi iscritti nella nostra Costituzione del 1948. Un principio largamente inattuato, laddove si pensi che l’invalso principio della precarizzazione dei rapporti – che è una derivazione economicista della precarietà del sentimento dell’essere – ne mina alle basi l’esito, cioè consentire alla persona umana di promuoversi, di educarsi, di acculturarsi, di vivere.
Mentre larghi strati della popolazione soffrono per la crisi economica globale, frutto di speculazioni finanziarie e di scorpacciate globalizzate, i nostri partiti sembrano curarsi più dei rimborsi elettorali che di altro. Cosa tengono in piedi questi rimborsi? La politica o la classe dirigente, che Sciascia appellerebbe “classe digerente”? Cosa finanziano questi flussi di denaro? La politica o le casse dei vari “cerchi magici”? In che cosa consiste la magia? Nel far sparire denaro pubblico? In una classifica stilata da Transparency International sul livello di corruzione percepita, l’Italia – in una scala che va da 10, che indica un paese onesto, a 0, sintomo di una corruzione diffusa -, si posiziona al 69° posto, e si trova messa peggio di paesi come il Ghana, la Slovacchia e il Montenegro. Un primato di cui non andare fieri, specie se si riflette sul fatto che “la ricerca non ha solo un valore statistico. Stilata ormai dal 1995, la classifica viene letta con grande attenzione sia dagli economisti che dai più grandi investitori”.
La bulimia e l’anoressia sono malattie dello spirito. Ogni “di più” viene dal Maligno, come si legge nel vangelo di Matteo. Più denaro, più potere, più cinismo, più familismo, come anche meno carità, meno solidarietà, meno comunità, meno sana spiritualità a vantaggio di manifestazioni religiose esteriori che concepiscono e trasmettono l’idea di un Dio a geometria variabile, bizzarro e capriccioso, crudele, un po’ morboso, talvolta amico dell’uomo, talaltra suo giustiziere. Queste sono epifanie diaboliche, che cioè tendono a separare l’uomo dalla fonte della Vita, laddove il simbolo, al contrario, unisce, risana.
La corruzione di molti è l’epifenomeno di una malattia dello spirito, guaribile nella misura in cui si passi attraverso una crisi di senso. Essa può essere innescata anche dalle indagini della magistratura o dal biasimo generale, purché si sia capaci di giudizio non giudicante, di tener conto della trave e della pagliuzza.
Il cammino di conversione attende tutti. Bussa alla porta di tutti. Aprirsi alla dimensione spirituale e di fede allontana la seduzione diabolica della scissione definitiva da sé e quindi da Dio per idolatria del denaro e del potere. Su questa roccia è possibile costruire una casa solida, una umanità integra, una politica che si scrolli di dosso la polvere di Caino o il tradimento di Giuda.
Scrollarsi di dosso la polvere di Caino o il tradimento di Giuda
Postato il 3 Maggio 2012 Scritto da 11 Commenti
Caro Salvatore, è tutto vero quello che scrivi, ma io da “capocciona” nel senso che continuo a credere o perlomeno sperare, ho deciso che continuerò a votare. Non le facce “vecchie” ma il movimento 5 stelle. Tutti dicono che non ha un programma ma potete leggerlo. In Piemonte ci sono due “sindaci” uno programmatore e l’altro idraulico. Prendono 2500 euro al mese, dopo due mandati vanno a casa non hanno pendenze “mafiose” ed andranno in pensione come tutti gli altri con il loro lavoro. E’ vero, sono giovani, ma sono supportati da Beppe Grillo che non vuole candidarsi e non perché non può come dice il signor Rutelli. Da giovane dopo una serata, era ubriaco e ha avuto un incidente ( forse anche un morto) Per carità non è una cosa bella, ma Rutelli,faccia di bronzo, che andava in Parlamento in motorino che fine ha fatto? Ora vanno tutti con le auto blindate pagate da noi! Perché hanno paura? Perché fanno politiche con tagli solo per chi ha poco e non per loro? Per la finanza, che ha fatto credere, a chi ha i soldi, che è meglio non fare nulla ed aspettare gli incassi delle azioni, piuttosto che mettersi in gioco con un’azienda tartassata come quelle italiane e dove devi “lavorare”. Io credo ancora nell’uomo ed andrò a votare il Movimento cinque Stelle, se non rispetteranno il programma, a casa pure loro, ma dobbiamo farlo con i fatti non a parole e il diritto al voto non me lo faccio togliere. Marco, domenica diceva che tutto il mondo è male, ma io non ci sto, come fuga da Alcatraz, io cercherò di scavare quel “buchetto” per aprirmi verso la “libertà”, o perlomeno ci “proverò”. Saluti a tutti.
Monaci per la politica: ecco quello di cui abbiamo bisogno. Persone che con voto di castità e poverà (forse non quello di obbedienza per ovvie ragioni), si votino completamente al servizio della polis, testimonino con la propria vita, con il proprio corpo che un altro mondo è possibile.
Questa potrebbe essere una medicina per questa febbre da cavallo: la radicalità del Vangelo. Il vangelo o è radicale o non è.
Non è utopia: è accaduto già in passato: con San Benedetto che con il suo ora et labora ha inventato il monachesimo e i monasteri in tutta europa. San Fracnesco, secoli più tardi…. Sono sempre queste, radicali, le esperienze feconde che cambiano il mondo; per davvero, non a parole.
in occidende solo noi cristiani abbiamo questa ricchezza: farsi eunuchi per il Regno dei Cieli, che non è solo nei cieli, ma è è “già qui” fra noi.
Al potere della Chiesa,non va bene farsi eunuchi per il Regno dei Cieli,perchè dice che quando Cristo diceva queste cose lo faceva così tanto per parlare,mentre quando diceva mangiate il mio corpo e bevete il mio sangue,parlava seriamente,e si è visto con i Templari che praticavano la castità e la radicalità del Vangelo ad essere bruciati vivi,dall alleanza Tiara,Corona e mammona,quindi la storia sempre si ripete sempre uguale.
Cara Luciana, ho simpatia per Grillo, però trovo che sia aggressivo, che cioè non educhi alla pace ma alla lotta, al contrasto astioso. Sicuramente dice delle cose ragionevoli, ma lo fa con modi che non trovo attraenti. La nuova umanità nasce sì da una rivoluzione, ma che sia culturale, cristiana, ghandiana. E’ molto pericoloso fare certe affermazioni sulla mafia. Non sempre chi urla di più ha per ciò stesso ragione.
Caro fab, io non ho scelto di farmi monaca ma di formare una famiglia e sposarmi e quindi in qualche modo oltre che spiritualmente devo occuparmi anche “materialmente” del mondo di cui io sono parte responsabile.
Caro Salvatore è vero, chi urla non ha sempre ragione, ma se io al catechismo non facessi falche “urlaccio” non mi acolterebbe nessuno, continuerebberoro a giocare col celluare con le carte o a chiacchierare…
Rimango sconcertato nel vedere che i grandi temi della crisi attuale,e se da essa può sorgere una UMANITA NOVA,si riducano a un siparietto elettorale pro o contro Grillo,nella storia si è visto già un artista al potere,evidentemente sono lezioni che l umanità non impara mai.
Difatti non potrà nascere da un referendum pro o contro Grillo o Pincopallo…I temi sono altri…
Ci sono artisti e saltinbanchi, basta provarli, magari cambiando genere. io ho parlato di giovani, altrimenti ha ragione fab. facciamoci tutti monaci e suore e cambiamo radicalmente la vita altrimenti dicendo i temi sono altri… non ci mettiamo mai in gioco e non cambieremo mai le cose, se a voi state bene così…
Carissimo Salvatore, la riflessione politica è sempre stata presente nei nostri Gruppi.
Noi crediamo infatti che la progettazione del mondo (perché questo è la politica: un’antropologia pratica) possa ritrovare un orientamento solo se poniamo al centro il continuo rovesciamento dell’assetto egoico della mente, che ormai non è più in grado di proseguire l’avventura umana su questa terra.
Come tu stesso dici, siamo chiamati a porre al centro della nuova politica la consapevolezza che l’uomo egoico è sempre distorto, qualunque cosa dica o immagini o faccia.
Noi lavoriamo affinché questa consapevolezza entri nella coscienza poltica occidentale, e la rinnovi, rilanciando e purificando i grandi progetti della modernità.
Darsi pace per noi è cioè anche il motto rivoluzionario del XXI secolo, un’idea che per davvero mette in crisi tutti i poteri di questo mondo, smascherandone l’intrinseca violenza.
Un abbraccio. Marco
Sul piano pratico, mi pare che, in prospettiva, il movimento DP sia destinato a declinarsi anche secondo un impegno politico diretto, governativo intendo. Mi sembrerebbe strano il contrario, visti i presupposti di interpretazione integrata dell’umano personale e collettivo. Certo occorrerà un’adeguata preparazione, come spesso Marco G. ricorda, la stessa che ha permesso lo strutturarsi dei gruppi, per poter offrire una proposta politica alternativa, ovviamente non nel senso della controtendenza, ma nel senso di una visione profonda e purificante. Mi pare che il lavoro che ciascuno cerca di fare come cesellatore dell’anima sia uno dei presupposti indispensabili per far crescere l’impegno politico.
iside
Cari amici ed amiche di DP, carissimo Marco, la politica sta offrendo uno spettacolo avvilente, tale da mettere a repentaglio la concezione stessa di democrazia e di libertà. Forse non si è mai raggiunto prima – parlo dal 1948 ai nostri giorni – un degrado di tale portata ed intensità, che pare non risparmiare nessuno. Tutto nasce, come ti sostieni, Marco, da un capovolgimento del cono dantesco, nel senso che Satana, il divisore dell’uomo dal vero Sé, lo si trova sulla cima, scorazza sulla Terra, quasi fisicamente. Ricacciare l’Alienatore e rovesciare il cono, questi i compiti spirituali che, certo, hanno evidenti riflessi pratici e politici. Suggestiva l’idea di elaborare un progetto politico, cioè culturale e di azione, ideale e progettuale, da offrire alla nostra società. Obiettivo arduo, che richeide approfondimento e studio, ma chissà che non possa darsi…buona Domenica!