In attesa della Pentecoste, anche noi ci siamo radunati e raccolti per sondare umilmente le nostre profondità, cercando di attraversare il nostro personale delirio d‘onnipotenza, per condividerlo poi nei piccoli gruppi, trasfigurato.
Ho ancora una volta osservato che l’automatismo inconsapevole che domina anche questo comportamento ha radici lontane, si nutre di ansia, angoscia e paura, che scaturiscono da un’antica ferita infantile, mia personale ma anche di genere e che ci tramandiamo di generazione in generazione, come fosse una male-dizione.
Le difese adottate nell’infanzia, per allontanare/allontanandomi da questo insopportabile dolore, di fatto hanno ottenuto il risultato di mantenermi permanentemente separata dal mio nutrimento essenziale: l’amore.
Questa mancanza, questa separazione, questa scissione infantile, emette ancora oggi, un dolorosissimo urlo muto e disperato, intriso d’impotenza.
Ho toccato nella sostanza della mia anima, come proprio questo dolore insopportabile continui ad abitarmi anche ADESSO, producendo i suoi effetti distruttivi nonostante la mia buona volontà e le strategie adottate per difendermi.
Il mio cuore non sembra proprio potersi accontentare, quietandosi appagato nella vuota distrazione dei passatempi . E’ l’impotenza di realizzare me stessa , separata dalla fonte della vita e dagli altri uomini, che genera la mia infelicità e la delusione che m’ammazza nel suo: tanto non c’è niente da fare; o nella rabbia che agisce il tanto peggio/ tanto meglio.
Mi è stato utile anche essere accompagnata nel sondare la mia presunta innocenza, che posso sintetizzare con: Non lo sapevo. Non l’ho fatto apposta.
La mia irresponsabilità nell’assumermi la fatica di crescere, è essa stessa creativamente/ distruttiva anche se in modo paradosso e sostanzialmente impotente.
Una vita vivibile, per sè e per gli altri, la si costruisce nella riconoscenza incarnata della salvezza. Quindi diventando adulti attraverso la fede/fiducia nella vita.
Vivere è un lavoro faticoso ma anche pregno di gusto se ne percepiamo IL SENSO.
Una trasformazione interiore, anche minima ma che io posso sentire nel mio intimo come un piccolo sollevo, ti ridona l’energia necessaria: a sperare?a fidarsi?a vivere… direi.
Posso passare dall’impotenza dell’angoscia che mi paralizza, all’azione semplice e naturale, pur permanendo nella stessa situazione esistenziale.
Nel mio cuore nasce un sentimento nuovo che mi rende più attiva e talvolta anche felice. Ricca di una energia che quasi da sè rinnova ogni cosa.
Un potere nuovo che riconosco con una gratitudine infinita nella carne della mia anima.
E’ IL DONO della salvezza. Sono la stessa eppure diversa.
Questo nuovo inizio attiva anche un cambiamento all’interno di ogni relazione nella quale sono coinvolta.
La porta stretta della disperazione impotente la si attraversa SEMPLICEMENTE osservando e riconoscendo in essa la sua implicita dinamica salvifica.
La speranza non attiene al domani ma all’invisibile, afferma Panikkar ed io concordo. E’ qualcosa che comprendo, di cui faccio esperienza.
Se riconosciamo la disperazione impotente che attraversiamo intimamente, come qualcosa che ci anima, come un anelito di salvezza, possiamo deciderci ad implorare il Signore della Vita .
Nel nome di Gesù – Dio SALVA.
E’ solo attraversando la morte, assimilati a Cristo nella Croce, al Suo abbandono fiducioso nelle braccia del Padre, che risorgiamo in Lui e con Lui, ricchi di un nuovo potere, quello dei Figli di Dio.
Siamo così ricolmi di quello Spirito che proprio nella Pentecoste il Padre ha inviato a tutti, ma riservato a coloro che lo accolgono.
Questo è l’intimo inizio, nel quale faccio esperienza di comunione con voi nello Spirito di Cristo che dona salute e salvezza , rinnovando il nostro cuore e tutta la terra.
Accogliere questa trasformazione, mi lascia un po’ sdolorante, poichè necessita che parti di me ancora rigide e dure, dilatino aprendosi al sorriso, come fosse per me una nuova nascita, sperimento il dolore/nella gioia.
Durante il travaglio il feto viene spinto a impegnarsi per venire alla luce; così è ora in me: sono sospinta verso la mia realizzazione e la compio acconsentendo ad accogliere consapevolmente la Vita che vive e si espande incarnandosi anche in me.
“Amore, entra celeste in me e respira”(Paola Guzzi che cita alcuni versi di Marco)
L’ESSERE si realizza nel dono.
E’ nell’agire LIBERAMENTE il dono ricevuto che piano, piano si disvela e compie la nostra pienezza. Una serena pace interiore, frutto di quel travaglio necessario ad accogliere il Presente, finalmente colma il cuore.
Nell’amore liberamente accolto e donato risiede quella misura/smisurata, che ricolma traboccando i nostri fragili vasi di creta.
Una abbondanza creativa che quasi, si fa da sè, ma che non può prescindere dalla nostra libera adesione all’evento . Dobbiamo prendere quella decisione semplice che si concretizza in UN SI’
Durante il viaggio di ritorno, con le mie compagne ho condiviso ed approfondito l’esperienza vissuta insieme; avevo concordato con loro di redigere questo post, partendo dalla nuova condivisione comune, ma non sono stata in grado di farlo, se non con poche risonanze.
Sono in un momento di travaglio interiore ed il no che risuona ancora in me, confligge con il sì che solo a tratti so pronunciare. Mi riconosco così in parte paralizzata e non so produrre nulla di meglio.
Invito le mie amiche, ma anche tutti coloro che hanno partecipato all’intensivo ad integrare le mie lacune con il loro contributo.
Desidero porgere di cuore, un sincero grazie a Paola e Marco; così come a tutte le persone che hanno contribuito alla buona riuscita dell’intensivo.
In modo particolare ringrazio e saluto Paola e Fabio, la cui forza “mi sbalza da cavallo” faccia a terra edificandomi; Giuseppina che ci allieta con gli echi della sua Terra e dei suoi versi in-canto; e la “ciambelletta di Dio” per la sua fragranza di pane lavorato dalla Vita.
Ringrazio tutte le strette di mano e gli abbracci, ricevuti e donati, unitamente ai nostri comuni sorrisi.
Un augurio particolare lo rivolgo a Cristina e Domenico.
Buona giornata a tutti.
Rosella
Grazie Rosella,che bel cammino e come ci lavora bene, la Grazia dello Spirito .
Accogliere , Attendere , Sperare ,lasciare che il lievito faccia il suo effetto .
Tutto è bene e Tutto sarà bene diceva Gesu’ A Santa Giuliana .
Ogni giorno dallo stato alienato non riesco a pronunciare il SI …..ma ogni giorno posso ritrovarlo e cantarlo .
E cantarlo anche in coro come a Santa Marinella
Un abbraccio a tutti con il Cuore colmo di gratitudine per la Vostra Presenza nella mia VIta.
Sono la stessa e pure DIVERSA ..Bellissimo
“…E non rifiutare nemmeno il tuo rifiuto. Non ti accanire.
Giocaci piuttosto, cantagli una canzone, fanne una storia,
E lo vedrai sfumare quanto meno ti ci contrapponi.
Comprendi questa mia lezione? Ti suona? Vuoi questo mio cuore
Che non nega? Vuoi conoscere il mio divino amore?
Vuoi la perfezione?
E’ tutta qui, in queste braccia
Comunque aperte, anche se mi uccidi.” (Marco Guzzi da L’ultima lezione)
Con questi versi abbiamo concluso l’intensivo di Santa Marinella.
Marco li ha scritti, sono diventati vivi nella carne di Fabio che li ha recitati, nella mia che li ho ascoltati, e ancora echeggiano nelle profondità del mio essere.
Con la straordinaria potenza di Dio posso non rifiutare nemmeno il mio rifiuto, mi immergo nelle profondità della mia impotenza, ma non vengo risucchiata, con la straordinaria potenza di Dio posso…
Questo mi porto a casa dopo l’intensivo, posso cantare una canzone ai miei no, e il mio canto sarà un requiem per la morte alla morte; …posso…e mi sento… sollevata, serena, quieta, vera, rinata, energica, calma, lucida, determinata. (dall’ultimo punto del lavoro auto conoscitivo)
Grazie Rosella per lo stimolo che sempre ci dai, con la tua presenza, grazie a tutti per i bei momenti condivisi in questi due giorni dove la linea del tempo ha smesso di esistere in alcuni barlumi di eternità.
Daniela
Dopo l’intensivo a santa Marinella le parole di Gesù che chiudono il vangelo di Matteo
“Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra”.(Mt 28,18) risuonano fortemente insieme a quelle che all’inizio dello stesso vangelo Gesù dice ai discepoli
“Seguitemi, vi farò pescatori di uomini.” (Mt 4, 19)
Pescare l’uomo è riconoscere la mia distorsione fino a vederne l’origine nella separazione dalla Fonte che mi rigenera. E’ andare oltre l’impotenza, la disperazione, l’angoscia per trovarmi immersa in una Relazione che si offre come dono e che si fa nel dono. E’ scoprire nell’amore crocifisso la via della salvezza e della vita vera.
Gesù continua ad avvicinarsi all’uomo, a me, come ai discepoli dubbiosi, per ricordargli/mi che il potere della Nuova Umanità è il potere dell’amore.
Amore che immerge nel respiro di Dio.
Un Padre Principio di vita, un Figlio che mi affascina per la sua capacità di farsi prossimo, uno Spirito che accende di comunione la mia solitudine.
A tutti un abbraccio grande come il mare.
Giuliana
Carissima Rosella,
c’è anche il tempo del Silenzio…
Lasciamoci abitare, dilatare, fecondare dal soffio dello Spirito
diventando tempio, luogo, dimora, ventre.
Un caro abbraccio.
Brunella
Ho deciso di rispondere lasciando risuonare in me le vostre parole come fosse LO SPIRITO che si rivolge personalmente proprio a me ADESSO.
Non intendo togliere loro il valore di testimonianza globale al gruppo, ma desidero fare sì che esse mi accompagnino anche in un modo più intimo nella crescita.
@ cara Chiara – grazie E’ un grande dono il gruppo fisico.
Io fatico molto ad interiorizzare un senso di appartenenza, ma i momenti comuni nei quali condividiamo il cammino della trasformazione interiore sono forse quelli che maggiormente mi aiutano.
@ cara Daniela – quando ti leggo, come quando ti incontro ho la percezione di quel che significhi “la fioritura” a cui fa riferimento Marco.
Ho avuto il piacere d’incontrarti quando la prima volta hai partecipato ad un intensivo ed ogni volta che ti rivedo o ascolto mi si allarga il cuore : lo ricolmi di sorriso.
@ cara Giuliana – leggere le tue parole è per me come scoprire come la stessa immagine possa essere dipinta in modo differente e trovo questo molto bello.
Mi dai sempre la misura della parola precisa, quel senso di ordine che a me manca, quella semplicità del fare le cose come vanno fatte, talvolta anche con fatica, ma senza sforzo.
Io sono sempre in conflitto e mi ribello all’ordine, alle presunte imposizioni del grembiulino nero, eppure tu sei un’amica e non solo una compagna di viaggio.
cara mia, saper ” essere/fare” la maestra elementare è proprio un gran dono, quasi un privilegio.
@ cara Brunella il tuo intervento è quello che va al nocciolo “della mia” questione.
Com’ è difficile per me discernere in questo campo.
La parola “silenzio” scopre un nervo dolorosissimo: la prima volta di cui ho “memoria storica” della mia impotenza è stata quella in cui sono andata da mia madre con due pagine di quaderno in cui avevo scritto “un bel tacere fu scritto, un bel tacere fu scritto” e così di seguito; in risposta alla sua frase ripetutami mille volte nella quale asseriva “un bel tacere non fu mai scritto”: e sai che ne ricavai? lei rise.
Veramente è difficile interpretare la musica a partire dalla nostra integrità (… per sollevarmi lo spirito, talvolta aggiro l’ostacolo ascoltando nella sezione Video le sonate di Alessandro…).
Ti abbraccio e ti ringrazio moltissimo per quello che ci hai donato con le tue parole, esse sono IL NUTRIMENTO NECESSARIO da cui trarre la forza per agire nella vita di ogni giorno.
un saluto ed un abbraccio a tutti
Rosella
Cara Rosella,
come sempre, le tue parole infuocate colgono nel segno e mi fanno riassaporare tutte le emozioni, le fatiche e la grande gioia che questi intensivi in genere ci donano.
Ricordo agli amici che frequentano il primo e il secondo anno del corso telematico e l’Approfondimento, che l’intero intensivo si può vedere nei siti riservati.
Spero che presto riusciremo a postare su questo sito le belle testimonianze di Fabio e Giuseppina, poeti a Darsi Pace.
Grazie della tua risonanza al testo poetico che ho citato, e del tuo invito costante alla libertà creativa, che, come dicevamo al mare, può già esprimersi nel riattraversare in modo emotivamente significativo parole altrui.
Approfitto per ricopiare tutta la poesia di Marco, tratta da “Il Giorno”, del 1988.
La freschezza e la ricchezza di immagini di questo scritto giovanile, rispetto all’essenzialità delle ultime poesie guzziane, non toglie forza al misterioso dialogo che l’io, finalmente “in relazione”, riesce ad instaurare, sciogliendo le sofferenze dell’io egoico, chiuso nel gelo della propria triste condizione.
L’azzurrità, che è spesso presente nei testi di Marco e che simboleggia la divinità, qui diventa “amore celeste”, come “celeste è il regno”, “celeste è l’ombra di chi ama”.
Il drammatico l’annuncio della nuova nascita emerge attraverso il contrasto tra diverse temporalità (“il piede del tuo loto agita i giorni”; “uno smeraldo è il tempo”, “e quelle labbra…sulle mie carni mature segnano un tempo, già…”), mentre la gloria, “in briciole di pane”, che aleggia “nell’oro della ginestra”, si incarna nel gesto di una regina che “coglie la pèsca rossa, più odorosa”.
L’augurio a tutti noi, uomini e donne di questa epoca così critica, da fine del mondo, di essere regine coraggiose capaci di dare vita all’inaudito!
XII
amore, entra celeste in me e respira,
com’è sottile il soffio della luce
e lieve il tocco
che scioglie le mie pene,
alita caldo nel nido di neve
ove mi duole l’angelo che arse
“sono la gloria
in briciole di pane”
e mi sopporto appena a questa gogna
nella vergogna di chi fu il Sole
vieni, respirami e sfronda
tutte le foglie al turbine d’un volo,
accorreranno i santi
per i pendii del vano, guarda!
si placa il fortunale
tira quel vento che piega i girasoli
viene alla bocca, e spira in una fiaba
Amore, in questa danza
muoio: il piede del tuo loto
agita i giorni, e fonde gli occhi d’oro
“uno smeraldo è il tempo
celeste è l’ombra di chi ama”
mai nella mano hai confidato il sogno
aleggia in palpiti, in pollini, nell’oro
della ginestra o del cipresso chiaro,
ma la farfalla che sfugge dalla rete
nelle segrete incontra il tulipano
“celeste è il regno
d’autunno la regina
coglie la pèsca rossa,
più odorosa”
e quelle labbra, ahi!
sulle mie carni mature
segnano un tempo, già
il seme adulterato in un germoglio
ha fatto fuoco
da sé, un colpo e via,
dal guscio rotto sparse
il nuovo seme
innato
Grazie Paola,
non la conoscevo.
Mi hai fatto un bel regalo CORPOSO
Provo a giocarci un po’, più giù AFFONDERO’ NEL TEMPO.
“amore, entra celeste in me e respira,
com’è sottile il soffio della luce
e lieve il tocco
che scioglie le mie pene,
alita caldo nel nido di neve
ove mi duole l’angelo che arse”
questi versi mi mettono in crisi. Sono così QUIETI nel porre a tema il desiderio intimo del cuore.
Come fosse la domanda evasa ( non corrisposta), che ogni nato da donna, pone a colei che lo ha generato.
L’inevaso, il “non corrisposto”, sta alle mie difese, al mio rifiuto di generare/sostenere la vita ancora in questo limite.
Nel non sopportare il senso di colpa che mi opprime quando realizzo che: “si nasce per morire”; e non è la mia morte che temo ma quella di coloro che ho chiamato alla vita, la carne della mia carne segnata dalla separazione.
… piombo nell’imperativo categorico di mia madre: TU NON PUOI MORIRE.
e quale madre consentirebbe al figlio di morire senza provarci almeno a dare la sua stessa vita al posto suo?
eppure non so scongelare con il solo MIO CALORE la casa nella quale il fuoco dell’amore arde distruttivo e incenerisce dolorosamente ogni cosa.
almeno in parte.
“sono la gloria
in briciole di pane”
Sì, sostengo e preservo con ogni mezzo la vita generata.
E sono solo briciole che pongo al desco per saziar la fame.
“e mi sopporto appena a questa gogna
nella vergogna di chi fu il Sole”
quante volte ho desiderato la fine, immersa com’ero nella mia impotenza, e non sentivo la vergogna di non essere ciò che ero, io non ero niente … ed era esattamente ” quello che ero”…
almeno in parte
“vieni, respirami e sfronda
tutte le foglie al turbine d’un volo,
accorreranno i santi
per i pendii del vano, guarda!
si placa il fortunale
tira quel vento che piega i girasoli
viene alla bocca, e spira in una fiaba”
questo è stato dopo… anzi, questo E’ ORA nella mia storia.
Solo ADESSO, alcuni anni dopo IL TOCCO gratuito ed immeritato dello Spirito d’.
“Amore, in questa danza
muoio: il piede del tuo loto
agita i giorni, e fonde gli occhi d’oro”
talvolta l’oro della Fede è accecante, come fosse per Maria di Magdala che non riconosce il Maestro, nel Risorto
“uno smeraldo è il tempo
celeste è l’ombra di chi ama”
Questo mi commuove e molto, pregno di quella speranza che non attiene al futuro ma all’invisibile.
Mi son concessa di non corrispondere all’imperativo categorico avuto da mia madre: tu non devi morire, per accogliere sorridendo la mia sorte LA MIA MORTE… e son felice di sperimentare che solo attraversandola e accogliendola posso vivere: “ORA ADESSO E QUI Nell’eterno in cui siamo CONCEPITI”.
“mai nella mano hai confidato il sogno
aleggia in palpiti, in pollini, nell’oro
della ginestra o del cipresso chiaro,
ma la farfalla che sfugge dalla rete
nelle segrete incontra il tulipano
“celeste è il regno
d’autunno la regina
coglie la pèsca rossa,
più odorosa”
e quelle labbra, ahi!
sulle mie carni mature
segnano un tempo, già
il seme adulterato in un germoglio
ha fatto fuoco
da sé, un colpo e via,
dal guscio rotto sparse
il nuovo seme
innato”
cara… sottovoce e solo per te… spesso sorrido e mi si confondono i versi, come fossi nel Cantico dei Cantici…
ti abbraccio
Rosella
cara Paola,
“…L’augurio a tutti noi, uomini e donne di questa epoca così critica, da fine del mondo, di essere regine coraggiose capaci di dare vita all’inaudito!”
accolgo questo tuo augurio, esplicitando un poco le ragioni del mio modo d’interagire alle vostre parole.
“Grazie … del tuo invito costante alla libertà creativa, che…. può già esprimersi nel riattraversare in modo emotivamente significativo parole altrui.”
Nei nostri gruppi apprendiamo a lavorare su noi stessi e non sugli altri . E quale modalità più esplicita di quella che ridona ciò che la parola dell’altro ha RI-ANIMATO in me, può aiutarmi ad apprendere un modo nuovo di relazionarmi?
Se è vero che noi procreiamo ciò in cui crediamo penso che questa strada possa aprire una modalità, accogliente e “emotivamente riconoscente” che apra una modalità inedita di relazione tra gli uomini (le parole confondono… forse l’esercizio di ascoltare le proprie emozioni ci può accomunare come genere… e favorire l’integrazione razziale della famiglia umana).
Incraponirci a voler capire gli altri a tutti i costi e per il loro bene, lo abbiamo fatto e senza grandi risultati.
Credo che la strada che apra alla comunicazione globale sia proprio quella del MIO DIRMI all’altro, ri-donandogli la risonanza che ANIMA IN ME la sua parola.
Aprendomi nella fiducia necessaria ad espormi INERTE nella condivisione con l’altro che mi accoglie… se lo desidera.
In fondo trattasi solo d’incarnare quella modalità che riconosciamo intimamente valida quando ascoltiamo LA SUA PAROLA.
Ciao cara e buona giornata a tutti.
Rosella
scusate non “inerte” ma INERME…
Dal corso di S. Marinella ecco una perla che ho ricevuto tra le altre: l’espressione “ potere micragnoso” usata da Marco per indicare quello dell’io egoico, prigioniero delle sue infantilità e bisogni ,che pensa solo ad arraffare , voglioso di imporsi sugli altri, di affermare sé stesso, impaurito e angosciato , pregno soltanto di conquiste fasulle di cui si gonfia inutilmente., che non lo allontanano dalla sua disperazione. Il vero potere umano e divino è ben altro: è donare, dare gratuitamente come il sole che dà luce e calore. Gesù ha detto, prima della sua morte: “ Prendete e mangiate”. E altrove: ”Riceverete lo Spirito Santo” ”Gratuitamente avete ricevuto , gratuitamente date” .
Proviamo a riflettere giornalmente su quanto pretendiamo e su quanto invece riusciamo a donare! . Io ho incominciato a chiedermi: quando esercito il mio potere micragnoso? La prima risposta è stata: quando, invece di ascoltatre con empatia, parlo, interrompo il discorso altrui con domande inopportune, con consigli non richiesti, e così via..ma questa è solo la prima e non l’unica occasione in cui mi approprio avaramente della stima altrui!
Grazie a Rosella per aver sollecitato le nostre condivisioni e grazie a Marco per la sua creatività che si dona! Mariapia
Santa Marinella è per me un appuntamento magico! Arriva in un periodo dell’anno in cui sono stanchissima delle fatiche invernali.
Si avverte l’inizio dell’ estate, il mare, la quiete che si respira nella casa che ci ospita, rivedere con piacere persone dei gruppi Darsi Pace con cui non ci si incontra spesso (un abbraccio a Maria Pia e Rosella), la preghiera e le parole di Marco sempre nuove che ridanno energia per andare avanti.
Ritorno ogni volta con una grande serenità nell’anima.
Un caro amico dei nostri corsi ci ha lasciato: Leonardo è tornato al Padre.
A S.Marinella ha voluto ancora farci dono del suo sorriso, della sua presenza dolce, della sua gentilezza e disponibilità. Lo vediamo nella foto, il secondo in basso da sinistra.
Oggi alle 16 lo saluteremo. Invito la grande famiglia di Darsi Pace sparsa per il mondo di unirsi nella preghiera. giovanna
Caro Leo ora non ci sarai più tu ad accompagnarci a casa da un capo all’altro di Roma al termine degli incontri del gruppo, con la tua infinita generosità e dolcezza. Quelle belle chiacchierate prima di scendere dall’auto le porterò sempre con me…
Leo mi mancherà tantissimo la tua presenza nel condividere le passioni che tanto ci univano, quella per la pittura e per la musica! Eri sempre tu ad avere l’iniziativa ti facevi carico di tutto, pur di non perderci qualche evento interessante. Io e Marco ti ricorderemo sempre come un caro amico buono e generoso!