“Nella casa di Animus e Anima… le cose non vanno tanto bene. E’ ormai lontano il tempo (come passa in fretta la luna di miele!), in cui Anima aveva il diritto di parlare, a suo piacere, quanto voleva e Animus l’ascoltava estatico. Dopo tutto, non è forse Anima quella che ha portato tutta la dote e che manda avanti le sorti della casa?
Però Animus non ha sopportato il ruolo di subalterno e ben presto ha fatto vedere la sua natura vanitosa, pedante e tirannica.
Anima è ignorante e una sciocca, non è mai stata a scuola,
mentre Animus conosce tantissime cose, ha letto molti libri, ha imparato a parlare mettendosi un sassolino in bocca, e adesso, quando parla, parla così bene che tutti i suoi amici dicono che è impossibile parlare meglio di lui…
E’ così che Anima non ha più il diritto di dire neppure una parola, Animus le toglie le parole di bocca,
Lui sa meglio di lei quello che intende dire, imbroglia tutto con le sue teorie e i suoi ricordi, e imposta tutto così confusamente che l’altra, poveretta, non ci capisce più niente…!
…Un giorno Animus rientrando all’improvviso, o forse sonnecchiando dopo pranzo, o forse mentre è assorto al lavoro, sente Anima cantare.
Canta da sola dietro la porta chiusa: una curiosa canzone, qualcosa che lui non ha mai udito, di cui non riesce a distinguere le note o le parole o la tonalità; è una canzone rara e davvero meravigliosa.
Più tardi Animus cerca di fargliela ripetere, ma Anima si comporta come se non capisse: tace, mentre egli la guarda.
L’Anima tace sempre quando la Mente la guarda.
Allora Animus escogita un trucco e le fa credere di essere uscito. E a poco a poco Anima si rassicura, si crede sola e così, senza rumore, apre la porta al suo amante divino”.
(da un racconto di Paul Claudel)
“L’Anima tace sempre quando la Mente la guarda”. Questa affermazione ci fa comprendere lo stato di cose della ‘verità’ nella nostra vita: di quanto-nel corso dei giorni- mettiamo a tacere ciò che di bello c’è in noi. E neanche siamo consapevoli di cosa si tratta, di che materiale consiste la verità del nostro essere, della parte di noi che canta, sorride davvero, desidera davvero.
Siamo impastati di doveri e di dolori, di paure e di incapacità, che abbiamo perso di vista quell’eco di bambino che collezionava e rileggeva con piacere Linus di Shultz; o la piccina che in buon ordine sistemava le cosine della sua bambola.
Quando fuoriescono le nostre rabbie da emozioni soffocate, ci interroghiamo un po’ e anche ci stupiamo di certe nostre reazioni: non riusciamo a far parlare la nostra vera pasta, l’anima nostra più vera che invece è sempre lì, sotto la coltre e che proprio non riesce ad esistere in tutta la sua verità.
Ma siamo poi così sicuri che questo Animus sia qualcosa alla cui presenza è meglio smettere di fischiettare? E se invece, coraggiosamente affrontassimo questa presenza ricordandoci che la priorità che chiama con forza è la nostra realizzazione?
“L’Anima tace sempre quando la Mente la guarda”.
è la degenerazione dell’osservatore distaccato, non coinvolto, che incarna il principio scientifico che cosifica la realtà.
ma non fu così SIN DAL PRINCIPIO.
quando concepita L’ANIMA ESULTA e noi tutte abbiamo esperienza di quel “paradiso perduto” a cui nostalgici volgiamo il desiderio (…memoria emotiva…).
L’anima DANZA ESPONENDOSI allo sguardo della mente la quale normalmente “l’ammazza”.
Non è RICONOSCENTE E GRATA per l’esistenza, non la riconosce e non le impone il nome.
Come fosse un padre che non riconosce la sua stessa propria prole.
salmo 136
Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre,
perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
“Cantateci canti di Sion!”.
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
…
Il salmo continua,ma io mi fermo qui
Buona settimana a tutti
Rosella
Grazie Patrizia delle tue riflessioni! Hai proprio ragione, basta farsi prendere dalle paure, ascoltare notizie di “tempi difficili” e rimanere paralizzati! Dentro il nostro cuore c’è un’anima bella, che vuole cantare, ballare, esprimersi e perlomeno io, soprattutto in questo periodo la soffoco, non la faccio uscire! La vita è bella, ricordi il film di Benigni? Anche nella disperazione della morte, quel papà prova la gioia dell’amore per il figlio e va avanti sorridendo, salvandolo. Ecco, anche se la mia anima è triste per tutte le brutture della terra, io voglio essere sorridente, per me, per gli altri, per mio marito e per i miei cari. Come abbiamo fatto domenica con Marco, lasciamo andare il nostro inferno e mettiamoci in collegamento con la nostra anima, col Cristo che ci ha preceduto e ci dice di non fermarci lì nell’inferno, ma di seguirlo! Grazie Patrizia di avercelo ricordato. Un bacio a tutti! 😆
Qualche giorno fa ero sola in casa ed ero sul letto ascoltando la musica con le cuffie, ho cominciato a cantare a voce alta quando ad un tratto apre la porta della camera mio marito ridendo come un matto.
Ho inviato per sbaglio il commento…… volevo dire che al momento mi sono vergognata ma poi ripensandoci…quanto ero libera in quell’istante che mi ero lasciata andare…..
Quanto mi è difficile lasciarmi andare!!!
è vero, cara Gabry, e quando ci liberiamo è proprio “tana libera tutti”!!!!