Sento ripetermi spesso di prendere con calma il lavoro di trasformazione, che c’è tempo per avanzare, che non devo aver fretta di entrare in relazione, ma io proprio non riesco ad arginare il desiderio che arde dentro di me. Devo guardarmi dalla logica efficientista che tanto sembra ispirare le mie azioni ma…. non al prezzo di considerare la mia vita, quella VERA intendo, un obiettivo da raggiungere in un prossimo futuro.
Rispettare i miei tempi di crescita, nel rispetto dei tempi di Dio, non può voler dire indugiare nella rappresentazione teatrale di me stesso. Sono stanco di recitare la parte del cristiano prima e del darcipacista cristiano oggi; il mio ego divora concetti, filosofie, buone intenzioni, ed in quest’ottica penso che il tempo lavori contro di me. Ho l’impressione di girare in tondo, di muovermi sì, ma lungo una linea circolare senza avanzare di un passo nella direzione del centro.
Sento però che uscire dal binario è possibile…. mandando frantumi il mio schema razionale (che genera la rappresentazione egoica di me stesso) e cominciando a “ragionare” col cuore, con il mio cuore, ascoltando le sue necessità.
Ma allora… dov’è il mio cuore? cosa desidera davvero? queste le sole domande di senso ora per me:
il mio cuore è qui….. nascosto.
Ma vuole uscire,
aprire gli occhi,
pregare e vivere con me ogni istante.
Il mio cuore vuole che la commedia finisca ORA…. o mai più.
Caro Stefano
mi sento in buona compagnia. Io ho iniziato ad “anticiparmi” con quel – sì lo so son piena di pretese – perchè continuamente son stata subissata da una sorta di PRE GIUDIZIO, quello della fioritura lenta.
Il tempo, è l’eterno in cui siamo: ora … o mai più!
E quindi anche la fioritura è quella che è: ora … o mai più.
Lenta o veloce è esattamente uno stato all’interno del quale l’ego gioca le sue dinamiche concrete “adesso”, permanendo attaccato al passato o proiettandosi nel futuro.
Quindi la commedia incarna proprio ora/adesso, differenti personaggi ciascuno con i suoi propri tempi… e non è che noi possiamo ritenere realisticamente di attendere i tempi di ognuno, questo lo fa già Dio in quel Padre eterno che ha generato in modo iniziatico il Figlio RISORTO nella storia, asceso al cielo duemila anni fa, lasciandoci lo Spirito D’AMORE che ci raduna IN UNITA’ NELLA LIBERTA’ di un tempo CHE E’ nelle nostre mani.
Ritengo che il desiderio/pretesa che ciascuno di noi incarna dentro di sé, debba semplicemente fare i conti nella RELAZIONE CON GLI ALTRI nell’incarnazione del desiderio che costruisce storicamente la città in cui viviamo.
E qui comincia il bello… che lascio: alla vostra personale attenzione.
Al momento io sono a questo punto:
ho scoperto che quello che mi ferisce maggiormente è l’essere rifiutata nel mio amore/valore/dono. Io sono sempre stata amata come fossi L’OGGETTO DI UN DESIDERIO altrui, in quella forma sono stata molto amata ed è stata cosa molto buona.
Mia madre e mio padre hanno desiderato una figlia e l’hanno amata con naturalezza, nella misura in cui il loro desiderio è stato corrisposto; nelle differenze hanno cercato di guidarmi verso la terra promessa che loro conoscevano, e lo hanno fatto per il mio bene… ma lo è realmente?
Certo in parte lo è: io sono consapevole di essere stata anche molto amata e in un modo autentico ed integro dai miei genitori, ma vi sono parti incompiute che ancora hanno distorto la mia relazione con gli altri, anche con i miei stessi figli e con mio marito
Chi si pone realisticamente in relazione con l’altro (magari iniziando dagli inizi, quando prendi in braccio il tuo figlio neonato e lo riconosci come tuo e GLI IMPONI IL NOME della fede della fiducia in lui, così come IN TE STESSA?) concentrando la massima attenzione nel godimento intrinseco del dono che ci porta? e lasciando perdere tutto il resto, se siamo o non siamo adeguati a sostenerne la vita?
PRIMA DI TUTTO il regno.
Il regno è LA RELAZIONE in un amore, nel reciproco godimento di essere l’un per l’altro UN NUOVO INIZIO, questo il regalo del Natale, e chi crede realmente con tutto sé stesso che tutto il resto ci è dato in sovrappiù?
Ascoltare il proprio cuore… incarnandolo (di carne) è una vita intera (integra), la verità e LA VITA sono una sola cosa. Lo Spirito quando si dona, ci elargisce IL SUO TOCCO personale d’amore e ci fa anche essere per così dire entusiasti e molto umanamente “pieni di pretese”. Proprio come innamorati che desiderino annunciare al mondo tutto IL NUOVO ED IL BELLO del loro amore.
“Senti come strilla quel bimbo ch’è nato ORA? E va bene così!!! O non strillerà MAI PIU’”
E’ l’eterno in cui stiamo ADESSO preservando il nostro amore, le nostre ALI PER VOLARE”
Ti abbraccio, senza scusarmi d’ essere troppo (… sono o non sono un dono? per il povero malcapitato di turno?) con affetto.
Rosella
Grazie, caro Stefano, per aver sottolineato l’urgenza del cambiamento e la necessità di veder corrisposta ‘ORA’ la nostra fame di gioia, di pienezza, di realizzazione.
Capire il senso del tempo che scorre, avendone sperimentato la pesantezza e la difficoltà a correlarlo al breve tratto di vita che ci è concesso, è la grande opera. “Già e non ancora”: è la sintesi cristiana di questo dilemma.
E la preghiera che sgorga è affinché il pane quotidiano, quello che ci basta per l’oggi e che non possiamo accululare nei granai, non manchi mai a nessuno!
Buona giornata a te, a Rosella e a tutti!
Paola
Caro Stefano, grazie per le parole della tua condivisione, perchè ti metti in gioco, seriamente metti in gioco tutto te stesso, con quell’entusiasmo che solo tu sai sprigionare…risuonano in me, queste tue parole…
vorrei dirti che temo quella tensione che sento in me, quando anelo, credo sinceramente, ad uno stato più autentico, più consapevole, più attento…
credo che la grande scoperta che devo a Marco e Paola è l’intuizione che la strada è nell’ abbandono della presa, nell’abbandono al reale e in fondo nell’abbandono a Gesù Cristo, non dico che non ci deve essere un percorso di ricerca , di riflessione, di studio ,di dialogo, di esercizio della parola-con tutta la responsabilità del dire, dell’ insegnare. ecc..- ma nel profondo sento vero me stesso solo nell’ essere attento e accogliente alla Vita, aspettando che essa si dipani in me, che io la possa riconoscere più profondamente, …posso solo attendere che il vento soffi, posso solo espormi alla luce , per vedere…
quando Marco parla di iniziazione e di saper morire all’ uomo vecchio, io sento che questo morire equivale alla rinascita ad uno stato più profondo… ora/adesso anche se il compimento di tutto è nel futuro e tutti lo attendiamo, consapevolmente o meno…siamo tutti poveri pellegrini, siamo dei mendicanti alla porta dell’ Amore, siamo tutti come bambini impauriti che aspettiamo che qualcuno ci prenda e ci abbracci. Siamo tutti profondamente uniti proprio nella nostra fragilità e nella nostra sete di Verità.
Con affetto e stima, caro Stefano,
tuo amico Sandro
I vostri commenti, letti e riletti più volte, sono arrivati dritti al cuore…..
grazie a tutti voi.
Pensavo di mettere il vostro logo sul nostro sito con il vostro link per dar modo ai nostri visitatori di conoscere il vostro blog. Cosa ne pensi?
Caro Roberto, grazie. Penso che sia una bella cosa.
Buona giornata
Paola
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