Ascoltando le parole del poeta Marco Guzzi, entriamo con lui nello stato d’animo del Natale, seguendo il filo dei suoi pensieri: subito Marco ci dice che solamente la Nascita lo tiene desto, solamente il calore di un respiro generoso che aiuta la vita a fiorire.
Ed in quel respiro Marco si perde e si ritrova, e si trans-figura in umile paziente animale, in stalla calda di letame, ed è lui Maria ed è lui Giuseppe, e diventa un re che porta doni al Nascente, da Oriente.
Non si avverte nei versi uno sguardo oggettivante sulla nascita, ma si sente piuttosto il nascere/ri-nascere con Gesù del poeta che, come in un’istantanea, vede l’intero percorso terreno del Messia, dalla luce gloriosa della cometa all’ora dolorosa della crocifissione.
Marco Guzzi non guarda il Presepe: egli è il Presepe, che si offre senza paura e Gesù, il Regno di Dio, può nascere dentro di lui giungendo ‘con piede colossale’, varcando ‘la figura planetaria’ perché, come afferma Carlo Maria Martini nel suo libro ‘Le beatitudini’,
“…Dio viene con il suo regnare incontro a noi in maniera sovrabbondante, superando tutte le nostre speranze e le nostre attese. Non c’è linguaggio umano che riesca a descrivere adeguatamente la straordinaria grandezza e forza di questo regnare di Dio.”
Ed il Regno, che tutto nutre di sé, è nutrimento anche per il pino, alla finestra: ed i sogni di Marco, dell’uomo vivo, sono come gli aghi di quel pino, irti e pungenti come spine nel fianco, come una freccia nel cuore.
Anche il poeta libanese Khalil Gibran afferma
“Sono nato
con una freccia nel cuore,
ed è penoso toglierla
ed è penoso lasciarla dov’è”
Ma quei sogni così pungenti sono ‘sempreverdi’, sempre nascenti, ora e per sempre veri, dunque gli unici che interessano il poeta.
Cari amici di Darsi Pace, insieme a Marco
preghiamo l’Eterno
che ci renda
trasparenti
Presepi
viventi
Un caldo augurio di un Natale di Pace a tutti
Filomena
L’umiliazione dell’Onnipotente innalza gli umili, canta Maria nel Magnificat!
Il Dio fatto carne non fa più paura all’uomo, ma lo libera dalla paura dell’Altissimo, restituendogli familiarità con lui. Certo, può essere deriso il figlio di Maria, perfino ucciso! Ma il suo misericordioso prendersi cura della carne ferita, la guarisce; sfidando la notte, la sua luce dirada ancora oggi le nostre tenebre.
Un abbraccio natalizio! Corrado
Ogni giorno guardo stupita il presepio fisico-telematico che nella calda mangiatoia di dP Qualcuno prepara insieme a noi.
Mi unisco all’abbraccio natalizio di Corrado.
Giuliana
Bellooooo!!!!
Grazie Filomena, grazie Marco!!!!
Un bacio a tutti.
Cari amici,
vi ringrazio per le vostre natalizie risonanze …
vi abbraccio
Filomena
In questo periodo visito volentieri i tanti presepi allestiti nella mia città e negli immediati dintorni. Quasi tutti inseriscono la Natività in un paesaggio contadino o comunque preindustriale e rappresentano un mondo in pace, dove ogni personaggio trova il suo giusto posto, in armonia con gli altri e con la realtà cosmica circostante, dove si alternano rassicuranti il giorno e la notte stellata. Cerco allora di immaginarmi anch’io in quella sacra rappresentazione, e trovo il mio posto nelle immediate vicinanze della capanna, tra i pastori che recano doni in natura. Io porto un sacco piuttosto pesante, perché pieno dei miei crucci, difetti e debolezze. Il santo bambino e i suoi genitori mi accoglieranno e mi faranno sentire, almeno in quel momento, immacolata.
Io proseguirò il mio cammino un poco più leggera. Buon anno a tutti! Mariapia
Cara Mariapia,
grazie della tua bella condivisione !
Buon Anno Nuovo anche a te
Filomena
Ringrazio Marco che dà voce alle istanze a cui non sempre riusciamo a dare voce.
E ci scalda il cuore.
maria teresa
Grazie a te, carissima, e auguri per ogni cosa.
Un abbraccio. Marco