Da circa due anni vivo tra la Toscana e la Lombardia, non so dire quale sia la mia casa abituale. A chi mi chiede: “ dove abiti?” non so dare una risposta precisa, rispondo: “Tra Bergamo e Bolgheri”.
Il mio peregrinare prevede spostamenti continui e ogni volta che devo lasciare l’una o l’altra abitazione una sorta di inquietudine mi assale.
Lasciare.. partire… preparare il bagaglio, chiudere casa.. Lasciare affetti, affrontare il viaggio e con esso l’imprevisto, tutto ciò che non ho preventivato o dimenticato nei preparativi, non sempre, è privo di ansia. Lasciare abitudini e con esse ciò che pensi sicuro e stabile, lasciare la bellezza dei luoghi, la ricchezza delle relazioni, il calore degli affetti, mio figlio..
Questi movimenti continui mi stanno allenando all’abbandono, ogni partenza è un’esperienza che richiede decisione, determinazione, coraggio e fiducioso abbandono.
Questa realtà mi sta portando a ricercare il senso di questo movimento continuo. Cosa c’è di profondamente significativo in questo?
Accomuno questa esperienza al cammino spirituale che ho intrapreso nei gruppi di “Darsi Pace”.
Il mio peregrinare per ricercare e andare verso il senso della mia vita, ricercare la vera dimora, il muovere mente e cuore per andare verso il luogo della mia integrità. Questa ricerca implica una decisione, richiede disponibilità all’ascolto dei moti interiori, il non attaccamento, l’abbandono e la fiducia. Ad ogni espiro lascio andare ogni mio pensiero e ad ogni inspiro accolgo la vita..
Il mio bagaglio essenziale!
Abbandono e accoglienza sono due movimenti fondamentali e per attuarli veramente è necessaria una fiducia libera e incondizionata.
Fiducia!
Non avviene in me l’abbandono senza la fiducia e non esiste in me la fiducia senza l’atto dell’abbandono in Colui che crea, sostiene e indirizza la mia vita.
La mia stabile e sicura dimora la raggiungo nel luogo della mia integrità, nel luogo dove l’ Eterno Amore vive e si rigenera in continua azione, nel luogo dove spazio e tempo si con-fondono per ESSERE nell’UNO’.
Allora la dimora interiore non conosce confini e non è determinata da luoghi fisici semplicemente è presente e esiste in te da sempre.
Nella mia casa ho creato uno spazio dove la meditazione e la preghiera mi conduce, ogni giorno, alla contemplazione: un ponte che congiunge cielo e terra in ogni luogo dove io sia.
Salmo 83 |
Quanto sono amabili le tue dimore Signore degli eserciti! L’anima mia anela Il mio cuore e la mia carne Anche il passero trova una casa Beato chi abita nella tua casa: Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio Passando per la valle del pianto Cresce lungo il cammino il suo vigore, Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo, Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri Perché sole e scudo è il Signore Dio; Signore degli eserciti, |
Molto bello, grazie.
Ho ereditato dai miei genitori l’amore per la Casa.
Da mio padre ho imparato a costruirla e da mia madre a curarla.
Dopo la morte dei miei genitori, ristrutturare casa ha significato per me la riconciliazione con il passato e ha segnato un nuovo inizio.
La Montagna mi ha portato nell’abbraccio tra cielo e terra e in dP mi sento finalmente a casa.
Una casa in cui imparo a danzare sull’abisso per toccare il Cielo.
Ve ne sono immensamente grata!
Giuliana
“Abito la vita,carezzo la realtà,nutro questa vita,amo ciò che dà” ripete il ritornello di uno dei Canti di Romena .Poi ancora”I miei muri crollino ..e che il nuovo arrivi..innocente e nudo..risvegli in me la vita. Speranze taciute..pensieri troppo chiusi..il Vento li profumi ..soffiando su di me”.
Abitare la vita,in questo abbraccio tra cielo e terra,carissima Vanna è per me l’unico modo per sentirmi davvero a casa.
Ti abbraccio. Rosanna
Carissimi Loris, Giuliana e Rosanna i vostri riscontri mi hanno sollecitato ad approfondire ulteriormente ciò che ho espresso in questo piccolo post, ve ne sono grata.
La ricerca della vera dimora l’ho intrapresa mossa da un vivo desiderio di verità, di amore e di unità.
Una ricerca di relazione autentica con me stessa, col creato, con chi mi vive accanto. Tutto ciò che vivo e percepisco in profondità sembra che si ricongiunga al senso vero del vivere senza separazione.
Un ordine armonico che mi libera dalla paura, mi pacifica, mi apre all’ascolto interiore, mi prepara ad accogliere il “Mistero” che mi abita.
Non sono sola e con voi compagni di “DP” mi sento sostenuta in questa meravigliosa e vitale esperienza.
Grazie a tutti voi che avete seguito il mio scritto, vi abbraccio. Vanna
Questo post mi fa riflettere sull’inquietudine che mi assale quando penso che tra una anno o poco più affronterò un trasloco di abitazione. Anche se andrò in un appartamento che già conosco, perché vi abitavo prima del matrimonio, le domande che mi faccio sono parecchie e riguardano non solo l’organizzazione pratica, che sarà gravosa, come per tutti, ma le mie emozioni. Accetterò con serenità la nuova dimora, mi ritroverò in essa, sarà facile disporre le mie cose in un altro modo dall’attuale? E’ bene che ne elimini molte e scelga di avere solo l’essenziale? La solitudine della vedovanza mi peserà di più là o sarà meglio? Collegando davvero cielo e terra dentro di me riuscirò gradualmente a rispondere a questi interrogativi e a vivere l’esperienza in modo positivo. Mariapia
Carissima Mariapia, i moti interiori ci interrogano e noi ci lasciamo interrogare nella misura in cui comprendiamo che le nostre emozioni ci rivelano le nostre modalità di risposta automatica agli stimoli esterni. Con il metodo che stiamo apprendendo in DP i nostri sguardi vanno oltre e sono rivolti verso la nostra interiorità, i nostri occhi e i nostri sensi si stanno affinando e stiamo comprendendo che esiste un oltre.. un oltre che ci spinge ad attraversare il baratro della nostra percezione di separazione, la pratica meditativa ci fornisce un mezzo per affrontarlo. A noi la scelta di praticarla in ogni situazione reale, con i piedi a terra, decidendo di attraversare, con tutto noi stesse, le nostre emozioni per raggiungere il luogo della nostra Unità.
Siamo in cammino carissima compagna di viaggio, se vuoi possiamo percorrere insieme l’esperienza che dovrai affrontare condividendo un tratto di strada.
Ti invio un grande abbraccio. Vanna
Per me davvero è una lotta quotidiana…..esco la mattina con il timore di dover affrontare la città con il suo traffico ed il caos, quando torno la sera oppure il sabato e la domenica mi godo la protezione di queste quattro mura e sto bene! Amo questa casa perchè l’ho sognata, desiderata e finalmente è arrivata se pur con qualche sacrificio.
Si se rifletto mi rendo conto che questo è un vero e proprio attaccamento…. che mi limita, ma che posso farci?
Prenderò insegnamento dal bellissimo salmo che hai riportato Vanna, un caro abbraccio e spero di vederti presto. Gabriella
C’é una persona che si sente strana perché vive tra la Toscana e la Lombardia e non sa rispondere alla domanda “Dove abiti?” Allora io cosa dovrei dire? Vivo tra il Piemonte e la Sicilia… Ho mille residenze (o domicili?). Forse ci sarà una residenza prioritaria ma devo guardare la mia agenda e fare un poco di conti per dire quali. E non sono costante neanche da un anno all’altro. Forse i luoghi più frequenti che abito sono il mio corpo (che va cambiando) e la mia mente, oppure si potrebbe anche dire: la lingua italiana e la lingua siciliana. Ma c’é anche da considerare che non sono sola a fare vita raminga…. (mentre ancora lo Stato richiede i certificati di residenza!). La Costituzione lungimirante ha riconosciuto il mio diritto a circolare nel territorio italiano!
Evviva la Costituzione italiana!
Grazie Vanna, questo tuo post è stato illuminante è ha molto aiutato mia sorella e spero anche mia nipote .Per motivi di lavoro ogni quattro o cinque anni si trasferiscono in un paese estero diverso ,e mi rendo conto che l’abbandono e l’accoglienza sono proprio le qualità spirituali necessarie e molte volte è tanto difficile.Grazie ho potuto trasmetterle un po’ di luce con questo post
@ Carissima Gabriella, è stata proprio la lettura del Salmo 83 che mi ha ispirata a scrivere questo piccolo contributo, ha avuto per me una forte risonanza dentro l’esperienza del mio quotidiano. Ti incontrerò presto.. Buona settimana di respiro e di pace.
” Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.
Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente;
anche la prima pioggia
l’ammanta di benedizioni…”
@ Carissima Rosalba, posso immaginare e comprendere quanto esprimi: la tua fatica, il disagio per i continui spostamenti, gli sforzi e i sacrifici per poter rispondere puntualmente e contemporaneamente a tanti impegni, ma come ben dici, il tuo corpo, la tua mente, la tua lingua sono un riferimento costante a cui ti riferisci per connetterti con il tuo centro e non perderti: Il tuo luogo sicuro.
La dimora interiore è un punto che possiamo raggiungere partendo proprio dalla nostra fatica o dalla nostra difficoltà, con il metodo integrato proposto nei gruppi di “Darsi pace” stiamo imparando a muovere i nostri passi per convergere il nostro sguardo verso la nostra interiorità. La nostra mente e il nostro corpo, diventano alleati per collaborare all’incontro con la Sorgente della vita. Corpo, mente e spirito in viaggio alla ricerca della nostra Vera identità.
Ti invio un grande e forte abbraccio, buon lavoro!
@ Grazie Chiara! Auguri a tua sorella e a tua nipote per le loro nuove abitazioni e per la ricerca del “Santo viaggio”.
Buona giornata a tutti! Vanna