Nel numero de ‘Le Scienze’ di gennaio 2013, è stato pubblicato un interessante articolo-intervista di Valentina Murelli alla dott.ssa statunitense Melody Swartz, “ingegnere chimico di formazione oggi a capo del laboratorio di bioingegneria del sistema linfatico e del cancro al Politecnico Federale di Losanna […], una delle figure di riferimento nel nuovo campo dell’immuno-ingegneria”.
La dott.ssa Swartz è arrivata alla conclusione che non soltanto i linfonodi, ma “tutto il sistema linfatico – vasi e drenaggio del fluido interstiziale compresi – sia profondamente coinvolto nella regolazione immunitaria, e in particolare nel mantenimento della tolleranza.”.
All’ obiezione : “ Nel caso del cancro, si sa da tempo che le cellule tumorali possono usare i vasi linfatici come via di diffusione metastatica”, la Swartz risponde : “ Certo, ma questo è solo uno degli aspetti. Io però sono partita da questa domanda: perché il tumore si circonda di vasi linfatici, considerato che lì dentro si trovano le cellule immunitarie che, in teoria, dovrebbero identificare e uccidere quelle tumorali? E’ come se un criminale prendesse casa vicino al commissariato. Con i miei collaboratori abbiamo scoperto che proprio i vasi linfatici associati al tumore modulano il sistema immunitario in modo che sia favorevole al tumore stesso. O meglio: che il tumore induce i vasi linfatici a modificare la regolazione del sistema immunitario, facendogli credere di essere normale.”
Trasferendo questa fondamentale conclusione ( che la scienza utilizzerà per fini tarapeutici ) sul piano spirituale senza scinderlo però da quello fisiologico, restando nell’ottica dell’integrità e dell’integrazione che è nota a chi frequenta i gruppi Darsi Pace, abbiamo la conferma scientifica che il male usa l’inganno, ci abbaglia (fin nelle nostre ‘ intimità linfatiche’) facendoci credere che tutto vada bene, che non stia accadendo nulla di terribile e fatale per noi. E intanto si insinua in noi fino a deflagrare, portandoci dentro sofferenza. E morte, nel peggiore dei casi.
Restando in argomento, venerdì 1 febbraio 2013, Marco Guzzi è intervenuto nell’ambito del convegno “Spiritualità e longevità: la spiritualità come chiave di buona e lunga vita in un’ottica biopsicosociale “, con una riflessione dal titolo “Fiducia e Speranza, ingredienti indispensabili per una vita buona” .
Aspettiamo di conoscere il contenuto del convegno e del suo intervento, ma già sappiamo da lui che “ L’incontro a Cagliari su Spiritualità e Longevità è stato molto bello.
Nel Palazzo Regio, sede dei Vicere, molto affollato.
Stiamo comprendendo che tutto ciò che facciamo, mangiamo, diciamo, o pensiamo agisce direttamente sul nostro corpo, e sulla nostra salute.
Ci stiamo approssimando perciò anche da questo punto di vista ad una nuova cultura, molto più attenta e consapevole.
Riscopriamo per vie direi salutistiche antichissime sapienze spirituali. Forse così comprenderemo che i comandamenti e le regole morali, bene interpretati, non sono altro che indicazioni cliniche per una vita più sana, più integra, e quindi più felice.”
Possiamo dunque verosimilmente dire che la pratica meditativa e gli esercizi di auto-conoscimento possono essere utili strumenti per discernere il bene dal male, la verità dell’inganno, la salute dalla malattia: possiamo cioè predisporci al ri-orientamento di tutte le parti del nostro corpo e del nostro spirito verso il nostro Bene, chiedendo che lo Spirito di discernimento ci permei ogni giorno un po’ di più.
Che lo Spirito Santo diventi e resti per noi la linfa vitale che nutre e non inganna.
bello
grazie Filomena
Rosella
Personalmente condivido il fatto che siamo sempre più chiamati ad integrare le varie parti di noi che per cultura abbiamo separato. Come non possiamo scindere la trasformazione personale da quella collettiva sociale, così è difficile progredire sul piano spirituale non prendendoci cura del nostro corpo.
A me pare però che allo stato attuale delle conoscenze (in ambito sia spirituale sia scientifico) possiamo avere soltanto delle intuizioni per interpretare la salute e la salvezza come due dimensione effettivamente integrate. Ci sono molti meccanismi di malattia che sono al di fuori del nostro controllo, non importa se conduciamo una vita sana, moderata ed equilibrata secondo i parametri della moderna medicina (e delle antiche tradizioni). Ci ammaliamo e moriamo dentro percorsi talvolta ricolmi di sofferenza a partire da vite ordinariamente vissute; anzi, talvolta sono proprio i santi ad avere storie costellate da dolori profondi. Di contro, persone evidentemente corrotte sul piano spirituale pare abbiano corpi longevi ed in salute. È difficile mettere insieme i pezzi…
Unisco la mia lamentazione a quella del salmista, sperando di poter contare su una fede altrettanto solida!
iside
Sal 73
Quanto è buono Dio con i giusti,
con gli uomini dal cuore puro!
Per poco non inciampavano i miei piedi,
per un nulla vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi.
Non c’è sofferenza per essi,
sano e pasciuto è il loro corpo.
Non conoscono l’affanno dei mortali
e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell’orgoglio si fanno una collana
e la violenza è il loro vestito.
Esce l’iniquità dal loro grasso,
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
Scherniscono e parlano con malizia,
minacciano dall’alto con prepotenza.
Levano la loro bocca fino al cielo
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò seggono in alto,
non li raggiunge la piena delle acque.
Dicono: “Come può saperlo Dio?
C’è forse conoscenza nell’Altissimo?”.
Ecco, questi sono gli empi:
sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
Invano dunque ho conservato puro il mio cuore
e ho lavato nell’innocenza le mie mani,
poiché sono colpito tutto il giorno,
e la mia pena si rinnova ogni mattina.
Se avessi detto: “Parlerò come loro”,
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
Riflettevo per comprendere:
ma fu arduo agli occhi miei,
finché non entrai nel santuario di Dio
e compresi qual è la loro fine.
Ecco, li poni in luoghi scivolosi,
li fai precipitare in rovina.
Come sono distrutti in un istante,
sono finiti, periscono di spavento!
Come un sogno al risveglio, Signore,
quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
Quando si agitava il mio cuore
e nell’intimo mi tormentavo,
io ero stolto e non capivo,
davanti a te stavo come una bestia.
Ma io sono con te sempre:
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella tua gloria.
Chi altri avrò per me in cielo?
Fuori di te nulla bramo sulla terra.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore;
ma la roccia del mio cuore è Dio,
è Dio la mia sorte per sempre.
Ecco, perirà chi da te si allontana,
tu distruggi chiunque ti è infedele.
Il mio bene è stare vicino a Dio:
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,
per narrare tutte le tue opere
presso le porte della città di Sion.
Qesto post ci dà delle informazioni ed indicazioni preziose e da ricordare, purchè, però, non portino alla colpevolizzazione di quanti si ammalano anche gravemente. Questo aggiungerebbe dolore a dolore. La malattia è il risultato di molti fattori combinati variamente insieme, come ci ricorda anche Iside. Comunque crescere spiritualmente ed avere fiducia fa bene all’integrità della persona . Mariapia
Care amiche, Rosella, Iside, Mariapia
grazie per aver condiviso le vostre impressioni con chi legge 🙂
In particolare, riguardo a quanto affermi, cara Iside, che “allo stato attuale delle conoscenze (in ambito sia spirituale sia scientifico) possiamo avere soltanto delle intuizioni per interpretare la salute e la salvezza come due dimensione effettivamente integrate “, riflettevo sulla comune radice delle due parole: entrambe derivano dal latino ‘salus’ che esprimeva entrambi i significati, sottolineandone, credo, l’identità.
Restando in argomento, ho trovato sulla bacheca Facebook della nostra amica Bruna Brunamonti una interessante notizia che fa sperare che le due dimensioni, del corpo e della psiche-anima, vengano curate armonicamente e congiuntamente; la notizia è tratta dal sito http://www.aamterranuova.it
” L’Azienda Usl di Bologna ha deciso di consentire la sperimentazione di una terapia tibetana ai suoi pazienti oncologici. Si chiama «Pratica meditativa Tong Len», partirà a febbraio e sarà condotta dall’equipe di Gioacchino Pagliaro, 58 anni, direttore del reparto di Psicologia clinica dell’ospedale Bellaria, che si occupa di meditazione da oltre vent’anni. Saranno scelti 80 pazienti, che continueranno nel frattempo le cure convenzionali: 40 saranno sottoposti alla terapia, l’altra metà no, in modo da valutare le differenze. Pagliaro e i 15 professori sanitari – spiega l’edizione bolognese di Repubblica – non conosceranno i nomi di chi farà il test: avranno solo una scheda con le iniziali del paziente, il tipo di patologia e determinati valori del sangue.Lo studio, a costo zero, durerà diversi mesi e, a distanza di tre e cinque anni, lo staff di medici analizzerà i pazienti per capire se ci sono stati cambiamenti, se sono variati alcuni valori del sangue come il livello dei globuli bianchi oppure se ci sono miglioramenti negli stati d’ansia e di tensione. Una misurazione, questa, che avverrà prima, dopo e durante il test. Il «Tong Len» («Prendere e dare») è un’antica pratica buddista che prevede, come attività centrale, la meditazione. Il comitato etico dell’Ausl ha approvato la sperimentazione e il direttore sanitario Massimo Annichiarico ha firmato la delibera che autorizza il progetto.
La letteratura scientifica ha già attestato i benefici fisici e psichici della meditazione. ”
Speriamo che sempre più i malati trovino sollievo e cure più adatte ed efficaci
vi abbraccio
Filomena
Grazie Filomena, I like it!
Grazie a te, caro Andrea|
Info Molto utile. Spero di vedere presto altri post!
Caro Giorgio, se ci saranno aggiornamenti li troverai qui in Darsi Pace !
ciao 🙂
Filomena