Che cosa c’è Andrea, perché vai così nel pallone? Che cosa ti passa per la testa?
Ho l’ansia, ho paura, devo fare il post e non ci riesco, la cosa mi manda in ansia, mi rovina la vita. Ogni giorno che passa sento l’ansia crescere, è come se fosse un veleno che sta li e cresce piano piano e mi avvelena tutta l’esistenza.
E perché semplicemente non ti siedi al tavolo e lo fai?
Sono molto bravo nell’arte della fuga, non mi ci metto punto e basta, oppure se mi ci metto fuggo con la testa, penso ad altro. E se mi impongo di pensarci, tutte le mie pretese, il mio perfezionismo mi bloccano, divento rigido come un baccalà, ostinato e disperato. E poi c’è la grande depressione-disperazione dell’impotenza che si impossessa della mia coscienza: tutto si fa nero, amaro, inutile. Questo è il veleno peggiore, torvo, macchia tutta la mia esistenza. E’ la grande disperazione che mi accompagna fin da quando ero bambino.
Ma tu lo sai che c’è dell’altro, c’è un luogo ancora più profondo di questa disperazione, un luogo di pace.
Si lo so, ma me lo dimentico sempre, mi trovo a vivere la mia disperazione, a subirla a esserne travolto e non mi ricordo,
Signore aiutami perché io mi perdo
Signore aiutami perché io mi perdo
Signore aiutami a ricordare
Si, ti aiuterò, come un Padre.
La tua sincerità nell’esporre la fragilità della situazione è l’offerta gradita a Dio, più dei nostri ‘successi’ e delle nostre compiaciute realizzazioni. Da lì ripartiamo ogni volta. Dal pozzo nero del nostro divario, della nostra divaricata inconcludenza. E speriamo che sia trasformato in combustibile per illuminare il cammino. Grazie e buona giornata.
La poesia “Il pozzo nero” si trova su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=Vi9p_8Q39iI&list=PL108EB373C1910D69&index=3
Grazie, carissimo Andrea, di questa condivisione che rende conto della concretezza del nostro lavoro: rappresenti esattamente anche le mie ansie, le mie paure, le mie difese, la mia dimenticanza.
E con le condivisioni ci aiutiamo reciprocamente a ‘ricordare’.
Grazie per la condivisione di ieri, per il tuo ascolto empatico.
Un grande abbraccio. giovanna
bellissimo
lineare
essenziale
grazie Andrea, mi commuovo
Filomena
Grazie per questa condivisione:ritrovo angosce mie e non mi sento sola.Ma grazie,soprattutto per ricordarmi come ci si può sanare e per la preghiera.
Le tue parole mi riportano la profondità e la leggerezza che ho respirato durante l’incontro di approfondimento appena concluso.
Abbassare la maschera, riconoscere la negatività che mi abita, toccare la disperazione senza esserne annientata porta anche me nelle braccia di un Padre che mantiene la promessa data.
Grazie, Andrea, e un abbraccio.
Giuliana
Ti sento molto vicino caro Andrea, cerca e proviamo insieme a non preoccuparci troppo. Le tue parole sono un incoraggiamento a noi, alla vita, e al nostro lavoro interiore.
Mi è venuta in mente la poesia di Marco “APICE E FONDO”, pag. 98 de “Nella mia storia Dio”, che tanto bene e tanta luce mi ha donato. Credo che forse potrà far piacere leggerla, ascoltare le parole e fermarsi a riflettere.
Un abbraccio e un saluto
Fabio F.
Grazie Andy, coraggioso amico mio, è un piacere ascoltarti e condividere con te il viaggio.
Ale
Grazie Andrea! Il tuo post è pubblicato nella “giornata mondiale dell’ammalato”. Che sintonia!
La malattia che accomuna tutta l’umanità quella di vivere e percepirsi separati dalla Sorgente di Vita Vera. Una fonte inesauribile che consola, cura e sana ogni nostro disperato dolore ricreandoci con nuovamente. Un Padre che elargisce Pace, Perdono, Amore e ci incoraggia a proseguire il cammino nel campo della vita per realizzare ciò a cui veramente aneliamo.
Vanna
Anch’io desidero ringraziarti, Andrea, per il coraggio di aver scritto le tue paure e le tue angosce che sono poi anche le mie e quelle di ciascun essere umano. Poterle condividere approfondisce la presa di coscienza del tumulto che ci abita e propaga la speranza di scioglierle almeno un po’.
Un abbraccio “di rassicurazione”
iside
Cari, grazie di cuore a tutti per le vostre risonanze.
Ci sono anch’io…
Walter
Carissimo Andrea, è bello ricordarsi di aver dimenticato qualcosa.
E’ il primo passo per farci tornare la memoria.
In fondo la differenza tra questo tuo testo e un puro e semplice stato di dimenticanza sta proprio nel fatto che tu ti renda conto della tua dimenticanza e quindi la metta nella luce del ricordo.
Questa è poi la differenza tra la debolezza inerte e la debolezza del credente, tra le lamentele dell’ego e l’implorazione del fedele, tra la fiacchezza impotente del mondo e la fragilità di Paolo, nella quale la potenza di Dio può manifestarsi.
Non dimentichiamo perciò, o almeno proviamo a ricordarci tra di noi, che la debolezza e addirittura l’impotenza, vissute continuando a credere, a sperare, e ad amare, costituiscono il luogo privilegiato di straordinarie fioriture.
Un abbraccio. Marco
Andrea descrivi l’ansia che mi assale ogni volta….per il telematico……….o per il percorso da formatore; poi capisco che è proprio vero, come sempre mi dice Marco devo essere più umile, abbandonare ogni pretesa, capire che il mio compito non è apparire ma aiutare, consolare….. quindi anche una sola frase apparentemente sciocca potrebbe bastare a dare sollievo. E allora arrivano le parole direttamente dallo Spirito e avviene il piccolo miracolo!
Un abbraccio Gabry
Caro Andrea vedrai che trovi il vioccolo-come diceva il mio bambino parlando del viottolo! La Luce arriva! Marco,conclude, nel suo post, che nella debolezza, vissuta continuando a sperare, credere e amare, sono la località delle future fioriture. Cerco di superare le mie frustrazioni mettendole nelle Sue mani. E’ una decisione che ti libera.così molli!Continuando a sperare e amare. In fondo, non siamo qui a smacchiare giaguari. Ti guardo proprio con simpatia.Patrizia