Come si presenta una tentazione? La tentazione è gradevole, appetibile, dolce ai sensi. È come miele. È il miraggio di un’oasi che si converte in terra arida e senz’acqua, mutuando un’immagine tratta dalla Bibbia.
Poiché ho dovuto combattere con una di esse, molto potente, posso dare la mia testimonianza dell’utilità del percorso psicologico, culturale e spirituale intrapreso con Darsi Pace sotto la guida illuminata ed illuminante di Marco Guzzi.
La tentazione colpisce specialmente se ci si trova in uno di questi due stati o condizioni dell’anima e del pensiero (secondo alcuni il vero campo di battaglia fra il Cristo e l’Anticristo è la mente umana): principiante e proficiente. Se è vero che il proficiente è sempre un principiante, questa ne è la prova provata.
L’anima che è agli inizi del cammino di liberazione e l’anima che è avanti in tale percorso sono più pesantemente attaccate. Il segmento fra l’una e l’altra è popolato di blande iniziative, di spintarelle, di sgambetti, di immagini senza forza, di suggestioni omeopatiche. Gli attacchi più pesanti, invece, si riscontrano nel momento in cui ci si decide per il santo viaggio e quindi più avanti.
Vi è un riscontro nel libro del Siracide, a proposito della prima anima: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, resta saldo nella giustizia e nel timore, preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, tendi l’orecchio e accogli parole sagge, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni” (Sir 2, 1-3).
Quindi, se ci si presenta per servire il Signore si è presi di mira dalla tentazione, che è l’arma di cui ordinariamente Satana si avvale per separare l’uomo da Dio.
Quali sono le tre tentazioni principali, da cui derivano tutte le altre?
Il Servo di Dio Mons. Antonio Bello, che ho avuto l’onore di conoscere, parlava della P3 (erano i tempi in cui si parlava molto della P2, la loggia massonica capeggiata da Licio Gelli): pane, potere e prodigi. Si legga il brano evangelico delle tentazioni di Gesù nel deserto.
A mio avviso la terza tentazione, quella di compiere prodigi, è la tentazione perfetta perché racchiude le altre due. Vi è infatti il prodigio (tentativo) di sostituire il panis angelicus col pane materiale, che non sazia la fame dell’uomo di verità e giustizia. E vi è il prodigio (tentazione) di fare del potere il solutore di ogni problema umano, altra illusione molto pericolosa. Ne sanno qualcosa i Paesi ex comunisti. Il disegno di costruire paradisi terrestri si è corrotto nel suo opposto, nell’inferno terrestre. E lo stanno sperimentando apocalitticamente anche i Paesi occidentali, stretti nella tenaglia della crisi morale ed economica.
I nostri sensi di occidentali sono saturi di queste tre tentazioni al punto che non ne siamo più consapevoli. Le loro varianti sono il denaro, il sesso, la pornografia, la pornofonia, la politica disgiunta dall’etica pubblica e dalla morale individuale. E poi vi è la diplomazia internazionale come strumento alternativo a guerre e conflitti che continuano a proliferare e a seminare vittime innocenti. Diplomazie asservite ai poteri forti e ai signori delle multinazionali delle armi e della distruzione. Solo una minoranza avvertita ne è consapevole. È il “piccolo gregge” di cui parla il Cristo: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno” (Lc 12,32).
La tentazione del proficiente è l’orgoglio, la superbia, la tentazione originaria, quella che si imputa a Lucifero e all’uomo corrotto: essere come Dio. Proprio nel momento in cui l’anima sperimenta la sua giustizia (da iuxta, vicinanza a Dio), ecco che Satana vellica l’anima ispirandole l’orgoglio della santità come conquista personale e non già come dono di grazia.
Questa tentazione può prendere anche il principiante, facendogli credere che ogni avanzamento sia merito suo e non già il risultato di una collaborazione, di una chiamata e di una risposta, di un dialogo che vede Dio parlare per primo. “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno” (Salmo 126).
Nel tempo della seduzione ho potuto sperimentare l’aiuto della Madonna. Lei non si dimentica di noi, anche se noi ci dimenticassimo di lei. La tentazione si è sgonfiata. La tempesta è stata sedata. Non era una tempesta perfetta, perché Satana non fa mai nulla di perfetto, neppure le sue tentazioni.
Le “tecniche” di Darsi Pace, la preghiera e l’intervento della grazia sono stati il mio scudo e la mia roccia di salvezza.
grazie di cuore , Salvatore, arrivi sempre al momento giusto, amplificandomi la presenza dello Spirito e incoraggiandomi perché non siamo soli, ma soprattutto ricordandomi l’ostinata presenza deviante. Antonella
Grazie, Salvatore.
Gusto le tue riflessioni che aiutano anche me a scavare ed approfondire.
Condivido con voi una preghiera dei fedeli recitata ieri durante la messa :
Donaci, o Padre, di entrare nella tentazione con la forza del tuo Spirito e di vincere il male con la tua Parola.
Un abbraccio a tutti.
Giuliana
Carissimo,
noto nel tuo scritto una capacità di lucida riflessione in progresso
credo sia segno tangibile di tutto ciò che hai sperimentato e scritto
mi rallegro con te e con tutti gli amanti- amici di Darsi Pace
un abbraccio cuginale
Filomena
Rileggo ora le parole del Santo Padre Benedetto XVI in occasione dell’Angelus di ieri e mi sembrano straordinariamente conformi al contenuto del tuo post; ne riporto la parte finale :
” Come ci insegnano i Padri della Chiesa, le tentazioni fanno parte della “discesa” di Gesù nella nostra condizione umana, nell’abisso del peccato e delle sue conseguenze. Una “discesa” che Gesù ha percorso sino alla fine, sino alla morte di croce e agli inferi dell’estrema lontananza da Dio. In questo modo, Egli è la mano che Dio ha teso all’uomo, alla pecorella smarrita, per riportarla in salvo. Come insegna sant’Agostino, Gesù ha preso da noi le tentazioni, per donare a noi la sua vittoria (cfr Enarr. in Psalmos, 60,3: PL 36, 724). Non abbiamo dunque paura di affrontare anche noi il combattimento contro lo spirito del male: l’importante è che lo facciamo con Lui, con Cristo, il Vincitore. E per stare con Lui rivolgiamoci alla Madre, Maria: invochiamola con fiducia filiale nell’ora della prova, e lei ci farà sentire la potente presenza del suo Figlio divino, per respingere le tentazioni con la Parola di Cristo, e così rimettere Dio al centro della nostra vita.”
Ave, Maria, prega per noi peccatori
adesso e nell’ora della nostra morte
Carissime, vi ringrazio dei vostri commenti. Ne sono lusingato. Comunico ciò che sento e sperimento. Il tempo di Quaresima ci sia propizio per eliminare ruggini persistenti e pensieri dis-funzionali alla vita. A Marco va la mia gratitudine. Un abbraccio.
Caro Salvatore
mi sono proprio gustata questo tuo post che mostra in modo inconfutabile come lo Spirito parli al cuore di ognuno, nel modo adatto.
La lingua dello Spirito d’amore parla al mio come al tuo cuore nella misura in cui siamo presenti con tutto noi stessi; e quel che ne risulta è uno spettacolo pirotecnico che abbaglia. Una gioia nella pace, che aiuta a purificare quella specie di “fervore” che mi abita spesso, come fosse una pretesa.
Un caro abbraccio
Rosella
Non ho capito perché il Siracide non è nel canone Ebraico e Protestante.