Si svolgerà dal 5 al 7 luglio, presso il Convento Padri Barnabiti a Campello sul Clitunno, il consueto Corso intensivo estivo di formazione integrata dei Gruppi Darsi Pace, aperto a chiunque desideri approfondire il metodo proposto da Marco Guzzi per un rilancio dell’esperienza della fede.
In un tempo in cui ogni aspetto della vita attraversa una crisi senza precedenti, l’essere umano è chiamato a decidere in che cosa credere, sapendo che è ciò cui diamo credito che poi dà forma e contenuti alla nostra esistenza.
Le domande ultime tornano a essere le prime che è necessario porci: Chi è l’uomo? Sussiste un Principio creatore? E come si rapporta a noi? Possiamo sperare in una salvezza, e di che genere?
Innanzitutto perciò bisogna rivalutare la centralità della scelta di una fede, qualunque essa sia, in quanto anche l’ateismo o il materialismo scientistico sono scelte di fede.
Poi dobbiamo comprendere in modo nuovo quali siano i rapporti tra le diverse salvezze che le tradizioni spirituali ci offrono: la salvezza del Bud-dha, insomma, è uguale a quella che ci offre il Cristo? La salvezza proposta dallo Yoga è sostanzialmente identica a quella annunziata a Maria? E così via.
E’ urgente cioè uscire da ogni spiritualismo generico che ignori le differenze tra le diverse Rivelazioni. Dobbiamo comprendere invece molto meglio che queste differenti fedi generano poi forme molto diverse di umanità, e dobbiamo decidere ancora una volta quale figura di umanità desideriamo incarnare.
Solo questo lavoro interiore, questa chiarificazione ci potrà poi aprire a metodi appropriati di guarigione interiore e di trasformazione della società, a quella salvezza integrale, cioè, dello spirito, del corpo, ma anche della storia e del mondo, che da duemila anni anima e sconvolge la storia della Terra dopo Cristo.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Luciano Becce: cell. 393 6392416; mail: lucianobecce@libero.it
Per i dettagli del corso potete consultare questo link
Per chi non riesce a venire a Campello, ricordiamo il prossimo intensivo ad Albino (Bg) dal 6 all’8 settembre: COME IN CIELO COSI’ IN TERRA
Ecco alcuni accenti con cui il Papa Francesco ha aperto questa sera il Convegno diocesano di Roma:
“Dobbiamo prepararci a una lotta spirituale senza paura: i cristiani devono essere rivoluzionari”. In “una società crudele che non dà la speranza … noi dobbiamo offrire la speranza cristiana”. La morte e risurrezione di Gesù Cristo sono “la più grande mutazione della storia dell’umanità”, come diceva Benedetto XVI, ed è una “rivoluzione” perché “cambia il cuore”. “E noi siamo rivoluzionari di questa rivoluzione perché andiamo per questa strada della più grande mutazione della storia dell’umanità: un cristiano se non è rivoluzionario non è cristiano, deve essere rivoluzionario per la grazia che il Padre ci dà attraverso Gesù Cristo morto e risorto”.
Diventare cristiani è proprio un bel “lavoro quotidiano” sul proprio cuore…
Desidero partecipare alla salvezza dell’umanità, e a volte mi prende il dubbio se sia più importante l’impegno sociale e politico o l’impegno a convertirmi. E provo un po’ di imbarazzo e timidezza perchè “questo mondo” irride, apertamente o in cuor suo, alla debolezza del percorso di conversione personale. E’ invece a me evidente che sono necessari ambedue i percorsi, e che quello della conversione è non solo indispensabile ma anche prioritario: solo se io guarisco posso trovare i rimedi politici giusti che guariscono la storia e il mondo. C’è una consequenzialità logica e necessaria. In una società crudele che ruba la speranza, il messaggio rivoluzionario è cambiare il cuore, e se lo faccio questo diventa automaticamente comunicazione di speranza e di salvezza, ad onde concentriche che si allargano.
Si crea la rete dei cuori nuovi, infinitamente più potente di quella di internet.
Carissimo, hai ragione, è proprio questo l’oerientamento di tutto il nostro lavoro: inserire nei progetti moderni di liberazione storica e politica l’elemento, ormai indispensabile, della trasformazione interiore.
Non sarà facile far passare questa prospettiva, ma tutto procede però ineluttabilmente in questa direzione.
Ciao. Marco
Caro Marco, mi avrebbe tanto piaciuto dei partecipare a questo incontro per sentire la tua posizione su questi argomenti.
So che andrai piano nel liquidare il Budhismo come Nichilismo, una semplificazione che non é sperabile da te.
Spero tanto pur che questa istanza di “salvezza” non sia un ennesimo intento del “ego” sempre cercando soppravivere e continuarsi nella sua irrinunciabile identitá…. Stiamo attenti a no squalificare “le spiritualitá” come una moda new age di elaborarsi una religione su misura… tutte queste squalifiche tagliano il dialogo (per mancanza di considerazione e rispetto) con tanta gente, giovane e non tanto che ricavano forza e speranza per continuare a camminare…
Il nostro paradigma intelettuale cattolico e veramente massiccio in fondamenta ma pure pesante e laberintico nel suo insieme. Belle giornate!
Carissimo, non ti preoccupare, è lontano dal nostro spirito sia il “liquidare” il Buddhismo come nichilismo, sia il sottovalutare le varie ricerche spirituali del nostro tempo. Io credo che questa epoca richieda ascolto reciproco. dialogo, e discernimento: nessun giudizio all’ingrosso, nessuna facile assimilazione, nessun superficiale sincretismo; ma appassionata conoscenza e comprensione e selezione dei veri semi di novità, di vita nuova.
Grazie, e a presto. Marco