La conoscenza dei propri meccanismi psicologici, delle distorsioni cognitive e disfunzionali, rappresenta una tappa fondamentale del percorso darsipacista che mette in stretta connessione gli aspetti culturali, mentali e spirituali. Non si può curare l’anima se non si cura la mente. Molte malattie sono psicosomatiche, trovano cioè origine in un disturbo importante della mente, quindi del modo di pensare, della catena dei pensieri.
Nella psicologia di orientamento cognitivo-comportamentale si parla di loop per indicare una sorta di “giro a vuoto” dei pensieri, tale da innescare una dinamica depressiva e quindi disfunzionale. Come si legge nel Diario di Etty Hillesum (Diario 1941 – 1943, edizione integrale, Adelphi), che ho avuto modo di conoscere grazie a Marco Guzzi, “quando si è pessimisti, ovvero quando si ha una visione negativa delle cose, si emana negatività, e tutto ciò che si intraprende o si incontra diventa negativo” (pag. 64).
È probabile che sia un pensiero di Spier, il suo analista, allievo di Jung. Tuttavia, ciò che vorrei evidenziare è la connessione fra mente e spirito (pace interiore o disordine interiore), fra mente ed azioni. Una mente serena è creatrice di ordine in sé. Già una mente serena è gioia in sé perché è pace in sé. Una mente disordinata, perché pessimista o abitata da altri demoni, fa dei giri a vuoto, dei loop, e diventa sempre più caotica e convulsa. Poiché nessuno rinuncia alla felicità, il caotico, non potendo ordinare i suoi pensieri, cerca al di fuori di sé la soluzione al suo disordine interiore, votandosi ai piaceri o, genericamente, alle distrazioni. Ovviamente non troverà mai fuori di sé l’appagamento e la serenità, ma continuerà a ricercare nelle sollecitazioni esterne quanto è proprio del dominio e dell’azione dello spirito e della grazia divine. È un caso di vera e propria dannazione.
Seguendo i ragionamenti e le lezioni di Marco, ho avuto modo e tempo di riflettere su una proiezione, che ho scoperto non essere mia, ma dell’ego disperato, la cui mission consiste nel fare apparire il mondo una valle di lacrime e di tenebre. È lo spirito di separazione che intorbida le acque, fornendo un quadro distorto e distorcente della vita e delle relazioni umane. Non era una introiezione, perché comunque le immagini sorgevano dentro di me, ed erano, per l’appunto, immagini falsate della realtà coniate dall’ego. Visualizzavo con l’occhio interiore persone tristi o melanconiche, facce smunte o angosciate, come quella ritratta da Munch (L’urlo). Non solo. Ne percepivo il dolore, la tristezza, la depressione, la mancanza di senso. Tutto terribilmente falso, ma tutto terribilmente da me percepito e sentito come vero.
Di qui la necessità di assumere le dovute contromisure, non assumendo come vere quelle immagini, ma come proiezioni dell’io egoico che vanno dissezionate e sostituite con altre assunte dalla realtà reale, contemplando l’infinitamente piccolo, rimettendo ordine nelle percezioni, segando alla base quello che credo sia il principio di ogni male, cioè un’idea negativa e tragica di Dio e della vita appresa probabilmente al catechismo o da qualche parente afflitto da paure irrazionali. Come non ricordare una frase che mi ripeteva mia madre quando ero bambino: “Non specchiarti, perché lì c’è il demonio”? Oppure quest’altra: “Non fare le boccacce o gli occhi storti perché se passa l’angelo ci resti!”. E che dire dell’elenco dei divieti religiosi che, per l’effetto “orso bianco”, noto agli psicologi, rafforzava il desiderio di porli in essere? La proibizione che sollecita il proibito, così come il proibizionismo americano non impedì la proliferazione di raffinerie di whisky. E, facciamoci caso, il proibizionismo nacque su forte pressione delle cosiddette “società di temperanza”, gruppi religiosi (http://it.wikipedia.org/wiki/Proibizionismo – cite_note-autogenerato14-5) e gruppi politici caratterizzati in genere da un forte moralismo e fondamentalismo (alcuni di questi erano il Woman’s Christian Temperance Union, l’Anti-Saloon League, l’American Temperance Society, la Daughters of Temperance, il Prohibition Party, lo Scientific Temperance Federation e la New York Society for the Suppression of Vice).
L’itinerario darsipacista può quindi condurci ad una autentica conversione del modo di interpretare la realtà oggettiva e quella soggettiva, l’umano ed il divino, molte volte separati dai cultori della religione senza fede, con le conseguenze ben note: paura (non timore) di Dio e della vita, pessimo rapporto col proprio corpo e con la sessualità, intolleranza, fanatismo, ipocrisia, infelicità, fariseismo moderno.
scusi se mi intrometto , non faccio parte del gruppo di darsi pace ma da un anno a questa parte visito spesso il sito che trovo illuminante e ricco di preziose informazioni, ho letto molte testimonianze e molti articoli ….questo in particolare mi ha colpito perche riflette la mia condizione di disordine interiore .. il pessimismo e la negativita che mi appartengono ma gli eventi traumatici hanno contribuito notevolmente ad acuire questo mio stato interiore ..anche se una parte di me è desiderosa di armonia , la cerca come il deserto ha bisogno di acqua
volevo chiedere se posso partecipare ai commenti anche se non faccio parte del gruppo?
grazie
Grazie, carissimo, un’analisi davvero puntuale, che ci apre alla speranza del lavoro trasformativo: sì, possiamo dissolvere le nostre male-dizioni interiori, e ricevere altre vibrazioni, altre immagini, molto più delicate e belle e piene di vita.
E per Paola: benvenuta tra di noi! qui siamo tutti liberi di partecipare, liberi e appunto benvenuti. Ciao.
Un abbraccio. Marco
Innanzitutto grazie per la chiarezza e per la sintesi: grazie anche per la condivisione di una esperienza propria ma comune, comunissima, a tanti altri. E’ una preziosa chiave di lettura per mettere a fuoco che il bisogno di distrazione non lo soddisfi cercando fuori di te: infatti qualsiasi soluzione si possa trovare fuori da se stessi non risulta poi appagante, e spinge alla ricerca nevrotica di nuove distrazioni! Il consumismo delle distrazioni: un trucco per realizzare fatturato e profitto legittimi di per sé ma che non mantengono la promessa di esaustività! E’ come fumare in attesa della prossima sigaretta o peggio! Prudenza: attenzione alla tentazione di interloquire a sproposito in famiglia o nel contesto amicale e parentale su questo argomento con mancanza di adeguata prudenza e delicatezza! L’accusa difensiva di becero moralismo e fondamentalismo religioso e/o politico è sempre in agguato! Necessario verificare prima se l’interlocutore in quel momento è aperto all’ascolto! Spero di conoscerti personalmente! Buona giornata e buona pace.
Buongiorno! Ringrazio Paola, Nonnopaolo e dulcis in fundo Marco, che ritengo una delle mie guide psico-spiritual-culturali…:). Nonnopaolo, certo…in un futuro neanche tanto lontano io vedo un meeting a Roma di tutti gli aderenti e simpatizzanti a Darsi Pace…una grande giornata di condivisione della pace, scandita dalla preghiera del cuore, ardente, e dalle sagge parole di Marco…il seme gemoglierà e sarà quercia…
Vorrei ringraziare l’esistenza di questo sito e certamente il suo autore e collaboratori,
darsi pace avviene già all’incontro non casuale con questo sito e quello personale di Marco Guzzi.
Ho dovuto fare una selezione accurata fatta di anni di ricerca per poter distinguere l’oro vitale da quello volgare, operazione alchemica non priva di delusioni ed abbattimenti morali e spirituali.
Ora Darsi pace fa parte della mia cartella “preferiti” sia sul pc che nel mio cuore.
Per ora solo grazie a chi dedica la sua vita per opere inconsciamente faraoniche.
Buon lavoro mentre linko una stupenda intervista di Marie Louise Von Franz…per chi fosse interessato un altro petalo
di un fiore che dovrà ancora sbocciare.
Alessandro
http://www.youtube.com/watch?v=58atjWlzYA4
Caro Alessandro, grazie della tue parole e della tua vicinanza spirituale, speriamo che possa crescere…
Auguri per ogni cosa. Marco Guzzi
Eh si, caro Salvatore. Per troppo tempo la preghiera del Padre Nostro è finita bruscamente dopo il titolo con: “Restaci”. L’abbiamo sparato nell’alto dei cieli! E l’Emmanuele? Il Dio con noi allora? Grazie di questa tua ri-flessione aspetto altri tuoi contributi. Un abbraccio Massimo Bacci.