Vi è mai successo di arrabbiarvi con i vostri familiari più prossimi proprio a ridosso delle feste ?
Il giorno della vigilia di Natale, per fare un esempio …
All’improvviso mi accorgo che l’albero non è ancora pronto ( ma non si doveva addobbare l’8 dicembre ??!! ), l’occorrente per il presepe è lassù, nel soppalco a casa di mia madre, non si sa bene dove ceneremo stasera né chi ci sarà (saremo 6? saremo 8? saremo 10 ?)
Oddio no! Mancano i regali per i due nipotini (ieri ho girato tutto il pomeriggio per trovare un introvabile lupetto verde ma proprio di quel verde lì, non di quell’altro che invece è disponibile in tutte le taglie in tutte le vetrine) .
Certo questo nostro modo occidentale di incorniciare il Natale con lucine colori regali cibo non è per nulla adatto alla ricerca del senso della Nascita del Figlio, all’avvicinamento discreto e delicato a questo immenso Mistero, ma mi ci trovo imprigionata dentro e, per quanto abbia ridotto al minimo gli orpelli, ne sono comunque oberata. Nè riesco a sottrarmi del tutto a questo modello culturale, anche perché mi piace incontrare parenti ed amici e questo comporta, inevitabilmente, una certa dose di fatica ed impegno. A volte posso essere Maria, a volte devo essere Marta, permettendo ad altri di essere Maria.
Intanto preparo il sugo, il ripieno per lo strudel e il tempo passa e il giovane figlio non ha alcuna voglia di attivarsi per collaborare o lo fa con uno sforzo così evidente che mi trattengo a stento dal lanciare in aria un grido spaventoso e il marito, finora quasi irreprensibile, è in giro (bah!).
L’agitazione, il senso di incompletezza e di inadeguatezza, la rabbia salgono dentro di me, salgono, salgono, provo a trattenerle, ad analizzarle, a ‘sublimarle’ ma alla fine prevalgono e mando tutti in un non altrimenti precisato paese.
Allora se ne va anche il figlio e mi ritrovo sola, arrabbiata e triste allo stesso tempo : ma come è possibile che ogni anno succeda qualcosa di sgradevole quando è festa ? Nell’aria c’è un’agitazione che all’inizio pare costruttiva, poi diventa sempre più pesante, lancinante, oppressiva. E vedo tanta confusione, tanto disordine. Troppe attese, troppe pretese.
Va bene, desisto : stasera non faremo nulla, ognuno se ne starà a casa sua. Meglio così.
Ma questo non mi dà pace, mi sento anzi disperata.
Quando ormai non so proprio più cosa fare, rivolgo il mio pensiero al Signore: ‘ Signore, aiutami, io non sono riuscita a restare calma ed integra. Ho fallito nei miei propositi di rendere serena la mia famiglia in questa circostanza. Ma tu puoi volgere al bene ogni cosa.”
Mio marito torna a casa, sono ancora alterata, ma poi con il suo aiuto, come presa in una successione di azioni leggere, chiare e ben dirette, mi rimetto al lavoro, telefono a mio figlio che mi risponde con inaspettata dolce accoglienza e si stupisce della mia serenità riacquistata così rapidamente. Ora siamo di nuovo insieme e si ricompone un giusto ed armonioso equilibrio.
Come era stata precipitosa la discesa/la fine così è facile la risalita/ l’inizio : albero e presepe fatti, cena ultimata, buona compagnia !
Ricordo che nel libro di Marco Guzzi ‘Dalla fine all’inizio- Saggi apocalittici’, c’è un capitolo dedicato alla vacanza : vado a rileggerlo, per dare una più precisa direzione al mio riflettere e al mio agire in questo periodo di vacanza che prelude al nuovo anno.
” La vacanza [ lo stato di ‘vuoto‘, dal verbo latino ‘vacare’ ] è prima di tutto uno stato della mente, quello stato che sia la tradizione ebraico-cristiana sia quella asiatica (sia indù sia buddista) hanno sempre ricercato come presupposto non solo per il nostro rapporto con l’Assoluto, ma anche più semplicemente per una vita ordinata. ” (Marco Guzzi, Dalla fine all’inizio – Saggi apocalittici, ed. Paoline, collana Crocevia, pag. 93-94)
” La donna e l’uomo occidentali dovrebbero imparare a coltivare lo stato di concentrazione e di quiete mentali, questa autentica vacanza, in primo luogo per risanare la propria vita psico-fisica. Sono infatti ormai infinite le ricerche scientifiche che ci attestano gli effetti prodigiosamente curativi della meditazione. Da qui, poi, da questa ritrovata maggiore armonia interiore, potremo cercare anche diverse forme per organizzare in modo più umano i nostri mondi sia lavorativi che affettivi, e avviare i processi rivoluzionari cui tutti in realtà aspiriamo. ” (ibidem )
Come fare per vivere e godere di una buona vacanza?
“La vera vacanza, dunque, comincia così : imparando a essere presenti con tutto il nostro essere, pienamente vivi, adesso, senza ventose mentali, senza attese né pretese, dimentichi del passato e perciò liberi e gioiosi, e quindi capaci di godere, di respirare e di godere del semplice respiro, di guardare e di godere della magnolia davanti alla finestra e della sua luce dorata.
Questa è la vacanza: essere qui e ora, sazi di ciò che c’è, di esistere, di respirare, colmi a tal punto dell’esistenza presente da sentire con chiarezza: sì, io sono felice, piena-mente felice, ho tutto ciò che desidero, non manco proprio di nulla.” (cit. pag. 95)
Dedico allora più tempo alla quotidiana pratica meditativa che avevo trascurato per alcuni giorni. Ne sento di nuovo il confortante giovamento. Mi rivesto del dolce e caldo profumo della magnolia, della sua luce dorata.
Rasserenata nella mente nel cuore nello spirito, mi avvio alla fine di quest’anno da cui sboccerà l’inizio del nuovo anno, piena della speranza che ogni momento, un po’ di più, si possa realizzare ed espandere in me la mia parte di Nuova Umanità.
E questo è l’augurio che faccio a voi tutti, amici di Darsi Pace !
Buon 2014 🙂
Filomena
Nuccia, sempre casino fai? Scherzi a parte, il periodo festivo “obbliga” ad essere felici, ad indossare sorrisi di circostanza, e ci snerviamo perché, paradossalmente, la gioia non viene, anzi si affaccia una certa malinconia. A causa dell’obbligo e a causa di aspettative fiabesche. Durante le feste mi capita di essere più teso. Bisogna dare il meglio di sé, e se non ci riesci ti senti in colpa. La colpa porta nuova tensione per quello che chiamo “effetto ciliegia” e il ciclo vizioso si autoalimenta. Quando raggiunge l’apice, ne fa le spese il primo che capita. Bella riflessione, Cugina!
Proprio una bella riflessione, cara Filomena, che ti prende, ti entra dentro e ti fa circolare meglio il sangue nelle vene… affinché la fine del vecchiume che c’è in noi lasci quotidianamente fiorire primizie dentro di noi, da condividere con chi ci è accanto, nel tempo che abbiamo a disposizione, vivendo da pellegrini nel tempo verso l’Eterno.
Buon pellegrinaggio a tutti
Corrado
La tua riflessione mi riporta il tempo in cui “dovevo” aiutare mia madre negli addobbi di casa e nei preparativi del pranzo di natale.
Non mi tiravo da parte e nemmeno rimandavo l’esecuzione del compito, ma ero un continuo lamento.
Sentivo la gabbia che mi impediva il movimento, ma faticavo a guardarla, a nominarla, a compiere quei passi precisi, ordinati che impariamo a compiere attraverso il metodo integrato.
In questo momento gusto la festa di ieri, a casa mia, con mia sorella, mio cognato, nipoti e pronipoti, dodici in tutto.
La fatica dei preparativi e della successiva pulizia di casa è ripagata dalla gioia dello stare insieme con semplicità, di accoglierci per come siamo, di sentirmi in trasformazione.
Imparare a stare calma nel movimento, ad essere umile nell’ affidamento, a chiedere aiuto a Chi mai lo nega, mi porta a riconoscere il presente come dono.
Nel Presente ogni gesto, ogni atto è come il dolce e caldo profumo della magnolia, la sua luce dorata.
Grazie, carissima Filomena, per l’augurio e buon 2014 anche a te.
Ti abbraccio. Giuliana
È proprio così come racconti tu, Filomena.
Che strano, proprio mentre cerchiamo la pace e la gioia ci capita di essere assaliti dal loro (e nostro) nemico. La preghiera, l’invocare aiuto nell’abbandono è l’unico salvavita, l’unico antidoto a queste aggressioni. Anche a me accade così, specie per la parte negativa, mentre per quella positiva – l’antidoto spirituale – fatico ancora, e non poco.
Auguri a voi tutti e un grazie di cuore per la vostra presenza su questa terra.
Renato
Cara Filomena
sei stata splendida! Hai descritto a meraviglia quello che alla maggior parte di noi capita, credo, nei giorni di festività. E.. grazie per averlo detto! Mi sono sentita una monade nei giorni prenatalizi perchè pensavo di non poter condividere con nessuno questi stati d’animo: nemmeno con voi! I vostri (… delle persone che frequentano le annualità successive – io sono al secondo anno-) post/scritti sono sempre molto avvolgenti, rotondi, pieni di pace e di armonia che pensavo di essere la sola a vivere quelle emozioni “avverse”, così invece ben descritte e condivise da tutti!
Mi ri-congiungo a voi tutti, per aver ritrovato in ognuno la naturale umanità… e auguro che la pace e il rasserenamento che siamo riusciti a trovare già in questi giorni particolari, si espandano ,nel 2014, sempre di più: proprio come la tua magnolia!
A tutti Buon Anno ! Maria Rosaria
Cara Filomena,
nominando Marta e Maria… hai toccato nel vivo della mia quotidianità…
Marta e Maria …due figure di donna due modalità di essere
Sono figure che porto di frequente con me perché mi danno l’ immagine di come sto procedendo….e mi chiedo “ oggi sono stata più Marta o Maria…?..
Io tendo a essere Marta…fare fare…sbrigare le faccende……con passi frettolosi
Anche in qs,periodo natalizio ero naturalmente Marta….con un forte rincrescimento per la parte migliore Maria per quegli spazi di ascolto,silenzio…lettura studio…..lasciati per ultimi…..o tralasciati…..In qs giorni Maria ha recuperato alla grande!!!!
Spero di riuscire a trovare il giusto equilibrio…..a sfrondare, semplificare,trovare il giusto spazio e tempo….è l’augurio che mi faccio e che faccio a tutte /tutti Irenilde
Marta e maria
Sfrondare, semplificare…alleggerire: me lo dico quotidianamente e in particolare me lo sono ripetuta per tutto il mese di dicembre (che qui da noi, a Bergamo, prevede anche la festa di S.Lucia con relativi doni soprattutto ai bambini)! A furia di ripetermelo qualcosa dev’essere successo perché il paventato ‘pranzo-incubo’ non c’è stato (per strane e involontarie coincidenze) e si è trasformato in un incontro ‘light’ tra parenti la sera della vigilia…il tutto a favore di momenti di maggior intimità con mia figlia e mio marito!
Con grande piacere in questi giorni ho letto anche un commento sul Natale di un importante artista (pittore) della nostra città che condivido in pieno.
“Non hanno nessuna importanza le feste di Natale a base di cappone o di babbo natale, se sotto non c’è la presenza della Natività. Non mi interessano i riti se sono vuoti di significato. […] La forma, il corpo, l’elemento materiale non deve mai abbandonare lo spirito che lo anima. Natale arriva comunque anche senza di esso ma allora è vuoto, è una festa che mi genera sconforto se ci si scorda che è un momento per celebrare un uomo come Gesù. Uno che ha avuto la forza di opporsi a un ordine precedente e creare una legge nuova.”
Il fatto è che in tutta l’agitazione e la frenesia delle cosiddette “feste” ci si dimentica proprio del personaggio principale (come nel raccontino del “SUPER PRESEPE-1° premio al concorso dei Presepi più belli” dove alla fine ci si accorge però che mancava …Gesù!!!).
Un augurio a tutti noi per non incorrere in simili dimenticanze, mcarla
Sto imparando un giorno dopo l’altro a godere del silenzio, ogni giorno di nuovo attraverso il rumore dei miei pensieri disordinati che schizzano all’impazzata nella mia mente e risuonano nel mio corpo separandomi dalla vita, dal vivo percepire che la vita mi attraversa in ogni istante e mi parla da dentro..
Assaporo la pienezza del silenzio scendendo nel buio della mia interiorità, gusto questo spazio se mi abbandono sempre un po’ di più, con fiducia mi consegno al misterioso Verbo che si fa carne, parola in me.
Riconosco che senza questa esperienza di silenzio sono analfabeta, non riconosco il linguaggio della magnolia, non sono sfiorata dalla sua luce dorata ne posso essere inondata dal suo profumo.
Grazie Filomena.
Auguri per un anno di luce! Vanna
Da alcuni anni trascorro le feste “obbligate”, come il Natale e il 31 dicembre, come giorni ordinari dal punto di vista della routine e questo mi sta aiutando molto a viverle nella loro essenza.
La tirannia dei regali è stata ridotta al minimo, perciò non ho più il bisogno di andare per negozi nella frustrazione non sollevabile di comprare cose perfettamente inutili e gradite per educazione. Se si crea l’occasione di fare un regalo, lo faccio e basta, anche se è convenzionalmente fuori tempo.
Nessuna decorazione su alberi e pareti perché ciò di cui ho bisogno è spoliazione.
Nessun pranzo/cena con parenti e/o amici nei giorni comandati dal marketing per rimpinzare capitali altrui e farmi rincitrullire la mente da uno stomaco satollo: sto avendo il piacere di incontrare alcuni amici per un tè, di avere calde conversazioni anche telefoniche con persone per me importanti, concentrati sull’essenziale condivisione della nostra umanità.
Liberata così da tante incombenze, mi sto godendo questo tempo per dedicarmi a ciò che amo: ascoltare e leggere, approfondire e riflettere, pregare. Perciò, che sia il 25 dicembre, il 31 dicembre, ma anche carnevale o la festa della mamma, spero di poter sempre custodire uno stato mentale che mi ricordi ciò per cui vale la pena vivere.
Certamente ho ricordi teneri ed emozionanti di festività trascorse in famiglia con tutti i crismi, ma quei giorni appartengono al passato, le circostanze hanno prodotto dei cambiamenti che io ho raccolto nella direzione di cercare ciò che veramente corrisponde al mio desiderio.
iside
Sulla base delle ultime riflessioni in merito al significato del Natale e del Presepio, voglio condividere con voi una poesia di Trilussa intitolata:
ER PRESEPIO
VE RINGRAZIO DE CORE BRAVA GENTE
PE’ ‘STI PRESEPI CHE ME PREPARATE,
MA CHE LI FATE A FA’ SI’ POI V’ODIATE,
SI’ DE ST’AMMORE NUN CAPITE GNENTE…..
PE’ ST’AMORE SO’ NATO E CE SO’ MORTO,
DA SECOLI LO SPARGO DALLA CROCE,
MA LA PAROLA MIA PARE ‘NA VOCE
SPERDUTA NEL DESERTO, SENZA ASCOLTO.
LA GENTE FA ER PRESEPE E NUN ME SENTE,
CERCA SEMPRE DE FALLO PIU’ SFARZOSO,
PERO’ C’HA ER CORE FREDDO E INDIFFERENTE
E NUN CAPISCE CHE SENZA L’AMORE
….E’ CIANFRUSAGLIA CHE NUN C’HA VALORE !!
Buon anno a tutti Marco
Vanna, Iside, Marco…che piacere leggervi, è uno stare davvero a casa! Teniamoci “scritti”, buon anno, mcarla
Carissimi qui da noi, come un po’ ovunque per Natale, attendevamo la neve, soprattutto i bambini e la mia parte bambina che fa festa per ogni fiocco che scende, ma i giorni sono trascorsi in un desolante e piovoso grigiore. La vigilia di Natale anziché impegnarmi nei preparativi, ho cercato forza nel mio cuore per tentare di mettere in pratica ciò che sempre diciamo e cioè cercare di cambiare iniziando da noi stessi e dalle relazioni che viviamo, ero piena di dubbi e ho pregato, trepidante ho deciso di raccontare alcune verità un po’ dure a una persona, credo di aver fatto un dono ad entrambi e spero anche alle persone che ci stanno attorno. Oggi è il 2 gennaio e finalmente è arrivata la neve, dentro di me i fiocchi di neve invece scendono luminosi già da alcuni giorni. Buon anno a tutti. Stefania
Cari amici, ringrazio tutti di cuore per le bellissime consonanze e dissonanze, per gli echi e le risonanze che avete testimoniato nei vostri commenti !
Nella speranza che l’amore di Cristo, sparso come farina sul mondo, venga accolto con sempre più sorridente e calorosa apertura, da me, da voi, dall’ Umanità intera, torno ad augurarvi/augurarci un 2014 ricco di pace, ricco della capacità di creare e seminare pace.
A presto,
Filomena
Aggiungo una bella frase di Nouwen (che ho estratto dalla spiegazione del metodo Darsi Pace riportata qui nel nostro sito) che mi sembra molto adatta a quello che facciamo, a quello che ci anima quando riferiamo le nostre esperienze nei post e nei relativi commenti e, naturalmente, nei nostri incontri fisici e telematici :
“Essere testimone significa dare la propria vita per gli amici, diventare un ‘martire’, nel senso originale della parola. Essere un testimone significa offrire la propria esperienza di fede e rendere disponibili agli altri i tuoi dubbi e le tue speranze, i tuoi fallimenti e i tuoi successi, la tua solitudine e le tue ferite, come un contesto nel quale possano affrontare la propria umanità e la propria ricerca di senso”. ( Henri Nouwen)
Buona testimonianza a noi tutti!