Le tre morti

Commenti

  1. Ciao Salvatore, ho lento con molta attenzione il tuo scritto, che scorreva dentro alla mia storia, fino ad insinuarsi nella mia carne dolorante, affaticata, ma viva e ricollegata alla gioia infinità dell’unione alla bellezza di Dio.
    Ci sono voluti tanti anni di corsi Darsipace e una forte tenacia.
    “L’anima può ammalarsi. Lo spirito può ammalarsi. Le “cose invisibili” possono infettarsi, contrarre un morbo.”
    “Rompere il rapporto con la Trinità è per l’uomo estremamente dannoso, proprio perché in esso risiede la sua identità, la sua unità, la sua armonia.”
    Quante volte ho sentito nella mia storia le tracce di queste parole e di aver ereditato un’ interruzione profonda di quel flusso vitale/spirituale che alimenta la nostra esistenza e la rende fluida e dinamica.
    L’uomo è relazione e se il soggetto attivo della relazione dovesse essere affetto da qualche male?
    Si ammalano le relazioni, soprattutto le più intime, si inquina tutta una area relazionale che potrebbe non saper discernere il bene dal male.
    Questo è stato il mio punto di partenza, indeboliti dal peccato, barcollanti nel nulla.
    Ma la natura dinamica dello Spirito di cui tu parli Salvatore, mi ha afferrata, ho sentito agire in me una spinta prorompente, tutto ciò che ero, anima, spirito, mente, corpo tendeva alla com-unione, all’economia della salvezza, che è economia dell’integrità ed io mi sono lasciata trasportare ingaggiando una battaglia feroce contro le prepotenze del mio io alienato.
    Grazie per la profonda riflessione. Patrizia

  2. giancarlo salvoldi dice

    Caro Salvatore, è un discorso largo e denso il tuo, e suggestivo. Non è facile nelle sue ipotesi e nel suo organico sviluppo.
    Mi sembra interessante quella terza morte osservata nell’ottica di “darsi pace”, causata dall’io egoico.
    Può essere il dilagare impercettibile della morte, nella distrazione distratta dalle distrazioni, ma può essere un campanello di allarme, se c’è un po’ di consapevolezza nel saper rientrare in sè stessi.
    Ma a volte non basta nemmeno il campanello di allarme, perchè io mi sono accostato tante volte alle ceneri col monito “memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”, “ricordati, uomo, che polvere sei e polvere ritornerai”, ma non mi ero mai preparato una riflessione così ampia come la tua, cui devi aver lavorato per tempo e a lungo.
    Anche se sentiamo il rovello del tema della morte, e forse ce ne siamo fatti una ragione, però preferiamo evitarlo.
    Sulla vita eterna ed incorruttibile, l’unica è crederci non per volontarismo ma per atto di fede profondo e libero.
    E a quel punto te la giochi: sei protagonista, sei in relazione con l’Altro, non sei tu con te stesso ma sei tu in relazione biunivoca con l’Altro, è una dinamica con tutti i suoi ostacoli ed interrogativi.
    Ho rischiato di avere un’idea di Paradiso come luogo cui accedere pagando un prezzo alto ma nobile di impegno serio.
    Ora mi sembra che il Paradiso lo devi pensare, meditare, contemplare: lo devi al tempo stesso scoprire e plasmare.
    Lo troverai e lo vedrai se lo saprai cercare, se avrai la forza di conquistarlo anche con violenza.
    GianCarlo

  3. Un saluto a tutti, mentre stavo metabolizzando le vostro profonde riflessioni sono stata particolarmente colpita dall’ultima frase del post di Giancarlo:”se avrai la forza di conquistarlo anche con violenza”. Spero che possa chiarirmi questo pensiero. Grazie. Stefania

  4. giancarlo salvoldi dice

    Cara Stefania, scusa la mia semplificazione, ma facevo riferimento al passo di Matteo, capitolo 11 versetto 12, che dice:
    ” il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono”.
    L’interpretazione è che il Regno è oggetto di approcci “violenti” in due dimensioni opposte: o per l’entusiasmo esplosivo di chi lo vuole raggiungere, o per la guerra sorda che gli fa chi lo combatte.
    Quanto a me io cerco di conservare un comportamento nonviolento nella mia vita, anche se non sempre ci riesco.
    Grazie a te e buona riflessione, GianCarlo

  5. Grazie del gentile chiarimento.
    Dov’è il nostro cuore quando arriva l’onda terribile, la raffica di vento che offusca la mente?
    È distante da sé e dall’Amore.
    Un saluto e buon cammino. Stefania

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