Purificami, o Signore,
sarò più bianca delle neve.
(Salmo 50)
Per vivere una vita più serena e più piena, è inevitabile fare i conti con i nostri desideri, imparando ad accoglierli e a conoscerli, per collaborare alla loro trasformazione.
Questa attività, psicologica e spirituale insieme, all’apparenza privata ed individuale, comporta invece un forte impatto relazionale, quindi sociale.
L’antropologo francese René Girard sostiene infatti che “Una volta che i loro bisogni naturali sono soddisfatti, gli uomini desiderano intensamente ma senza sapere con esattezza che cosa, dato che nessun istinto li guida. Essi non hanno alcun desiderio proprio. Ciò che è proprio del desiderio è di non avere nulla di proprio. Per desiderare veramente noi dobbiamo ricorrere agli esseri umani che ci circondano, dobbiamo prendere in prestito i loro desideri.” ( la citazione è stata ripresa da Marco Guzzi, “Imparare ad amare – Un manuale di realizzazione umana” ed.Paoline, collana Crocevia, nota 2 pag 81).
Il desiderio ha dunque una notevole impronta mimetica, si muove per imitazione: l’essere umano desidera ciò che gli altri desiderano (basta pensare, a tale proposito, al meccanismo pervadente ed invasivo della pubblicità).
Modificando dunque i modelli personali di desiderio, posso orientare diversamente l’imitazione ( e il desiderio) di chi mi circonda.
Desiderare è cosa buona e giusta: Gesù ci desidera desideranti, amanti, appassionati. Ma quante volte, inseguendo alla cieca i desideri che ci sembravano più impellenti, e magari anche realizzandoli, siamo rimasti con l’amaro in bocca, insoddisfatti, inquieti, infelici? Ma come, non avevamo inseguito quel desiderio proprio per realizzare o accrescere la nostra felicità? Cosa c’è allora che non funziona? Quello specifico desiderio è forse ambiguo, doppio, biforcuto?
I miei fallimenti non devono però indurmi a negare i miei desideri, a rinunciarvi; ciò che sono chiamata a fare è rinunciare alla modalità distorta del mio desiderio, è scrostare il mio desiderio da tutto ciò che lo rende nocivo per me stessa, per la mia salute/salvezza, e corrosivo per le mie relazioni. E, scrostando scrostando, arriverò a comprendere che quello che inseguo con voracità non è il mio vero desiderio, ma è una sua compensazione, è un desiderio sostitutivo.
Marco Guzzi, nel manuale “Imparare ad amare” ci propone, alle pagine 80-84, uno strumento validissimo per riconoscere la qualità dei nostri desideri: se il desiderio che ci anima non corrisponde ad un anelito profondo e veritiero della nostra anima, esso avrà dei caratteri precisi , destinati a procurarci inevitabilmente sofferenza.
Per collaborare all’opera di trasformazione e purificazione dei nostri desideri, alle pagine 112-117 dell’opera sopra citata, troveremo un altro prezioso strumento di lavoro psicologico e spirituale, grazie al quale diventiamo consapevoli che è possibile interrompere il ‘circolo vizioso’ dei nostri male-detti pensieri e dei desideri fittizi creando un ‘circolo virtuoso’ e bene-detto che ci conduce a centrare il nostro desiderio veramente appagante. Quest’opera di disintossicazione e di nuova creazione in atto è opera dello spirito d’amore di Dio e noi possiamo collaborarvi con la nostra sincera disposizione ad essere guariti.
Riconoscendo la modalità distorta dei miei desideri, rinunciando ad essa ed affidandomi allo spirito di guarigione e di illuminazione di Cristo, potrò scoprire che , nello stato di integrità, il mio vero desiderio è essere amata dolcemente da Dio, essere sua Figlia Sapiente.
Ora e sempre.
Accogli benevolo i nostri desideri, Signore, trasformali e purificali
e saranno più bianchi della neve.
Riconoscere ed abbandonare il desiderio distorto avvicina sempre di più al vero desiderio, quello di amare e di essere amati.
Credere che, in Cristo, le distorsioni sono accolte, curate, purificate e che nella relazione di figliolanza con il Padre si realizza la nostra vera identità è entrare con tutto il corpo nel mistero battesimale – pasquale, sperimentare che il seme di nuova umanità presente in ogni uomo germoglia nelle nostre biografie e nel mondo e prepara in ciò che oggi muore il candore e la luce che ci mostra l’ immagine postata.
Grazie.
Giuliana
Cara Filomena,
leggendo il tuo post mi accorgo che sei “troppo avanti”; però ci provo.
Quando osservo me stessa son consapevole che su questa terra son libera “realmente libera” solo di desiderare: e allora mi domando: ma checos’è il desiderio? un’energia che si esprime come volontà? (o) l’essenza stessa dell’uomo?
L’uomo per sua natura è imitativo, è così che apprende: linguaggio, postura e tutto quanto viene appresso, ma allora che sarà mai questo desiderio per essere così determinante nella nostra felicità ?
E qui entrano in gioco altre questioni, qelle del tempo e dello spazio, nella loro integrità o distorsione compulsiva.
Il manuale “imparare ad amare”lo leggerò e applicherò tra un paio d’anni; nel frattempo mi adopero a fiorire, lasciandola “crescere nel tempo dell’attesa” quell’ ipotesi personale che mi pare possa accomunarci: il desiderio è una delle modalità nella quale si esprime lo Spirito Creatore di Dio, esso è il fondamento (sostanziale) di quell’aspetto umano, che consente alla creatura di pervenire all’integrità relazionandosi nel Tutto: con il creato e il Suo Creatore.
Buona continuazione del lavoro a te e a tutti i tuoi compagni di corso e un caro saluto ad
Alberto.
Rosella
A me pare che il desiderio sia un’energia propulsiva potentissima, in attesa di una forma che le dia figura. Se la forma è quella di agape, il desiderio trova la direzione della sua realizzazione, sapendo che la pienezza del desiderio non è di questo mondo, ma forse non è di nessun mondo. A me piace pensare ad un desiderio insaziabile perché c’è sempre ancora una profondità da raggiungere nella relazione buona con chi ci sta accanto.
Certo ,se invece la forma è quella del dominio, della prevaricazione (come nell’esempio della pubblicità fatto da Filomena), allora il desiderio si distorce, si de-forma appunto, e la sua energia straborda raminga senza una casa. Diventiamo preda e perpetratori di adescamento, ci lasciamo ingannare e inganniamo a nostra volta, intrappolati in un vortice di relazioni opportunistiche e di sfruttamento.
Come sempre però ciò di cui facciamo esperienza è sulla soglia, in parte amore e in parte dominio. Perciò abbiamo bisogno di quel perdono che ogni volta ci porta a ricominciare il gioco da capo.
Buon proseguimento di percorso a tutti!
iside
Forse il mio può grande desiderio nella vita è stato quello di capire, di conoscere, di penetrare nel mistero e quindi di accostarmi all’Assoluto!
Ai nostri desideri c’è sempre una risposta, un riscontro, proprio questo mi ha convinto che un Assoluto buono esiste e lo godremo totalmente in un’altra dimensione di vita. Mariapia
Grazie, carissime, per i vostri interventi !
Un caro saluto con l’augurio di scoprire e aderire sempre più ai nostri desideri, quelli veri, dettati dallo Spirito di Cristo
Buona settimana
Filomena