Abbandono

Commenti

  1. Quanto male fa la ferita ogni volta che viene sfiorata o toccata!

    In questi giorni anch’ io ne sento il dolore: il male percepito dopo l’intervento di una collega in Collegio Docenti nasce ancora da lì, dall’ amore ferito, dal bisogno di riconoscimento.

    Nominare con precisione le emozioni, accogliere i pensieri che le accompagnano, sorridere alle pretese, ai giudizi, al bisogno di controllo della bambina ferita che mi porto dentro è incessante lavoro che ammorbidisce la materia indurita dell’anima.

    In Cristo sperimento la liquidazione, l’assoluzione, il perdono che mi rigenera.

    E’ Lui a riportarmi in assetto ogni volta che oscillo.

    Quando la sua voce dolce e determinata passa attraverso me, consola la bambina ferita, la rassicura, la riporta nel fluire vita.

    Grazie, carissima Vanna per la tua condivisione.

    Toccare insieme la ferita ne dimezza il dolore e moltiplica la gioia per un millimetro di integrità guadagnato.

    Un forte abbraccio.
    Giuliana

  2. Grazie Vanna, perchè parlando della tua paura, mi hai confortata! Ma allora non sono la sola ad aver paura di essere esclusa, di pensare che gli altri sono sempre più bravi di me, di…??
    Io ho provato un pò di sollievo a fronte di questo problema con la meditazione del 7° incontro della seconda annualità; precisamente, dallo spostamento dal mio piccolo punto interiore all’apertura infinita. E’ come se i problemi legati al mio piccolo essere terreno, si fossero espansi nell’apertura infinita, eterna che tutto assorbe, trasforma e dissolve perchè Lì la Logica e gli Spazi, sono Altro! Il viaggio è appena agli inizi, ma sento dentro di me l’aiuto che mi arriva dalla Sacralità del viaggio stesso. A te e a tutti un abbraccio Maria Rosaria

  3. Grazie Giovanna,
    mi sono riconosciuta molto nelle tue parole e proprio in un momento della mia vita in cui sta affiorando tutto ciò. Anche in me emergono sentimenti di invidia che faccio tanta fatica a riconoscere. Riesco con relativa facilità a riconoscere in me diversi tipi di sentimenti e ad accettarli, ma quello no. Va ad intaccare un’immagine di me che mi sono costruita nel tempo, della persona bella e buona vittima dell’invidia altrui. E invece anche io ho questi sentimenti, solo che li ho sempre ricacciati indietro. Ora pian piano, nonostante la vergogna iniziale, li accolgo e li accetto. In effetti mi sento davvero molto più leggera con un cuore purificato, nel quale i sentimenti negativi non vengono ricacciati indietro, soppressi, nascosti dall’ego, ma accettati per come sono e attraverso la meditazione purificati.

    Inoltre anche per me il problema più grande è il sentimento di essere esclusa, rifiutata. In realtà sono io per prima che mi auto-escludo dal mondo, come strategia difensiva per paura di essere aggredita. Sentimento di esclusione e paura dell’aggressione sono nodi fondamentali intorno a cui ruota tutta la mia attitudine agli altri e alla vita, e in qualche modo credo siano collegati, anche se ancora mi sfuggono molti nessi, che capirò nel tempo, attraverso la pratica.

    Un caro abbraccio

    Maila

  4. chiaradedo dice

    Grazie Vanna è bello quello che hai scritto. Mi piace sentire come ognuno di noi si abbandona. Mi fa sentire un senso profondo di fratellanza e di unità. Ti abbraccio. Forse anche Questo è Chiesa?????

  5. Ciao Vanna!
    Grazie per questa bella condivisione di meditazione. Io, come al solito, mi identifico soprattutto con la prima parte, ma non perdo la speranza che arrivi la stagione del disgelo a sciogliere le contratture.
    Un abbraccio affettuoso
    iside

  6. Carissime Giuliana, Maria Rosaria, Maila, Chiara, Iside,
    le nostre esperienze di cammino concordano nell’aver sperimentato concretamente come il processo di liberazione interiore avviene ogni volta che tocchiamo dal profondo del nostro dolore la nostra disperazione, non negandola o fuggendola perché impaurite ma nel riconoscimento e nell’umile richiesta di aiuto.

    La disperazione, la sofferenza, riconosciuta e sentita ci offre la possibilità di scoprire il nostro limite e di abbandonarci alla nostra impotenza.

    Il Mistero della Salvezza lo tocchiamo proprio nell’abisso della disperazione e l’aiuto invocato diviene un punto di contatto. E’ lì che si apre un nuovo senso di noi e della realtà. E’ da lì che concretamente sentiamo il disgelo delle nostre contratture, sperimentiamo che la vita ri fiorisce, la guarigione avviene, il dolore svanisce.

    Continuiamo nel rilancio fiducioso del nostro umile lavoro quotidiano e parteciperemo con gioia al sorgere della Vera Pace.
    Vi abbraccio. Vanna

  7. Grazie Vanna per il dono della tua condivisione! Vedere i frutti del cammino e la libertà e il coraggio delle tua parole mi aiuta a continuare senza timore.

    Durante la meditazione,stamane, dopo alcuni giorni di influenza, ho sentito fisicamente sciogliere e ammorbidire le mie viscere e ne ho tratto grande sollievo.

    L’abbandono è guarigione profonda delle nostre distorsioni e dei nostri mali.
    Un forte abbraccio. Rosanna

  8. viviamo la vita, vi amo

  9. “Perché io invidiavo gli insensati, mentre osservavo la felicità dei malvagi che fino alla morte non sanno cosa sia il dolore e fino alla fine si mantengono sani” (dal 73, 3-4).
    Dunque anche il salmista provava invidia. Non è. Sola. Coraggio.

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