La politica? “Eppur si muove”

Commenti

  1. Levategli il vino e pure il ricchissimo vitalizio al Salvoldi….

  2. Grazie Giancarlo.

    Ti chiedo di continuare a postare il tuo pensiero se lo riterrai opportuno.

    Io ancora non so corrispondervi. Troppo dolore da rielaborare per l’amara delusione dell’impotenza che non riesco a trasformare in opportunità d’interesse. Nel mio disinteresse aumento solo la mia ignoranza, dalla quale non perviene alcuna possibilità di dialogo rispetto al quadro politico.

    E’ come se il mio cuore vivesse nell’eco musicale di “povera patria” di Battiato; ma la stima che ho per te m’induce almeno a leggerti, ascoltarti e lasciarmi mettere in discussione.

    Forse non troverò mai una parola per corrisponderti, perchè anche se condivido molte delle cose che dici (comprese le quote rosa), e sorrido all’ “eppur si muove” dell’italico destino; il mio senso d’impotenza nasce proprio dal non riuscire a credere che il principio democratico, anche se realizzato (che mi par già essere un’utopia) possa produrre il bene comune.

    Certo costituirebbe un bel passo avanti rispetto alla catastrofe in atto.

    Comunque sia, grazie ancora e un caro saluto a tutti.

    Rosella

  3. maria carla dice

    Caro Giancarlo, condivido in pieno la necessità di rivalutare la figura di un grande imprenditore come Adriano Olivetti…e continua a mandarci i tuoi contributi di riflessione socio-politica, utilissimi per il nostro lavoro nei gruppi (in relazione in particolare al livello ‘culturale’), ciao, mcarla

  4. maria carla dice

    Sempre a proposito di A.Olivetti, vorrei farvi conoscere ciò che scriveva durante l’apprendistato (da operaio) nella fabbrica del padre:
    ” Una tortura per lo spirito, stavo imprigionato per delle ore che non finivano mai, nel nero e nel buio di una vecchia officina/…/ occorre capire il nero di un lunedì nella vita di un operaio! Altrimenti non si può fare il mestiere di MANAGER, non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri”.

    Mi sembra davvero una testimonianza di un valore eccezionale ( soprattutto se paragonata alla presunzione e all’arroganza dei nostri giorni, a livello politico, economico, culturale…) e in sintonia con il lavoro dei nostri gruppi!
    ciao a tutti, mcarla

  5. A proposito di quanto detto da Maria Carla, mi pare che una delle alienazioni di cui soffriamo sia proprio la disconnessione tra la dirigenza e chi opera in prima linea. Io lavoro come amministrativa in un ambulatorio dell’ASL. È molto interessante leggere l’atto aziendale, pieno di principi altisonanti e auspicabili, però completamente dissonanti dall’esperienza reale dove l’utente, presupposto destinatario di cura, diventa cliente da spremere alle cui spalle far quadrare i bilanci, spacciandogli per innovazione e miglioramento i tagli e i conseguenti disservizi. I dirigenti alla cima della piramide – e che si sia strutturati a piramide è già un problema di per sé a mio avviso, perché mostra una forma di amministrazione obsoleta e perdente rispetto a quanto rivelano anche le ricerche sull’organizzazione aziendale – non hanno affezione, oggi dirigono l’ASL domani un’azienda che inscatola pomodori e applicano gli stessi principi. Intanto, potrebbe essere utile una bella immersione in prima linea e poi un coinvolgimento più realistico, affettivo-relazionale, che sappia leggere oltre le tabelle.
    iside

  6. maria carla dice

    …non parliamo poi della scuola dove pare (a detta di un “non sospetto” medico del lavoro) ci sia un rischio altissimo (80%!!!) di malattie psichiatriche e tumorali a carico degli insegnanti (con tutte le conseguenze del caso per studenti e relative famiglie). Un vero ingranaggio infernale!
    L’augurio è che coloro che pontificano tanto bene sulla testa altrui (politici e giornalisti compresi) passino qualche settimana ‘in trincea’, cioè facciano “una bella immersione in prima linea”, come ha scritto Iside (che ringrazio del suo puntualissimo riscontro).
    Sento da più parti un’ urgenza impressionante verso l’unificazione di ciò che si pensa con quello che si dice e si fa…e mi sembra un buon segno! Mi auguro che questa urgenza porti i suoi frutti, ciao a tutti, mcarla

  7. Toglietemi il vitalizio, ma non il vino: ne va della convivialità!
    Se ho suscitato una forte reazione forse ho sbagliato qualcosa e me ne scuso.
    Mi piacerebbe capire se il mio modo di esprimermi è troppo affermativo e perentorio, anche se questo avviene a causa della passione per quanto a me sembra vero.
    Non accetto toni offensivi, ma accetto volentieri, in ordine crescente, dissenso, critiche, contributi, elogi.
    Adriano Olivetti è un modello come imprenditore e “politico” perchè è uomo che ha saputo convertire il cuore.
    Con rispetto e cordialità, GianCarlo

  8. maria carla dice

    …anche a me piacerebbe conoscere le ragioni del “dissenso” di Lino e continuo a sostenere il valore (fondato) della testimonianza umana e politica di A.Olivetti! mcarla

  9. Bella risposta! Il tema della convivialità non è da svalutare ed è meritevole di attenta riflessione.
    Un sorridente saluto. Stefania

  10. dante fasciolo dice

    …e io rubo e metto da parte il pezzo di salvoldi….può essere utile rileggerlo più volte e …riflettere.. dante

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