Il primo amore non si scorda mai – dice un vecchio proverbio.
Pur non scordandolo, a me è capitato di non riconoscerlo quando l’ho incontrato… quarant’anni dopo.
Eppure ciò che quell’incontro mi ha regalato è stato davvero un momento meraviglioso.
Guardandolo negli occhi, ho sentito svanire quarant’anni; in un attimo il tempo si è relativizzato, mi sono rivista con lui come a vent’anni, nei corpi e negli abiti di allora, e mi sono sentita la donna che avrei voluto essere e che non riuscivo ad essere perché braccata, chiusa in gabbia come una bestia feroce.
Nel bacio che ci siamo scambiati ho visto aprirsi, in tutti e quattro i lati, la gabbia che mi imprigionava e mi sono sentita immersa nello spazio infinito, dentro l’abbraccio del Cielo con la Terra.
Questa immagine resta impressa negli occhi e nel corpo le emozioni, le sensazioni che l’hanno accompagnata: gioia, pace, unità, leggerezza.
Mi ci sono voluti quarant’anni per ammorbidire un pò la dura cervice, per aprire una crepa nelle pareti pietrificate del cuore, per liquidare il senso di colpa, per integrare nella coscienza le parti infantili che vogliono controllare tutto e tutti, per capire che non mi basto da sola.
Quarant’anni per liberarmi di tante immagini distorte di Dio e di Gesù.
Quarant’anni per imparare quel particolare silenzio che dissolve la forma di un Io costruito sull’azione forzata, un Io confuso dentro un magma di emozioni e di pensieri che producono tanto rumore e tanto dolore.
Sono consapevole del male subito e procurato, ora lo so con tutto il mio corpo.
Nel dolore lancinante e lacerante della ferita, vedo la gabbia che mi rinchiude e mi costringe al movimento forzato, nelle sue sbarre di ferro riconosco la paura che sta sotto tutte le paure e sono nitidi i pensieri che l’accompagnano.
Ma adesso so che, in un attimo meraviglioso e inaspettato, la gabbia si apre ed io sono aperta all’infinito.
Sono libera!
L’anelito alla libertà, murato a vent’anni da ciò che sentivo rigido moralismo, ora mi porta in un luogo abitabile dove sono sanata, integra e perdonata.
Comprendo che essere un io umano significa proprio questo: un essere fatto della stessa sostanza dell’ infinito, un essere libero.
L’infinito è dentro di me!
E’ questo il mistero dell’Incarnazione, un Dio che si fa uomo donando la sua stessa libertà creativa, è il mistero di Gesù.
Più a fondo di tutte le mie distorsioni, nell’abisso di dolore e di disperazione che mi separa dalla Vita, la fede in Cristo, la fede di Cristo, mi riporta in contatto con la fonte della mia ri-creazione.
Cristo mi riconnette al Dio che è in me come codice genetico della mia ricreazione in libertà.
Non sono io a “produrre” salvezza, la salvezza mi è data adesso, ogni volta in cui, libera da immagini idealizzate di me stessa e da false immagini introiettate di Dio, mi lascio assorbire dall’Infinito che è in me.
Quando nella preghiera dei figli di Dio contemplo la quarta strofa, ora mi sento nella camera nuziale.
Io in te Signore
Tu in me
Per sempre
Che dire Giuliana, bello leggere le tue parole al risveglio questa mattina dopo la consueta meditazione! Mi hai fatto venire i brividi, sento le tue emozioni come mie emozioni e mi piace moltissimo questa sensazione di tutta unità!
Grazie.
Daniela
Grazie, Giuliana, mi rallegro con te per la bellezza e profondità della tua esperienza! Mariapia
che bella che sei Antonella un abbraccio a te a tutte le mie amiche e forse anche a me
Bellissima e vivissima testimonianza di ciò che sta avvenendo in te.
Lo si tocca ascoltando parola dopo parola, un cammino che trasmette anche a me un moto di apertura verso l’esperienza dell’infinità della vita. Diversità eppure nella tutti nell’ Unità.
Grazie con un abbraccio. Vanna
“Guardandolo negli occhi ho sentito svanire i quarant’anni…” con queste parole, carissima Giuliana, mi trasmetti l’eternità e l’intensità del momento che hai vissuto e mi fai “toccare” che il percorso di Salvezza dentro le nostre storie familiari e personali è possibile qui, adesso in questo abbraccio tra cielo e terra. Grazie. Rosanna
tu, in Lui, sei te stessa
amen
Cara Giuliana,
grazie! Grazie perché attraverso la tua testimonianza avverto la possibilità di un percorso, vedo anzi che avanti a me la strada diventa più luminosa, più leggera. E capisco che in fondo, il tempo non è un problema. La lentezza del cammino – che percepisco a volte con angoscia – non è una vera obiezione. “Quarant’anni per liberarmi di tante immagini distorte di Dio e di Gesù.” Quanto mi ritrovo in questa frase! Decenni di “lotta”, la vera ed unica “lotta” da cui dipende tutto. Quanta architettura male-detta di pensiero e quante difese dell’ego, quanta sofferenza davanti ad una immagine di una divinità lontana dai miei problemi ed al tempo stesso curiosamente implacabile con i miei (veri e presunti) errori… quanti devastanti sensi di colpa dai quali liberarsi, quanto lavoro per far spazio alla vera Misericordia, quella che risana, che arriva fino al mio bambino ferito e gli porge non un ennesimo attacco, ma – finalmente – sussurra frasi di dolce rassicurazione! Nelle tue parole vedo che c’è una possibilità, un percorso, un lavoro a cui, ogni giorno, posso scegliere di direi di sì. Ed è tantissimo. Forse è tutto quello che mi serve, in fondo. Grazie. Marco
Cara Giuliana, mi rallegro e intenerisco per la tua gioia. Grazie di aver condiviso la tua esperienza che dà la speranza anche ad altri nella possibilità che la Vita, quando ci concede una nuova occasione, ci trovi preparati ad accoglierla. Auguri a te e a tutti gli amori, antichi o nuovissimi. Con simpatia. Stefania
per chi non lo sa: lo sappia: Giuliana ed io ci conosciamo
Cara Giuliana.
Ma pensa un po’ se entrando tra qualche anno, a Dio piacendo, nel talamo nuziale toccasse a me di non riconoscer Gianni, giusto giusto per il quarantesimo?
Dopo la botta, spero che lo Spirito mi sospinga a concluder anch’io la faccenda con un bacio che spalanchi “la mia residua gabbia egoica”, inoltrandomi nel piacere di poter goder con lui (proprio con quello lì “preciso” al quale in un attimo inconsulto ho detto “sì”): l’eterno infinito senza tempo.
Perchè vedi, ora adesso e qui, talvolta mi fa ancora un poco, solo: poco poco, piacere “togliermelo di dosso”. Sì lo so, sono tremenda, ma è per farne un santo.
Ti abbraccio con affetto e ti dico che hai proprio redatto un capolavoro di post: sedimentando e distillando quell’esperienza hai reso fruibile e godibile a tutti la trasformazione, regalandoci anche l’evidenza del fatto che: “tutto è materia di lavoro”, cosa che al momento sembrava quasi essere solo poco più che una intuizione.
Proprio bello, ciao
Rosella
Cara Giuliana, grazie!
Grazie perchè per quanto “strumento gioioso e fiducioso della Sua grazia”, nella quotidianità poi sperimento che il punto di arrivo è lontano! Le tue parole invece sono la testimonianza concreta che Tutto può avvenire… e mi danno forza per proseguire lungo quel lacerante percorso in cui sento che dentro di me c’è l’Eterno ma non posso ancora abbracciarLo totalmente perchè imbrigliato tra le maglie di un ego che non vuole morire e le nebbie di antiche errate informazioni.
Un abbraccio infinito….. per condividere la tua gioia! Maria Rosaria
Grazie Giuliana! Un abbraccio in colui che ci aiuta a trasformarci in ció che siamo..
Cara Giuliana, scusa la mia ‘prosaicità’ ma…c’è stato un re-incontro reale con il “tuo primo amore”, vero?
E quello che ci scrivi riguarda la tua ‘apertura’ di oggi nei suoi confronti, rispetto alla ‘chiusura’ di 40 anni fa?
Sembra proprio che la vita, quando le vai incontro davvero, ci voglia riservare sempre nuove chances!
Ma…scusa l’indiscrezione, posso chiederti a cosa potrebbe portare questa tua trasformazione? ciao, mcarla
grazie Giuliana per la bellezza di quanto hai scritto e ci hai voluto donare….
è un dono che mi riempie di speranza per il cammino in darsi pace….e camminare con delle amiche spirituali che si aprono con tutta qs ricchezza è davvero una preziosa risorsa…..che mi contagia… emotivamente…..
Molte parole lette in darsi pace..trasformazione, liberazione..infinito incarnazione…mistero…..trovano concretezza trovano carne….si incarnano nella tua esperienza…..nella tua intima testimonianza.un abbraccio forte forte irene
È difficile corrispondere ad un post così bello e intenso, alla delicatezza delle tue parole, alle emozioni che ci hai regalato.
Anch’io, come gli altri che hanno scritto, mi gusto la gioia di una liberazione possibile e anche la sua declinazione al femminile.
Grazie Giuliana
Antonietta
Grazie a tutte/i voi per le vostre risonanze.
L’incontro con il primo amore della mia vita non ha aperto la possibilità di una nuova relazione affettiva, mi ha semplicemente regalato la comprensione, scritta in quarant’anni nella carne, del mio desiderio profondo, quello di sentirmi unita dentro e fuori di me.
A lungo ho creduto di poter trovare questa unità con gli altri sentendomi poi dentro relazioni insoddisfacenti e fallimentari.
Ora comprendo che è l’unificazione interiore a pormi libera e autentica nella relazione con gli altri, fuori dalla gabbia delle paure e dei sensi di colpa e comprendo che la trasformazione è il dinamismo evolutivo dell’uomo che la nascita di Cristo ha portato a compimento.
Mi ci sono voluti quarant’anni per diventare ciò che già sono, per nascere ancora con la vita di Dio dentro.
Vi abbraccio.
Giuliana
“…sentirmi unita fuori e dentro di me” : grazie della tua testimonianza! mcarla
Grazie!
…sapere che c’è qualcuno da qualche parte che è riuscito-anche dopo tanto tempo- a liberarsi dalla”gabbia”, è davvero liberante e rassicurante! Regala coraggio, forza, speranza e tanta leggerezza! Come a dire che il tempo interiore è davvero diverso da quello esterno…o meglio:lavora in modo diverso…
Ancora grazie di cuore!
Grazie a te!
Giuliana